LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

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LEGNANO

A.C. 1913

 

ASSOCIAZIONE CALCIO LEGNANO srl 1913

Colori sociali: maglia viola tenue tendente al pallido, calzoncini bianchi, calzettoni bianchi con bordo viola tenue tendente al pallido

Sede via Palermo, 33 - 20025 Legnano (Mi)

Stadio “Giovanni Mari” – Via Carlo Pisacane – 20025 Legnano (Mi). Dimensioni (105 x 65) - Capienza 6.600 spettatori

Legnano 53.800 abitanti - Totale provincia di Milano 3.750.000

Abbonamenti 570

 

ORGANIGRAMMA SOCIETARIO

 

Presidente: Giuseppe Resta
Resp. area tecnica: Moreno Zocchi
Team manager: Giovanni Luraghi
Addetto all'arbitro: Andrea Cattaneo
Addetto stampa: Stefano Olgiati
Segretarie: Annalisa Roseti - Fiorella Badioli
Allenatore: Egidio Notaristefano, suben. alla 13^ a Claudio Gabetta 
Allenatore in 2^: Massimo Giacomotti
Preparatore portieri: Gianpaolo Spagnulo
Preparatore atletico: Gigi Asnaghi
Medico sociale: Dott. Giuseppe Monti
Fisioterapista: Giovanni Ferrari

 

GLI ULTIMI CINQUE CAMPIONATI


2002-03 Serie C2/a 8° posto - All. Ramella / Gregucci

2003-04 Serie C2/a 14° posto - vince i play-out contro il Savona - All. Casiraghi / S. Di Chiara

2004-05 Serie C2/a 7° posto - All. S. Di Chiara / Sciannimanico / G. Oddi

2005-06 Serie C1/a 11° posto - All. Maiuri / Spagnulo / Miani / Spagnulo

2006-07 Serie C2/a 1° PROMOSSO - All. G.F. Motta

 

IL CALCIOMERCATO INVERNALE

ARRIVI: Di Nardo (a88-Grosseto), Niceforo (a89-Catania)

PARTENZE:  Kamata (Ang. 81-Bari), Arioli (76-Lumezzane), Bertoli (d83-Chateauroux), Goretti (c85-Sangiovannese)

LA ROSA 2007-08

 

Portieri: Brunetti (90), Grillo (77) Mandelli (83)
 
Difensori: Avogadri (85), Battaglia (85), Bertoli (83), Cilona (87), Curto (88), Foglio (85), Garzilli (87), Gasparetto (88), Legati (86), Maggioni (82), Marietti (81)

Centrocampisti: Albino (71), Bosio (83), Ceccarelli (82), D'Amico (Fra 75), Maglio (85), Morandi (88), Valdifiori (85)
 
Attaccanti: Dell'Acqua (89), Di Nardo (88), Lanteri (Fra84), Niceforo (89), Romeo (86), Taldo (72)

 

PRO PATRIA - LEGNANO

Così è arrivato il momento anche per il derby di ritorno. Con la Prefettura di Varese, che ha deciso, in base a chissà cosa di vietare alla tifoseria avversaria di presentarsi allo "Speroni", impedendo al vendita dei biglietti al di fuori della provincia, privando così di fatto, anche i molti tifosi biancoblù, che vivono al di là del confine. 

Una scelta a dir poco fantozziana. Gli avversarsi si presentano come favoriti d'obbligo, con cinque lunghezze di vantaggio in classifica, reduci da un roboante 5-0, in casa contro la Paganese, che in pratica a sancito la permanenza in C1, anche per la prossima stagione. Se la salvezza sul campo sembra una cosa quasi acquisita, manca la matematica, certezza, gran parte del merito si deve al tecnico Egidio Notaristefano, che ha messo insieme i cocci della propria squadra, proprio nei giorni seguenti, il derby di andata, quando la Pro s'impose nettamente per 3-0, al Mari, portando ben 29 punti nella sua gestione, contro i dieci della precedente.

Allenatore, praticamente alla sua prima esperienza con una squadra professionistica, il quale ha saputo dare un'impronta ben precisa alla propria squadra, facendo leva soprattutto sul gruppo, dopo la partenza a gennaio di alcuni pezzi, che inizialmente sembravano portare alla retrocessione diretta della squadra. Il gruppo, è senz'altro la forza principale della formazione legnanese, cresciuto ed amalgamato nelle giornate, sapendo trovare il filo che conduce alla salvezza, dopo una fase centrale della stagione non proprio brillante. Coadiuvato nella sua opera dal lavoro del Direttore sportivo, il bustocco, Moreno Zocchi, il quale ha giocato con la maglia biancoblù per un breve periodo, che ha saputo pescare e creare una rosa, a basso costo ma di alto rendimento per la categoria. 

Una rosa che ha saputo, resistere anche alle diverse sirene del mercato, che facevano e da contraltare, ad una situazione societaria, non propriamente chiara e limpida. Dallo scorso settembre, Giuseppe "Pippo" Resta, è infatti il nuovo presidente del Legnano. Da anni nel mondo del calcio, con alterne fortune, prima all'Arona, poi con varie tappe in Piemonte con Castellettese, Verbania e Borgomanero, sempre nel campo dilettantistico, prima di approdare al Novara, per quattro stagioni, prima di cederlo la scorsa primavera. Un presidente da multiproprietà, considerato le numerose squadre che ha guidato nel passato e che attualmente con la sua società edile, sponsorizza la Pro Vercelli in C2, ma anche l'Hockey a rotelle a Novara. Il quale proprio nei giorni scorsi, ha rinnovato l'appello alla città di Legnano ed alle sue forze imprenditoriali, per sostenere lui e Marco Simone, nel reggere la società, paventando a chiare lettere la possibile chiusura del sodalizio, se non entreranno forze fresche a sostenerli. 

Voci a cui la squadra, sembra però impermeabile, infatti con 19 punti all'attivo, è attualmente la terza formazione per rendimento nel girone di ritorno, alle spalle di Foggia e Cremonese, in coabitazione con Cittadella, Sassuolo e Foligno. Insomma sprizza salute da tutti i pori, nonostante anche le diverse assenze, che da diverso tempo attanagliano la rosa avversaria. 

Fino ad ora ha incamerato 39 punti, frutto di 11 vittorie, di cui otto in casa, sei pareggi ed undici sconfitte. Nel dettaglio fuori casa ha vinto tre gare, pareggiate tre e perse otto. Lontano dal proprio terreno di gioco, ha segnato 12 reti, subendone 18, in totale sono 33 e 27. Migliori marcatori, francese Lanteri e l'esperto Taldo con cinque centri, per il primo una rete dal dischetto. Seguono con 4 goals, l'esterno Foglio con un rigore realizzato, e Romeo (2 rigori), di proprietà sampdoriana, fermo da diverse giornate per un infortunio al ginocchio.

Si ma al di là del cammino che le due formazioni, hanno avuto fino ad ora, il derby esula da ogni contesto tattico e che esce dai soliti canoni di approccio alla gara, dove conteranno come sempre la maggior concentrazione, la tenuta nervosa e la maggior voglia di vincere al di là dei tatticisimi. Legnanesi che lamentano diverse assenze, come l'attaccante di scuola doriana, Romeo, i difensori Elia Legati ex Milan, ed Avogadri, ai box per motivi muscolari. Così come il centrocampista Maglio, che dopo due anni tribolati, ha ritrovato la panchina, ma che lamenta ancora guai fisici, e con il dubbio dell'esperto Albino, che ha vissuto una stagione più che altro in ombra.

Notaristefano, dovrebbe schierare il collaudato 4-4-2, che gli consente di coprire al meglio il campo e di far ripartire l'azione, con velocità, soprattutto sugli esterni. Tra i pali Grillo, trentenne ex portiere della Valenza, linea difensiva che vedrà Maggioni a destra, al centro con ogni probabilità Gasparetto e Cilona. Il primo è un diciannovenne dal buon fisico, cresciuto nel sempre florido vivaio del Montebelluna, a pochi chilometri da Treviso, dove lo ha prelevato l'Atalanta che in stagione ha mostrato sempre un buon rendimento. Cilona è un ventenne, alla sua stagione con il legnanesi. Reparto, discretamente forte fisicamente, buono sulle palle alte, ma che con 40anni in due, pecca di esperienza ed in un campionato duro come questo, è un problema che pesa molto.

L'alternativa è il ventisettenne Marietti. A sinistra potrebbe tornare nel ruolo di difensore Foglio, legnanese doc, schierato nell'ultima parte di stagione come esterno di centrocampo, per sfruttare al meglio le caratteristiche di corsa, velocità e tiro con la punta Mattioli, schierato al suo posto con il ruolo di guastatore, spaziando dal centro come mezzapunta, ma che trova la sua ideale collocazione sull'attacco esterno, dove spesso e volentieri, partendo negli ultimi trenta metri cerca sempre l'uno conto uno, per la superiorità numerica, con la sua velecità. Elemento, che spesso e volentieri và alla ricerca di punizioni dal limite e rigori.

Con Notaristefano che quindi potrebbe ridisegnare il centrocampo, puntando su una corsia mancina, molto tecnica e veloce, per cercare la superiorità in quel settore. Certi della maglia e del ruolo, l'enfant-prodige Morandi (88), cresciuto nelle giovanili, mandato in campo già nelle prime giornate, confermatosi in grado di reggere all'urto della categoria, con gli occhi di diversi osservatori puntati. A completare il reparto, il regista Valdifiori, non dotato fisicamente, ma in possesso di una buona visione di gioco e di buoni tocchi, mentre sull'esterno Ceccarelli, ventiquattrenne proveniente dalle giovanili del Cesena, nell'ultima stagione ha raccolto 10 presenze ed una rete con la maglia del San Marino in C1. Giocatore dotato fisicamente, che alle spalle ha già una discreta esperienza in categoria con un campionato da titolare a Pavia nel 2004-05, sempre in C1, con due reti, ma poi è incappato in un grave incidente; in questa stagione, specialmente con l'arrivo di Notaristefano, sembra rinato. Sia Ceccarelli che Valdifiori, sono stati pescati da Zocchi, che li aveva avuti a Pavia. In avanti Lanteri, classe 84', fisico non eccelso, ma rapido, con esperienze nei campionati francesi, da dove il Legnano lo ha ripreso dopo una stagione al Metz in seconda serie, autore di cinque reti, a segno con discreta continuità nelle ultime giornate. Al suo fianco l'esperto Carlo Taldo, che da prima punta, dovrebbe spaziare per tutto il fronte d'attacco, per cercare di aprire varchi al centro per gli inserimenti dei compagni, specialmente sul gioco di sponda e nelle palle alte. A disposizione il secondo portiere Mandelli, ex Pro Vercelli, centrocampista italo-argentino D'Amico, Bosio ed il giovane attaccane Dell'Acqua. Fuori casa, gli avversari hanno totalizzato dodici punti, nella media del girone. 

Ma come nell'andata, ciò che conta in questa gara è solo VINCERE !!!  

 

LE AFFINITA' ELETTIVE

Questa è a dir poco una storia incredibile ma vera, che sembra presa dal famoso libro, dello scrittore Goethe. Come sottolineava il romanziere tedesco, l'importanza  che continua a rivestire nei rapporti umani, nella società e nella storia una natura elementare, estranea all'universo spirituale dell'uomo ed in conflitto con esso: la società moderna, anche laddove siano attive le sue più nobili attitudini, non può sempre organizzarsi, secondo l'ordine superiore delle norme morali.

Venendo nel concreto, il Presidente del Legnano, dal 1988 al 1995, è il castellanzese Ferdinando Villa, il quale grazie ad alcune felici intuizioni tecniche sui tessuti, diventa uno dei più importanti industriali, non solo dell'alto milanese, ma italiano. Con la sua Its-Artea, della quale era socio con Luciano Caccia, altro ex presidente del club, negli anni 60', famoso per la vendita di Riva al Cagliari, sfodera tessuti speciali innovativi, dai resinati, agli spalmati, alle lavorazioni particolari del lino, rendendolo gommato, per le più grandi case di moda italiane e straniere, alcune con contratti in esclusiva.

Villa (19.01.1922) che di calcio non ne vuole sapere, memore dell'esperienza passata dal suo socio Caccia, non frequenta gli stadi ha solo una pallida, se non flebile simpatia, per la Juventus, ma senza averla mai vista dal vivo, limitandosi a qualche sguardo disattento alla tv, di tanto in tanto. Qualche volta negli anni 50, con la Pro in Serie A, vede qualche incontro di cartello. Il suo vero amore è infatti lo sci, che pratica assiduamente e con profitto, anche in là con gli anni, scegliendo tre le sue case al Sestriere e Madesimo, dove si fionda appena gli impegni lavorativi lo consentono. Le piste di quei posti magnifici, non hanno segreti per lui, ci passa interne giornate, se non settimane, con puntatine anche fuori dai percorsi consentiti, raggiungendo alcuni luoghi, anche con l'elicottero, per provare nuove discese e limiti, come un free-styler moderno. Il suo amore per la natura, con l'estate si riversa invece sul mare, ad Arenzano e nell'amatissima Sardegna, dove già dagli anni 60 è di casa ed uno dei primissimi ad abitare Porto Cervo. 

Nel 1977, come amministratore delegato dell'azienda di Villa, arriva Angelo Bianchi (4.08.34); nato a Cantalupo, ma dall'età di sei anni si trasferitosi a Castellanza. Nonostante la differenza di età, i due si conoscono di vista, perchè il padre di Ferdinando Villa, gestiva una macelleria in centro. Bianchi, è invece un tifoso doc della Pro, di quelli totali. Appassionato di calcio e ciclismo, per le gesta di Coppi e del Grande Torino, le sue domeniche ed il tempo libero, li passa a seguire i tigrotti, anche in ritiro. Nel 1946, incomincia a seguire la Pro, partendo a piedi con gli amici dall'oratorio e negli anni seguenti dal bar Penè e poi da quello dell'Aida. E' presente a tutte le gare interne ed alle trasferte del tempo, trovando anche il tempo di prendere l'ambito diploma di Ragioniere, nel doppio ruolo di studente-lavoratore. Sempre vicino alla squadra, attacca la passione dei tigrotti, anche al figlio che porta sui gradoni del vecchio comunale di via Cà Bianca, praticamente in fasce, seguito poi a ruota dal nipote e da tutti quelli che può coinvolgere. Nel 1969, lo troviamo tra i soci fondatori del Pro Patria Club, del quale per diversi anni, ricopre il ruolo di cassiere e di segretario ed è uno dei fautori dello storico gemellaggio con i tifosi della Triestina.  

Come detto nel 1977, le sorti dei due s'incontrano di nuovo. Il legame si fa subito stretto, e và al di là del semplice rapporto lavorativo. Nei discorsi, tra i due s'intrufola raramente il calcio, ma al di là di qualche battuta fugace non si và mai. La prima svolta arriva agli inizi degli anni 80, quando l'amico fraterno di Villa, Giovanni Mari, ridiventa presidente del club. Spesso Villa, sovvenziona l'amico, staccando assegni a copertura degli stipendi di giocatori, venendo pian piano coinvolto maggiormente nel calcio, andando ad affiancare, quasi senza accorgersi il vecchio compagno, per poi prenderne il posto. Bianchi, all'attività di amministratore delegato, dell'Its Artea, viene coinvolto "obtorto collo", da Villa nel Legnano, in qualità di suo uomo di fiducia, diventando anche il riferimento per Mari, con il quale lega sin da subito. Diventa così suo malgrado, parte attiva dei "nemici" storici, andando anche a cercare soldi, sotto forma di sponsor, per dare maggiore tranquillità alla società, proprio mentre la "sua Pro Patria2, sta andando incontro alla peggior crisi finanziaria di sempre, con il cruccio di avere le mani legate senza poterla aiutare concretamente. E' sua l'idea del "pool di sponsor", a sostegno dei legnanesi, con la cartellonistica impiantata a fianco degli spogliatoi, ed attività promozionali collaterali, che solo nel primo anno frutta ben 300milioni di Lire. Un'idea che a vent'anni di distanza, si rileva vincente, funzionando ancora bene. Media con le banche la posizione della società e s'incarica di trovare i fondi per gli stipendi, oltre a farsi carico degli altri problemi amministrativi del sodalizio. Per un breve periodo, si ritrova anche azionista del club. Una situazione, che in famiglia, tutti di provata ed accesa fede biancoblù, vivono non benissimo.   

In compenso l'Its Artea, cresciuta notevolmente nel fatturato e nel numero degli addetti, andando a sfiorare i 200 impiegati, a discapito della proprietà, è diventata un vero e proprio covo di tifosi della Pro, anche molto accesi, dagli uffici al magazzino. Sempre più spesso si assistono a discussioni calcistiche, nei corridoi, ma anche in sala riunioni ed in mensa. E proprio con la costruzione della mensa, Villa e Bianchi, stringono una forte amicizia con Ernesto Pellegrini, allora proprietario dell'Inter. Ogni tanto, Villa, per compensare gli stipendi dei giocatori, manda in ufficio da Bianchi, alcuni elementi, come Rocchini, Zaffaroni, Elli, Fabris che si rilevano tra i più capaci. Tesi invece i rapporti con Bicicli, con Villa che qualche volta deve mediare, anche perchè ogni tanto il figlio ed il nipote dell'amministratore delegato, passano in azienda, e più di una volta, volano vere frecciate al veleno con il D.T. legnanese.

Nel 1994, Bianchi va in pensione, lasciando la sua attività all'Its Artea, dopo 17 anni e conseguentemente smette di seguire le sorti degli avversari, da dietro la scrivania. Pochi mesi dopo, la Pro ritrova la C2, l'ex ad, vede la sua rivincita, con la vittoria dei tigrotti nei due derbies, proprio accanto a Villa. Nel giugno del 95, un ictus, colpisce mortalmente Villa, all'uscita del campo dall'allenamento della sua squadra. Bianchi, lo raggiunge dopo quattro anni, dopo una breve ma inesorabile malattia. 

 

REGNA, LA ROGNA....

Un alone a dir poco sinistro, accompagna da sempre la compagine avversaria. Sarà forse per il colore non propriamente felice?

Il club viene fondato nel Settembre 1913, prendendo gli attuali colori sociali. Pochi mesi dopo scoppia la Prima Guerra mondiale.

Nel 1924, arrivano dall'Ungheria due nazionali, il centromediano Zsin ed il centrocampista Imre Rokken. Il primo dopo poche giornate subisce un grave infortunio al ginocchio. Per il secondo, la sorte si rivela decisamente più infausta. Purtroppo muore, nella città del Carroccio a soli 20 anni, il 27 Febbraio 1925, in seguito ad una grave forma di setticemia.

L'escalation continua, si passa al secondo dopo guerra, quando sale alla presidenza Giuseppe Mocchetti (46-52), il quale porta la squadra in Serie A, ma viene coinvolto in diversi scandali finanziari a livello nazionale, finendo sotto processo; dovendo così ridimensionare le sue attività ed anche i suoi piani, come D.T. della Nazionale. 

Nel triennio 60-63, il presidente è il marnatese Luciano Caccia, il quale muore d'infarto a soli 54 anni, lasciando tre figli giovanissimi. La sua azienda in pieno boom, entra in crisi, salvo poi riprendersi anni dopo, nelle mani del socio Nando Villa, che diventerà poi proprietario del sodalizio.
A reggere le sorti del club arriva nel 1965, Augusto Terreni, il quale tiene le redini fino al 74, quando a seguito di un clamoroso crack finanziario, scappa in Venezuela, con la squadra che retrocede in Serie D, per la prima volta nella sua storia. 

La gestione della società passa nelle mani del Commissario Straordinario, Rolando Landoni, che la governa fino al 1979. Nel breve periodo, vede sfiorire le sue attività, compresa una concessionaria d'auto. Abbandonerà, lasciando il club, alle prese con una della più gravi crisi finanziarie della sua storia, che verrà risolta dall'intervento del Comune e della neonata, Famiglia Legnanese.

Il club, rimane in vita, per l'intervento di Giovanni Mari, già presidente, per una sola stagione in Serie A, nel 1952-53. Nelle sue mani, si ha una nuova vita, sale in C1, rimane tre anni, ma nell'86, viene colpito da un cancro che poco meno di un anno dopo, ne causerà la scomparsa; la sua azienda meccanica fallisce e viene anche venduta la sua famosa abitazione in Corso Italia. Al suo posto in sella alla società di via Palermo, sale il Comm. Ferdinando Villa, amico fraterno di Mari. 

Il castellanzese Villa, socio del defunto Luciano Caccia. Fino ad allora non si era mai interessato di calcio, limitandosi a sovvenzionare, di tanto in tanto, prima il socio Caccia e poi l'amico Mari, nelle loro avventure. Aveva sempre rifiutato, fino ad allora la carica di Presidente, la sua azienda andava molto bene, sfiorando nella prima metà degli anni 80' i 60 miliardi (in Lire) di fatturato. Prende la società e, come prima cosa scopre  un buco di 700 milioni come regalo. Nonostante gli sforzi miliardari, non vincerà un campionato, se non quello del CND. Dal 1994, in avanti la sua azienda perde colpi venendo poi notevolmente ridimensionata. per poi essere quindi ceduta ad un altro gruppo. Nel periodo si ammala la moglie. Villa, muore improvvisamente, colpito da ictus, il 13 giugno 1995, proprio mentre usciva dal campo di allenamento del Legnano, mentre la squadra si preparava ai play-out, dai quali poi uscì sconfitta dal Pergocrema, retrocedendo ancora nel Campionato Nazionale Dilettanti.

Gli succede Mauro Pighetti, che quasi immediatamente si ammala di cuore; per mantenere la squadra si trova subito costretto a vendere diversi appartamenti. Cede anche una delle sue attività. Al timone sale quindi Mauro Rusignolo, che dopo un anno di reggenza viene coinvolto in diverse attività illecite, venendo indagato anche per la morte di Fasulo, il quale con un piccolo aeroplano aveva centrato il ventiseiesimo piano Pirellone a Milano il 18 Aprile 2002. La società passa di mano ad Antonio Di Bari, che di lì a poco viene coinvolto in diverse attività poco chiare, cedendo poi il timone a Marco Simone, il quale al primo anno di reggenza vive una stagione a dir poco tribolata,  andando poi incontro a problemi finanziari, chiamando negli ultimi mesi al suo fianco l'ex Presidente del Novara, Pippo Resta.

Dal 1988, prendono ad allenarsi in pianta stabile a San Vittore Olona, sul terreno principale, dove una volta giocava il Mocchetti, squadra fondata proprio dall'ex presidente. Al primo allenamento crollò il tetto della tribuna e saltarono gli impianti delle docce. Nel 1995, si spostarono sul nuovo impianto "Malerba", sempre nelle stesso paese, dove svolgono anche la preparazione estiva; un mese dopo, esattamente il 13 Settembre, straripa l'Olona, rompendo l'argine a circa duecento metri di distanza dal campo sportivo. Per 36 ore tutta la zona rimase irraggiungibile. Non succedeva dal 1912.
Come ultimo tocco di colore, per un certo periodo dell'ultima permanenza in C2, nel cerchio di centrocampo, prima delle partite casalinghe, veniva sempre issato un telo pubblicitario di una nota compagnia di pompe funebri locali.

A livello di tifoseria, le cose assumono contorni ancora più foschi; negli anni 80' si gemellano con l'Omegna ai tempi in C2, la squadra rossonera, di lì a poco incontra una grave crisi finanziaria, fallisce ed ora viaggia tra Prima Categoria e Promozione. Agli inizi degli anni 90, tocca all'Aosta, che segue la stessa trafila dei cusiani. Con il ritorno in C2, con l'inizio del nuovo millennio, stringono un gemellaggio con il Mestre, che veleggia nelle prime posizioni, dopo un paio di giornate gli arancioni, perdono posizioni, perdendo poi la finale play-off, contro la Triestina. Un paio di stagioni dopo i veneti andranno conosceranno il fallimento e scivoleranno nelle serie minori. Segue un'amicizia con i sestesi, con scambi presso le rispettive curve, la Pro Sesto, crolla perdendo la semifinale play-off contro il Novara. Negli ultimi anni hanno stretto un rapporto con i tifosi della Sanremese, il presidente, trasloca a La Spezia con l'allenatore e porta gli aquilotti in B dopo cinquantadue anni, mentre nel 2006-07 il club matuziano, retrocede nei dilettanti.

Il massimo si raggiunse nel derby dell'Ottobre 1995 a Busto, quando la trentina di tifosi legnanesi entrò al 10' del primo tempo, issarono il loro striscione ed al 14' subirono il goal vittoria di Tubaldo.

 

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LA TIFOSERIA

La tifoseria legnanese, raramente nel corso degli anni si è mai particolarmente esaltata per le vicende del A.C. Legnano e questo aggiunto alla vicinanza di Milano, non ha mai fatto dei grandi numeri il suo punto di forza.
 
Il primo campo da gioco ufficiale, è quello inaugurato nel primo decennio del novecento, nel quartiere "Oltrestazione", in via Lodi, una traversa di via Carlo Cattaneo, ma è di dimensioni ridotte, così nell'immediato prima dopo guerra si pensa alla costruzione di un vero stadio per il foot-ball. L'impianto di via Lodi è però ancora in uso, con l'annesso bocciodromo comunale, recentemente ristrutturato; per decenni è stata la casa del settore giovanile locale. Nel 1920, partono quindi i lavori per il nuovo stadio, in posizione, al tempo, più defilata, a ridosso della Franco Tosi. L'impianto di via Pisacane, venne inaugurato, il 2 Ottobre 1921, per la gara di campionato contro l'Inter. 
 
Una prima organizzazione del tifo si ha già negli anni dopo il primo dopoguerra, con la pubblicazione di un giornale, con intestazione "Il lilla", che vide la prima stampa già il 4 Gennaio 1923, per mano di due appassionati locali, Genesio Mocchetti e Mario "Pippo" Perozzi. Due figure che poi entreranno anche a far parte della società. Un giornale, che si occupava non solo della squadra del cuore, ma lo vedeva spaziare anche sul ciclismo, monitorando l'attività dell'Unione Sportiva Legnanese, che organizza tutt'ora la Coppa Bernocchi di ciclismo, ma anche di scherma, nuoto, caccia e pesca.

Tra gli argomenti del tempo, si ricorda una discussione accesa per affidare la squadra locale, ad un vero e proprio allenatore. Nel 1923, lo stesso giornale, in occasione della trasferta a Vercelli, per uno scontro al vertice contro le "bianche casacche", si rese promotore dell'organizzazione del viaggio per sostenere la squadra con una carovana di autocarri ed altro. Anche la società, contribuì aiutando la tifoseria, allestendo un treno speciale con un prezzo molto popolare. Alla fine furono circa 500 i sostenitori legnanesi al "Leonida Robbiano", ma tornarono a casa scornati, perchè la Pro Vercelli s'impose di misura, facendo svanire ogni sogno di gloria.

La squadra perde una categoria, passando in seconda divisione nel 26-27, facendo scemare gli entusiasmi, ritrovando un pò di slancio, solo nell'estate del 1930, quando il regime fascista impose la fusione dell'Inter con la Milanese, facendo nascere l'Ambrosiana, che di fatto liberò un posto in Serie A, che andò ai legnanesi che vennero così ripescati. Fu gloria effimera, perchè, all'inaspettato regalo, seguì una repentina, quanto rapida discesa in B, perdendo il derby a Busto (2-0) e pareggiandolo in casa.

Gli entusiasmi calarono notevolmente a Legnano, animandosi solo per gli incontri di cartello, sempre più rari con la squadra a scendere in C, ed ovviamente per i derbies.

Tifoseria che si riaccende, nella stagione 50-51, quando la squadra, presieduta da Pino Mocchetti, viene promossa in Serie A, dove dopo diversi anni rincontra la Pro. Lo stesso presidente offre una festa nei capannoni della sua fabbrica a San Vittore Olona, in cui si tiene anche una recita dei "Legnanesi" di Felice Musazzi. 

Stagione, che certo non regala soddisfazioni, retrocessione immediata, con solo quattro vittorie e sconfitta interna nel derby per 2-1 con doppietta, in due minuti, di Ciccio La Rosa nel finale. Campionato che vede il campo legnanese squalificato, dalla gara interna con il Bologna del 3 Febbraio 52, fino a tutto il 31 dicembre dello stesso anno solare, per l'aggressione all'arbitro Tassini di Verona. Arbitro colpito con un pugno sferrato da un addetto al campo, per un rigore dato ai bolognesi a pochi minuti dal termine. Nella stessa serata, alla stazione Centrale di Milano, mentre Tassini attendeva di prendere il treno, venne ancora picchiato, chi dice da sostenitori locali che lo avevano inseguito, chi invece da un siciliano, che nel marasma creatosi, lo scambiò per un ladro.

Un'organizzazione di tifosi, si vede per lo spareggio che riporta il Legnano, in Serie A, giocato a Firenze contro il Catania. La squadra dura poco e scende nuovamente in B, provocando un duro contraccolpo alla tifoseria, tenendo conto che al termine della stagione 56-57, i legnanesi scivolano in C.

Nella stessa categoria il 30 Novembre 1969, un derby, finisce, anzi, viene sospeso per rissa, in campo e sugli spalti; rigore per la Pro all'87, concesso da Prati di Parma, alla realizzazione succede di tutto, con botte ovunque. Il Giudice Sportivo, darà la vittoria ai tigrotti per 0-2 a tavolino.

Nella metà degli anni 70, il Legnano, scende in Serie D, con il pubblico che abbandona la squadra.

Il tifo organizzato, vede ufficialmente la luce con la nascita del "Lilla Club", nel 1976, per iniziativa di sei appassionati locali; reggente Ettore Muroni, con la carica onoraria consegnata invece a Giovanni Mari, presidente legnanese ai tempi della Serie A. La prima sede è presso il Bar-trattoria Tronchetto, in via Barbara Melzi. Nell'anno seguente, passa poi in quella che diventa una sua sede storica, presso la Trattoria San Giuseppe, in corso Sempione, dove ora c'è un ristorante cinese.

Il club, copia l'abitudine del vecchio club Tigrotti della Pro Patria, sito fino agli anni 60' in via XX Settembre, e poi usata per decenni anche del Pro Patria Club, di esporre la bandiera sociale, quando la squadra otteneva punti in trasferta, sia pareggio che vittoria. Negli anni 80', questa tradizione viene mutata, con l'esposizione di una lavagnetta bianca, recante il risultato della partita.

Nel 1977, il sodalizio, prende a pubblicare una propria rivista, "Lilla Club", diretta dal giornalista Marco Tajè (in seguito addetto stampa della società), a cadenza mensile, anch'essa sullo stile del giornale del Pro Patria Club, però di tradizione più vecchia, con prima edizione nel 1969 e distribuito gratuitamente ancora oggi come allora, in occasione di ogni partita interna.


Nella stagione 1980-81, prende corpo la storia degli ultras a Legnano con il gruppo dei "Boys". Inizialmente il gruppetto si sistema, nel rettilineo dei distinti, in posizione molto defilata, verso gli spogliatoi, dietro uno striscione "Ultras", recante un teschio al centro. Poche le presenze in casa e rare le trasferte. Nello stesso periodo, nasce nel quartiere "Ponzella", il club Giardinetto, che ebbe però vita brevissima, un paio di stagioni al massimo.

 

I Boys

 

Dal campionato 81-82, i "boys", ed in seguito i vari gruppi Ultras si posizionano nel nuovo settore costruito a ridosso degli spogliatoi; nel derby di andata al "Pisacane", provano malamente una timida coreografia, con degli impermeabili bianchi che passerà agli annali, come quelle dei "gelatai". Nel derby di ritorno a Busto, lo "Speroni", presenta circa 12.000 presenze, meno di 800 sono i legnanesi presenti, per lo più tifosi occasionali, provenienti dalle varie compagnie che al tempo si ritrovavano in Piazza San Magno, Bar dei Capitani e Piazza Carroccio. 

Posizionati quasi tutti nella semicurva all'ingresso, verranno omaggiati da un tazza wc, portata a mano per tutto il rettilineo della pista e lasciata bellamente sotto il loro settore, da due tifosi biancoblù, partiti dalla parte opposta dello stadio, tra l'ilarità generale. E' un periodo in cui il "Pisacane", nereggia abbastanza di tifosi, con la squadra di Maroso, impegnata nelle prime posizioni, ma senza mai entrare veramente in lizza per qualcosa d'importante. In questa stagione il "Lilla club", si rende autore delle riprese televisive della squadra, sistemando una postazione coperta al centro dei distinti, cedendola poi alle varie e numerose emittenti locali del tempo. Attività che continuerà fino agli inzi degli anni 90'.

Nel campionato 82-83, i legnanesi riescono a vincere il campionato di C2, e sull'onda emotiva, nascono il "Lilla Club San Giorgio su Legnano" ed il "Lilla Club Gino Colpo" a Cerro Maggiore.

I Boys nel corso degli anni alternano presenze discontinue; nella gara di Coppa Italia a Busto, del settembre 83, si presentano in sei, con la squadra appena promossa in C1.

Nel periodo della C1, l'incitamento legnanese parte spesso e volentieri dalla tribuna, con cori spontanei a seconda dell'andamento della gara.

Stagione 86-87, il Legnano con l'ultimo posto in C1, abbandona la categoria dopo un triennio; negli anni a seguire a poco valgono i grossi sforzi economici del Presidente Nando Villa, per risollevare la squadra e con essa la tifoseria, che praticamente latita dall'impianto, diventato "Giovanni Mari", dal settembre 1987.

Annata 87-88, il Lilla Club, di Legnano presieduto da Placido con Colombo alla vice-presidenza, funge in pratica da centro coordinamento, con le due sezioni di Cerro e San Giorgio. La sede principale, conta 250 iscritti, in quella sangiorgese sono 150, mentre nel cerrese sono poco meno di un centinaio i simpatizzanti. Ma le presenze allo stadio, raggiungono raramente le mille unità. 

Nel biennio 89-91, in C2, il settore di casa è spesso e volentieri vuoto, senza la minima traccia di ultras o tifo organizzato a sostenere le gesta della squadra legnanese. Nel 1990, il "Lilla club", si trasferisce nella sede del circolo Fratellanza e Pace, in via San Bernardino, proprio a due passi dallo stadio "Mari".

 

Una rarissima foto di legnanesi in trasferta. Voghera stagione 87-88

 

 

Lilla club in festa

 Legnano che insegue vanamente il salto di categoria, ma nel 91-92 retrocede nei dilettanti. Il ritorno in C2, avviene con Marco Torresani, in panchina nel campionato 92-93, con la promozione, che arriva in una gara interna, con il Presidente Villa, che in pratica a fine gara non viene festeggiato, se non da pochi intimi, nell'antistadio. Nella stagione 93-94, si prova il colpo del salto in C1, con un duello con Crevalcore, Ospitaletto e Olbia. Con tutto in pratica da giocare, il Legnano alla penultima giornata si deve recare proprio a Crevalcore, la società mette a disposizione un pullman gratuito alla tifoseria, per raggiungere e sostenere la squadra nella cittadina alle porte di Bologna, ma resterà vuoto. Solo poche persone seguiranno la squadra, che tra l'altro verrà sconfitta pesantemente per 5-1, con rete anche dell'ex tigrotto Gespi.

Nel campionato 95-96 in C2, torna il derby, impietoso il confronto sul campo e sugli spalti. Per la gara di andata solo una ventina di legnanesi in tutto, tra tribuna e popolari raggiungono lo "Speroni", che ribolle di entusiasmo e 4.000 presenze.

La ventina scarsa di legnanesi, entrano alla chetichella a gara iniziata, appendono lo striscione "boys", giusto l'attimo di prendere il goal di Tubaldo al 14' e toglierlo pochi minuti dopo.

Il meglio arriva nel derby di ritorno, 1.500 tifosi biancoblù, accompagnano al "Mari", la squadra di Mario Beretta, occupando per trequarti il rettilineo dei distinti e gran parte della tribuna. La tifoseria legnanese, che in pratica diserta tutta la stagione, cerca di rendersi presentabile all'appuntamento, ma poco avezza allo stadio, riesce nella rara impresa di sbagliare anche i propri colori sociali; presentandosi con bandiere e stendardi di un bel viola carico, quasi tendente al rosso. Memorabile, per i tifosi biancoblù, il rigore realizzato da Ferretti al 95', proprio sotto il settore della tifoseria legnanese. Una bella sciarpa biancoblù, sventolerà dai giorni prima del derby alle settimane successive in cima allo spadone di Alberto da Giussano.

Stagione 1995-96 che si conclude con la morte del Presidente Villa, colpito da ictus, proprio mentre usciva dal campo di allenamento di San Vittore Olona, con la squadra che doveva preparare i play-out contro il Cremapergo. Nella gara di ritorno a Crema sono diciotto i legnanesi presenti.

Tifoseria che praticamente latita, fino al campionato, 98-99, quando arriva alla presidenza del discusso Mauro Rusignolo, che riporta il club in C2, nella stagione successiva, aiutando notevolmente a ricompattarsi degli ultras locali, con biglietti omaggio e sovvenzioni per i pullman delle trasferte. Nel periodo si ha la nascita della "Brigata", gruppo che riesce a risvegliare la curva ed a portarla su livelli decisamente buoni con un nuova mentalità e un buon numero di tifosi in casa e in trasferta. Nascono nel periodo diversi gruppi minori.

Arriva la promozione in C2, e con essa il derby, che il Legnano vince in casa, dopo vent'anni.

Al ritorno la tifoseria legnanese si presenta in circa 500 persone tra tribuna e settore ospite, dove presenta una "coreografia", fatta probabilmente con i sacchetti per il riciclaggio dell'immondizia. Nell'annata nascono rivalità, cercate con Padova e Cremonese; con i primi con scontri fra le due fazioni ripresi dalle telecamere e mostrate su ogni TG. Nella stagione nasce il gemellaggio con i tifosi del Mestre, che in quella stagione contende la promozione alla Pro. Un gruppo, sosterrà gli arancioni, nei play-off contro la Triestina, andando allo scontro con i giuliani, solo perchè storici gemellati dei tifosi biancoblù.

Anno seguente, stagione 2001-02, si ripresenta il derby nella gara di andata, a Busto, nonostante i prezzi esosi importi dalla società legnanese (In epoca pre-euro 40.000 lire un biglietto di tribuna laterale) si bruciano già nella giornata di venerdì, 1.150 biglietti in sola prevendita, a cui si aggiungeranno altri duecento persone che comprano il biglietto direttamente agli sportelli del "Mari", giocando praticamente ancora in casa, con una vittoria che arriva al'86, grazie al goal dell'ex Marco Zaffaroni. Al ritorno sono poco più di 300 in tutto i tifosi ospiti allo "Speroni", per un pareggio deludente.

Nella primavera del 2002, la situazione societaria legnanese si aggrava, con il presidente Rusignolo, inquisito in varie vicende poco chiare; circa 150 ultras, sfilano per le vie del centro, per cercare di fare chiarezza sulla vita del sodalizio. Praticamente nello stesso periodo si sfilaccia la Brigata, con uno sbandamento dei gruppi ultras. Da segnalare nello stesso periodo l'opera del dentista tifoso, Marco Ciapparelli, a tratti anche dirigente del sodalizio, che promuove diverse iniziative nelle scuole locali, per creare nuova linfa.

A ridare slancio ed entusiasmo ci pensa però Marco Simone, cresciuto nel vivaio legnanese, proprio dando i primi calci sul vecchio campo di Via Lodi.

 
Il campionato di vertice dello scorso anno in C1 ridà lustro e smalto a Legnano e le presenze tornano ad essere naturalmente le più consistenti degli ultimi anni. Nella gara di Varese che in pratica consegna la promozione in C1, alla squadra di Motta, ex trainer biancoblù, sono circa 450 i tifosi che festeggiano il ritorno in una categoria da cui mancavano da vent'anni, con caroselli in centro.

La tifoseria legnanese si dichiara apolitica, può contare sull'apporto dell'organizzazione delle contrade del Palio, dove nei manieri spesso si ritrovano simpatizzanti, della squadra.

 Gli ultras sono stata affiancati negli anni da altri gruppi satellite quali: Falange Lilla, Vecchia Guardia, Gruppo Sbagliato Parabiago e Scalmanati. In questa stagione si nota la presenza di un insolito "Gruppo Bizzarro".

Negli tempo, le loro amicizie o gemellaggi non hanno certo portato bene alla squadre con cui si sono legati. Negli anni '80 da ricordare l'amicizia con gli scomparsi Ultras di Omegna, con la squadra poi fallita e rotolata in Prima Categoria; con i tifosi aostani, con il sodalizio vallese, che ha fatto la stessa fine dell'Omegna, idem per il Mestre. 

Agli inizi del nuovo millennio amicizie a livello personale con i mantovani, ma anche qui come si sono "sfiorati", i biancorossi, scesero notevolmente in classifica ed andarono incontro ad una forte crisi societaria. A sostenere i legnanesi nel play-out, contro il Savona nel 2004, diversi ultras della Pro Sesto.

Per le rivalità, oltre naturalmente alla Pro Patria, in ordine sparso Varese, i biancorossi "scipparono" letteralmente la curva ai padroni legnanesi nel CND nei primi anni 90, Novara, Cremonese, Pavia e Padova.

In questa stagione, sono state sottoscritte 570 tessere, con circa 1.300 presenze di media allo stadio "Giovanni Mari", ma avendo già ospitato le tifoserie di Ternana, Cremonese e Verona. Durante il campionato, alla tifoseria locale è stato proibito uno striscione, con una scritta in dialetto, presente da anni al "Mari", in quanto le forze dell'Ordine, chiaramente non autoctone, lo hanno ritenuto offensivo. Legnanesi, che hanno ripreso l'abitudine del "Lilla club", riprendendo le partite, e con l'avanzamento della tecnologia, hanno creato Legnano channel, sulla piattaforma di Youtube.

 

Legnanesi allo "Speroni" nel campionato 1995-96 

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