Società
Sportiva Venezia calcio spa (2005)*
*
Anno di adesione al Lodo Petrucci
Colori
sociali: maglia nera
con risvolti arancioverdi, calzoncini neri,
calzettoni neri con bordi arancioverdi
Sede
via Mestrina 77,
30172 Venezia-Mestre
Stadio "Pier Luigi Penzo", Isola
Sant'Elena, 30122 Venezia. Dimensioni (105 x 65) - Capienza 9.980
Sito
internet: www.veneziacalcio.it
Venezia città 71.500 abitanti - area lagunare 270.000 - totale provincia di Venezia 305.000.
Abbonamenti:
Stagione
2006-07: 3.773
Stagione
2007-08: 3.206
QUADRI
DIRIGENZIALI
Presidente: Arrigo Poletti
Vice-presidente: Ugo Poletti
Amministratore Delegato: Vincenzo Marinese
Responsabie area tecnica: Andrea Seno
Segretario generale: Leandro Casagrande
Comunicazione: Claudio Pea
Marketing: Alessandra Pierobon
Resp. sett. giovanile: Fabiano Speggiorin
Allenatore: Francesco D'Adderio sub. alla 3^ a Favaretto, sub. alla 1^ a Corradini Allenatore in 2^: Paolo Favaretto
Prep. atletico: Marco Micheli
Resp. sanitario: Dott. Leonardo Beggio
Fisioterapisti: Luigi Zanusso, Fabrizio Murtas
LE
ULTIME 6 STAGIONI
2001-02
Serie A 18° posto - Retrocede in Serie
B - All. Prandelli - Buso - Magni
2002-03 Serie B 16° posto
- All. G. Bellotto
2003-04 Serie B 20° posto -
All. Gregucci
2004-05 Serie B 21° posto
- Retrocede in Serie C1 - All. Ribas
- Glerean - Manzo - Fallimento, nasce la
S.S. Venezia con Lodo Petrucci
2005-06 Serie C2/a 1° posto - All.
Manzo - Di Costanzo
2006-07 Serie C1/a 4° posto - Eliminata
in semifinale play-off dal Pisa - All. Di
Costanzo
Arrivi: Veronese
(a76-Pavia), Zerbini (a79-Pizzighettone), O.
Brevi I° (d.67-Torino), Antenucci
(a84-Catania), Filippini (a87-Atalanta), E.
Brevi (c70-Siena), Striatto (p86-Itala S.
Marco), Pedrelli (d86-Verona), Pesoli
(d80-Vicenza), Teoldi (d85-Lumezzane), Teso
(c85) e Mateos (Brac80-Bassano)
Partenze:
Bono (c79-Lucchese), Florean (a81-Pergocrema), Mayer
(d70-Canavese), M. Moro (a84-Torino), Melucci
(d79-Ascoli), Piovesan (c75-Bassano),
Pradolin (c83 svin), Quagliatini (a87 svin),
Taccucci (d77-Monza), Caco (d86-Lumezzane),
Marfia (c85) e Corradi (c81-Ivrea), Momentè
(a87-Teramo), Pederzoli (d84-Crotone)
LA
ROSA 2007-08
Portieri: Aprea (77), Lotti (69),
Striatto (86)
Difensori:
O. Brevi I° (67), Grighini (Arg. 87), Mei
(81), Mandorlini (87), Pedrelli (86),
Pesoli (80), Scatamburlo (78), Tedoldi
(85), Teso (85)
Centrocampisti: E.
Brevi II° (70), Collauto (73), Mateos
(Ger.80), Mattielig (80), Pradolin (80),
Rebecca (83), Romondini (76)
Attaccanti: Antenucci
(84), Filippini (87), Gennari (72), Poggi (71),
Veronese (76), Zerbini (79)
PRO
PATRIA - VENEZIA
Biancoblù,
in serie positiva da quattro gare, in cui hanno
conquistato sei punti, segnato due reti e subita
solo una, alla caccia della vittoria che manca
dalla trasferta di Cremona, in casa dalla prima
giornata contro il Novara. L'avversario anche
questa volta sarà di quelli tosti, il Venezia di
Fulvio D'Adderio; una formazione che non nasconde
certamente, le proprie ambizioni di promozione,
come d'altronde altre in questo torneo.
La
compagine arancioneroverde, era partita con l'ex
secondo di Deschamps alla Juve, Corradini in
panchina, ma dopo una sola giornata, con la
sconfitta interna contro la Cremonese ha dovuto
alzare bandiera bianca, con una soluzione
pro-tempore affidata al secondo Favaretto, quindi
l'ingaggio dell'espero Fulvio D'Adderio, tecnico
con molta esperienza nel girone meridionale, sulle
panchine di Giulianova e Foggia, per citarne due.
La formazione lagunare in questa stagione ha già
conquistato 12 punti, che la collocano in quinta
posizione con la sorpresa Foligno e Novara. Ha
vinto tre gare, pareggiate tre e persa una, quella
dell'esordio contro i grigiorossi di Mondonico;
nell'ultimo incontro ha pareggiato in casa con il
Foggia per 1-1, con rete di Veronese, ex bomber
del Pavia.
Allo
"Speroni", D'Adderio, proporrà il
4-4-2, con cui và in campo da quando ha preso le
redini del Venezia, dovendo fare a meno di gran
parte della difesa, per le assenze di Pesoli, per
uno stiramento, oltre che di Grighini, Pedrelli
fuori da tempo così come Teso. In bilico anche
Oscar Brevi, per quello che è forse il giocatore
più atteso, visto i suoi trascorsi burrascosi con
la tifoseria biancoblù.......
Il
tecnico del Venezia, deve quindi mischiare le
carte, specialmente nel pacchetto arretrato, anche
se non dispera di recuperare almeno uno tra Pesoli
e Brevi.
Con
ogni probabilità lo schieramento in campo vedrà
alcuni giocatori fuori ruolo, gioco forza, per una
squadra molto esperta, con diversi giocatori oltre
i trent'anni; giocando spesso su ritmi compassati
ed improvvise verticalizzazioni per le punte, che
viaggiano quasi a ridosso della fascia. In
porta l'esperto Aprea, in difesa al centro i
problemi sono legati alle condizioni di Oscar
Brevi, che comunque domenica scorsa ha giocato, e
Pesoli, come detto, a sinistra Scatamburlo, già
incontrato con la maglia del Mestre negli anni
scorsi, ed a destra Mei. Tra i papabili
all'ingresso in campo Mandorlin, figlio del
tecnico del Siena, oltre a Tedoldi, con
quest'ultimo più probabile, nel ruolo di centrale
difensivo, ma che può essere impiagato anche
sulla corsia di sinistra. Elemento che Mr. Rossi,
conosce molto bene avendolo avuto nelle giovanili
del Lumezzane, portandolo all'esordio in prima
squadra.
Centrocampo
che vede gli esperti Collauto e Romondini sugli
esterni, rispettivamente a destra e sinistra.
Elementi in grado di portare qualità e quantità
alla manovra, con il secondo che spesso cerca la
conclusione dalla distanza, con già due reti in
stagione, di cui una su rigore. Reparto completato
dal trentaseienne Ezio Brevi, fratello di Oscar,
giocatore in grado di aprire il gioco e di
contrastare, con Mattielig o Filippini al fianco.
Ma D'Adderio potrebbe rivedere alcune cose
spostando Romondini nel suo vecchio ruolo in mezzo
e spostando Filippini sulla corsia esterna.
Alternative
sono Mateos, prelevato dal Bassano, nelle fasi
finali del calciomercato ed in predicato di
vestire la maglia della Pro. Ruolo di rifinitore
per Paolo Poggi, il quale negli ultimi tempi ha
arretrato il suo raggio di azione.
In avanti la coppia formata dagli esperti Marco
Veronese e Manolo Gennari; trentuno anni il primo
e trentacinque il secondo. Due attaccanti che
giocano molto larghi, pronti a sfruttare i lanci
dalle retrovie ed i tagli dai centrocampisti, a
quali offrono spazio per gli inserimenti centrali.
Veronese, temibile nei sedici metri anche sui
colpi di testa, è capocannoniere del girone con
cinque reti, senza nessun rigore, per un attacco
lagunare che ha segnato nove reti. Completano il
reparto Antenucci, giocatore rapido e veloce,
oltre a Zerbini, più un trequartista che una vera
e propria punta, elemento di ottima tecnica,
pericoloso sui calci piazzati, e che spesso viene
inserito dietro i due attaccanti oppure sulla
corsia di destra.
In
trasferta gli uomini di D'Adderio hanno
conquistato sette punti, tra i migliori come
rendimento esterno con Padova, Cremonese e
Cittadella; con due vittorie esterne ed un
pareggio, nelle tre gare disputate, in cui hanno
segnato quattro reti subendone solo una.
A
livello statistico la Pro Patria, non batte il
Venezia dalla stagione 76-77, quando i tigrotti
vinsero entrambi i confronti, espugnando il "Penzo"
per 1-2 alla 15^ giornata e vincendo in casa per
3-1. Sono passati ormai trent'anni......
La
nascita del Venezia Football Club, arriva
esattamente 100 anni fa, il 14 dicembre 1907,
quando, presso la "Trattoria da
Nane", nei pressi di Campo San
Bartolomeo, un gruppo di quindici atleti delle
Società Sportive Marziale e Reyer diedero
vita alla società calcistica.
Il
primo presidente designato fu Davide Fano, che
resse l'incarico fino al primo dopoguerra;
come un pò ovunque nel periodo c'è la
presenza di uno straniero, in questo caso lo
svizzero Walter Aemissegger, che divenne il
primo capitano della squadra. I primi colori
ufficiali adottati furono il rosso ed il blu,
con una casacca metà rossa e metà blù, che
furono però sostituiti già nel 1908, con gli
storici colori neroverdi. I primi allenamenti
ed incontri si svolgono alle Chiovere, presso
San Rocco, nella zona di Sant'Elena dove, nel
1913, venne poi inaugurato il campo di gioco
ufficiale, intitolato a Pier Luigi Penzo.
Nel
1909 il sodalizio neroverde raggiunse la
semifinale nazionale, per mancanza di
avversarie in zona. Nel 1912 approdò invece
alla finale nazionale del campionato, dove
perse seccamente contro la Pro Vercelli dopo
un doppio incontro concluso 6-0 a Venezia e
7-0 in Piemonte. Nel 1914-15 raggiunge le
semifinali Nord, ma poi non và più oltre.
Dopo
la Prima Guerra Mondiale, l'attività
calcistica a Venezia riprende con l'iscrizione
nell'allora massima serie, dove passa ancora
alle semifinali ma poi si ferma.Neroverdi
ancora in Prima categoria, nel 21-22 dove si
iscrivono alla scissionista campionato CCI.
Nel 25-26 vince il girone D, del campionato di
seconda divisione, passando in una categoria
assimilabile all'attuale Serie B. Al momento
dell'istituzione del girone unico di serie A,
nell'annata 1929-30, il Venezia si trova nella
seconda divisione, l'attuale serie B, dove,
dopo aver conseguito il settimo posto in
campionato; cambia denominazione in
"Società Sportiva Serenissima",
mutando anche il colore delle maglie che
diventeranno rosso veneziano. Assume il
nominativo di "Associazione Calcio
Venezia", nellla stagione 1933-34,
ritornando alle maglie neroverdi, con le quali
retrocede dopo gli spareggi ma viene
ripescata. Nell'annata successiva, rotola per
la prima volta in serie C, con direttore
tecnico il magiaro Imre Bekey, che gli anni
precedenti aveva fatto molto bene a Busto e lo
farà ancora in seguito.
La
società lagunare ha una veloce risalita, già
al termine della stagione 35-36 ritorna in B
e, nel campionato 1938-39 arriva anche la
prima storica promozione in serie A. Nel
1940-41, il Venezia che ha in squadra il
grande Valentino Mazzola ed in panchina
Rebuffo, conquista il suo primo e finora
unico trofeo nazionale, con la vittoria della
coppa Italia il 15 Giugno del 1941, a spese
della Roma, battuta per 1-0 al "Penzo",
con rete di Ezio Loik al 72', dopo aver
pareggiato l'andata 3-3.
La
formazione del Venezia che vinse la Coppa
Italia del 1940-41.
Fioravanti,
Piazza, Di Gennaro, Tortora, Puppo, Stefanini,
Alberti, Loik, V. Mazzola, Alberico - All.
Rebuffo.
Il Venezia vincitore della Coppa Italia 1940-41
Sulle
ali dell'entusiasmo, i veneziani, si piazzano
terzi in classifica alle spalle nell'ordine di
Roma e Torino, nel campionato 41-42. Nel
frattempo cedono con un grosso colpo di
mercato, per il tempo,il fiumano Ezio Loik e
il milanese Valentino Mazzola al Torino di
Ferruccio Novo, per la cifra record di un
milione di lire. Il terzo posto in quel
campionato rimane il miglior piazzamento di
sempre del Venezia nella massima serie.
Il
campionato 42-43, si gioca a singhiozzi per la
guerra con il Venezia che arriva al
quattordicesimo posto finale.
Nel 1944, i neroverdi arrivano primi nel
girone A, del Campionato Alta Italia, vincendo
poi la finale di Zona Veneta, passa alla
successiva griglia, che porta al terzo posto
nel girone Finale del Campionato Misto Alta
Italia. Arrivano ancora in finale di Coppa
Italia, ma questa volta ha la meglio il Torino
degli ex Mazzola e Loik per 4-0, nella gara
secca di Milano. Centravanti Pernigo che
poi vestirà la maglia della Pro in A.
Dopo
l'interruzione dell'attività sportiva, a
causa degli eventi bellici, i lagunari
conoscono un periodo di crisi, retrocedono una
prima volta dalla Serie A nel 46-47, risalgono
l'annata successiva ma nel breve volgere di
tre stagioni arriva la mesta retrocessione
nella terza serie, avvenuta nella stagione
52-53. Serie C in cui i neroverdi militano
sino alla stagione 55-56, quando salgono in
Serie B. Nel periodo dall'Inter, prelevano la
punta Enrico Muzzio dall'Inter, dopo un
campionato in prestito al Pavia, con cui i
lagunari nel campionato 57-58, sfioreranno la
Serie A. Salvezza sofferta nella serie cadetta
nel 59-60, ottenuta agli spareggi contro Monza
e Taranto, ma che serve da trampolino di
lancio per la promozione in Serie A nel
campionato seguente sotto la guida del
Commissario Straordinario Lorenzo Bettini e di
Carlo Alberto Quario in panchina.
Nella
massima serie nelle fila dei veneziani
troviamo Giovanni Invernizzi, poi allenatore
dell'Inter, oltre alla punta Pochissimo, il
portiere Magnanini e la mezzala Raffin.
Ottiene la salvezza con la dodicesima piazza.
Venezia in Serie A, stagione 61-62
Nel campionato successivo, troviamo nelle file
neroverdi il turco Can Bartu, noto per la
potenza dei sui colpi di testa e Bruno Mazzia;
la compagine veneziana però non ha molta
fortuna e retrocede con ventidue punti e
penultimo posto lasciandosi alla spalle il
solo Palermo, con il Napoli a fare compagnia.
Nei
successivi campionati in serie cadetta, cerca
più volte la risalita nella massima serie ma
senza successo; con un quattordicesimo posto
nel 63-64 in porta Bubacco, in difesa De
Bellis, in attacco Gennaro Rambone e Lucio
Mujesan, oltre a Piero Sartore, che poi negli
anni seguenti vestirà la maglia della Pro in
B ed in C. Nel 64-65 arriva un tredicesimo
posto con Camillo Achilli in panchina, in
campo il portiere Vincenzi e in attacco
Gaetano Salvemini, il tutto sotto la
presidenza di Mario Gatto.
Ritorna
in A, nel 65-66 con Segato in panchina e come
giocatori Ferruccio Mazzola (II°), Dino D'Alessi
e sempre Gaetano Salvemini in avanti.
Ferruccio Mazzola
Inizia però subito una repentina discesa che
porta, prima alla retrocessione in B, arrivato
dopo il diciassettesimo posto in Serie A, al
termine del campionato 65-66 con in formazione
Benitez, Bubacco, Beniamino Cancian, Ferruccio
Mazzola, Pochissimo e Bertogna. Scivola quindi
immediatamente in Serie C, dopo aver perso gli
spareggi contro Genoa, Perugia, Lecco e
Messina, con Giorgio Giorgi alla Presidenza ed
in panca Roberto Lerici.
Dalla stagione 68-69 fino alla 76-77 i
lagunari rimangono in Serie C, cercando con
alterne fortune la risalita; da registrare nel
campionato 68-69 la cessione del mediano
Nanni, al Verona, di cui diventerà una delle
colonne negli anni settanta.
Stagione
70-71, i veneziani hanno alla presidenze Bruno
Bigatton ed in panchina Enrico Radio, in porta
si alternano il livornese Terreni ed lo
scorzese Nevio Favaro, in attacco il duo
Bellinazzi-Scarpa, entrambi della laguna.
L'incontro
tra Venezia e Pro, del 13 dicembre si
trasforma in una beffa per i tigrotti, già in
crisi di loro. La gara si trascina sullo 0-0
in mezzo ad una nebbia fitta, con l'arbitro
che all'80' decide di sospenderla, tra le
ovvie proteste bustocche. Le due squadre
ritornano in campo il sei gennaio, con i
veneziani che s'impongono per 4-2. Una
sconfitta che poi avrà un peso sul cammino
della Pro, che si salverà solo per la miglior
differenza reti nei confronti della Triestina.
Un caso limite che i biancoblù, subiranno
un'altra volta a Cremona, dove però erano in
vantaggio con gara sospesa all''83!!! Lagunari
che al termine della stagione arriveranno al
quarto posto, distanziati però notevolmente
dalle prime.
Sesto
posto l'anno successivo, quarto nel 72-73 a
due punti dal Parma promosso, terzo nel 73-74.
Nel 1974-75 alla guida dei neroverdi c'è
sempre Bruno Bigatton che in panchina chiama
Cesare Meucci, in squadra da diverse stagioni
il centravanti comasco Bruno Bianchi a fare
coppia con Dino Spadetto, dal Milan arrivano
due giovani Walter De Vecchi e Emilio Trabalza
che poi arriverà alla Pro, entrambi difensori
di fascia.
Stagione 1975-76 in panchina Giuseppe Lupi,
che aveva guidato la Pro in B, nella rosa
ancora Walter De Vecchi, Nello Scarpa, Camozzo,
dal Milan altri giovani interessanti come
Lorini e Sartori, attuale d.s. del Chievo,
oltre al centravanti Aschettino di Barra in
provincia di Napoli ed il biondo Oscar Lesca
per un decimo posto finale.
1976-77
campionato disastroso per i colori neroverdi
che non si muovono quasi mai dall'ultimo posto
in classifica, retrocedendo per la prima volta
in Serie D. Rischia un altro clamoroso
scivolone salvandosi solo per un punto. La
risalita arriva nel 78-79, con il cambio di
presidenza, Bruno Bigatton abbandona dopo
essere stato per oltre un decennio alla guida
dei neroverdi ed al suo posto arriva Vittorio
Henirich, che chiama alla guida Umberto Rosa,
per un breve periodo la stagione precedente
sulla panchina della Pro in C. Il Venezia
risale in C2 al termine del campionato, con il
secondo posto alle spalle del Pordenone, con
Beniamino Cancian in panchina, che sostituirà
Rosa durante il cammino ed in squadra Lovato,
centrocampista anche lui brevissimamente alla
Pro.
Stagione
80-81 in panchina Dino D'Alessi giocatore ai
tempi della Serie A, in una squadra formata
quasi esclusivamente da lagunari, con Nello
Scarpa ancora sulla breccia ed undicesimo
posto nel girone B della C2.
Cambio di presidenza al via del campionato
81-82 con Pompeo Cesarini che sale in sella e
Paolo "ciapina" Ferrario come
allenatore, in campo l'estroso Walter
Sabbatini, che poi arriverà alla Pro.
Campionato che si conclude con la seconda
mesta retrocessione in Serie D, per peggiore
differenza di punti negli scontri diretti con
Avezzano e L'Aquila.
Categoria
da cui risale prontamente, vincendo con largo
margine, più sette sulla seconda Contarina,
ritrovandosi nuovamente in C2. Campionato
83-84, presidente Mazzuccato e allenatore
Gianni Rossi, in campo l'estroso Capuzzo,
Walter Malerba in mediana, Trevisanello come
stopper ed in avanti Gaspare Uzzardi, per un
piazzamento finale a ridosso delle prime;
stagione che passa alla storia per la sonante
vittoria interna per 7-0 contro la Brembillese,
ma anche per la sconfitta interna per 0-3 nel
derby contro il Mestre. Nella stagione 84-85 troviamo Francesco
Guidolin nella rosa ed anche nella stagione
seguente, con campionati di medio-bassa
classifica.
Campionato
di C2 girone B stagione 86-87, la prima
giornata vede contrapposti a Busto, Pro e
Venezia che pareggiano per 1-1; al 31'
tigrotti in vantaggio con il difensore Vito
Pocorobba, raggiunti al 45' da Mastini.
Estate del 1987, arriva la fusione con
l'Associazione Calcio Mestre, avvenuta sotto
la presidenza Zamparini; il quale, iniziò la
sua "carriera" da presidente,
investendo nella Vergiatese, perchè proprio
nella cittadina tra Busto Arsizio ed il Lago
Maggiore, ha da oltre 25 anni la sua
residenza, proprio dove aprì il primo dei
suoi "Mercatoni Zeta", portando la
squadra locale dalla II^ categoria, sino
all'Interregionale, salvo poi mollarla, per
passare al progetto "Venezia-Mestre".
Zamparini
decide di unire la storica squadra lagunare,
Venezia, con quella della terraferma il
Mestre, due società che da anni languono in
C2, senza particolari progetti, spesso e
volentieri alle prese con gravi problemi
finanziari, specialmente i neroverdi lagunari.
Mestre, nata ufficialmente nel 1929, con la
fusione di due diverse realtà locali, Calcio
Mestre e Spes, con maglia arancione e bordi
neri, aveva visto come punto massimo una volta
la Serie B, nel campionato 46-47, con
denominazione Mestrina.
La
società della terraferma, viaggia poi sempre
tra Serie C e D, cambiando più volte
denominazione da Mestrina a A.C. Mestre.
Vivendo un momento di fulgore nel campionato
81-82 quando viene promossa in C1, dopo aver
vinto il girone C di C2 con Giorgio Robazza
alla presidenza, Eddy Sartori come direttore
sportivo, Giorgio Rumignani in panchina, con
in formazione il portiere Cappellesso, i
difensori Trevisanello, Garbin, Groppi, Corò;
a centrocampo Ballarin, Tonetto, Moro e Vio,
guidato da Roberto Lenarduzzi, allo Pro nella
stagione 85-86. In avanti Luciano Speggiorin.
il bomber Rombolotto (10 reti) e Cavaglià.
Stadio "Baracca" di Mestre che si
riempe arrivando anche a punte di 10.000 unità,
nelle gare più importanti.
L'annata
successiva 82-83, con il confermato Rumignani
in panchina, con gli arrivi di Garaffa e Da
Re, sempre guidati da Lenarduzzi a
centrocampo, gli arancioneri partono bene mai
poi hanno un girone di ritorno in netta
flessione, concludendo la stagione con il
ritorno in C2, accompagnati proprio dai
tigrotti con cui pareggiano l'ultimo incontro
della stagione a Mestre, per 1-1; biancoblù
in rete Evert Skoglund (I°).
Una formazione del Mestre in C1, stagione 1982-83
Cercano la risalita immediata nel 83-84, con
in squadra il giovanissimo Andrea Cecotti, il
quale in diciannove presenze segna tre reti.
Squadra inizialmente affidata a Carlo Facchin
poi a Livio Fongaro che la conduce al terzo
posto a tre lunghezze dal Piacenza, seconda in
classifica e promossa con il Pavia.
Sopravanzando il Venezia con cui ritorna il
derby, giocato davanti ad un'ottima cornice di
pubblico, in entrambe le gare pareggia in casa per 0-0 e vincendo al
"Penzo" per 3-0. In una stagione in
cui il Mestre, infila anche altre vittorie
roboanti in trasferta come il 4-1 alla
Biellese e soprattutto il 6-1 al Pordenone; ma
anche in casa non scherza con due 5-2, il
primo alla Brembillese, mentre il secondo
ancora al malcapitato Pordenone che in due
gare dagli arancioneri si vede infliggere la
bellezza di 11 reti.
Nell'85-86
il Mestre si piazza a centro classifica,
chiudendo l'annata con Edy Reja, attuale
tecnico del Napoli. Nella stagione 86-87,
Robazza cede il passo a Luciano Scatamburlo,
che chiama in panchina Franco Fontana per
cercare la scalata alla C1. La squadra
presentava tra i pali Cappellesso, in difesa
l'ex trevigiano Zavarise con Intropido e Bazeu;
a centrocampo Tassiero, Cisco. In attacco,
quello che il meglio della categoria poteva
offrire al periodo come Ori, Bressani,
Giuseppe Folli e Guiotto. Giunge solo un terzo
posto che in pratica mette fine alla storia
dell'A.C. Mestre.
Il
Mestre cercherà di ripartire dai campionati
dilettanti, salendo fino alla C2, nel
campionato 95-96, rincontrando la Pro nelle
stagioni 96-97 e 97-98, campionati in cui i
mestrini si piazzeranno a centroclassifica.
Nel periodo in campo Manuel Spinale (Mantova)
a centrocampo. Ultimo colpo di coda del Mestre
nel campionato 2000-01, nel quale cercheranno
di contrastare la Pro, alla ricerca di un
posto nei play-off. Terzo posto finale con
inizialmente Dino D'Alessi in panchina, poi
Maurizio Costantini. In squadra Mattia Biso,
Manuel Arrieta, Tabbiani, Floccari il portiere
Cima, ma soprattutto il talento del buranese
Stefano Polesel che in 28 gare segna 13 reti.
Un talento puro, che come molti altri ha poi
preferito altre vie. Presente anche
Scatamburlo, nell'attuale rosa del Venezia.
Arancioneri che arrivano ai play-off, dove in
semifinale superano la Pro Vercelli, vincendo
in Piemonte 1-2 e perdendo in casa con lo
stesso punteggio, ma che vale lo stesso
l'approdo in finale dove incontra la
Triestina, perdendo entrambi i confronti per
2-0.
Nel
2001-02, arriva Galderisi in panchina, in
sostituzione di Costantini, il quale poco dopo
ritorna in sella, con la rosa degli anni
precedenti confermata, a cui si aggiunge anche
Lorenzo Severi, per un brevissimo tempo di
passaggio nella "Berretti", biancoblù.
Stagione
02-03, crollo della compagine arancionera che
retrocede in Serie D, perdendo i play-out
contro la Pro Vercelli. Una retrocessione che
porta al fallimento della società.
Zamparini, nell'estate del 1987, con grande
sforzo, riesce a mettere insieme le due
compagini, Venezia e Mestre dando il via al
progetto "Venezia-Mestre", con
maglia nera e bordi verdi-arancio che
richiamano i due precedenti sodalizi. Convinto
delle potenzialità della piazza, con un
occhio inizialmente più attento al Mestre.
L'operazione non è certo indolore e provoca
come ovvio, un'iniziale crisi di rigetto in
entrambe le tifoserie con diversi tensioni che
si protrarranno per diversi anni. Il primo
anno la società, allo stadio
"Baracca" di Mestre, mentre un
gruppo di vecchi soci e sostenitori dei
neroverdi, cerca di rifondare una società che
arriverà a salire fino all'Interregionale nel
90-91, con il nome di Calcio Venezia e campo
di gioco nello storico "Penzo".
Ottenendo una sofferta salvezza, ma che non
servirà alla sopravvivenza del club che
nell'estate del 91, scompare.
Il
nuovo sodalizio "Venezia-Mestre",
conquista al primo tentativo la promozione in
serie C1, trovando il suo battesimo proprio a
Busto Arsizio, contro una delle peggiori Pro
di sempre, quella della stagione 87-88, che
poi porterà al tracollo fino all'Eccellenza.
2-1
il risultato finale, con vittoria beffa al 92'
per gli ospiti, che avevano in porta l'ex
Roberto Dore, un'ottima rosa con Ori e Guiotto
dal Mestre, Lomanno (ex Omegna), Frascella,
Marchetti, gli esperti Giuliano Fiorini,
bomber implacabile, Attilio Sorbi a
centrocampo, Pederzoli, il giovanissimo
Michele Serena, guidati dalla bandiera della
Serie A, Ferruccio Mazzola. Al termine della
stagione i neroverdiearancio salgono in C1.
Zamparini
mette l'esperto Gianbattista Fabbri come
responsabile tecnico, in squadra l'ex
difensore di fascia biancolù Felice Tufano,
oltre a veri e propri marpioni della categoria
come Claudio Bencina a centrocampo, in avanti
Angelo Crialesi e Raffaele Solimeno con un
decimo posto finale.
Nell'estate
del 1989 riassume la denominazione di
Associazione Calcio Venezia, suscitando non
poche polemiche sia a Mestre che a Venezia.
Stagione
1989-90, parche con Antonio Pasinato in
panchina alla ricerca della promozione,
fermandosi al quarto posto, con Sabadini alla
guida nel finale di stagione.
Nel
1990-91, Zamparini pesca dal Baracca Lugo (C2)
l'emergente Alberto Zaccheroni e lo mette in
panchina, con il fido Baffoni come preparatore
atletico, con una rosa che vede Paolo
Poggi (ancora al Venezia), Armenise, Bosaglia
in porta, Fasce sulla sinistra, Filippini,
Frascella, Lizzani e Bertoni in difesa,
centrocampo con Renzo Gobbo in attacco Zanin,
Marco Rossi, Fiorio e Civeriati. Arriva il
ritorno in serie B, nello spareggio di Cesena,
vinto per due reti ad una contro il Como di
Bersellini, che presenta in squadra Pedone ed
Andrea Seno che poi saranno al Venezia. Il
secondo è l'attuale responsabile dell'area
tecnica dei lagunari.
Nella
serie cadetta, Zaccheroni è confermato in
panchina ma inizierà uno storico rapporto
conflittuale con Zamparini, coppia d'attacco
di livello con Enio Bonaldi e Sasà Campilongo
(attuale allenatore del Foggia). In porta
Massimiliano Caniato, alla Pro sul finire di
carriera con scarsa fortuna, ma che in laguna
avrà il suo miglior periodo, Marco Del
Vecchio, Di Già, De Patre, Maiellaro e Pietro
Mariani, padre di Jacopo che alcune stagioni
fa provò la carriera di calciatore nella Pro,
tra C2 e C1. Stagione chiusa all'undicesimo
posto, con cambio di panchina con Peo Maroso,
per poi far ritornare ancora Zac.
Stagione
93-94, attacco con Cerbone, Carruezzo,
Campilongo, Petrachi, oltre a Dal Moro,
Servidei con un bel gruppo della nostra zona
formato da Tomasoni, Paolo Vanoli, Mirco Conte
e Bosaglia, guidati dal varesino Peo Maroso;
con sesto posto finale in B.
Campionato
Serie B 1994-95, nel Venezia troviamo un trio
biancoblù Tramezzani, Ambrosetti e Mazzantini,
oltre a Willy Pittana, Tentoni, Centurioni,
Barollo ed un certo Christian Vieri che
raccoglie 29 presenze con undici reti. Nono
posto finale con panchina caldissima tra
Maifredi, Ventura-Bui, Geretto, Ancora Ventura
ed infine Rossi-Geretto.
95-96
in porta Flavio Roma (da anni al Monaco nel
campionato francese), Valeriano Fiorin,
Mirco Sadotti, Fogli e due ex biancoblù, in
porta Andrea Mazzantini ed a centrocampo Beppe
Scienza. Tredicesimo posto in Serie B, con
Bellotto che sostituisce Pippo Marchioro alla
9^ giornata.
Stagione
96-97, attacco Polesel, Andrea Silenzi, Davide
Pellegrini (II°), Claudio Bellucci (ex
Bologna ora Samp), in porta Landucci, a
centrocampo con Zironelli, Cristiano Zanetti (Inter
e Juve), oltre a Dario Passoni (Inter, Chievo,
Livorno, Siena, Uralan Elista).
Dopo
sette stagioni in cadetteria, con Zamparini
che divora allenatori, il Venezia, guidato in
panchina da Novellino, riconquista la serie A
dopo trentun anni di assenza, nel giugno del
1998, grazie al secondo posto ottenuto dietro
alla Salernitana.
Nella
rosa Stefan Schwoch con 17 reti, poi Pavan,
Miceli, Dal Canto, Gregori, Luppi e con due
presenze anche Bazzani.
Buon
piazzamento nella massima serie, nella prima
stagione, dove giungono undicesimi, con Fabian
Valtolina titolare fisso con 29 presenze e tre
reti, di cui una che in pratica regala la
certezza della salvezza, alla 31^ giornata nel
derby con il Vicenza al "Menti",
andando in rete all'89' per l'1-2 finale.
Altra rete decisiva alla 15^ giornata, in
Venezia-Empoli 3-2, chiusa nel primo tempo
sotto di due reti. "Valto" dà il
via alla rimonta con una rete 56'. Terza ed
ultima rete alla Sampdoria, ma ininfluente sul
risultato. Nella rosa Taibi, Carnasciali,
Pistone, Pippo Maniero, ma soprattutto da
Gennaio l'arrivo del "Chino" Recoba,
che lega subito con Novellino, non per niente
se lo è ripreso al Torino, quest'anno.
Diciannove presenze, undici da titolare con 10
reti, che sono decisive per la salvezza degli
arancioneroverdi.
Retrocedendo
però nell'annata seguente, 1999-00, partendo
con Spalletti come allenatore, quindi
Materazzi e poi Oddo; Valtolina sempre
innamovibile con 31 presenze e quattro reti,
Sergio Volpi, Beppe Iachini, Luppi, Pippo
Maniero, Ganz e Bettarini. In squadra gli
stranieri Nanami dal Giappone, il portiere
austriaco Konsel, che si alterna in porta con
Casazza, lo slavo Petkovic, il brasiliano
Bilica, lo scarto del Milan N'Gotty, e con
spezzoni Ibertsberger e Rukavina.
E'
Cesare Prandelli nel 2000-01 a riconquistare
la massima serie, con ancora Fabian Valtolina
protagonista con 28 presenze e quattro reti,
altri protagonisti sono Bettarini con 34
presenze e cinque reti, Bazzani, Di Napoli,
Maini, Maniero, Brivio e Conteh.
In
Serie A, però i lagunari sono protagonisti di
una stagione sfortunata, culminata con
l'ultimo posto in graduatoria con in porta
Generoso Rossi, che subisce 56 reti in 31
gare. Valtolina conclude la sua esperienza in
laguna, passando alla Sampdoria, con 24
presenze, di cui sei da titolare e sedici
entrando dal campo, con una rete. In panchina
Cesare Prandelli viene poi sostituito dalla
coppia Sergio Buso-Alfredo Magni. Intanto il
progetto zampariniano, naufraga sulla
costruzione del nuovo stadio di
"Tessera"; uno stadio da circa
30.000 persone, che doveva sorgere sulla
terraferma, con centri commerciali ed altro.
Zamparini comincia a staccarsi dalla società,
cedendo le redini al d.s. Vigoni e come A.D.
Alessandro Castellini.
Nel
2002-03 l'allenatore è Franco Bellotto, in
rosa anche l'ex tigrotto Luca Ceccarelli, che
però non trova praticamente spazio; pescando
però il brasiliano Amantino Mancini a
gennaio.
Il
resto è storia recente, 2003-04 con la
presidenza Dal Cin, con una salvezza sofferta
sul campo con l'ex difensore della Lazio,
Gregucci in panchina, fino al triste
fallimento dell'estate 2005, inframezzato dal
"caso Maldonado", che porta alla
retrocessione in C1 dei genoani.
Arriva
il salvataggio del titolo sportivo, grazie al
Lodo Petrucci, da parte della nuova proprietà,
costituita dalla famiglia Marinese, dai
fratelli Poletti e Brugnaro, ripartire dalla
C2, con la nuova denominazione di Società
Sportiva Venezia. Con Nello Di Costanzo vince
subito il campionato, con in rosa molti
giocatori veneziani o quanto meno lagunari; la
scorsa stagione, sempre con Di Costanzo in
panchina, raggiunge i play-off dove in
semifinale viene eliminata dal Pisa, sconfitta
interna per 1-0 e 3-1 in Toscana.
GLI
EX
Si comincia subito bene, con il mitico
Imre Janos Bekey, allenatore ungherese di fama internazionale, già alla guida dell' M.K.T. di Budapest, una delle più importanti squadre magiare del tempo e di tutta Europa, dove aveva giocato da centromediano, vestendo anche la maglia della nazionale.
A Busto fu il primo vero allenatore della storia della società. Incarnava in pieno lo spirito austro-ungarico, che ancora aleggiava sull'Europa del tempo, era un tecnico scrupoloso, severo, rigido nell'applicare la disciplina sia in campo che fuori; ma soprattutto era un vero appassionato al gioco del calcio, con alcune idee innovative, che guardava già con molto interesse alla preparazione atletica dei calciatori, trovando in questo una valida sponda alla Pro, con Carlo Speroni, campione del mondo ed olimpionico di marcia, al tempo preparatore atletico dei
tigrotti.
Il suo arrivo alla Pro, non passò certamente inosservato, sia per la valenza del nome, sia perchè fu fonte di un profondo dissidio societario, che provocò una scissione tra i membri del consiglio, che ritenevano superflua la spesa per un allenatore, lasciando in pratica il solo Presidente Marcora, con il Dott. Caimi e pochi soci di minoranza a mandare avanti la società. Alla Pro fu una vera propria istituzione, allenando e costruendo un vero e proprio settore tecnico sia negli anni della Divisione Nazionale (l'attuale Serie A) che in seguito in B ed in terza serie, per una decina d'anni in biancoblù seppure in epoche diverse. A Venezia fu allenatore per una sola stagione nel 34-35 in Serie B; da segnalare che il tecnico magiaro allenò tutte e tre le squadre venete con la V, Vicenza, Verona e Venezia.Nel Venezia che nel 1944 raggiunge la finale di Coppa Italia troviamo, troviamo l'attaccante
Pernigo, poi bomber della Pro in Serie A tra gli anni 40 e 50
Venezia in finale Coppa Italia 1944, con il pallone in mano, Pernigo
Si
passa ad un altro bomber, di quelli che fecero
impazzire di gioia il vecchio comunale di via Cà
Bianca, Enrico Muzzio. Un nome che da solo
scalda ancora gli aficionados storici dei
biancoblù. Uno dei migliori centravanti che
ebbe la Pro negli anni 60. Parte nelle giovanili
dell'Inter poi Pavia, quindi un biennio a
Venezia nel 56-58, dove viene mandato in
prestito alla Novese, quindi ritorno in Laguna,
dove sfiora il salto in Serie A, Casale e quindi
finalmente in biancoblù, dove rimane quattro
stagioni dal 1960 al 64, tutte in Serie B.
Attaccante difficile da controllare, con grande
senso del goal. Due reti il primo anno, ma in
sole 12 presenze, quindi 17 la seconda stagione,
metà del bottino complessivo dei tigrotti in 32
partite. Favolosa ed indimenticabile la cinquina
al Parma; si letto bene cinque reti tutte da
solo in un solo incontro. La prima rete ad
inizio gara su punizione, poi per un'ora si
dimenticò della rete avversaria, per svegliarsi
negli ultimi 19' di gioco, con un poker, l'anno
successivo sempre tigrotto 36 presenze e 12 reti
in serie cadetta nel 63-64, che poi lo portano
in Serie A, direzione Spal.
Il bomber Enrico Muzzio, con la maglia della Spal
.
Sartore con la maglia del Venezia e della Pro
Sempre
punte, con Piergiorgio Sartore che la Pro
preleva proprio da neroverdi nel campionato
64-65 in Serie B. Una sola stagione sotto le
insegne di San Marco, mentre a Busto sono due le
annate; l'ultima della Serie B nel 65-66 e poi
nel 66-67 in C entrambe con 9 reti, prima di
tornare nella serie cadetta con il Novara. Nel
74-75 al Venezia arriva, Emiliano Trabalza jolly
difensivo scuola Milan, per lui 19 presenze ed
una rete, passando poi alla Pro nel novembre del
76 , dove rimarrà tra infortuni muscolari vari
fino al termine della stagione 77-78, con
complessivamente 34 presenze, 14 nel primo
campionato.
Stagione 1976-77, sulla panchina veneziana siede
Giuseppe Lupi, che aveva guidato la Pro in B,
dopo il periodo glorioso di Piero Magni.
Allenatore della Pro, nel 77-78 è lo sfortunato
Paolone Barison, che morirà tragicamente in un
incidente d'auto sulla Mi-Ge, all'uscita di
Andora, coinvolgendo anche Gigi Radice. Barison,
fu l'attaccante centrale dei veneziani nel
54-55.
Nel Venezia che vince il campionato di Serie D,
nel 78-79 troviamo due ex inizialmente in
panchina Umberto Rosa, per un breve periodo
sulla scottante panchina biancoblù nel 76-77;
in campo Lovato, veneziano, alla Pro nel 77-78
in C, arrivato dalle giovanili del Milan, per
lui sette presenze e due reti.
Al "Penzo", nella stagione 81-82, in
C2, gioca l'estroso Walter Sabbatini, giocatore
di grande tecnica e talento, ma senza la
necessaria volontà di essere atleta e
calciatore. Con i neroverdi raccoglie 27
presenze e due reti. Alla Pro arriva nel
campionato 83-84 in C2, precampionato stellare,
in un'amichevole con l'Inter, fa impazzire
Bergomi, Collovati e Bagni; da cineteca la sua
azione prolungata sulla fascia destra, con
doppio dribbling a rientrare che manda a terra
Bergomi e Bagni. Lo farà ancora diverse volte in
partita. In campionato si dimostra discontinuo,
raccogliendo 28 presenze ed una rete.
Venezia 83-84 in C2, uno degli attaccanti è
Gaspare Uzzardi con 32 presenze e 4 reti, A
Busto sarà il secondo di Mario Beretta. Il
laterale di spinta Tufano (63) nella Pro in C2
nel campionato 85-86 con 28 presenze ed una rete
mentre con i lagunari in C1 9 presenze
nell'88-89. Roberto Dore, portiere sardo (di
Gonnostramatza in provincia di Oristano) della
sfortunata stagione in C1 82-83, con 15
presenze, risulta il primo portiere della
squadra veneta della fusione zampariniana e nel
vittorioso campionato di C2 87-88 giocando da
titolare con 34 presenze e solo 20 reti subite.
Roberto Dore, con la maglia della Pro in C1 stagione 82-83
Massimiliano
Caniato alla Pro nel biennio 2000-02, proprio a
Venezia, dove approdò dall'Inter, ebbe il
periodo migliore della sua carriera con 48
presenze complessive in Serie B, nei campionati
91-92 e 92-93. Nell'89-90 in Serie C il
centravanti dei lagunari è Riccardo "bobo"
Gori, con 24 presenze e sei reti. Alla Pro nella
stagione 95-96 10 reti in 26 presenze.
Il trio Tramezzani, Ambrosetti e Mazzantini, nel
campionato 1994-95 in Serie B, con Ambrosetti
che raccoglie 18 presenze e mettendo a segno 3
reti. Tramezzani, invece, arriva a Novembre
raccogliendo 16 presenze e 10 nella stagione
successiva, quando poi si trasferisce a Cesena
sempre nel calciomercato autunnale. Entrambi
schierati sulla stessa corsia esterna con
Tramezzani terzino fluidificante ed Ambrosetti
ala.
Un
giovane Paolo Tramezzani, con la maglia dei lagunari
Nel
95-96 troviamo Beppe Scienza titolare con 36
presenze, il quale poi chiuderà la sua carriera
a Busto, in C2 nel 2000-01, con più ombre che
luci.
Valtolina, è stato un vero idolo dei supporters
arancioneroverdi per le grandi partite disputate
in Serie A e B, per quattro stagioni complessive
con un ottimo triennio nella massima serie,
lasciando un ricordo importante sia per la
serietà, sia per l'impegno sempre dimostrati,
che per l'abilità tecnica e la velocità che
spesso hanno fatto la differenza. Nel Venezia
nei campionati 98-99 (Serie A, 29 presenze e 3
reti), 99-2000 (Serie A, 31 presenze e 4 gol),
2000-01 (Serie B con promozione in A, 28
presenze e 4 reti) e 2001-02 (Serie A, 24
presenze e 1 rete). Per un totale complessivo di
112 presenze e 12 gol, di cui 84 partite ed 8
gol in A, e 28 incontri e 4 reti in B,
diventando uno degli idoli della curva di casa
la Morosini, con reti significative nella storia
del club veneziano.
Luca Ceccarelli, invece è stato una vera e
propria meteora in laguna in Serie B, dove arrivò
dall'Inter, che lo aveva prelevato dal
fallimento della Fiorentina di Cecchi-Gori,
nella stagione 02-03, senza raccogliere un solo
gettone di presenza, passando poi a Gennaio alla
Fermana in C1. Per ultimo l'attuale allenatore
degli Allievi nazionali della Pro, Francesco
Frascella, per anni difensore del Venezia-Mestre.
Con il Mestre senz'altro da ricordare Andrea
Cecotti, che con gli arancioneri, ebbe
in pratica la sua prima vera stagione, dopo le
presenze in A, con l'Udinese, raccogliendo poco
più che ventenne 19 presenze e tre reti.
Altro ex con i mestrini Roberto Lenarduzzi (53),
58 presenze e 4 reti, tra C2 e C1, nel biennio
81-83; in biancoblù nel campionato 84-85 in C2,
con 28 presenze.
Non è propriamente un ex ma il veneziano di
nascita ma residente mestrino Tommaso Rocchi
(19.9.77), cominciò proprio la sua carriera da
professionista. nella Pro Patria, stagione 96-97
con 27 presenze e 6 reti, a soli diciannove
anni.
L'ESORDIO
DEL VENEZIA-MESTRE ALLO "SPERONI"
Busto
Arsizio, 20 Settembre 1987, stadio "Carlo
Speroni"
Pro
Patria:
Mazzantini, Federico, Cecotti,
Morassuto, Tumiati, Tibaldo, Fazio (65'
Diana), Bollini, Onorini, Marino, (89'
Pessina), Giandebiaggi.
In panchina:
Bucci, Obbedio, Diana - All. Pierangelo De
Bernardi.
Venezia-Mestre:
Dore, Pevarello, Pederzoni, Favaretto,
Frascella, Ori (70' Beghetto), Zanuttig (46'
Lomanno), Restelli, Guiotto, Mantovani,
Marchetti.
In
panchina: Bianchet, Valle, Serena - All.
Ferruccio Mazzola (II°)
Arbitro:
Sig. Cirotti di Roma
Marcatori:
24' Onorini (P), 47' Marchetti (VM), 91'
Pevarello (VM)
Cronaca:
una Pro garibaldina, sorprende in velocità
un Venezia-Mestre ben più compassato. Il
grande ritmo dato dai giovani tigrotti
frutta il goal di Onorini ed un paio di
occasioni che Marino e Giandebiaggi non
riescono a sfruttare. Gli ospiti, una vera
corazzata per la categoria, con l'ex Dore in
porta, stanno a guardare poi nella
ripresa approfittano del calo dei biancoblù
e della loro inesperienza, infatti a tempo
abbondantemente scaduto un errore in area da
via libera a Pevarello che, indisturbato
realizza.
A
distanza di venti anni impressiona la rosa
dei tigrotti, veramente in linea verde. In
porta il diciannovenne Andrea Mazzantini,
poi al Venezia in B, ma anche con le maglie
di Inter, Ancona e Perugia in Serie A.
Secondo portiere Luca Bucci (Parma,
Torino, Perugia e Nazionale) all'epoca
18enne, per quell'unica sua presenza con i
tigrotti.
Andrea Mazzantini, in neroverdearancio
Difesa
con Federico, Ceccotti i più anziani,
rispettivamente 24 e 25 anni, al centro due
prodotti del vivaio il bustocco Massimiliano
Tumiati ed il legnanese Fabione
Tibaldo, vent'anni il primo e sedici appena
compiuti il secondo !!!
Centrocampo
con Dino Morassutto, altro ragazzo del
vivaio diciassette anni e mezzo con Onorini
(27), Fazio (23) e Bollini (21) oltre a
Giorgio Diana (22). In avanti la
bellissima coppia Umberto Marino (19) e
Marco Giandebiaggi (18) oltre
"all'esperto" Pessina (25). In
panchina Giacomo Diana (18), anch'esso dal
vivaio, il forte Obbedio, altro diciottenne
che inspiegabilmente, non trovò mai posto
in prima squadra, facendo furore invece nella
"Berretti". Un vero mistero,
considerando poi i numerosi campionati di
alto livello di B e C1, che disputò
in seguito.
Una
formazione Primavera, più che una squadra
da C2, che schierava un sedicenne al centro
della difesa ed in avanti una coppia forte,
ma alla primissima esperienza di calcio
vero. Marino in seguito vincerà diversi
campionati di C1, andando spesso in doppia
cifra, "il Giande", sarà una
delle colonne di Parma, Cremonese e Verona
tra A e B.
Resta
il rammarico, oltre ovviamente alla
scomparsa di Cecotti, per quello che poteva
essere quell'imbarcata di giovani di qualità,
se solo avesse avuto una società alle
spalle, tenendo conto che sino alla fine del
girone di andata era pienamente in corsa per
la salvezza, ma quell'anno la fortuna aveva
deciso veramente di guardare da un'altra
parte.
Da
segnalare nella panchina degli ospiti la
presenza di Michele Serena, al tempo
anche lui giovanissimo, poco più che
diciassettenne, poi in forza a Juve,
Fiorentina, Sampdoria, Atletico Madrid,
Parma ed Inter.
Ovvero,
storia di un amore troncato sul nascere e
che finisce male.
Per
carità grande giocatore di temperamento
uno di quelli che da solo vale, meglio
valeva, data l'età attuale, una
squadra; uno che ha il puro spirito del
tigrotto, che avremmo voluto vedere
molto volentieri con la nostra maglia;
uno che a trentatre anni concludeva
il campionato di C1, con il Lumezzane e
che ha toccato la serie A la prima volta
a trentacinque anni suonati in
Como-Empoli 0-2. E la scorsa stagione a
trentanove primavere l'ha riassaggiata
con il Toro, di cui è diventato anche
capitano.
Nel
95-96 era tra i papabilissimi a
diventare uno dei ragazzi di Mario
Beretta, e probabilmente quell'anno
avremmo visto un altro campionato, sarebbe
sicuramente diventato un beniamino,
invece non fu così. Non bastarono
i buoni rapporti con Caravatti e la sua
lunga esperienza a Gallarate per quattro
anni, l'anno prima con Mario Beretta al
Corsico......
Già
Corsico, nasce tutto da lì, da
quel sabato pomeriggio del 19 Novembre
94, in quel campo sportivo alle porte di
Milano, per il campionato di CND, 94-95.
La Pro di Venturini, si presenta sul
terreno di gioco, con trbunette a
ridosso del terreno di gioco, contro
quella che era indicata come una delle
candidate al salto di categoria, in
squadra Terni, Brevi, Comi e molti
altri che faranno strada, tra cui un
certo Mario Beretta in panchina. Gran
gioco dei padroni di casa, ma la Pro
garibaldina risponde benissimo e mette
in difficoltà i padroni di casa,
Salzano para un rigore, poi Caso segna,
mentre i circa 200 tifosi biancoblù
incitano a gran voce la squadra, in uno
stadio in cui praticamente non c'era
nessun altro. Spicca in campo un
giocatore dai pochi capelli, grintoso,
roccioso ed incazzoso come pochi, tutti
a rimirarlo e strappa anche applausi ai
tifosi biancoblù, lui invece capisce
male, o è proprio il caratteraccio che
si porta dietro, così prima della
mezz'ora di gioco passa proprio sotto il
settore sotto i tifosi della Pro, e si
mette a tirare zolle e sassi dal campo,
come se piovesse. Da lì in avanti è
una guerra continua, anche se nella
ripresa và per breve tempo sulla fascia
opposta. Al raddoppio biancoblù, con
Aquilante, diventa delirio e Oscar
Brevi diventa ancora più un bersaglio.
Partita che in pratica diventa solo un
match, Oscar Brevi-tifosi Pro. Al rigore
di Comi che accorcia le distanze, Brevi riporta
subito palla in mezzo, provocando
vistosamente i tifosi della Pro ed
incita i compagni a dare tutto nel rush
finale.
Triplice
fischio finale in campo, Corsico- Pro
1-2, con Brevi che fa gestacci e invita
i tifosi ad aspettarlo fuori. Ovviamente
i tifosi della Pro accettano, per un
paio d'ore abbondanti, l'uscita del
campo sportivo di Corsico è presa
d'assedio. Poi "il
simpatico" Oscar, viene fatto
uscire da un'altra parte.
Il Martedì
successivo dalle colonne della Gazzetta
dello Sport, il delirante sproloquio, da
vero "premio Oscar" di
Capozucca, al tempo d.s. dei milanesi,
che accusava i tifosi della Pro di aver
tentato di dar fuoco al locali
dell'antistadio ed al bar
dell'impianto.
Nell'estate
del 95 tra Busto e Gallarate
si và verso la più completa
collaborazione calcistica, arriva
Beretta, molti degli arrivi sono
assisti da Capozucca che ha un feeling
stretto con Caravatti. L'arrivo che ci
si aspetta allo "Speroni" è
lui Oscar Brevi, nonostante tutto, sarebbe
perfetto. Arriva invece una doccia
gelata, per una serie di ripicche,
finisce a pochi chilometri a Solbiate,
con Garavaglia. Il 17 Dicembre 96, và
in scena Solbiatese-Pro Patria, il
"Chinetti", è tutto biancoblù
con oltre un migliaio di persone. Chinetti
che come impianto, ricalca molto quello
di Corsico, con tribune a ridosso del
campo. Pronti via e parte subito
una nuova guerra con Brevi, che comincia
a menare botte e falli a chiunque, un
paio di risse in campo, mentre sugli
spalti gli animi sono sempre più
accessi, all'ennesimo fallo "da
Oscar", l'invasione sembra ormai
cosa fatta, ma poi torna la
calma. Sarà guerra per tutto
l'incontro, con decine di persone che
sia sotto la tribunetta centrale che
lungo lato opposto, insegue Brevi
ovunque vada. E lui, dal
campo, non le manda certo a dire.
Anche a fine partita quando dopo il
triplice fischio finale, sono
diverse centinaia di tifosi biancoblù che
spingono per entrare in contatto con
lui, sia dal campo che aggirando da
dietro gli spogliatoi e, qui arriva
un'altra scena "da Oscar",
mentre abbandona il terreno di gioco,
dopo il fischio finale cerca di avvicinarsi
alla recinzione e invita ad andarlo a
prendere. Detto fatto !!! ...... Uscirà
ancora una volta in leggero ritardo
!!!!! Nel campionato successivo le
cose vanno un pelino meglio, solo perchè
Oscar, salta la gara di andata.
Quest'anno
arriva anche con il fratello Ezio.....
MILANO
LAGHI - VENEZIA, CHE TRAFFICO !!!
Che
la Milano-Venezia sia notoriamente
trafficata, quasi al collasso quotidiano
è sotto gli occhi di tutti, lo
stesso se non peggio è la Milano-Laghi
nel tratto Malpensa/Busto-Milano, ovvero
l'autostrada più vecchia d'Europa datata
1923-25, con la radio che già
alla mattina puntale alle ore 7.00 ti
racconta "lunghe code e traffico
bloccato in entrambi sensi di
marcia." Che sulla Serenissima
autostrada, il passante di Mestre sia uno
dei nodi gordiani del traffico del
Nord-Est è arcinoto, ma sembra che i
lavori procedano, mentre per la
Pedemontana.......
Uno
dei "principali" colpevoli è
stato senz'altro Zamparini, il quale dopo
la fusione tra Venezia e Mestre, cominciò
a dirottare giocatori dalla nostra zona
alla laguna, forse perchè dal suo eremo
di Vergiate, a pochi chilometri da Busto,
potè visionarne molti. L'elenco parte da
Tomasoni libero del Venezia-Mestre, nativo
di Gallarate, quindi Mirco Conte da
Tradate, Paolino Vanoli da Gavirate, gli
ex tigrotti Valtolina ed Ambrosetti il
primo dal saronnese mentre il secondo
da Bosto. Davide Pellegrini da Varese,
Bosaglia da Turate, il borgomarenese
Beppe Scienza, altro ex. Il bomber Marco
Del Vecchio da Arese, per arrivare alle
promesse mancate Bertani, dal rione San
Paolo di Legnano, Valerio Mazzuccato
da Cerro Maggiore, Emiliano Rufo-Verga da
San Vittore Olona e Raffaele Paolino da
Parabiago, passato anche per le giovanili
biancoblù. Senza dimenticare Beppe
Marotta, che per anni ha fatto il general
manager a Venezia, e che ha cominciato
nella Solbiatese. Traffico ancora più
inteso se si considera "i
milanesi", come Filippini, nato in
Ossola, ma meneghino d'adozione, per anni
capitano neroverdearancio, Riccardo
"bobo" Gori, altro ex,
Paolo Tramezzani, Frascella,
allenatore nelle giovanili biancoblù e
molti altri ancora come Pedone e Brioschi
per esempio. Traffico che prosegue tuttora
con i fratelli Brevi e Marco Veronese.
Campionati
di Serie A: Pro Patria 12 / 1 Coppa delle Alpi -
Venezia 12 / 1 Coppa Italia
1926-27 1^ Div. Gir. B
8^ 28 Nov. 26 Venezia - Pro Patria 1-1: 33' Giuge
(V), 83' Corengia (P)
17^ 13 Mar. 27 Pro Patria - Venezia 1-0: p.t.
Corengia
1949-50
Serie A
8^
23 Ott. 49 Pro Patria-Venezia 1-0: 15' aut. Leduc
27^ 26 Feb. 50 Venezia - Pro Patria 0-0
1956-57 Serie B
Pro Patria - Venezia 0-3
Venezia - Pro Patria 2-0
1960-61 Serie B
Pro Patria - Venezia 2-1: Borsani, G.
Calloni
Venezia - Pro Patria 1-0
1963-64 Serie B
3^ Pro Patria - Venezia 3-2
22^ Venezia - Pro Patria 2-2
1964-65 Serie B
8^ 1 Nov. 64 Pro Patria - Venezia 0-0
27^ 28 Mar. 65 Venezia - Pro Patria 0-0
1965-66 Serie B
12^ 21 Nov. 65 Pro Patria - Venezia 1-0
31^ 1 Mag. 66 Venezia - Pro Patria 6-1
1969-70 Serie C/a
13^ Pro Patria - Venezia 1-1
32^ Venezia - Pro Patria 0-0
1970-71 Serie C/a
14^ 13 Dic. 70, Venezia - Pro Patria 0-0 sosp. 80'
per nebbia
Recupero 6 Gen. 71 Venezia - Pro Patria 4-2
33^ Pro Patria - Venezia 2-1
1971-72 Serie C/a
17^ 23 Gen 72 Venezia - Pro Patria
36^ Pro Patria - Venezia
1975-76 Serie C/a
16^ 4 Gen 76 Venezia - Pro Patria 2-2
35^ Pro Patria - Venezia 0-2
1976-77 Serie C/a
15^ 19 Dic. 76 Venezia - Pro Patria
1-2
34^ Pro Patria - Venezia 3-1
1979-80 Serie C2/a
15^ 13 Gen. 80 Pro Patria - Venezia 1-2
32^ Venezia - Pro Patria 1-1
1983-84 Serie C2/b
3^ 2 Ott. 83 Pro Patria - Venezia 1-1
20^ 12 Feb. 84 Venezia - Pro Patria 1-1
1984-85 Serie C2/b
1^ 23 Set. 84 Venezia - Pro Patria
0-0
18^ 3 Feb. 86 Pro Patria - Venezia 0-2
1985-86 Serie C2/b
4^ 13 Ott. 85 Venezia - Pro Patria 1-0
21^ 16 Feb. 86 Pro Patria - Venezia 1-0
1986-87 Serie C2/b
1^ 21 Set. 86; Venezia – Pro Patria
1-1: 31' Pocorobba (Pro), 45' Mastini (V)
18^ 25 Gen. 87, Pro Patria - Venezia 0-0
1987-88 Serie C2/b
1^ 20 Set. 87, Pro Patria - VeneziaMestre 1-2: 24'
Onorini (P), 47' Marchetti (V), 91' Pevarello (V)
18^ 24 Gen. 88, a Mestre stadio
"Baracca"; VeneziaMestre - Pro Patria
4-1: 12' e 34' rig. Fiorini (V), 37' Sorbi (V),
55' Pessina (P), 57' Pederzoli (V)
2006-07
Serie C1/a
12^ 19 Nov. 06, Venezia - Pro Patria 5-0: 4' e 14'
Moro, 60' Gennari, 78' e 92' rig. Poggi
29^ 7 Apr.07, Pro Patria - Venezia 2-2: 6' Mei
(V), 59' Rosso (P), 61' Artico (P), 64' aut. di
Capelletti (V)
LA
TIFOSERIA
Senza
dubbio avere uno stadio, come il "Penzo",
su un'isola e raggiungerlo ogni volta in vaporetto,
barca o mezzo similare, rende di per se, già
affascinante giocare in laguna. Inoltre la tifoseria
arancioneroverde, ha dalla sua il calore che riesce
a trasmettere alla propria squadra, con le tribune
praticamente a ridosso del campo di gioco, con la
curva Sud, "Morosini", quella dei tifosi
di casa, che si fa sentire sul portiere avversario,
avendolo praticamente ad un paio di metri.
L'estate del 1987, come abbiamo visto è la data
spartiacque nel tifo ed è rimasta, nel bene o nel
male, la data simbolo nella memoria di ogni tifoso,
simpatizzante, ultras veneziano o mestrino che sia.
Prima di allora gli ultras di Venezia e di Mestre si
chiamavano rispettivamente Brigate Neroverdi, che
occupavano la gradinata Sud del vecchio "PierLuigi
Penzo" e Head Out Mestre, posizionati in Curva
del comunale "Baracca" di Mestre. La
rivalità tra le due città e tifoserie era forte e
la fusione non le ha certo sopite.
Mestre
- Padova 1982-83
Agli inizi degli anni 80' il tifo mestrino, conosce
una vera e propria stagione d'oro, sia nel calcio,
con punte anche di 10.000 persone sia nel campionato
di C2 che in quello di C1. Da segnalare anche una
massiccia trasferta, al seguito del basket mestrino
a Milano, nel vecchio palasport, crollato sotto la
neve, che coinvolse veramente tutta la città, in un
vero e proprio esodo.
Al momento della fusione, nel 1987 il Venezia-Mestre.
Un nome così simile ad una stazione ferroviaria,
che raccoglieva l'eredità calcistica del Venezia
1907 e del Mestre (ex Mestrina) Calcio, i più
ostili furono proprio i mestrini con i neonati Head
Out (1986). Di loro una parte rifiutò di seguire
questa nuova squadra e prese a seguire il Mestre
Calcio nei campionati minori, mentre i veneziani
inizialmente in parte abbandonarono lo stadio per il
basket della storica Reyer Venezia, allora in A1, ma
poi sotto l'onda emotiva della scalata alle maggiori
serie calcistiche, si aggregarono ai nascenti Ultras
Unione pur defilati dal resto del gruppo.
Nasceva anche l'esigenza di creare un'unica blocco
in grado di catalizzare, il tifo ultrà e non, delle
due città su nuovo sodalizio arancioneroverde. Comunque sia all'inizio della stagione 1987, con il
VeneziaMestre in C2, gli "Ultras Unione",
nascono ufficialmente, facendo la loro comparsa a
Busto Arsizio nella prima giornata di campionato,
mentre in casa esordiranno contro l'IntimHelenTelgate.
Gli Ultras Unione sono stati un gruppo che senza
ombra di smentita ha segnato la storia del movimento
ultrà in laguna, da sempre impegnati nel sociale e
vicini alle posizioni della sinistra estrema e
antagonista, lottano attivamente contro ogni
razzismo e contro la repressione ed il calcio
moderno. Alla fine degli anni 80, in curva si
trovano spesso e volentieri anche i componenti del
gruppo ska-reggae Pitura Freska, noti ai tempi
soprattutto nel giro dei centri sociali, padovani,
veneziani e mestrini.
Nel 1991, ringrazieranno gli Ultras del Venezia
1907, con tanto di citazione, nelle note di
copertina del famoso 'Na bruta Banda, quello con Pin
Floi, Marghera, Bea Fia e So mato par la mona, per
intenderci.
L'immediata promozione in C1, del 1987-88 cementa
nel limite del possibile la tifoseria, ma
nell'estate dell'89 scoppia la grana del cambiamento
di nome, con la denominazione in Associazione Calcio
Venezia, facendo di fatto scomparire Mestre, che
rimane solo nei colori sociali con l'arancio. Cosa
che ovviamente alla tifoseria di fede mestrina non
piace molto, provocando alcuni problemi.
Zamparini intanto centrare la serie B nel campionato
1990-91, nell'annata in curva rispuntano gruppetti
che si rifanno alla tradizione neroverde del Venezia
1907, i cui colori sono esclusivamente in
riferimento al solo "Venezia" ed al
glorioso passato dei Loik e dei Mazzola, padre e
figlio, che giocava in serie A: si creano ulteriori
dissidi all'interno della curva unionista che si
trascinarono per anni. Lunga ed estenuante anche la
battaglia sui colori sociali e le lotte interne tra
gli unionisti e i nostalgici sono continuate anche
tra scontri interni, fino alla sparizione nel 1995
del gruppo della Vecchia Guardia (ex neroverdi).
La salita nella massima serie dopo trentun'anni di
assenza, sembra mitigare i dissapori, con il Centro
Coordinamento Clubs, tuttora presente, che arriva a
contare una decina di clubs affiliati, non solo
nella zona lagunare o nel primo entroterra, ma anche
spingendosi in zone "nemiche", con sezioni
a Preganziol, Mogliano Veneto in provincia di
Treviso, e Monselice in provincia di Padova.
Raccogliendo simpatizzanti anche in Sardegna.
All'inizio del campionato di Serie A 1998-99, nella
curva "Morosini", l'ennesima scissione:
compaiono i Vecchi Ultrà, gruppo compatto,
nazionalista, che all'origine crea non pochi
problemi di convivenza nella curva sud "Morosini".
All'inizio del nuovo secolo la curva alza spesso la
voce e contesta il presidente Zamparini, artefice
comunque del salto in serie A datato 1999 dopo il
buio della C negli anni '80.
L'elevato numero di presenze al "Penzo",
nelle stagioni di serie A cala drasticamente con il
ritorno nella serie cadetta.
Anno 2000 altra scissione: dagli Ultras Unione,
fuoriescono i Rude Fans, gruppo politicizzato nella
sinistra radicale e, nei centri sociali locali, con
simbolo l'antirazzismo militante.
Gruppo con età media molto giovane, che si fa
riconoscere in ogni stadio oltre che per
l'accoppiata cromatica dei colori senz'altro
originale, per i tantissimi stendardi con un
impronta "old style".
Nel 2001, scompare Francesco detto "Il Bae",
storico leader della curva arancioneroverde; in suo
memoria ogni anno viene organizzato in estate un
torneo di calcio tra gruppi ultras, oltre ad aver
aperto in Centro-America, un centro sportivo
intitolato "Bae".
Da quegli anni nasce la spaccatura in gruppetti vari
che ancora oggi perdura in curva Morosini. Oltre a
quel che resta dei discioltisi "Ultras
Unione" da segnalare la presenza di un gruppo
di vecchi ultras che si rifà sempre al solo nome di
"Venezia", ma ha accettato l'arancione tra
i colori sociali. Emergono poi anche i Roll in
Venice Klan, caratterizzato dai colori e dal
pensiero "Rasta" che non sempre è
presente in curva e da un paio di stagioni nei
distinti del gruppo "Gate 22" , di
spiccate simpatia di sinistra, al centro di una
delle numerose scissioni, all'interno degli ultras,
che sfociarono anche in un interpellanza comunale.
Gruppo che prende il nome dall'entrata in cui si
ritrovano i propri esponenti, appunto
"Gate22".
Presenti al Penzo il "Gruppo Oronzo Canà",
nome mutuato dal famoso film con Lino Banfi,
l'allenatore nel pallone, un gruppo di chiara
matrice goliardica. La Brigata Venezia-Mestre,
gruppo che cerca di unire i sostenitori di entrambe
le tifoserie; questi due gruppi sono attivi sia in
casa, che nell'organizzazione delle trasferte.
La sud ha gemellaggi ufficiali con Modena, Cosenza,
Pistoia e gli austriaci del Rapid Vienna. In passato
era anche legata con i ragazzi di Andria ma dalla
promozione in serie A, anche per le differenti
categorie, non c'è stata opportunità di rinnovare
il legame. E' poi nata un amicizia basata sul comune
rispetto con milanisti e messinesi.
Le rivalità maggiori sono con le squadre del Veneto
in generale ma soprattutto con il Treviso e lungo il
Terraglio, ci sono stati diversi scontri in passato,
con incursioni duranti gare amichevoli delle
rispettive squadre. Forte la rivalità con padovani,
vicentini e veronesi, unitamente a cagliaritani,
parmensi e bolognesi.
Nell'ultima gara interna contro il Foggia, al "Penzo",
erano presenti circa 4.500 unità, di cui 3.206
abbonati, mentre nella scorsa stagione furono 3.773
con una media di 5.000 presenze a gara. Nella scorsa
stagione furono circa duecento i sostenitori
arancioneroverdi allo "Speroni".
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