Ritroviamo dopo dieci stagioni un
avversario storico della Pro, il quale in un
lustro ha saputo risalire la china dall'Eccellenza dove
era finito per fallimento alla C1 conquistata al termine
dei vittoriosi play-off la scorsa stagione.
Il
Lecco sta vincendo un buon momento, forte dell'euforia
della promozione, ma anche di un ottimo momento in
campionato con due vittorie consecutive contro due
candidate al salto di categoria, come Monza in casa e
Novara, domenica scorsa in Piemonte con un netto 1-3.
E si
che la partenza dei blucelesti non è stata certamente
delle migliori, con qualche turbolenza di troppo nel
settore tecnico. In ritiro doveva andare Massimiliano
Allegri, che poi ha abbandonato, per passare al
Sassuolo. E' toccato poi a Dolcetti, che dopo due
giornate ha alzato bandiera bianca in favore di
Alessandro Musicco, ex tecnico della Pro Sesto.
La
squadra lecchese pratica in questo momento un calcio
piacevole e brioso, che le permette di navigare a
ridosso delle prime posizioni. Musicco che aveva provato
più volte a guidare la Pro Sesto in C1 e C2, ma senza
fortuna, in riva al Lario sembra aver trovato i giusti
equilibri e con un 4-4-2 atipico, cerca di portare il
Lecco ad una salvezza tranquilla che è negli obbietti
della società lariana, ma se potrà togliersi delle
ulteriori soddisfazioni strada facendo non si tirerà
certo indietro.
Per la
gara contro la Pro il Lecco recupera due uomini,
squalificati nell'ultimo turno a Novara il portiere
Mazzoni ed il difensore centrale Campi. Mazzoni,
portiere dal fisico prestante, è prodotto del vivaio
del Livorno e per un anno a Pavia, resosi autore in un
incontro allo "Speroni" una sceneggiata con
provocazioni varie nel confronti del pubblico bustocco.
Cristian Campi, saronnese classe 77, è arrivato dal
Monza, con alle spalle precedenti esperienze a La
Spezia. Lecco che dovrà fare comunque ancora a meno di
uno dei simboli della squadra il centrocampista Luca
Lomi, cuore per alcune stagioni dell'Alto-Adige, fermo
per stiramento.
La
formazione bluceleste dovrebbe quindi scendere in campo
con Mazzoni tra i pali, difesa con a destra l'ex
novarese e Fermana Bonfanti, a sinistra potrebbe
riproporre l'esperimento di Josè La Cagnina (73),
esterno del Pavia in C1 e C2, ma con un ruolo molto più
avanzato, a ridosso delle punte. A Novara, con i padroni
di casa in 10 per 70' minuti è andata bene, ma bisogna
vedere se il tecnico deciderà di rischiare ancora, una
soluzione così azzardata, conseguenza di diverse
assenze. Probabile che con il rientro di Campi al centro
della difesa, siano l'ex ravennate Mussoni o Carnesalini
(ex Lucchese ed Alzanoi) ad andare sulla corsia di
sinistra. Con la coppia centrale formata da Campi e
Villagatti. Come alternativa Merenda, altro volto noto
avendo giocato diverse stagioni nel Mantova, giocatore
che soffre tremendamente il gioco nello stretto e la
velocità. A disposizione i giovani Bottini e Fusco.
Centrocampo
che sulla corsia di destra presenta l'ex Daniele Corti
(80), elemento in grado di dare sostanza e duttilità,
con corsa continua e ripiegamenti in fase difensiva.
Quindi Elia Chianese, ex del Pizzighettone, capace di
dare profondità e trovare la porta, tagliando spesso e
volentieri il campo da sinistra al centro con Bonacina
in mezzo. Il centrocampo poi conta sull'esperto Ulivi
(77) già a Pisa e la scorsa stagione ad Avellino e
Bloudek scuola Milan, alla ricerca ancora di un proprio
spazio dopo le aspettative delle giovanili rossonere.
Siamo a tre elementi perchè appunto il 4-4-2 lecchese
è atipico con una punta-centrocampista che rientra
spesso e volentieri e poi si inserisce nelle linee
avversarie quando attacca.
In
avanti Altobelli, Savoldi e Vieri, non non è uno
scherzo si tratta infatti di tre rampolli con padri e
fratelli che hanno calcato i campi maggiori. Il primo
,in passato in predicato di vestire la maglia della Pro,
approdando invece alla Spal in C2, è prodotto del
vivaio nerazzurro, colori con cui il padre ha giocato e
vinto uno scudetto. Arriva dal Chiasso, gioca come
esterno alto e nell'ultima gara con il Novara ha dato il
via alla vittoria con un cross per Savoldi al 7' ed a
colpito anche un palo. Vieri fratello del più noto Bobo,
a sua volta figlio di un buon calciatore di A e B con le
maglie di Bologna e Samp. Giocatore che ha alternato
alti e bassi in carriera, sempre tra B e C1, spalle
possenti e apre spazi per i compagni, generoso,
lottatore, si sacrifica spesso per la squadra, ma
nell'area si fa sentire, anche se la scorsa stagione a
Novara ha segnato solo tre reti.
Conclude
il terzetto Salvoldi Jr., alcuni stagioni fa buon
attaccante in B ed A, poi un infortunio lo ha bloccato
quando era a Crotone nel 2004-05, per ripartire la
scorsa stagione del Varese in C2, dal quale a Gennaio è
ripartito lanciando frecciate al veleno, a stampa e
pubblico locale. In Serie B, con le maglie di Cosenza,
Crotone, Napoli e Reggina ha disputato 90 gare con 32
reti. In A con la Reggina 24 e cinque reti. Il
trentaduenne Salvoldi jr, è forte fisicament e nel
gioco aereo, cerca spesso la via della rete anche in
acrobazia, e rigorista della squadra. Completa il
reparto Barbieri classe 76.
Una
squadra che è molto esperta in avanti con le due punte
andate a rete nell'ultimo incontro disputato, una volta
Salvoldi e due Vieri, e che complessivamente ha segnato
sette delle otto reti totali della formazione lecchese.
Blucelesti che hanno subito nove reti, terz'ultima
difesa del girone, di cui però quattro nella prima
uscita di campionato a Foligno. Al "Rigamonti-Ceppi",
hanno totalizzato sette punti, vincendo con Paganese,
1-0 alla seconda di campionato, pareggiando con il
Venezia e battendo il Monza. In totale in questa prima
parte della stagione tre vittorie, un pareggio e due
sconfitte (Foligno e Foggia alla 3^).
La Pro
ha espugnato Lecco in Coppa Italia nello scorso mese di
Settembre, in una in cui i blucelesti, come i biancoblù,
mandarono in campo molte seconde linee. I tigrotti non
espugnano Lecco, in gare di campionato da oltre 66 anni,
nella stagione 1940-41, in Serie C, dodicesima giornata,
disputa il dodici gennaio 1941, Lecco - Pro Patria 1-4,
con marcature di Gallazzi al 20' e 38', al 67' di Dondi
e al 70' del guizzante Fasoli, con i lecchesi a mettere
il classico punto della bandiera all'82' con Bario.
Punteggio replicato anche al ritorno, sempre a favore
della Pro.
LA
STORIA
Il
calcio a Lecco muove i suoi primi passi nell'ambito
della Canottieri, società che dal nome stesso indica lo
forte legame con l'acqua ed il lago, dove la prevalente
attività era quella della voga e della vela sul ramo
lecchese del Lario.
Come
accadde in molte società polisportive del periodo, il
foot-ball, prende sempre più appassionati ed il 22
Dicembre 1912, un'assemblea della Canottieri, consente
la costituzione di una sezione calcistica che prende il
nome di "Canottieri Lecco Foot-ball club",
assumendo come colori sociali quelli del circolo
sportivo Canottieri, il blù abbinato al celeste a
strisce verticali con pantaloncini blù.Dall'atto di
fondazione alla prima gara ufficiale passa circa un anno
e mezzo, in quanto il problema principale è quello di
trovare un campo da gioco, che viene trovato in seguito
sul terreno di via Ponchielli nel centro lecchese.
Nell'Aprile
del 1914, la sezione calcistica della "Canottieri
Lecco"; disputa la sua prima partita a Bergamo. Il
26 Dicembre dello stesso anno viene inaugurato
ufficialmente il campo di via Ponchielli che prende il
nome di "Primavera", tra una formazione della
Canottieri Lecco Foot-ball Clubs ed una formazione mista
del Milan.
La Grande Guerra incombe così come per tutte le società
sportive del tempo, anche la Canottieri Lecco deve
interrompere l'attività che riprenderà a livello di
amichevoli nel novembre del 1919, sul terreno di gioco
di via Ponchielli.
Nell'autunno
del 20', la società bluceleste in vista della
partecipazione al suo primo campionato ufficiale,
organizza amichevoli importanti contro il Milan e contro
i campioni d'Italia del Inter, vincendole entrambe,
suscitando notevole entusiasmo in città e nei paesi
limitrofi, facendo di fatto avvicinare sempre più
persone al gioco del foot-ball nel lecchese.
Il
5 dicembre 1920 la Canottieri Lecco, prende parte al suo
primo campionato, venendo inserita nel girone C di
Promozione, una sorta di seconda serie del tempo; la
prima gara ufficiale è a Milano contro l'Olona. I
blucelesti si aggiudicano il girone, passando alle
finali per la 1^ Categoria, ma non superano lo
sbarramento successivo.
Il 17 giugno 1922 è una di quelle date da segnare in
rosso per il calcio lecchese, in quanto l’assemblea
generale dei soci della Canottieri elegge, come
presidente Eugenio Ceppi.
Il
nuovo eletto, si dimostra subito intraprendente,
mettendo a disposizione un proprio terreno per fare
giocare la squadra, in via Cantarelli, nel quartiere
Castello, che è tuttora la sede delle gare interne
della squadra bluceleste. Per i tifosi della Canottieri,
l'impianto diventerà poi solo "il Cantarelli".
Il nuovo impianto venne inaugurato pochi mesi dopo, il
15 Ottobre de 1922, contro la Trevigliese. In seguito,
nel 1993 prenderà il nome dallo storico presidente
Mario Ceppi (figlio di Eugenio) unita a quello
precedente del campione del "Grande Torino"
Mario Rigamonti, il quale giocò per un periodo nel 1945
a Lecco, a cui lo stadio venne intitolato il 2 Giungo
del 49, un mese dopo la sciagura di Superga; si ebbe così
la doppia denominazione "Rigamonti-Ceppi".
La
società prova diverse volte a salire di categoria, ma
incontra sia problemi economici, sia problemi di
rapporti con la Lega Calcio del tempo.
Nella
stagione 1924-25, nel campionato di Seconda Divisione,
c'è il primo storico incontro di calcio tra lecchesi e
bustocchi. Alla 7^ giornata il 28 Dicembre 1924 la Pro,
super in casa la Canottieri Lecco per 2-1, vittoria dei
biancoblù anche in riva al Lario alla 15^ giornata il
15 Marzo del 25 per 1-0.
Al
via della stagione 26-27, la società lariana viene
ripescata in Prima Divisione, sorta di Serie B
dell'epoca, dove rimarrà per tre stagioni. Nel periodo
la società si dota anche di un primo vero allenatore,
che come di prassi del periodo è un esponente del
calcio danubiano, l'ungherese Zsigmund.
Sul
finire degli anni venti e l'inizio dei trenta, il
sodalizio lecchese deve fare fronte ad un pesante
passivo di bilancio ed alla scomparsa del presidente
Eugenio Ceppi nell'Aprile del 1931.
In
pratica bisogna ripartire da zero e la storica
"Canottieri Lecco Foot-ball Club", cessa di
esistere, con l'abbandono di fatto della Canottieri di
cui Eugenio Ceppi era il presidente, con la nascita
dell'Associazione Calcio Lecco, il 22 Luglio del 1931.
La nuova società che vedrà la sua sede, come era in
voga al tempo, presso il Salone del Caffè Commercio in
Piazza XX Settembre a Lecco. Come primo presidente il
medico, professor Gennaro Pensa, membro del direttorio
federale del Partito Fascista. Tra i membri del
consiglio, c'è anche Mario Ceppi (figlio di Eugenio
Ceppi), il cui nome sarà strettamente legato alla
storia del calcio lecchese per cinquant'anni buoni. Il 6
settembre del 31 l'A.C. Lecco, disputa la sua prima gara
amichevole contro la Trevigliese, mentre un mese dopo il
4 ottobre del 31, dà il primo calcio ufficiale ad un
pallone, nel campionato di Prima Divisione.
Nel suo
primo campionato, l’A.C. Lecco resta in corsa per la
serie B fino in fondo, giocandosi la promozione nello
spareggio contro il Saronno, che vede gli
"amaretti", imporsi, ma poi rinunciano, per
motivi finanziari.
Problemi economici, che attanagliano anche il Lecco
negli anni successivi, con la rincorsa alla promozione
che riparte nel campionato 1934-35, quando alla guida
tecnica dei lecchesi arriva da Busto Leopoldo
Conti
ex giocatore della Nazionale e capitano dell'Inter, alla
Pro Patria, in Serie A, nei campionati 31-32 e 32-33, in
seguito anche sulla panchina dei tigrotti.Conti riesce a
portare il Lecco alla prima storica vittoria sul Como in
un derby, quindi conduce i blucelesti a lottare fino al
termine, per il salto di categoria, ma anche qui gli
spareggi sono fatali.
Nel
1935-36, con l'allargamento delle squadre partecipanti
ai campionati di calcio, si ha l'istituzione della Serie
C, a cui il Lecco viene iscritto d'ufficio con
allenatore Otto Krappan. Nel mese di settembre sale alla
presidenza di Costantino Fiocchi, con campionati di
centro- classifica, con Conti che torni in panchina nel
37-38.
Arriva
la seconda Guerra Mondiale e, come ovunque l'attività
calcistica ne risente. Il Lecco conosce una
profonda crisi societaria sfiorando la chiusura, solo
nel 41, arriva un primo spiraglio quando Mario Ceppi
viene nominato Commissario Straordinario della società.
E' il primo passo che compie, quello che poi sarà
"il presidentissimo", il quale salva in
pratica la società dal fallimento e ricuce, per quanto
è possibile nel periodo i rapporti con il comune e
intreccia accordi con giocatori. Nel 42-43, per 20
giornate la formazione lariana, rimane imbattuta, grazie
anche alle reti del bomber Renica. Nel 1943, il
sodalizio si ritrova purtroppo al centro di una scandalo
di partite comprate e vendute, con la FIGC, che
squalifica per due anni, tre giocatori lecchesi,
Barcella, Bacis e Forlani.
Dopo
l'otto Settembre del 43, l'attività calcistica nel
Nord, si basa soprattutto su partite amichevoli, tornei
di Bar e regionali, spesso e volentieri a livello
benefico, così Pro e Lecco si tornano a sfidare nel
Torneo Benefico Lombardo.
La
stagione 1945-46, vede al Nord il “Campionato
misto Alta Italia”, composto da squadre che nei
campionati ante-guerra erano in Serie B e C. Lariani e
bustocchi danno vita ad un lungo duello che porta
allo spareggio promozione, all'Arena di Milano.
Impattano ancora dopo i tempi supplementari. Quindi ci
pensa la Commissione d'Appello del Nord Italia, a
dirimere la questione consegna il verdetto
della gara di Mantova-Pro, dando la giusta vittoria
a tavolino alla Pro, per i gravi incidenti in campo
e fuori. Due punti che portano al superamento del Lecco,
in classifica, con i tigrotti che passano in Serie
B, mentre il Lecco viene iscritto al campionato di
Promozione, da dove il 3 Agosto del 1948 incomincia la
vera era di Mario Ceppi alla presidenza.
La
stagione per il calcio lecchese vede comunque l'esordio
del bergamasco Angelo Piccioli, che poi sarà
l'allenatore del blucelesti in Serie A.
Nel
1949-50, il Lecco con Ugo Lamanna in panchina vince il
campionato di Quarta Serie, passando in Serie C, con la
coppia d'attacco "Reda-Rada" (Redaelli-Radaelli),
sul neutro di Vicenza contro il Pordenone.
Arriva
il mediano Francesco Duzioni (Verdello-Bg-3 Maggio 29),
che poi diventerà un recordman di presenze, con oltre
250 gare, consecutive con la maglia del Lecco. Il
meccanismo innescato da Ceppi, comincia a dare i suoi
frutti, e la squadra lecchese si piazza nelle prime
posizioni in Serie C, settimo nel 54-55 e quarto
nell'annata successiva. Al via della stagione
56-57, il Lecco è tra le favorite per il salto nella
serie cadetta, con il nuovo tecnico Achilli in panchina.
Promozione in B, che arriva puntuale il 16 giugno 57.
Ceppi sfrutta al meglio il blocco delle retrocessioni
imposto dalla Lega, studiando per bene la serie cadetta
e le mosse migliori per tentare in grande salto in Serie
A.
Il
campionato 58-59, vede i lecchesi come sorpresa del
campionato, sempre nelle primissime posizioni, con i
giornalisti locali che vanno a sostegno delle ambizioni
del vulcanico presidente Ceppi, raccogliendo fondi a
sostegno del suo progetto, che in campagna acquisti
aveva fatto registrare l'arrivo dell'ungherese Stefan
Nyers, due volte campione d'Italia con l'Inter (52-53 e
53-54).
Il
Lecco deve cedere le armi all'Atalanta, che viola il
"Rigamonti", volando di fatto in A, ed al
Palermo, che vinceranno il torneo; per il team lariano
un terzo posto, che fungerà da rampa di lancio per
l'assalto alla massima serie, per la quale Ceppi non
lesina di certo gli sforzi, confermando tutta la rosa,
affidando la squadra ad Angelo Piccioli, che aveva
appeso le scarpe bullonate al chiodo. La compagine
lariana parte subito forte e và in testa, con 15.000
persone che la sostengono nel big-match al
"Filadelfia" contro il Toro (1-1). La
cavalcata si conclude il 26 Maggio del 1960, con la
vittoria per 3-0 contro il Venezia. Con i blucelesti
salgono in A, Torino e Catania.
Per
l'avventura in Seria A, attorno al presidente si
stringono l'allora sindaco di Lecco Cugnasca,
l'industriale caseario Cademartori e la Banca Popolare
di Lecco. Per il primo campionato nella massima serie il
vulcanico presidente, fa arrivare l'uruguaiano Abbadie e
Antonio Pasinato, nato a Bolzano ma prelevato dalla
Nuova Cisterna di Latina, nei campionati
centromeridionali di Serie D che verrà soprannominato
"ruspa", diventando uno dei simboli del calcio
a Lecco. Esordio in Serie A che avviene con sconfitta
per 4-0 a Firenze, mentre la prima vittoria è con il
Padova in casa alla 3^ giornata. Poi la prima impresa
con il pareggio a San Siro con l'Inter per 1-1. Intanto
Ceppi in Brasile ha scovato un centravanti poco più che
ventenne, dal fisico possente, un vero e proprio armadio
che risponde al nome di Sergio Clerici, di chiare
origini milanesi; lo impacchetta e lo fa arrivare in
riva al Lario. Clerici (in seguito centravanti di
Bologna e Napoli) che al debutto casalingo timbra subito
il cartellino, nella vittoria sulla Lazio per 2-0.

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L'uruguaiano Abbadie
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Sergio
Clerici |
Campionato
difficile comunque per la neopromossa squadra bluceleste,
che naviga sempre nelle ultime posizioni; arriva però
l'impresa contro l'Inter di Moratti (padre) e di Helenio
Herrera, che al Rigamonti viene sconfitta per 2-1, con
doppietta di Gilardoni. Una vittoria all'ultima giornata
a Roma contro la Lazio, già retrocessa, porta i
lecchesi allo spareggio salvezza, con Bari ed Udinese,
con i pugliesi che alla fine scenderanno.
A
salvezza acquisita Ceppi, fa due colpi importi nel
calciomercato, cone l'arrivo a centrocampo dello svedese
Lindskog dall'Inter e Beniamino Di Giacomo, che andranno
a supportare la coppia di attaccanti sudamericani
Abbadie e Clerici, rinforzata dal nervianese Sarchi, al
quale pochi anni fa è stata amputata una gamba per
problemi di circolazione.
Lindskog
che come il suo connazionale e compagno nerazzurro
Skoglund, ha problemi di vita e di bottiglia, non rende
e rompe quasi subito con l'ambiente e con il vulcanico
Ceppi, che rompe anche con lo storico allenatore
Piccioli, a cui affianca Achilli. Per il Lecco a fine
stagione è il ritorno mesto in Serie B, in un
campionato vissuto sempre sul fondo.
L'estate
del 62 a Lecco non è facile con Ceppi che minaccia di
andarsene, salvo poi fare marcia indietro, intendendo
ricostruire la squadra proprio su Lindskog, che manda a
curarsi il fegato, ma con lo svedese sarà un rapporto
tormentato per tutta la stagione.

Lo svedese Bengt Lindskog
Di
Giacomo viene ceduto all'Inter, Abbadie chiude e torna
in Uruguay, con Achilli confermato in panchina, ma sul
finale della stagione deve lasciare all'ennesimo ritorno
di Piccioli che conduce la squadra al sesto posto. Da
segnalare le 250 presenze consecutive in bluceleste del
mediano Duzioni.
Per la
stagione 63-64 si punta sui giovani del vivaio dove
spiccano i nomi del portiere Felice Pulici, di Innocenti
e di Isidoro Brusadelli (lecchese doc), che chiuderà la
carriera alla Pro nel 74-75, con la promozione in Serie
C. In squadra c'è sempre la mina vagante Lindskog, che
Ceppi denuncerà poi alla Caf. Si assiste ad uno
"strano sciopero", quello del tecnico
Piccioli, che accusa il pubblico locale di essere troppo
distante dalla squadra, e per protesta non andrà in
panchina nelle ultime giornate di campionato, con il
Lecco che chiude comunque a due soli punti dal Foggia di
Oronzo Pugliese, terzo classificato e che sale in A.
1964-65
arrivano "Ciccio" Longoni e l'attaccante
bustocco Giorgio Azzimonti, prelevato dalla Solbiatese
e, che non vestirà mai la maglia della Pro, come altri
del circondario, per i più disparati motivi.

Il bustocco
Azzimonti, con la maglia del Lecco
In
panchina torna Piccioli, che grazie alla completa
esplosione di Sergio Clerici (vincerà la classifica
cannonieri con 20 reti), parte a razzo in campionato, ma
arriva il sesto posto finale.
Campionato
1965-66 anno dell'ultima risalita in Serie A, con la
formazione sempre affida a Piccioli che ingaggia un
lungo duello con Venezia, Mantova poi promosse, Genoa e
Reggina. Il Lecco è forte di un'intelaiatura
collaudata, si mette subito nelle prime posizioni, ed
alla fine con 48 punti si aggiudica il secondo posto che
porta in Serie A, nonostante dei brutti scivoloni come
il 5-0 di Mantova. Nella stagione da ricordare il record
di imbattibilità del portiere Giuseppe Meraviglia di
738' minuti. Altro verdellese come Duzioni. In squadra
oltre a Azzimonti, troviamo Facca, Sacchi, Fracassa e
Italo Galbiati, con Clerici che segna 17 reti.

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Lo
sfortunato Facca |
Il portiere Meraviglia
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Per la
Serie A, viene confermata tutta la rosa, e Ceppi fa
anche il colpo di Valentino Angelillo, capocannoniere in
Serie nelle stagioni precedenti, con un record tuttora
imbattuto di 33 reti, con l'innesto anche del mediano
Saul Malatrasi dall'Inter e dell'ala Cannella dal Genoa.
Dal Milan arriva anche il portiere Luigi Balzarini, che
negli anni 70' una volta smessi i guantoni, diventerà
socio di una ditta di pentole a Samarate. I blucelesti,
patiscono molto il salto di categoria e sono sempre sul
fondo, unica nota lieta del periodo l'1-1 a San Siro
contro il Milan con rete di Azzimonti.
Frizioni
interne, Piccioli contro Angelillo ed il vulcanico
Ceppi, non portano calma nell'ambiente. Il Lecco
retrocede ben prima dell'ultima giornata, con soli 17
punti a parimerito del Venezia, con Foggia e Lazio che
faranno da compagnia. In prima squadra fa l'esordio
Osvaldo Jaconi dalla vicina Mandello Lario.
Ceppi
lascia la presidenza, pur mantenendo la maggioranza
della società, presidente diventa Giovanni Mambretti.
Piccioli rimane sempre nello staff, ma con funzioni
diverse, considerato l'arrivo del pluricampione del
mondo (34-38) Eraldo Monzeglio nelle vesti di direttore
tecnico. Partono i pezzi pregiati come gli attaccanti
Sergio Clerici al Bologna, Angelillo al Milan ed
Aquilino Bonfanti all'Inter, con l'arrivo in riva al
Lario del fantasista Nello Saltutti e di Adriano
Lombardi, due giocatori che verranno colpiti dal
destino. Il primo muore poco più che cinquantenne per
infarto, il secondo un centrocampista noto ai
tempi per la sua chioma rossa ed ora purtoppo perchè
alle prese con la SLA da diversi anni.
Monzeglio
con Ceppi dura poco, solo le prime gare di campionato e
tanto per cambiare ritorna a tempo pieno Piccioli,
sostituito poi da Ciccio Longoni.
Il 2
Luglio 68, il Lecco in piena lotta retrocessione è di
scena a Verona, con i gialloblù in lotta promozione. Il
difensore veronese Ranghino commette un fallo su
Saltutti, venendo espulso, il pubblico scaligero invade
il campo e chi ne fa le spese è il difensore lecchese
Facca, il quale viene colpito da una bottiglia in un
occhio. Il giocatore perderà l'organo e si ritirerà
dal calcio.
Il
Lecco si salva dalla Serie C, dopo gli spareggi con
Genoa, Perugia, Venezia e Messina, con le ultime due che
retrocedono.
Ceppi
rassegna ancora una volta le dimissioni, per dissidi con
il pubblico lecchese. La squadra viene affidata a
Longoni, poi Achilli quindi a Meregalli che non riescono
a salvarla dalla retrocessione nella terza serie,
chiudendo il campionato a 30 punti, penultimo posto, pur
conservando in squadra, i portieri Meraviglia e Felice
Pulici, Bacher, Pasinato, Canella, Sensibile, un
giovanissimo Gianpietro Marchetti ed in avanti Ferruccio
Mazzola con Nello Saltutti e Giorgio Azzimonti che si
ritrova come compagno anche l'ex motorino della Pro
Vittorino Calloni.
Dalla
Serie C, la società vuole subito risalire, con i vari
Jaconi, Lombardi, Gritti, Bravi, Meraviglia, Mereghetti
affidando la squadra all'ex trainer biancoblù Giuseppe
Lupi arriva un secondo posto a quattro punti dal Novara.
Nel campionato seguente Ceppi torna alla tolda di
comando, cercando di riavvicinare il pubblico di casa
con diverse iniziative. Come prima mossa richiama in
panchina Longoni, ed arriva un ottavo posto. Da
ricordare la gara di Busto, vinta dal Lecco per 4-2, con
rete di Bolchi che portò il punteggio sul momentaneo
1-2, con un raccattapalle biancoblù, che impazzì dalla
gioia, continuando a saltare fino a quasi entrare in
campo, ripreso dalle telecamere Rai, che poi mandarono
in onda il servizio in uno speciale dedicato al calcio
delle nobili decadute. Da registrare l'esordio in prima
squadra dello stopper Gianfranco Motta, al tempo
ventenne, poi sulla panchina della Pro, nella primissima
era Vender.
1971-72,
per il Lecco ritorna ad essere protagonista, grazie a
Marchi e Frank, che con Longoni in panchina trascinano
la squadra alla Serie B, con quattro lunghezze di
vantaggio sull'Alessandria con Chinellato in evidenza.
In serie cadetta i lecchesi, rimangono una sola
stagione, squassati da crisi tecniche continue ed in
pratica a metà stagione sono spacciati.
In
serie C, i blucelesti ripartono da Sergio Brighenti, poi
allenatore dell'Under21 e secondo di Azeglio Vicini. Si
prova la risalita, con De Nadai (poi con Napoli, Roma,
Milan) e Vito Chimenti in campo. Arriva il quinto posto
con il solito cambio di panchina. Da segnalare il
raggiungimento delle 400 gare con la maglia del Lecco di
Giovanni Sacchi, cresciuto nel vivaio.
Nel
frattempo Ceppi rassegna nuovamente le dimissioni, ma
fittizie, in quanto come presidente viene nominato il
nipote, Carlo Rizza, come direttore tecnica torna
"il ruspa" Antonio Pasinato Arrivano il libero
Piero Volpi (futuro medico sociale dell'Inter), al
termine della stagione è un 10 posto.

Antonio "ruspa" Pasinato a
fine carriera
Agli
inizi del 1977, lo storico presidente Mario Ceppi,
rimane vittima di una trombosi; che ne limiterà
molto l'attività. Per il Lecco questa rimane una
stagione comunque da incorniciare, perchè si regala i
primi trofei della sua storia. In campionato chiude al
quarto posto con Oscar Massei in panchina, in porta
Navazzotti, Gabriele Ratti, con in attaccato Zandegù
autore di 10 centri in 34 gare, Acanfora (6 reti), di
Evert Skoglund (I°), figlio di Nacka e poi alla Pro
nella gestione Soldo, che a Lecco disputa la sua miglior
stagione con 26 gare e 5 reti. E' anche l'anno del
giocatore con il nome più bizzarro mai visto sui campi
da calcio, Potito Pota (22-2).
I
blucelesti centrano la finale di Coppa Italia di Serie
C, che si disputa proprio al Rigamonti di Lecco il 19
Giugno del 77, contro la Sangiovannese; s'impone la
squadra di Massei per 2-1, con reti di F. Corti al
25, Marchi al 66' con la "Sangio" che accorcia
solo all'88 con Paolinelli.
La
formazione: Martignoni, Cerletti, Santi, Filacchione,
Ratti, Volpi, Corti (78' Skoglund I°), Pozzoli (60'
Magni), Marchi, Pota, Zandegù - All. Massei
Ma non è finita qui perchè solo dieci giorni dopo il
Lecco vince anche la Coppa Anglo-Italiana superando il
Bath City per 3-0.
Campionato
77-78, in panchina Guido Capello, al centro dell'attacco
Galluzzo, che segna 13 reti, con Bocchinu a centrocampo.
Carpanesi subentra nel finale a Capello, per un nono
posto che vale la C1, nell'anno della riforma dei
campionati.
Si
comincia a sentire una forte crisi societaria, e nel
79-80, i blucelesti rotolano in C2 con Ceppi tornato in
carica, Massei in panchina e l'esordio di Lorenzo
Marconi (63), che diventerà il recordman in assoluto di
presenze con il Lecco. E' il periodo di Sessi, dei due
omonimi Fabio Corti, Cerletti, Bertani, Pozzoli, Pala.
Un
sesto posto in C2 nell'80-81 ed un ottavo la stagione
seguente con Longoni in panchina e Folli in avanti.
Il 20 Marzo 1983, il Lecco balza in cima alla cronaca
nazionale, perchè il Presidente Mario Ceppi dopo la
sconfitta interna con l'Ospitaletto, insulta
pubblicamente Longoni e lo picchia più volte in testa
con il bastone con cui si sorreggeva dopo la trombosi.
Il fatto finirà poi in tribunale.
Al
termine della stagione il Lecco retrocede in
Interregionale; il 15 giugno 83, muore anche il
presidentissimo Mario Ceppi, chiudendo di fatto l'epoca
d'oro del calcio lecchese.
La
società bluceleste è sull'orlo del collasso per i
debiti contratti, venendo affidata a Valerio Somasca che
ne cura l'amministrazione. Lo stesso a.d. con la squadra
sul fondo classifica ingaggia Pierino Prati come
allenatore, che risistema le cose, portando la
formazione al quinto posto, grazie anche alle nove reti
di Marignoli.
Inizia un'altra crisi societaria, che viene risolta
dall'ingresso della Fam. Frigerio, con l'ausilio di
Carlo Boschi, industriale locale.
In
panchina c'è Alzani che non è proprio amato dalla
tifoseria, che inscena uno sciopero nei suoi confronti,
fino a quando non ne ottiene la testa, al suo posto lo
storico tecnico del Seregno, Angeleri.
Nella
stagione 86-87, in panchina c'è Angelo Volpato, con
Lecco e Pro Sesto che si contendono la promozione fino
all'ultima giornata, in cui saranno i milanesi poi ad
avere la meglio.
Stagione
87/88, travagliata sotto il profilo societario con Rino
Frigerio che passa tutto al figlio Alberto nemmeno
trentenne. Incomprensioni con la tifoseria ed altro,
portano secondo posto finale, un punto alle spalle dell'Oltrepo
promosso.Frigerio trova un appoggio finanziario in
Pagani, a cui lascia la presidenza, la squadra è
affidata all'esperto Maestroni, che a centrocampo si
avvale di Gianmarco Remondina. Campionato concluso da
Cesare Cattaneo in panchina e piazzamento lontano dalle
prime.
1989-90,
in panchina questa volta siede Osvaldo Jaconi, in
campo con l'ormai bandiera Gabriele Ratti, quell'
armadio di Angelo Seveso, che al campo alterna la
carriera di bancario. Il Lecco spinto dall'ariete di
Brugherio (18 reti in stagione), centra 11 vittorie
consecutive, ma incappa nel Leffe, che lo supera negli
scontri diretti e vince il campionato, nonostante i
blucelesti infilano un secondo filotto di nove gare
vincenti.Jaconi lascia e sulla panchina arriva l'ex
allenatore della Pro, Luciano Zecchini che siede sulla
panchina lecchese in C2, perchè nell'estate del 90, la
società viene ripescata. In squadra Mauro Borghetti,
prodotto delle giovanili biancoblù e l'ex bomber di
Cosenza e Vicenza, Maurizio Lucchetti, che con Seveso
forma un attacco "monstre" per la categoria,
l'ex biancoblù Cerrone, al centro di un caso per la
fascia da capitano, Motterlini ed un futuro tigrotto
Ivan Brambilla al centro della difesa. La stagione si
conclude con lo spareggio salvezza a Monza contro l'Ospitaletto
per 2-0.
Nel
secondo anno di C2, parte come tecnico Zecchini, ma
viene sostituito da Titta Rota; in società ci sono dei
cambi Paride Cariboni diventa presidente ed entra l'ex
mundial Claudio Gentile, come d.s.
Campionato
92-93 in panchina siede Beppe Savoldi, in squadra
arrivano gli attaccanti Sambo, Gubellini ed a
centrocampo Ruben Pasino, l'ex atalantino e Lazio
Vertova in difesa, con in porta Nereo Bonato con secondo
l'ex tigrotto Gambino per un quinto posto.
Per il
campionato successivo In panchina torna uno dei
protagonisti della ormai lontana “Ruspa”
Antonio Pasinato, dopo aver guidato con merito il
Campobasso in B, come direttore generale, arriva un
altro ex biancoblù il portiere Massimiliano Micheletti
con lui il difensore centrale Giaretta la punta
Taribello con le prime apparizioni di Bertolini, la
scorsa stagione al Monza, passato ora alla Lucchese, con
un piazzamento giusto al centro.
Per
l'annata 94-95 sale alle presidenza Costante Grassi, che
fa arrivare le punte Cortesi, Aldrovandi e Tagliabue, in
regia l'ex comasco Oreste Didonè, in porta l'ex laziale
e cavese Dario Marigo. Arriva un sesto posto che non
porta da nessuna parte.
L'anno
successivo in panchina arriva Elio Gustinetti, attuale
allenatore dell'Albinoleffe, la società punta
decisamente al salto di categoria, con in squadra
Possanzini, Adamo, Bonavita, Bonesi, Zanardo, il
portiere Ardigò, gli esperti Maretti, Marconi, Giaretta
in difesa con l'ex promessa interista Volcan. E tre
giocatori che diventeranno tigrotti di lì a poco tempo,
come Claudio Rusconi, Valentino Angeloni e Firmino Elia.
L'ex profeta ha una delle sue migliori stagioni,
realizzando 12 reti in 33 gare, grazie anche al gioco
semplice e lineare di Gustinetti. Rusconi ed Angeloni
sono titolari fissi. Ma è la Pro di Beretta ad
aggiudicarsi l'ultimo posto per i play-off lasciando ai
lecchesi la sesta piazza.
96-97
con ancora in panchina Gustinetti, parte tra le favorite
per il salto di categoria, così come la Pro, guidata
quell'anno da Garavaglia. Angeloni approda per due mesi
a Busto, lasciando anche qualche polemica di troppo, con
lui sbarca anche Claudio Rusconi; Elia invece emigra
altrove, ma i blucelesti trovano validi sostituti con il
giovane Allegretti, Bonazzi, Limetti, il bomber
Campistri (14 reti), Sensibile e Damiani jr. (32-7) ed a
gennaio da Como arriva anche un certo Cristian Boscolo.
Il Lecco si piazza al secondo posto a tre lunghezze dal
Lumezzane che vince il campionato. Per i blucelesti sono
play-off, che sembrano portare allo scontro in finale
proprio contro la Pro Patria, che invece incoccia in una
serie di errori di valutazioni, su tutte il cambio di
squalifica di Brizzi per Brambilla. Così è l'altra Pro
quella di Sesto, guidata da Brocchi e Caliari con Motta
in panchina ad avere la meglio, con in campo con la
maglia biancoblù Tommaso Rocchi, che manca due ghiotte
occasioni nel finale.
Il Lecco affronta così la Pro Sesto il 15 giugno 97, ed
al 117' minuto di gioco il difensore Adamo gonfia la
rete, regalando la promozione ai blucelesti seguiti da
un folto pubblico.
In C1
in panchina arriva Cadregari, che regala con un gioco
spettacolare una partenza a razzo e soprattutto la
vittoria nel derby con il Como, al Sinigalia per 1-3,
giocando nel finale in 9 contro 11. Chiudendo la
stagione con un ottimo settimo posto, conn una squadra
che vede in rosa il campione del mondo 2006 Massimo
Oddo, al tempo poco più che ventenne, Nello Cusin ex
portiere di Brescia, Bologna ed Ospitaletto, Monguzzi,
Archetti in difesa, Tagliani e Saudati in attacco.
Il
campionato successivo 98-99 sempre Cadregari in sella,
con alcuni innesti di assoluto spessore come Mattia Biso
(Ascoli e Messina) in mezzo al campo e Scazzola sugli
esterni. Ma il giocattolo si è rotto Cadregari viene
sostituito da Gian Paolo Rossi, che guida i blucelesti
nei play-out contro il Padova. Pareggio al "Rigamonti-Ceppi"
per 1-1 e vittoria all'Euganeo per 1-0, con rete di
Bertolini al 41', che regala la salvezza.
1999-00,
Rossi confermato nella rosa troviamo due futuri biancoblù
"il manico", Antonio Manicone e l'attuale
portiere bustocco Anania, ma non è finita perchè come
allenatore Carletto Muraro subentra a Rossi ed a Gennaio
arriva Daniele Morante che realizza uno dei suoi
migliori score con sei reti in dodici presenze.
Muraro porta il Lecco alla salvezza, nei play-out contro
la Cremonese, dopo essere stato sconfitto allo "Zini"
per 2-1, vince il ritorno per 2-0 con reti di Tondo e
Bertolini.

Carletto Muraro sulla panchina della Pro
Nell'estate
del 2000, c'è una svolta societaria, che vede l'arrivo
della SIS, di Franco Cimminelli, già proprietario del
Torino, anche se come presidente rimane Bartoli. Al
posto di Muraro arriva Bruno Giordano, che però non
dura molto, la squadra viene condotta in salvo, da un
altro ex tigrotto Carlo Soldo, con in squadra un amico
dello stesso Giordano, il talentuoso ma discontinuo
Rizzolo, oltre al "Manico", il motorino Marco
Asara e per brevissimo tempo anche Stefano
"Terminator" Dall'Acqua che rimedia una sola
presenza, in una rosa che vede girare ben 36 elementi.
Tra cui si segnalano anche l'ex portiere della Pro
Michele Arcari e Mario Bortolazzi attuale secondo di
Donadoni in Nazionale.
Estate
2001, al Lecco come allenatore arriva Roberto
Donadoni, l'ex ala tornante del Milan, incomincia la sua
carriera da allenatore in riva al Lago. Il gioco
espresso è piacevole ed attira la tifoseria al "Rigamonti-Ceppi",
con la squadra che veleggia vicino alla zona promozione,
ma scoppia il bubbone degli stipendi non pagati che
Donadoni fa presente in pubblico. Ciminelli aspetta la
prima sconfitta, che arriva contro l'Arezzo e dà il
benservito al tecnico, chiamando Scanziani, bandiera
comasca, una scelta che innervosisce i tifosi, con la
squadra che perde terreno ad ogni partita. Fino a quando
lo stesso Cimminelli non è costretto a fur di popolo a
richiamare Donadoni, che porta alla salvezza.
Lo
stesso Cimminelli, nell'estate del 2002 fa controllare
la società e si scopre un buco di 2milioni di Euro (4
miliardi di vecchie lire), la FIGC fa partire un
indagine, intanto il patron vista la situazione decide
di vendere all'improvviso al romano Pietro Belardelli,
ex proprietario di Lugano e Castel di Sangro finite poi
male. Come poi finirà male anche lo stesso Torino di
Cimminelli che fallirà.
In
panchina viene chiamato Giuliano Sonzogni, nei giorni
scorsi dimissionato dal Monza; la Covisoc, arriva alle
conclusioni che non ci sono soldi ed estromette prima in
via provvisoria il Lecco dalla C1. I giocatori
abbandonano il ritiro. La situazione per la società
bluceleste diventa sempre più grave, e diventa anche un
caso nazionale quando durante una trasmissione su una
rete locale, Belardelli viene in pratica assediato da
diverse decine di tifosi nello studio. Faranno l'epoca
le immagini di Belardelli che scappa da una finestra,
tramite una scala a pioli, con i tifosi che lo
inseguono. La polizia porta in salvo il presidente, ma
per il Lecco calcio è finita, il 1 Agosto viene
radiato, per mancanza di copertura finanziaria.
Tramite
l'allora sindaco di Lecco, il leghista Lorenzo Bodega,
il 3 Agosto 2002, nasce la nuova società calcistica dal
nome A.C. città di Lecco, di cui diventa anche il
presidente, con vice il presidente della neo-nata
provincia di Lecco Anghileri. La squadra ha la fortuna
di essere iscritta nell'Eccellenza e di non dover
ripartire dalla Terza Categoria: Direttore Tecnico tanto
per cambiare è Antonio Pasinato, in panchina l'ex
secondo di Mario Beretta alla Pro, Gaspare Uzzardi, che
la stagione precedente aveva guidato la Guanzatese in
Eccellenza, il quale porta con se diversi giocatori.
Bodega fa aprire una sottoscrizione popolare per
sostenere la nuova società.
La
nuova avventura parte in ad Arcore, dove la l'A.C. città
di Lecco, pareggia per 1-1. L'inizio di stagione però
vede i blucelesti, faticare e con il giocatore del
Besana Carbone, inseguito e picchiato dagli ultras
lecchesi, facendo rischiare veramente grosso alla società.
Intanto arriva un rinforzo, si tratta di Daniele
Giulietti, che dopo aver chiuso con il calcio
professionistico alla Pro nel gennaio 2001, cerca gli
ultimi scampoli della sua carriera a Lecco.
La
stagione và avanti con i blucelesti ad inseguire sempre
la prima piazza, mentre Uzzardi in pratica si dimette,
con Pasinato che assume pieni poteri, mentre il 4 marzo
del 2003, il sindaco Bodega, trova dei compratori per il
sodalizio e passa la mano ad Umberto Sozzi. Il Lecco
compie la rimonta e supera la Colognese nello scontro
diretto proprio grazie ad una rete di Giulietti, salendo
in Serie D, nelle domeniche successive, aggiudicandosi
anche lo scudettino regionale, contro le altre due
vincitrici dell'Eccellenza Lombarda.
Nella
stagione 2003-04 in Serie D si parte con Marmaglio in
panchina, le 11 reti di De Paola e quelle di Savarese,
portano al decimo posto finale, con Rigamonti che
subentra nella guida tecnica. A fine stagione nuovo
cambio societario, arriva Gerardo Aprea, che in passato
aveva "creato" la Cantalupo Monza, facendola
giocare al vecchio Sada, portandola alle soglie del
calcio Prof. sul finire degli anni 90. In panchina porta
Salvatore Di Somma, in campo l'ex milanista e granata
Gigi Lentini, con Marzio, Putelli, Del Piano, Cracas e
Zhabov. C'è un duello tutto alto-brianzolo per la prima
posizione con la Canzase di Gianmarco Remondina che
vince il campionato con 7 lunghezze di vantaggio sui
blucelesti. Vittoria di Pirro, perchè la Lega Calcio di
Serie C, non ammetterà poi la Canzese per problemi
inerenti allo stadio con il conseguente ripescaggio in
C2, dell'A.C. città di Lecco, che intanto aveva
cambiato allenatore con Silvano Dell'Orto, per poi
tornare a Di Somma.
2005-06
sempre Aprea proprietario, la società assume la nuova
denominazione di Lecco 1912 srl, riappropiandosi anche
di alcuni storici simboli.
che
parte con Giuseppe Sannino in panchina, arrivano dal
reality campioni Arrieta che si dimostra buon giocatore
a tutti gli effetti ed il centrocampista Spagnoli che
invece fatica nella categoria, in porta Paolo Castelli
che poi passerà alla Pro a gennaio dopo dieci presenze
e dieci goal subiti. In campo Cinetti, Crisopulli, Del
Piano, Marzio. In panchina è un via a vai di persone
con Ratti-Passariello-Frosio e quindi si chiude da dove
si era cominciato con Sannino che chiude al 10 posto.
2006-07
nuovo cambio di proprietà con l'arrivo di Giovanni
Fiori, che conferma Sannino in panchina. Arriva dal
Carpenedolo Daniele Corti, ex biancoblù, quindi Elia
Chianese dal Pizzighettone, D'Ainzara dalla Pistoiese,
Luca Lomi dall'Alto Adige, il portiere Mazzoni e La
Cagnina dal Pavia. Gli uomini di Sannino centrano i
play-off dove in finale incrociano il Pergocrema. I
lariani s'impongono e dopo solo un lustro, tornano da
dove erano stati estromessi.
UNA
PROMOZIONE IN DIFFERITA