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LEGNANO
A.C.
1913 |
ASSOCIAZIONE
CALCIO LEGNANO srl 1913
Colori sociali:
maglia viola tenue tendente al pallido, calzoncini bianchi,
calzettoni bianchi con bordo viola tenue tendente al pallido
Sede via Palermo,
33 - 20025 Legnano (Mi)
Stadio
“Giovanni Mari” – Via Carlo Pisacane – 20025 Legnano (Mi).
Dimensioni (105 x 65) - Capienza 6.600 spettatori
Legnano 53.800
abitanti - Totale provincia di Milano 3.750.000
Abbonamenti 570
ORGANIGRAMMA
SOCIETARIO
Presidente:
Giuseppe Resta
Resp. area tecnica: Moreno Zocchi
Team manager: Giovanni Luraghi
Addetto all'arbitro: Andrea Cattaneo
Addetto
stampa:
Stefano Olgiati
Segretarie: Annalisa Roseti - Fiorella
Badioli
Allenatore: Egidio Notaristefano, suben.
alla 13^ a Claudio Gabetta
Allenatore in 2^: Massimo Giacomotti
Preparatore portieri: Gianpaolo Spagnulo
Preparatore atletico: Gigi Asnaghi
Medico sociale: Dott. Giuseppe Monti
Fisioterapista: Giovanni Ferrari
GLI
ULTIMI CINQUE CAMPIONATI
2002-03
Serie C2/a 8° posto - All. Ramella / Gregucci
2003-04 Serie C2/a 14° posto - vince i
play-out contro il Savona - All. Casiraghi / S. Di Chiara
2004-05 Serie C2/a 7° posto - All. S. Di
Chiara / Sciannimanico / G. Oddi
2005-06
Serie C1/a 11° posto - All. Maiuri / Spagnulo / Miani /
Spagnulo
2006-07 Serie C2/a 1° PROMOSSO -
All. G.F. Motta
IL
CALCIOMERCATO INVERNALE
ARRIVI: Di
Nardo (a88-Grosseto), Niceforo (a89-Catania)
PARTENZE: Kamata (Ang. 81-Bari),
Arioli (76-Lumezzane), Bertoli (d83-Chateauroux), Goretti
(c85-Sangiovannese)
LA
ROSA 2007-08
Portieri:
Brunetti (90), Grillo (77) Mandelli (83)
Difensori: Avogadri (85), Battaglia
(85), Bertoli (83), Cilona (87), Curto (88), Foglio (85),
Garzilli (87), Gasparetto (88), Legati (86), Maggioni (82),
Marietti (81)
Centrocampisti: Albino (71), Bosio
(83), Ceccarelli (82), D'Amico (Fra 75), Maglio (85), Morandi
(88), Valdifiori (85)
Attaccanti:
Dell'Acqua (89), Di Nardo (88), Lanteri (Fra84), Niceforo (89),
Romeo (86), Taldo (72)
PRO
PATRIA - LEGNANO
Così è arrivato
il momento anche per il derby di ritorno. Con la Prefettura di
Varese, che ha deciso, in base a chissà cosa di vietare alla
tifoseria avversaria di presentarsi allo "Speroni",
impedendo al vendita dei biglietti al di fuori della provincia,
privando così di fatto, anche i molti tifosi biancoblù, che
vivono al di là del confine.
Una scelta a
dir poco fantozziana. Gli avversarsi si presentano come favoriti
d'obbligo, con cinque lunghezze di vantaggio in classifica,
reduci da un roboante 5-0, in casa contro la Paganese, che in
pratica a sancito la permanenza in C1, anche per la prossima
stagione. Se la salvezza sul campo sembra una cosa quasi
acquisita, manca la matematica, certezza, gran parte del merito
si deve al tecnico Egidio Notaristefano, che ha messo insieme i
cocci della propria squadra, proprio nei giorni seguenti, il
derby di andata, quando la Pro s'impose nettamente per 3-0, al
Mari, portando ben 29 punti nella sua gestione, contro i dieci
della precedente.
Allenatore,
praticamente alla sua prima esperienza con una squadra
professionistica, il quale ha saputo dare un'impronta ben
precisa alla propria squadra, facendo leva soprattutto sul
gruppo, dopo la partenza a gennaio di alcuni pezzi, che
inizialmente sembravano portare alla retrocessione diretta della
squadra. Il gruppo, è senz'altro la forza principale della
formazione legnanese, cresciuto ed amalgamato nelle giornate,
sapendo trovare il filo che conduce alla salvezza, dopo una fase
centrale della stagione non proprio brillante. Coadiuvato nella
sua opera dal lavoro del Direttore sportivo, il bustocco, Moreno
Zocchi, il quale ha giocato con la maglia biancoblù per un
breve periodo, che ha saputo pescare e creare una rosa, a basso
costo ma di alto rendimento per la categoria.
Una rosa che ha
saputo, resistere anche alle diverse sirene del mercato, che
facevano e da contraltare, ad una situazione societaria, non
propriamente chiara e limpida. Dallo scorso settembre, Giuseppe
"Pippo" Resta, è infatti il nuovo presidente del
Legnano. Da anni nel mondo del calcio, con alterne fortune,
prima all'Arona, poi con varie tappe in Piemonte con
Castellettese, Verbania e Borgomanero, sempre nel campo
dilettantistico, prima di approdare al Novara, per quattro
stagioni, prima di cederlo la scorsa primavera. Un presidente da
multiproprietà, considerato le numerose squadre che ha guidato
nel passato e che attualmente con la sua società edile,
sponsorizza la Pro Vercelli in C2, ma anche l'Hockey a
rotelle a Novara. Il quale proprio nei giorni scorsi, ha
rinnovato l'appello alla città di Legnano ed alle sue forze
imprenditoriali, per sostenere lui e Marco Simone, nel reggere
la società, paventando a chiare lettere la possibile chiusura
del sodalizio, se non entreranno forze fresche a sostenerli.
Voci a cui la
squadra, sembra però impermeabile, infatti con 19 punti
all'attivo, è attualmente la terza formazione per rendimento
nel girone di ritorno, alle spalle di Foggia e Cremonese, in
coabitazione con Cittadella, Sassuolo e Foligno. Insomma sprizza
salute da tutti i pori, nonostante anche le diverse assenze, che
da diverso tempo attanagliano la rosa avversaria.
Fino ad ora ha
incamerato 39 punti, frutto di 11 vittorie, di cui otto in casa,
sei pareggi ed undici sconfitte. Nel dettaglio fuori casa ha
vinto tre gare, pareggiate tre e perse otto. Lontano dal proprio
terreno di gioco, ha segnato 12 reti, subendone 18, in totale
sono 33 e 27. Migliori marcatori, francese Lanteri e l'esperto
Taldo con cinque centri, per il primo una rete dal dischetto.
Seguono con 4 goals, l'esterno Foglio con un rigore realizzato,
e Romeo (2 rigori), di proprietà sampdoriana, fermo da diverse
giornate per un infortunio al ginocchio.
Si ma al di là
del cammino che le due formazioni, hanno avuto fino ad ora, il
derby esula da ogni contesto tattico e che esce dai soliti
canoni di approccio alla gara, dove conteranno come sempre la
maggior concentrazione, la tenuta nervosa e la maggior voglia di
vincere al di là dei tatticisimi. Legnanesi che lamentano
diverse assenze, come l'attaccante di scuola doriana, Romeo, i
difensori Elia Legati ex Milan, ed Avogadri, ai box per motivi
muscolari. Così come il centrocampista Maglio, che dopo due
anni tribolati, ha ritrovato la panchina, ma che lamenta ancora
guai fisici, e con il dubbio dell'esperto Albino, che ha vissuto
una stagione più che altro in ombra.
Notaristefano,
dovrebbe schierare il collaudato 4-4-2, che gli consente di
coprire al meglio il campo e di far ripartire l'azione, con
velocità, soprattutto sugli esterni. Tra i pali Grillo,
trentenne ex portiere della Valenza, linea difensiva che vedrà
Maggioni a destra, al centro con ogni probabilità Gasparetto e
Cilona. Il primo è un diciannovenne dal buon fisico, cresciuto
nel sempre florido vivaio del Montebelluna, a pochi chilometri
da Treviso, dove lo ha prelevato l'Atalanta che in stagione ha
mostrato sempre un buon rendimento. Cilona è un ventenne, alla
sua stagione con il legnanesi. Reparto, discretamente forte fisicamente,
buono sulle palle alte, ma che con 40anni in due, pecca di
esperienza ed in un campionato duro come questo, è un
problema che pesa molto.
L'alternativa
è il ventisettenne Marietti. A sinistra potrebbe tornare nel
ruolo di difensore Foglio, legnanese doc, schierato nell'ultima
parte di stagione come esterno di centrocampo, per sfruttare al
meglio le caratteristiche di corsa, velocità e tiro con la
punta Mattioli, schierato al suo posto con il ruolo di
guastatore, spaziando dal centro come mezzapunta, ma che trova
la sua ideale collocazione sull'attacco esterno, dove spesso e
volentieri, partendo negli ultimi trenta metri cerca sempre
l'uno conto uno, per la superiorità numerica, con la sua
velecità. Elemento, che spesso e volentieri và alla ricerca di
punizioni dal limite e rigori.
Con
Notaristefano che quindi potrebbe ridisegnare il centrocampo,
puntando su una corsia mancina, molto tecnica e veloce, per
cercare la superiorità in quel settore. Certi della maglia e
del ruolo, l'enfant-prodige Morandi (88), cresciuto nelle
giovanili, mandato in campo già nelle prime giornate,
confermatosi in grado di reggere all'urto della categoria, con
gli occhi di diversi osservatori puntati. A completare il
reparto, il regista Valdifiori, non dotato fisicamente, ma in
possesso di una buona visione di gioco e di buoni tocchi, mentre
sull'esterno Ceccarelli, ventiquattrenne proveniente dalle
giovanili del Cesena, nell'ultima stagione ha raccolto 10
presenze ed una rete con la maglia del San Marino in C1.
Giocatore dotato fisicamente, che alle spalle ha già
una discreta esperienza in categoria con un campionato da
titolare a Pavia nel 2004-05, sempre in C1, con due reti, ma poi
è incappato in un grave incidente; in questa stagione,
specialmente con l'arrivo di Notaristefano, sembra rinato. Sia
Ceccarelli che Valdifiori, sono stati pescati da Zocchi, che li
aveva avuti a Pavia. In avanti Lanteri, classe 84', fisico non
eccelso, ma rapido, con esperienze nei campionati francesi, da dove
il Legnano lo ha ripreso dopo una stagione al Metz in seconda
serie, autore di cinque reti, a segno con discreta continuità
nelle ultime giornate. Al suo fianco l'esperto Carlo Taldo, che
da prima punta, dovrebbe spaziare per tutto il fronte d'attacco,
per cercare di aprire varchi al centro per gli inserimenti dei compagni,
specialmente sul gioco di sponda e nelle palle alte. A
disposizione il secondo portiere Mandelli, ex Pro Vercelli,
centrocampista italo-argentino D'Amico, Bosio ed il giovane
attaccane Dell'Acqua. Fuori casa, gli avversari hanno
totalizzato dodici punti, nella media del girone.
Ma come
nell'andata, ciò che conta in questa gara è solo VINCERE
!!!
LE
AFFINITA' ELETTIVE
Questa è a dir
poco una storia incredibile ma vera, che sembra presa dal famoso
libro, dello scrittore Goethe. Come sottolineava il romanziere
tedesco, l'importanza che continua a rivestire nei rapporti
umani, nella società e nella storia una natura elementare,
estranea all'universo spirituale dell'uomo ed in conflitto con
esso: la società moderna, anche laddove siano attive le sue più
nobili attitudini, non può sempre organizzarsi, secondo l'ordine
superiore delle norme morali.
Venendo nel
concreto, il Presidente del Legnano, dal 1988 al 1995, è il
castellanzese Ferdinando Villa, il quale grazie ad alcune felici
intuizioni tecniche sui tessuti, diventa uno dei più importanti
industriali, non solo dell'alto milanese, ma italiano. Con la sua
Its-Artea, della quale era socio con Luciano Caccia, altro ex
presidente del club, negli anni 60', famoso per la vendita di Riva
al Cagliari, sfodera tessuti speciali innovativi, dai resinati,
agli spalmati, alle lavorazioni particolari del lino, rendendolo
gommato, per le più grandi case di moda italiane e straniere,
alcune con contratti in esclusiva.
Villa
(19.01.1922) che di calcio non ne vuole sapere, memore
dell'esperienza passata dal suo socio Caccia, non frequenta gli
stadi ha solo una pallida, se non flebile simpatia, per la
Juventus, ma senza averla mai vista dal vivo, limitandosi a
qualche sguardo disattento alla tv, di tanto in tanto. Qualche
volta negli anni 50, con la Pro in Serie A, vede qualche incontro
di cartello. Il suo vero amore è infatti lo sci, che pratica
assiduamente e con profitto, anche in là con gli anni, scegliendo
tre le sue case al Sestriere e Madesimo, dove si fionda appena gli
impegni lavorativi lo consentono. Le piste di quei posti
magnifici, non hanno segreti per lui, ci passa interne giornate,
se non settimane, con puntatine anche fuori dai percorsi
consentiti, raggiungendo alcuni luoghi, anche con l'elicottero,
per provare nuove discese e limiti, come un free-styler moderno.
Il suo amore per la natura, con l'estate si riversa invece sul
mare, ad Arenzano e nell'amatissima Sardegna, dove già dagli anni
60 è di casa ed uno dei primissimi ad abitare Porto Cervo.
Nel 1977, come
amministratore delegato dell'azienda di Villa, arriva Angelo
Bianchi (4.08.34); nato a Cantalupo, ma dall'età di sei anni si
trasferitosi a Castellanza. Nonostante la differenza di età, i
due si conoscono di vista, perchè il padre di Ferdinando Villa,
gestiva una macelleria in centro. Bianchi, è invece un tifoso doc
della Pro, di quelli totali. Appassionato di calcio e ciclismo,
per le gesta di Coppi e del Grande Torino, le sue domeniche ed il
tempo libero, li passa a seguire i tigrotti, anche in ritiro. Nel
1946, incomincia a seguire la Pro, partendo a piedi con gli amici
dall'oratorio e negli anni seguenti dal bar Penè e poi da quello
dell'Aida. E' presente a tutte le gare interne ed alle trasferte
del tempo, trovando anche il tempo di prendere l'ambito diploma di
Ragioniere, nel doppio ruolo di studente-lavoratore. Sempre vicino
alla squadra, attacca la passione dei tigrotti, anche al figlio
che porta sui gradoni del vecchio comunale di via Cà Bianca,
praticamente in fasce, seguito poi a ruota dal nipote e da tutti
quelli che può coinvolgere. Nel 1969, lo troviamo tra i soci
fondatori del Pro Patria Club, del quale per diversi anni, ricopre
il ruolo di cassiere e di segretario ed è uno dei fautori dello
storico gemellaggio con i tifosi della Triestina.
Come detto nel
1977, le sorti dei due s'incontrano di nuovo. Il legame si fa
subito stretto, e và al di là del semplice rapporto lavorativo.
Nei discorsi, tra i due s'intrufola raramente il calcio, ma al di
là di qualche battuta fugace non si và mai. La prima svolta
arriva agli inizi degli anni 80, quando l'amico fraterno di Villa,
Giovanni Mari, ridiventa presidente del club. Spesso Villa,
sovvenziona l'amico, staccando assegni a copertura degli stipendi
di giocatori, venendo pian piano coinvolto maggiormente nel
calcio, andando ad affiancare, quasi senza accorgersi il vecchio
compagno, per poi prenderne il posto. Bianchi, all'attività di
amministratore delegato, dell'Its Artea, viene coinvolto "obtorto
collo", da Villa nel Legnano, in qualità di suo uomo di
fiducia, diventando anche il riferimento per Mari, con il quale
lega sin da subito. Diventa così suo malgrado, parte attiva dei
"nemici" storici, andando anche a cercare soldi, sotto
forma di sponsor, per dare maggiore tranquillità alla società,
proprio mentre la "sua Pro Patria2, sta andando incontro alla
peggior crisi finanziaria di sempre, con il cruccio di avere le
mani legate senza poterla aiutare concretamente. E' sua l'idea del
"pool di sponsor", a sostegno dei legnanesi, con la
cartellonistica impiantata a fianco degli spogliatoi, ed attività
promozionali collaterali, che solo nel primo anno frutta ben
300milioni di Lire. Un'idea che a vent'anni di distanza, si rileva
vincente, funzionando ancora bene. Media con le banche la
posizione della società e s'incarica di trovare i fondi per gli
stipendi, oltre a farsi carico degli altri problemi amministrativi
del sodalizio. Per un breve periodo, si ritrova anche azionista
del club. Una situazione, che in famiglia, tutti di provata ed
accesa fede biancoblù, vivono non benissimo.
In compenso l'Its
Artea, cresciuta notevolmente nel fatturato e nel numero degli
addetti, andando a sfiorare i 200 impiegati, a discapito della
proprietà, è diventata un vero e proprio covo di tifosi della
Pro, anche molto accesi, dagli uffici al magazzino. Sempre più
spesso si assistono a discussioni calcistiche, nei corridoi, ma
anche in sala riunioni ed in mensa. E proprio con la costruzione
della mensa, Villa e Bianchi, stringono una forte amicizia con
Ernesto Pellegrini, allora proprietario dell'Inter. Ogni tanto,
Villa, per compensare gli stipendi dei giocatori, manda in ufficio
da Bianchi, alcuni elementi, come Rocchini, Zaffaroni, Elli,
Fabris che si rilevano tra i più capaci. Tesi invece i rapporti
con Bicicli, con Villa che qualche volta deve mediare, anche perchè
ogni tanto il figlio ed il nipote dell'amministratore delegato,
passano in azienda, e più di una volta, volano vere frecciate al
veleno con il D.T. legnanese.
Nel 1994, Bianchi
va in pensione, lasciando la sua attività all'Its Artea, dopo 17
anni e conseguentemente smette di seguire le sorti degli
avversari, da dietro la scrivania. Pochi mesi dopo, la Pro ritrova
la C2, l'ex ad, vede la sua rivincita, con la vittoria dei
tigrotti nei due derbies, proprio accanto a Villa. Nel giugno del
95, un ictus, colpisce mortalmente Villa, all'uscita del campo
dall'allenamento della sua squadra. Bianchi, lo raggiunge dopo
quattro anni, dopo una breve ma inesorabile malattia.
REGNA,
LA ROGNA....
Un alone a dir
poco sinistro, accompagna da sempre la compagine avversaria. Sarà
forse per il colore non propriamente felice?
Il club viene
fondato nel Settembre 1913, prendendo gli attuali colori sociali.
Pochi mesi dopo scoppia la Prima Guerra mondiale.
Nel 1924,
arrivano dall'Ungheria due nazionali, il centromediano Zsin ed il
centrocampista Imre Rokken. Il primo dopo poche giornate subisce
un grave infortunio al ginocchio. Per il secondo, la sorte si
rivela decisamente più infausta. Purtroppo muore, nella città
del Carroccio a soli 20 anni, il 27 Febbraio 1925, in seguito ad
una grave forma di setticemia.
L'escalation continua, si passa al secondo dopo guerra, quando
sale alla presidenza Giuseppe Mocchetti (46-52), il quale porta la
squadra in Serie A, ma viene coinvolto in diversi scandali
finanziari a livello nazionale, finendo sotto processo; dovendo
così ridimensionare le sue attività ed anche i suoi piani, come
D.T. della Nazionale.
Nel triennio
60-63, il presidente è il marnatese Luciano Caccia, il quale
muore d'infarto a soli 54 anni, lasciando tre figli giovanissimi.
La sua azienda in pieno boom, entra in crisi, salvo poi
riprendersi anni dopo, nelle mani del socio Nando Villa, che
diventerà poi proprietario del sodalizio.
A reggere le sorti del club arriva nel 1965, Augusto Terreni, il
quale tiene le redini fino al 74, quando a seguito di un clamoroso
crack finanziario, scappa in Venezuela, con la squadra che
retrocede in Serie D, per la prima volta nella sua storia.
La gestione della
società passa nelle mani del Commissario Straordinario, Rolando
Landoni, che la governa fino al 1979. Nel breve periodo, vede
sfiorire le sue attività, compresa una concessionaria d'auto.
Abbandonerà, lasciando il club, alle prese con una della più
gravi crisi finanziarie della sua storia, che verrà risolta
dall'intervento del Comune e della neonata, Famiglia Legnanese.
Il club, rimane
in vita, per l'intervento di Giovanni Mari, già presidente, per
una sola stagione in Serie A, nel 1952-53. Nelle sue mani, si ha
una nuova vita, sale in C1, rimane tre anni, ma nell'86, viene
colpito da un cancro che poco meno di un anno dopo, ne causerà la
scomparsa; la sua azienda meccanica fallisce e viene anche venduta
la sua famosa abitazione in Corso Italia. Al suo posto in sella
alla società di via Palermo, sale il Comm. Ferdinando Villa,
amico fraterno di Mari.
Il castellanzese
Villa, socio del defunto Luciano Caccia. Fino ad allora non si era
mai interessato di calcio, limitandosi a sovvenzionare, di tanto
in tanto, prima il socio Caccia e poi l'amico Mari, nelle loro
avventure. Aveva sempre rifiutato, fino ad allora la carica di
Presidente, la sua azienda andava molto bene, sfiorando nella
prima metà degli anni 80' i 60 miliardi (in Lire) di fatturato.
Prende la società e, come prima cosa scopre un buco di 700
milioni come regalo. Nonostante gli sforzi miliardari, non vincerà
un campionato, se non quello del CND. Dal 1994, in avanti la sua
azienda perde colpi venendo poi notevolmente ridimensionata. per
poi essere quindi ceduta ad un altro gruppo. Nel periodo si ammala
la moglie. Villa, muore improvvisamente, colpito da ictus, il 13
giugno 1995, proprio mentre usciva dal campo di allenamento del
Legnano, mentre la squadra si preparava ai play-out, dai quali poi
uscì sconfitta dal Pergocrema, retrocedendo ancora nel Campionato
Nazionale Dilettanti.
Gli succede Mauro
Pighetti, che quasi immediatamente si ammala di cuore; per
mantenere la squadra si trova subito costretto a vendere diversi
appartamenti. Cede anche una delle sue attività. Al timone sale
quindi Mauro Rusignolo, che dopo un anno di reggenza viene
coinvolto in diverse attività illecite, venendo indagato anche
per la morte di Fasulo, il quale con un piccolo aeroplano aveva
centrato il ventiseiesimo piano Pirellone a Milano il 18 Aprile
2002. La società passa di mano ad Antonio Di Bari, che di lì
a poco viene coinvolto in diverse attività poco chiare, cedendo
poi il timone a Marco Simone, il quale al primo anno di reggenza
vive una stagione a dir poco tribolata, andando poi incontro
a problemi finanziari, chiamando negli ultimi mesi al suo fianco
l'ex Presidente del Novara, Pippo Resta.
Dal 1988,
prendono ad allenarsi in pianta stabile a San Vittore Olona, sul
terreno principale, dove una volta giocava il Mocchetti, squadra
fondata proprio dall'ex presidente. Al primo allenamento crollò
il tetto della tribuna e saltarono gli impianti delle docce. Nel
1995, si spostarono sul nuovo impianto "Malerba", sempre
nelle stesso paese, dove svolgono anche la preparazione estiva; un
mese dopo, esattamente il 13 Settembre, straripa l'Olona, rompendo
l'argine a circa duecento metri di distanza dal campo sportivo.
Per 36 ore tutta la zona rimase irraggiungibile. Non succedeva dal
1912.
Come ultimo tocco di colore, per un certo periodo dell'ultima
permanenza in C2, nel cerchio di centrocampo, prima delle partite
casalinghe, veniva sempre issato un telo pubblicitario di una nota
compagnia di pompe funebri locali.
A livello di
tifoseria, le cose assumono contorni ancora più foschi; negli
anni 80' si gemellano con l'Omegna ai tempi in C2, la squadra
rossonera, di lì a poco incontra una grave crisi finanziaria,
fallisce ed ora viaggia tra Prima Categoria e Promozione. Agli
inizi degli anni 90, tocca all'Aosta, che segue la stessa trafila
dei cusiani. Con il ritorno in C2, con l'inizio del nuovo
millennio, stringono un gemellaggio con il Mestre, che veleggia
nelle prime posizioni, dopo un paio di giornate gli arancioni,
perdono posizioni, perdendo poi la finale play-off, contro la
Triestina. Un paio di stagioni dopo i veneti andranno conosceranno
il fallimento e scivoleranno nelle serie minori. Segue un'amicizia
con i sestesi, con scambi presso le rispettive curve, la Pro
Sesto, crolla perdendo la semifinale play-off contro il Novara.
Negli ultimi anni hanno stretto un rapporto con i tifosi della
Sanremese, il presidente, trasloca a La Spezia con l'allenatore e
porta gli aquilotti in B dopo cinquantadue anni, mentre nel
2006-07 il club matuziano, retrocede nei dilettanti.
Il massimo si
raggiunse nel derby dell'Ottobre 1995 a Busto, quando la trentina
di tifosi legnanesi entrò al 10' del primo tempo, issarono il
loro striscione ed al 14' subirono il goal vittoria di Tubaldo.
Speciale:
La storia del derby. Clicca QUI
La tifoseria
legnanese, raramente nel corso degli anni si è mai
particolarmente esaltata per le vicende del A.C. Legnano e
questo aggiunto alla vicinanza di Milano, non ha mai
fatto dei grandi numeri il suo punto di forza.
Il primo campo
da gioco ufficiale, è quello inaugurato nel primo
decennio del novecento, nel quartiere "Oltrestazione",
in via Lodi, una traversa di via Carlo Cattaneo, ma è di
dimensioni ridotte, così nell'immediato prima dopo guerra si
pensa alla costruzione di un vero stadio per il foot-ball.
L'impianto di via Lodi è però ancora in uso, con
l'annesso bocciodromo comunale, recentemente
ristrutturato; per decenni è stata la casa del settore
giovanile locale. Nel 1920, partono quindi i lavori per
il nuovo stadio, in posizione, al tempo, più
defilata, a ridosso della Franco Tosi. L'impianto di
via Pisacane, venne inaugurato, il 2 Ottobre 1921, per la
gara di campionato contro l'Inter.
Una prima
organizzazione del tifo si ha già negli anni dopo il primo dopoguerra,
con la pubblicazione di un giornale, con intestazione "Il
lilla", che vide la prima stampa già il 4 Gennaio
1923, per mano di due appassionati locali, Genesio
Mocchetti e Mario "Pippo" Perozzi. Due figure
che poi entreranno anche a far parte della società. Un
giornale, che si occupava non solo della squadra del
cuore, ma lo vedeva spaziare anche sul ciclismo, monitorando
l'attività dell'Unione Sportiva Legnanese, che organizza
tutt'ora la Coppa Bernocchi di ciclismo, ma anche di scherma,
nuoto, caccia e pesca.
Tra gli
argomenti del tempo, si ricorda una discussione accesa per
affidare la squadra locale, ad un vero e proprio allenatore.
Nel 1923, lo stesso giornale, in occasione della trasferta a
Vercelli, per uno scontro al vertice contro le "bianche
casacche", si rese promotore dell'organizzazione del
viaggio per sostenere la squadra con una carovana di autocarri
ed altro. Anche la società, contribuì aiutando la
tifoseria, allestendo un treno speciale con un prezzo
molto popolare. Alla fine furono circa 500 i sostenitori
legnanesi al "Leonida Robbiano", ma tornarono a casa
scornati, perchè la Pro Vercelli s'impose di misura, facendo
svanire ogni sogno di gloria.
La squadra
perde una categoria, passando in seconda divisione nel 26-27,
facendo scemare gli entusiasmi, ritrovando un pò di slancio,
solo nell'estate del 1930, quando il regime fascista impose la
fusione dell'Inter con la Milanese, facendo nascere
l'Ambrosiana, che di fatto liberò un posto in Serie A, che
andò ai legnanesi che vennero così ripescati. Fu gloria
effimera, perchè, all'inaspettato regalo, seguì una
repentina, quanto rapida discesa in B, perdendo il derby
a Busto (2-0) e pareggiandolo in casa.
Gli
entusiasmi calarono notevolmente a Legnano, animandosi solo
per gli incontri di cartello, sempre più rari con la squadra
a scendere in C, ed ovviamente per i derbies.
Tifoseria che
si riaccende, nella stagione 50-51, quando la squadra,
presieduta da Pino Mocchetti, viene promossa in Serie A, dove
dopo diversi anni rincontra la Pro. Lo stesso presidente offre
una festa nei capannoni della sua fabbrica a San Vittore
Olona, in cui si tiene anche una recita dei "Legnanesi"
di Felice Musazzi.
Stagione, che
certo non regala soddisfazioni, retrocessione immediata, con
solo quattro vittorie e sconfitta interna nel derby per 2-1
con doppietta, in due minuti, di Ciccio La Rosa nel
finale. Campionato che vede il campo legnanese
squalificato, dalla gara interna con il Bologna del 3 Febbraio
52, fino a tutto il 31 dicembre dello stesso anno solare, per
l'aggressione all'arbitro Tassini di Verona. Arbitro colpito
con un pugno sferrato da un addetto al campo, per un rigore
dato ai bolognesi a pochi minuti dal termine. Nella stessa
serata, alla stazione Centrale di Milano, mentre Tassini
attendeva di prendere il treno, venne ancora picchiato, chi
dice da sostenitori locali che lo avevano inseguito, chi
invece da un siciliano, che nel marasma creatosi, lo scambiò
per un ladro.
Un'organizzazione
di tifosi, si vede per lo spareggio che riporta il Legnano, in
Serie A, giocato a Firenze contro il Catania. La squadra dura
poco e scende nuovamente in B, provocando un duro contraccolpo
alla tifoseria, tenendo conto che al termine della stagione
56-57, i legnanesi scivolano in C.
Nella stessa
categoria il 30 Novembre 1969, un derby, finisce, anzi, viene
sospeso per rissa, in campo e sugli spalti; rigore per la Pro
all'87, concesso da Prati di Parma, alla realizzazione succede
di tutto, con botte ovunque. Il Giudice Sportivo, darà la
vittoria ai tigrotti per 0-2 a tavolino.
Nella metà
degli anni 70, il Legnano, scende in Serie D, con il pubblico
che abbandona la squadra.
Il tifo
organizzato, vede ufficialmente la luce con la nascita
del "Lilla Club", nel 1976, per iniziativa di sei
appassionati locali; reggente Ettore Muroni, con la carica onoraria
consegnata invece a Giovanni Mari, presidente legnanese
ai tempi della Serie A. La prima sede è presso il Bar-trattoria Tronchetto,
in via Barbara Melzi. Nell'anno seguente, passa poi in quella
che diventa una sua sede storica, presso la Trattoria San
Giuseppe, in corso Sempione, dove ora c'è un ristorante
cinese.
Il club,
copia l'abitudine del vecchio club Tigrotti della Pro Patria,
sito fino agli anni 60' in via XX Settembre, e poi usata per
decenni anche del Pro Patria Club, di esporre la bandiera
sociale, quando la squadra otteneva punti in trasferta, sia
pareggio che vittoria. Negli anni 80', questa tradizione viene mutata,
con l'esposizione di una lavagnetta bianca, recante il
risultato della partita.
Nel 1977, il sodalizio,
prende a pubblicare una propria rivista, "Lilla
Club", diretta dal giornalista Marco Tajè (in
seguito addetto stampa della società), a cadenza mensile,
anch'essa sullo stile del giornale del Pro Patria Club, però
di tradizione più vecchia, con prima edizione nel 1969 e
distribuito gratuitamente ancora oggi come allora, in
occasione di ogni partita interna.
Nella stagione 1980-81, prende corpo la storia degli
ultras a Legnano con il gruppo dei "Boys". Inizialmente
il gruppetto si sistema, nel rettilineo dei distinti, in
posizione molto defilata, verso gli spogliatoi, dietro uno
striscione "Ultras", recante un teschio al centro.
Poche le presenze in casa e rare le trasferte. Nello stesso
periodo, nasce nel quartiere "Ponzella", il club
Giardinetto, che ebbe però vita brevissima, un paio di
stagioni al massimo.
I
Boys
Dal
campionato 81-82, i "boys", ed in seguito i vari
gruppi Ultras si posizionano nel nuovo settore costruito
a ridosso degli spogliatoi; nel derby di andata al "Pisacane", provano
malamente una timida coreografia, con degli impermeabili
bianchi che passerà agli annali, come quelle dei
"gelatai". Nel derby di ritorno a Busto, lo
"Speroni", presenta circa 12.000 presenze, meno di
800 sono i legnanesi presenti, per lo più tifosi
occasionali, provenienti dalle varie compagnie che al tempo si
ritrovavano in Piazza San Magno, Bar dei Capitani e Piazza
Carroccio.
Posizionati
quasi tutti nella semicurva all'ingresso, verranno
omaggiati da un tazza wc, portata a mano per tutto il
rettilineo della pista e lasciata bellamente sotto il loro
settore, da due tifosi biancoblù, partiti dalla parte opposta
dello stadio, tra l'ilarità generale. E' un periodo in cui il
"Pisacane", nereggia abbastanza di tifosi, con la
squadra di Maroso, impegnata nelle prime posizioni, ma senza
mai entrare veramente in lizza per qualcosa d'importante. In
questa stagione il "Lilla club", si rende autore
delle riprese televisive della squadra, sistemando una
postazione coperta al centro dei distinti, cedendola poi alle
varie e numerose emittenti locali del tempo. Attività che
continuerà fino agli inzi degli anni 90'.
Nel
campionato 82-83, i legnanesi riescono a vincere il campionato
di C2, e sull'onda emotiva, nascono il "Lilla Club San
Giorgio su Legnano" ed il "Lilla Club Gino
Colpo" a Cerro Maggiore.
I Boys nel
corso degli anni alternano presenze discontinue;
nella gara di Coppa Italia a Busto, del settembre 83, si
presentano in sei, con la squadra appena promossa in C1.
Nel periodo
della C1, l'incitamento legnanese parte spesso e volentieri
dalla tribuna, con cori spontanei a seconda dell'andamento
della gara.
Stagione
86-87, il Legnano con l'ultimo posto in C1, abbandona la
categoria dopo un triennio; negli anni a seguire a poco
valgono i grossi sforzi economici del Presidente
Nando Villa, per risollevare la squadra e con essa la
tifoseria, che praticamente latita dall'impianto, diventato
"Giovanni Mari", dal settembre 1987.
Annata 87-88,
il Lilla Club, di Legnano presieduto da Placido con
Colombo alla vice-presidenza, funge in pratica da centro
coordinamento, con le due sezioni di Cerro e San Giorgio.
La sede principale, conta 250 iscritti, in quella sangiorgese
sono 150, mentre nel cerrese sono poco meno di un
centinaio i simpatizzanti. Ma le presenze allo stadio, raggiungono
raramente le mille unità.
Nel biennio
89-91, in C2, il settore di casa è spesso e volentieri vuoto,
senza la minima traccia di ultras o tifo organizzato a
sostenere le gesta della squadra legnanese. Nel 1990, il
"Lilla club", si trasferisce nella sede del circolo
Fratellanza e Pace, in via San Bernardino, proprio a due passi
dallo stadio "Mari".
Una
rarissima foto di legnanesi in trasferta. Voghera stagione
87-88
Lilla
club in festa
Legnano
che insegue vanamente il salto di categoria, ma nel 91-92
retrocede nei dilettanti. Il ritorno in C2, avviene con Marco
Torresani, in panchina nel campionato 92-93, con la
promozione, che arriva in una gara interna, con il Presidente
Villa, che in pratica a fine gara non viene
festeggiato, se non da pochi intimi, nell'antistadio. Nella
stagione 93-94, si prova il colpo del salto in C1, con un
duello con Crevalcore, Ospitaletto e Olbia. Con tutto in
pratica da giocare, il Legnano alla penultima giornata si deve
recare proprio a Crevalcore, la società mette a disposizione
un pullman gratuito alla tifoseria, per raggiungere
e sostenere la squadra nella cittadina alle porte di
Bologna, ma resterà vuoto. Solo poche persone seguiranno la
squadra, che tra l'altro verrà sconfitta pesantemente per
5-1, con rete anche dell'ex tigrotto Gespi.
Nel
campionato 95-96 in C2, torna il derby, impietoso il confronto
sul campo e sugli spalti. Per la gara di andata solo una
ventina di legnanesi in tutto, tra tribuna e popolari
raggiungono lo "Speroni", che ribolle di
entusiasmo e 4.000 presenze.
La ventina
scarsa di legnanesi, entrano alla chetichella a gara
iniziata, appendono lo striscione "boys", giusto
l'attimo di prendere il goal di Tubaldo al 14' e toglierlo
pochi minuti dopo.
Il meglio
arriva nel derby di ritorno, 1.500 tifosi biancoblù,
accompagnano al "Mari", la squadra di Mario Beretta,
occupando per trequarti il rettilineo dei distinti e gran
parte della tribuna. La tifoseria legnanese, che in pratica
diserta tutta la stagione, cerca di rendersi presentabile
all'appuntamento, ma poco avezza allo stadio, riesce nella
rara impresa di sbagliare anche i propri colori sociali;
presentandosi con bandiere e stendardi di un bel viola carico,
quasi tendente al rosso. Memorabile, per i tifosi biancoblù, il
rigore realizzato da Ferretti al 95', proprio sotto il settore
della tifoseria legnanese. Una bella sciarpa
biancoblù, sventolerà dai giorni prima del derby alle
settimane successive in cima allo spadone di Alberto da
Giussano.
Stagione
1995-96 che si conclude con la morte del Presidente Villa,
colpito da ictus, proprio mentre usciva dal campo di
allenamento di San Vittore Olona, con la squadra che doveva
preparare i play-out contro il Cremapergo. Nella gara di
ritorno a Crema sono diciotto i legnanesi presenti.
Tifoseria che
praticamente latita, fino al campionato, 98-99, quando arriva
alla presidenza del discusso Mauro Rusignolo, che riporta il
club in C2, nella stagione successiva, aiutando notevolmente a
ricompattarsi degli ultras locali, con biglietti omaggio e
sovvenzioni per i pullman delle trasferte. Nel periodo si ha
la nascita della "Brigata", gruppo che riesce
a risvegliare la curva ed a portarla su livelli decisamente
buoni con un nuova mentalità e un buon numero di tifosi
in casa e in trasferta. Nascono nel periodo diversi gruppi
minori.
Arriva la
promozione in C2, e con essa il derby, che il Legnano vince in
casa, dopo vent'anni.
Al ritorno la
tifoseria legnanese si presenta in circa 500 persone tra
tribuna e settore ospite, dove presenta una
"coreografia", fatta probabilmente con i sacchetti
per il riciclaggio dell'immondizia. Nell'annata nascono
rivalità, cercate con Padova e Cremonese; con i primi con
scontri fra le due fazioni ripresi dalle telecamere e
mostrate su ogni TG. Nella stagione nasce il
gemellaggio con i tifosi del Mestre, che in quella stagione
contende la promozione alla Pro. Un gruppo, sosterrà gli
arancioni, nei play-off contro la Triestina, andando allo
scontro con i giuliani, solo perchè storici gemellati dei
tifosi biancoblù.
Anno
seguente, stagione 2001-02, si ripresenta il derby nella
gara di andata, a Busto, nonostante i prezzi esosi importi
dalla società legnanese (In epoca pre-euro 40.000 lire un
biglietto di tribuna laterale) si bruciano già nella giornata
di venerdì, 1.150 biglietti in sola prevendita, a cui si
aggiungeranno altri duecento persone che comprano il biglietto
direttamente agli sportelli del "Mari", giocando
praticamente ancora in casa, con una vittoria che arriva
al'86, grazie al goal dell'ex Marco Zaffaroni. Al ritorno sono
poco più di 300 in tutto i tifosi ospiti allo
"Speroni", per un pareggio deludente.
Nella primavera
del 2002, la situazione societaria legnanese si aggrava, con
il presidente Rusignolo, inquisito in varie vicende poco
chiare; circa 150 ultras, sfilano per le vie del centro, per
cercare di fare chiarezza sulla vita del sodalizio.
Praticamente nello stesso periodo si sfilaccia la Brigata, con
uno sbandamento dei gruppi ultras. Da segnalare nello stesso
periodo l'opera del dentista tifoso, Marco Ciapparelli, a
tratti anche dirigente del sodalizio, che promuove diverse
iniziative nelle scuole locali, per creare nuova linfa.
A ridare
slancio ed entusiasmo ci pensa però Marco Simone, cresciuto
nel vivaio legnanese, proprio dando i primi calci sul vecchio
campo di Via Lodi.
Il campionato di
vertice dello scorso anno in C1 ridà lustro e smalto a
Legnano e le presenze tornano ad essere naturalmente le più
consistenti degli ultimi anni. Nella gara di Varese che in
pratica consegna la promozione in C1, alla squadra di Motta,
ex trainer biancoblù, sono circa 450 i tifosi che festeggiano
il ritorno in una categoria da cui mancavano da vent'anni, con
caroselli in centro.
La tifoseria
legnanese si dichiara apolitica, può contare sull'apporto
dell'organizzazione delle contrade del Palio, dove nei manieri
spesso si ritrovano simpatizzanti, della squadra.
Gli
ultras sono stata affiancati negli anni da altri gruppi
satellite quali: Falange Lilla, Vecchia Guardia, Gruppo
Sbagliato Parabiago e Scalmanati. In questa stagione si nota
la presenza di un insolito "Gruppo Bizzarro".
Negli tempo, le loro amicizie o gemellaggi non hanno certo
portato bene alla squadre con cui si sono legati. Negli anni
'80 da ricordare l'amicizia con gli scomparsi Ultras di
Omegna, con la squadra poi fallita e rotolata in Prima
Categoria; con i tifosi aostani, con il sodalizio vallese, che
ha fatto la stessa fine dell'Omegna, idem per il Mestre.
Agli inizi
del nuovo millennio amicizie a livello personale con i
mantovani, ma anche qui come si sono "sfiorati", i
biancorossi, scesero notevolmente in classifica ed andarono
incontro ad una forte crisi societaria. A sostenere i
legnanesi nel play-out, contro il Savona nel 2004, diversi
ultras della Pro Sesto.
Per le rivalità,
oltre naturalmente alla Pro Patria, in ordine sparso Varese,
i biancorossi "scipparono" letteralmente la curva ai
padroni legnanesi nel CND nei primi anni 90, Novara,
Cremonese, Pavia e Padova.
In questa
stagione, sono state sottoscritte 570 tessere, con circa
1.300 presenze di media allo stadio "Giovanni Mari",
ma avendo già ospitato le tifoserie di Ternana, Cremonese e
Verona. Durante il campionato, alla tifoseria locale è stato
proibito uno striscione, con una scritta in dialetto, presente
da anni al "Mari", in quanto le forze dell'Ordine,
chiaramente non autoctone, lo hanno ritenuto offensivo.
Legnanesi, che hanno ripreso l'abitudine del "Lilla
club", riprendendo le partite, e con l'avanzamento della
tecnologia, hanno creato Legnano channel, sulla piattaforma di
Youtube.
Legnanesi allo
"Speroni" nel campionato 1995-96
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