LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

 

AREZZO

A.C. 1923

 

Arezzo A.C. Srl 1993

Colori sociali: maglia pantaloncini e calzettoni amaranto

Stadio Comunale - Via Gramsci - Arezzo, dimensioni (105 x 68) Capienza 15.128

Arezzo città ab. 91.000 – Tot. Prov. ab. 323.000


Abbonamenti:


2007-08: 1036

2008-09: 906

2009-10: 1197


ORGANIGRAMMA SOCIETARIO



Presidente on: Comm. Piero Mancini
Presidente: Fabio Capacci
Consiglieri: Franco Blasi, Umberto Benigni, Gino Massai
Direttore generale: Francesco Ceravolo
Collaboratore area tecnica: Raffaele Auriemma
Responsabile osservatori: Francesco Musumeci
Segretario generale: Rag. Alessandro Badii
Addetto stampa: Michele Catalani
Addetto all'arbitro: Umberto Benigni
Marketing e commerciale: Dr. Francesco Berneschi
Segreteria: Tiziana Salvini
Allenatore: Leonardo Semplici
Allenatore in seconda: Ivan Maraia
Collaboratore tecnico: Yuri Fabbrizzi
Allenatore dei portieri: Massimo Nenci
Collaboratore tecnico: Roberto Rabatti
Responsabile sanitario: Dr. Egidio Giusti
Consulenti sanitari: Dr. Pierantonio Bacci, Dr. Claudio Catalani, Dr. Andrea Bonacci
Fisioterapia e massaggi: Sandro Dal Piaz


 


IL CALCIOMERCATO


Arrivi: Orosz (Ung. c89) e Figliomeni (c87 Crotone), Essabr (Mar a 88-Juventus/Vicenza), Mandini (p89-Orvietana), Erpen (Arg a81- Sassuolo), Venitucci (c87-Mantova via Juventus), Music (d73 Pro Patria), Fofana (a85-Pro Patria/Ravenna), A. Visone (c87-Arrone), Donati (c88) e Laverone (d89-Colligiana), Pecorari (d77-Avellino), Rizza (c87-Livorno), Maniero (a87-Juventus/Lumezzane), Mazzoni (p84-Livorno), Sereni (d88-Figline), Miglietta (c81-Taranto)

Partenze: Grillo (d87) e Beati (c83-Crotone) Fanucci (d79-Cosenza), Baclet (Fra a86-Lecce), Bricca (c82-Sangiovannese), Lauria (a86-Lumezzane), Turienzo (Arg a83-Cavese), Sireno (a87-Colligiana), Matute (Cam c88-Cesena via Udinese), Cavagna (c84-Foligno), Ranocchia (d88-Genoa/Bari), Djuric (Svi d88-Udinese), M. Conte (d74-svin)

 


LA ROSA


Portieri: Giusti (79), Mandini (89), Mazzoni (84)

Difensori: Figliomeni (87), Laverone (87), Mezzano (77), Music (73), Percorari (77), Poli (88), Rizza (87), Sereni (88), Terra (78)

Centrocampisti: Coppola (79), Croce (82), De Oliveira (Por. 81), Donati (88), Miglietta (81), Orosz (Ung. 89), Togni (82), Venitucci (87), Visone (87)

Attaccanti: Bazzoffia (89), Chianese (76), Erpen (Arg. 81), Essabr (Mar. 89), Fofana (85), Maniero (87)


 

LE ULTIME SETTE STAGIONI


2002-03: 18° Serie C1/a – Retrocesso - Ripescato al posto del Catania – All. Beruatto-Fiorucci-Beruatto-Florimbi
2003-04: 1° Serie C1/a - Promosso in Serie B – Vince la Supercoppa di categoria -All. Mario Somma
2004-05: 14° in Serie B – All. Tardelli-P. Marino
2005-06: 7° in Serie B – All. Elio Gustinetti
2006-07: 20° in Serie B con 6 p di penalità. Retrocesso in Serie C1 – All. Conte–Sarri-Conte
2007-08: 6° Serie C1/b – All. De Paola-Cuoghi-Franceschetti
2008-09: 4° Prima Div/b – All. Prima Divisione. Eliminato ai play-off dal Crotone – All. Cari-Ugolotti-Cari

 


AREZZO – PRO PATRIA: Arbitro Sig.Magno di Catania


Gara con l'Arezzo che assume quasi i contorni di un derby, per le diverse presenze da ambo le parti, di giocatori che hanno vestito le due maglie. Alla Pro in questa stagione Serafini, Passiglia e Barbagli (tra l'altro aretino doc), colonne dell'Arezzo 2003-04, che stravinse il campionato di C1. In amaranto invece due colonne della Pro della scorsa stagione come Music e Fofana, oltre a Franco Ceravolo dietro le quinte ed il mancato acquisto Luca Mezzano. A mettere più pepe al piatto a difendere la porta aretina Mazzoni, negli anni scorsi al Pavia e Lecco, con diversi battibecchi dal campo con la tifoseria biancoblù. Con l'arrivo di Franco Ceravolo (ex Juve, Queen’s Park Ranger e Livorno, oltre che della Pro dietro le quinte) come Direttore Generale, il presidente degli aretini Mancini, ha chiaramente inviato il messaggio forte e chiaro alla città ed alle istituzioni di voler riconquistare quella Serie B, sfuggita al termine della stagione 2006-07, in maniera rocambolesca all'ultima giornata, ma in una stagione iniziata con una penalizzazione di sei punti. La prima mossa del duo Ceravolo-Mancini, è stata quella di affidare l'Arezzo a Leonardo Semplici, ex giocatore amaranto ai tempi di Serse Cosmi, che da tecnico è stato capace di portare il Figline dall’Eccellenza alla Prima Divisione. Quindi la coppia ha infiammato il calciomercato, rivoltando come un calzino, la squadra che la scorsa stagione venne eliminata in semifinale play-off dal Crotone. L’Arezzo infatti ha cambiato volto completamente rispetto alla passata stagione con il patron Mancini che ha deciso di non rinnovare nessuno dei 12 contratti in scadenza (tra i quali Bricca, capitano nello scorso campionato ed il brasiliano Bondi), dando così avvio ad una vera e propria rivoluzione che ha visto arrivare in Toscana ben 18 giocatori, che si sono uniti ai pochi membri della vecchia guardia, come il bomber Vincenzo Chianese, Terra, Togni, Miglietta e Croce. Ceravolo, ha cercato di creare quel giusto mix di giocatori giovani affiancati da altri più esperti e come sempre si è tuffato sui giocatori in scadenza di contratto, facendo arrivare ad Arezzo, Luca Mazzoni (classe ’84), portiere dal fisico possente proveniente dal Livorno, neo-promosso in Serie A, noto ai tifosi biancoblù er le sue “effervescenze” dal terreno di gioco con le maglie di Pavia e Lecco. In difesa sono arrivati Giuseppe Rizza, terzino sinistro di scuola Juve anch’egli proveniente dal Livorno, a cui è seguito il rientro di Samuele Sereni (88) dal prestito di Figline, l’acquisto di Fabrizio Poli (’89) dal Savona e quello di Giuseppe Figliomeni (’87) dal Crotone. Oltre agli esperti come il centrale ex-Avellino Marco Pecorari oppure l’ex giocatore di Inter e Toro, Luca Mezzano (che ormai sembrava della Pro), e Vedin Music (73), uno dei protagonisti assoluti della cavalcata biancoblù della scorsa stagione, dopo che sembrava ormai certa la sua permanenza a Busto. A centrocampo il colpo è stato Dario Venitucci (87), girato dalla Juventus in prestito all’Arezzo, dopo una parte di stagione al Mantova, con il portoghese Pedro De Oliveira, il ben più noto Carmine Coppola, ex capitano del Messina, mentre per il ruolo di trequartista Ceravolo ha individuato nell'argentino Nicolas Horacio Erpen, l’ultima stagione al Sassuolo, il giocatore ideale per il modulo di Semplici. In attacco la tecnica e la forza di Oussama Essabr (89) e Riccardo Maniero (87), oltre a Mohamed Fofana (85), 11 reti la scorsa stagione con la Pro, rientrato in campo nelle ultime settimane, dopo un problema muscolare che lo ha tenuto fermo per diverso tempo ed ancora a secco di goal sia in amichevole che in campionato.

Semplici fin dalle prime partite si è affidato ad un 4-3-1-2 di base, ma non si è mai focalizzato su un unico schema di gioco, infatti nelle ultime giornate l’Arezzo è sceso in campo sia con un 3-4-3 che con un 3-5-2 dimostrando una notevole duttilità. Basando sempre il proprio gioco su un centrocampo di sostanza imperniato su De Oliveira e Coppola, supportati dagli inserimenti di Music e la qualità Venitucci per permettere una maggiore libertà d’azione al trequartista, Croce o Erpen, mentre in avanti Chianese si è confermato ancora una volta un vero bomber di razza (7 reti di cui una su rigore). Questa prima parte di stagione ha visto un squadra che fatica in trasferta che si è fatta mettere sotto dal Lumezzane per 1 a 0 alla prima giornata, dal Varese al terzo turno di campionato (1-0), andando incontro anche ad una vera e propria debacle a Cremona, uscendo battuta per 5-1 dai grigiorossi. Con una sola vittoria a Foligno per 4-1 ed un totale di cinque punti conquistati. In casa invece gli amaranto, nonostante alcune prestazioni poco entusiasmanti sotto il profilo del gioco espresso, sono sempre usciti vittoriosi, con sei vittorie su sei gare disputate, piegando Monza, Sorrento, Benevento, Lecco, Paganese e Pergocrema. Risultati che hanno permesso agli amaranto di portarsi in quarta posizione con 23 punti a cinque dal vertice. Contro la Pro, mancherà sicuramente di Croce messo fuori rosa Luca Mezzano, per un'infiammazione alla caviglia che lo tormenta da tempo, con Togni in dubbio. Per un Arezzo che scenderà in campo inizialmente con il 4-3-1-2. Il pacchetto difensivo davanti alla porta affidata a Luca Mazzoni, sarà composto dall'ex tigrotto Music a destra, Sereni a sinistra, con gli esperti Terra e Pecorari centrali, una coppia molto forte fisicamente, dura, ma che soffre la velocità. Primi cambi Figliomeni, Poli e Rizza. La linea di centrocampo con Coppola davanti alla difesa, ai lati Miglietta, sceso in campo per la prima volta a Cremona alla sesta giornata ed in ottima forma nelle ultime uscite, il talento di Venitucci, anche se non al meglio fisicamente, quindi De Oliveira, preferito ad Erpen dopo alcune prestazioni opache e che è stato schierato mercoledì in Coppa Italia contro il Cosenza. Completerà la formazione amaranto il duo d'attacco formato da Chianese e Fofana, una coppia che unisce all'esperienza ed alla scaltrezza del primo nei sedici metri finali, la forza fisica, la tecnica e la progressione del secondo, doti che si amalgamano bene. In mezzo al campo i primi cambi sono l'ungherese Orosz, Croce e Visone ed Erpen, mentre in avanti il veloce e tecnico marocchino Oussama Essabr con Maniero. In casa l'Arezzo ha costruito le proprie fortune, con le sue sei vittorie su sei gare disputate, segnando dieci reti e subendone una sola e dal dischetto, proprio nell'ultimo turno disputato al “Città di Arezzo”, contro il Pergocrema, terminato per 3-1, con rigore realizzato da Le Noci al 28' della ripresa.

 

LA STORIA


La prima società di foot-ball nasce ufficialmente il 10 Settembre 1923, quando presso il "Caffè del Vapore", un gruppo di giovani fonda la Juventus Foot Ball Club Arezzo (così chiamata in onore proprio della Juventus di Torino, di cui due dei fondatori, i fratelli Arpino, erano tifosi). La prima divisa è arancione con calzoncini neri. Giuseppe Giannini è eletto primo presidente (oltre che allenatore, cassiere, segretario e pure elettricista), mentre viene disposto che i giocatori versino 50 centesimi al mese a testa per mantenere in vita la squadra. Nelle stagioni a seguire la squadra guadagna discreti piazzamenti nei campionati inferiori e negli anni si aggregano via via, alcune compagini locali (Esperia, Etruria, Fulgor, Libertas, Olimpia e Petrarca): così il 9 settembre 1930 nasce l'Unione Sportiva Arezzo, con Umberto Bondi come presidente. L'U.S. Arezzo milita alcune stagioni in II^ e III^ Divisione, ma nel 1933-34 la squadra viene sciolta per ragioni economiche legate alle dimissioni del presidente Bianconi e ricostituita in III^ Divisione col nuovo nome inizialmente di Fascio Giovanile Arezzo” quindi "Unione Fasci Sportivi di Combattimento" e poi "Littoria" in Serie C. Con la denominazione U.S. Arezzo, riprese l'attività al termine della 2^ guerra mondiale con presidente Elio Bottarelli che poi passa la mano nel 46 a Battello Lucioli con cui gli amaranto vincono il campionato di serie C girone N 1947/48, con allenatore l'ungherese Harpad Hajos. Il risultato però non qualifica l'Arezzo in serie B, in quanto ad inizio stagione era stata disposta una nuova riforma dei campionati, prevedendo il blocco delle promozioni in Serie B. Gli amaranto balzarono comunque alla ribalta per una partita contro la Nazionale di Vittorio Pozzo, a Firenze. Da questo momento parte un lungo e costante declino per gli amaranto che culminò con la retrocessione in Promozione (attuale Eccellenza) nel 53, un periodo nei campionati minori toscani, poi la risalita in IV^ serie. A metà degli anni cinquanta c’è una svolta societaria, quando Lucioli passa la mano e sale alla presidenza Simeone Golia, affiancato poi nel 1959 da Mario Lebole, uno dei più importanti imprenditori italiani nel settore dell'abbigliamento, il quale diede un forte impulso all’ambiente calcistico amaranto. Sotto la sua presidenza, l'anno successivo (1960), partono i lavori per il nuovo ed attuale stadio Comunale (15.000 spettatori) una struttura voluta per cercare la rincorsa alla Serie B, che verrà inaugurato con l'inizio della stagione 61/62, con gli aretini in C; mentre alla guida tecnica della squadra c'era Cesare Meucci. La stagione successiva arriva 2° a pari punti con Livorno e Rimini, ma distanziato dal Prato vincitore; nel 64/65 vede sfumare la promozione in B per un solo punto, dietro il Pisa.


Arezzo anni '60 con lo sponsor Lebole


Il salto di categoria arriva con la stagione 65/66, sempre con Meucci allenatore ma fu gloria effimera, gli amaranto rimasero però solo un anno nella serie superiore. Nel 1966/67 ennesima ristrutturazione societaria e riconquista della Serie B al termine della stagione 68/69, con allenatore Omero Tognon. In serie cadetta gli aretini rimarranno ininterrottamente fino al 74/75, con il passaggio societario da Lebole a Montanini. Sono gli anni in cui gli amaranto guidati da Dino Ballacci mandano in campo Vezzoso, Farina, Galuppi, Marmo, Musa, i portieri Colussi e Nardin, del talentuoso Lucio Mujesan ma soprattutto di Ciccio Graziani, che in tre stagioni totalizza 48 presenze e 11 reti. Particolare l'andamento della stagione 69-70, con il quattordicesimo posto finale dopo aver collezionato 24 pareggi, dei quali ben 17 per 0-0. Nel 1970/71 la squadra al miglior piazzamento finale della sua storia con il settimo posto. Nel 1975 caduta in Serie C, con l'ennesimo cambio al vertice societario ed alla guida tecnica Lauro Toneatto, tra la delusione e l'incredulità dei tifosi: ad inizio stagione, infatti, la società annuncia di avere allestito una squadra capace di guadagnarsi facilmente la promozione in serie A, ma una serie di problemi tecnici e soprattutto societari (ben tre presidenti avvicendatisi) fanno naufragare il tutto. In terza serie sono stagioni di medio bassa classifica, poi in panchina arriva Anton Valentin Angelillo con cui gli amaranto hanno il periodo d'oro della loro storia, con la vittoria della Coppa Italia Semiprofessionisti nel 1980/81 contro la Ternana e l'anno successivo arriva anche la promozione in B, con il bomber Tullio Gritti e tra i pali il portiere simbolo dell'Arezzo, Pellicanò.

L'anno dopo gli amaranto guadagnano un'ottima salvezza, ma la stagione d'oro è il 1983-84, quando l'Arezzo giunge quinto, a soli 5 punti dalla zona promozione. Nel 84, Riccomini come allenatore ed il "cobra" Tovalieri" in campo si ottengono un paio di salvezze molto sofferte, ottenute anche con l'aiuto dell'ex allenatore della Pro, Carlo Muraro che si appresta a chiudere la sua carriera da calciatore con 32presenze ed 8 reti nell'85/86. 87 la società aretina decide di puntare decisamente alla serie A, alla guida troviamo un altro ex trainer biancoblù Bruno Bolchi, vero esperto in promozioni. E’ la stagione dell'attacco con Nappi, Silenzi e Tovalieri, mentre Muraro chiude definitivamente la carriera con il calcio giocato per infortunio nel 1988-89, in una stagione dove i toscani partono con ambizioni di Serie A, ma le cose non girano per il verso giusto ed al termine retrocedono in C1.



Arezzo anno 83/84


Il ritorno in terza serie non è dei più agevoli, la squadra affidata all’ex ala del Torino, Rosario Rampanti, nonostante la presenza in rosa di giocatori come il portiere Orsi dalla Lazio (per anni poi secondo di Roberto Mancini), in difesa dell’arcigno Daniele Baldini (poi tecnico dell’Empoli), dei centrocampisti Bisoli, Allievi, Scanziani, Cupini ed un attacco formato inizialmente da Tovalieri e Calonaci, completato poi dall’ex biancoblù Roberto Di Nicola (C1 stagione 82-83) giunto proprio al posto del “cobra”. Rampanti fatica molto e gli subentra l’esperto Alfredo Magni, che guida gli amaranto ad una salvezza con qualche patema, ma all’11° posto finale. Negli anni seguenti, nonostante tutti gli sforzi societari che portano agli acquisti di calciatori di buon livello come Briaschi, Strukely, Tovalieri e Dell'Anno, gli aretini non riescono a riconquistare la serie cadetta con Domenico Neri detto Menchino come allenatore. L’Arezzo rimane in C1 fino alla stagione 1992-93, quando viene radiato per inadempienze finanziarie, con la conseguenza di venire escluso dal campionato in corso. Ad inizio campionato il presidente Michele Bianchini, incontra delle difficoltà economiche, al club inizialmente sembra interessato un imprenditore toscano (in seguito sponsor della Fiorentina, ma viene poi acquistato da una cordata di imprenditori romani che si appoggia al direttore sportivo Enzo Nucifora. La rosa viene affidata a Domenico Neri, e pur contando elementi di buon livello come Fulvio Bonomi, Daniele Berti e il fedelissimo Pozza (179 presenze con la maglia amaranto), si rivela inadeguato alla situazione, sprofondando rapidamente verso il basso classifica. In panchina viene chiamato Aldo Cerantola, che però lascia dopo appena una giornata, con Neri che torna per poche giornate. Tocca quindi all'esperto Antonio “ruspa” Pasinato, ma anche lui lascia la guida, per di più alla vigilia di una trasferta. Al suo posto a stagione praticamente compromessa arriva Mario Rossi, il quale praticamente riesce a fare bene poco. A poche giornate dalla fine viene presentata, da parte di un ristorante, un'istanza di fallimento ai danni dell'U.S. Arezzo per la somma di 150 milioni di lire (circa 75.000 Euro); un'azione che ricorda molto da vicino quello successo alla Pro Patria la scorsa stagione. Nonostante i tentativi dell'ex-presidente Benito Butali di salvare la situazione, il 17 aprile 1993 è decretato il fallimento della società amaranto. Nessuno si presenta per chiedere l'esercizio provvisorio e la FIGC revoca immediatamente l'affiliazione alla società amaranto, che viene esclusa dalla Serie C1 a sette giornate dal termine. La società viene rifondata in seguito durante l’estate grazie alla bandiera Ciccio Graziani, con l'apporto dell'amministrazione comunale e della tifoseria che uniti iscrivono l'Arezzo al C.N.D. Nell'estate del 95, arriva a sorpresa sulla panchina degli amaranto lo sconosciuto Serse Cosmi, inizialmente mal visto per le sue origini perugine; la partenza non è delle migliori poi ingrana riportando tra i professionisti gli aretini dopo tre anni di dilettanti dominando il girone E del Cnd, imponendosi con 8 punti di vantaggio sulla Sangiovannese. In squadra lo sfortunato Minghelli, Bifini, Di Loreto, Mosconi, Nofri-Onofri, Semplici (attuale allenatore) e l'ex difensore biancobù Gionata Bruni con 32 presenze e 2 reti, che aveva esordito nel campionato precedente. 96-97 la rosa della vittoriosa cavalcata del Cnd viene confermata, e vengono aggiunti GrazianiJr e Gianni Polvani che nel 98-99, vestirà la maglia biancoblù. Sempre con Cosmi alla guida, l'Arezzo arriva ai playoff dove viene eliminato dalla Maceratese in semifinale. L'anno seguente gli amaranto sono ancora ai play-off, avendo in campo il portiere Tardioli, l'ex laziale Bacci e la punta Pilleddu, con la promozione in C1 raggiunta ai danni dello Spezia, battuto in finale unica a Pistoia, dopo aver superato il Teramo. Graziani lascia la guida societaria, ma l'Arezzo di Cosmi continua a viaggiare a mille e trascinato dai goal di Fabio Bazzani, centra i play-off per la promozione in B, da cui però uscirà sconfitto nel confronto con l'Ancona.

Nell'estate 2000 l'Arezzo è in mano a Bovini che sceglie Antonio Cabrini per il dopo Cosmi e per un breve periodo troviamo anche bomber “Terminator” Dall'Acqua; l'Arezzo stenta in avvio di stagione ed arriva nuovo ed attuale presidente Piero Mancini, che rinforza la rosa con l'arrivo del talento del Liechtenstein Mario Frick. La squadra prende a volare vincendo 6 gare di fila, al termine sono ancora play-off, con il Livorno; ma non c'è storia due nette sconfitte (1-3) e (2-0), pongono il fine al sogno del ritorno in serie B. 2001-02; la stagione si apre con Mancini che diventa presidente, e si conclude con grosso spavento, la salvezza arrivata ai play-out ai danni della Carrarese, dopo essere partiti per un campionato con qualche ambizione. 2002-03; l'Arezzo riparte in tono dimesso, dopo i botti di mercato degli ultimi anni con la rincorsa alla serie B la squadra viene affidata a Beruatto in panchina e come ds all’ex ala della Pro (83-84) Walter Sabatini. Alla 3^ giornata Pro ed Arezzo s’incontrano per la prima volta nella loro storia calcistica allo “Speroni”, con la vittoria dei biancoblù per 1-0 (31’ Salvalaggio). In occasione dell’incontro ritorna sul luogo del delitto Beruatto, allenatore della Triestina nell'anno dei play-off del Sig. Tiziano Pieri da Genova, e protagonista di alcuni gesti poco graditi, al termine della gara. Per lui furono 90’ non facili. Gli aretini durante la stagione non ingranano e viaggiano sempre sul fondo classifica, Beruatto viene esonerato al suo posto, dopo un lungo tira e molla con Rumignani, arriva Carlo Florimbi ma anche la retrocessione in C2 al termine della stagione regolare. In estate nubi minacciose si addensano sulla società, al punto che sembra vicino un altro fallimento, con i tifosi aretini che promuovono una fiaccolata notturna per sensibilizzare gli enti locali. A quattro giorni dall’avvio del campionato di Serie C1, vengono ripescati. Mancini prepara la squadra inizialmente per la C2, affidandola a Mario Somma, giudicato però inesperto dalla piazza. La rosa viene rafforzata nei giorni prima dell'avvio del campionato. L'Arezzo, guidata dal bomber Elvis Abbruscato (20 reti), dal capitano Matteo Serafini (14 goal), dalla regia dell'elbano Gelsi con le sue punizioni telecomandate, stravince il girone A della Serie C1 dominandolo dalla prima giornata, vincendo di fila cinque gare del calendario e dopo 16 anni torna in Serie B con quattro giornate di anticipo. Formazione tipo di quella stagione: Pagotto, Ogliari, Scotti, Venturelli, Pasqual, Teodorani (Vendrame), Gelsi, Passiglia, Vigna (Barbagli), Serafini, Abbruscato. Di quell'Arezzo Serafini, Barbagli e Passiglia fanno parte dell'attuale rosa della Pro. A fine stagione gli amaranto vincono anche la Supercoppa di Lega, superando il Catanzaro, 3-0 in casa e 1-0 in Calabria.

La stagione 2004-05, in Serie B, la squadra inizialmente è affidata a Marco Tardelli, poi a Pasquale Marino, che nello staff ha gli ex tigrotti Mezzini e Vanoli, con il raggiungimento della salvezza all'ultima giornata di campionato. In squadra Pagotto, Passiglia, Barbagli, Abbruscato, Bacis, Del Core, De Zerbi, Kyriazis, Javorcic, Scotti, Stendardo ed il cassanese Sinigalia.

2005-06 l'Arezzo, passato sotto la guida di Elio Gustinetti, reduce dal miracolo Albinoleffe e guidato dai 14 goals di Antonio Floro Flores, chiude il campionato al settimo posto, mancando unicamente per la differenza reti l'accesso ai play-off. In rosa fino a Gennaio, Dino Mario che raccoglierà solo una presenza, prima di passare alla Pro, quindi il tradatese Mirco Conte, Antonini, Confalone, Beati e Moris Carrozzieri. Per la stagione seguente il gruppo base viene confermato, con speranze di poter dire qualcosa per la la promozione, ma la società viene travolta da “Calciopoli” e si ritrova inizialmente con nove punti di penalizzazione poi ridotti a nove, con le prospettive stagionali che cambiano. Alla guida viene chiamato Antonio Conte (alla sua prima esperienza da allenatore), la squadra amaranto parte male, con 5 pareggi e ben 4 sconfitte nelle prime 9 giornate, in panchina subentra Sarri. Solo nella prima gara di Dicembre gli amaranto riescono ad annullare la penalizzazione. I risultati però non vengono così a Marzo, viene richiamato Conte, e l'Arezzo inizia una rimonta con sei vittorie consecutive trascinato dalle reti di Floro-Flores (alla fine saranno ancora 14), Martinetti e Volpato. La salvezza però non arriva perchè all'ultima giornata per una serie di incroci, lo Spezia in lotta per lo stesso obiettivo, va a vincere a Torino all'89' in casa della Juventus, che un paio di settimane prima proprio ad Arezzo aveva festeggiato il suo ritorno in Serie A. Non serve nemmeno il ricorso al Tar, per la revoca della penalizzazione. 2007-08 viene inserito nel girone B di Serie C1. Allenati inizialmente da Luciano De Paola, gli amaranto passano sotto la guida di Stefano Cuoghi e quindi di Fabio Fraschetti con 53 punti che portano al quinto posto, a pari merito con Perugia e Pescara, ma mancando la qualificazione ai play-off per la differenza reti. Ad inizio stagione i toscani partono con una penalizzazione di tre punti per essersi rivolti alla giustizia sportiva, in un momento in cui i regolamenti lo vietavano. Penalità che durante l'annata viene poi tolta. Il 19 giugno 2008, il presidente Piero Mancini viene arrestato per presunta frode informatica e telefonica, a causa di addebiti in bolletta dei numeri speciali 899, 166, 892, 0088. A Mancini il pubblico ministero contesterà anche il reato di riciclaggio e concorso esterno in associazione per delinquere.

2008-2009, l'Arezzo formato da Miglietta, Martinetti Doga, Beati, Baclet, Chianese, Marconato, Togni e Vigna è affidato al tecnico Marco Cari. La squadra parte bene e si ritrova sempre tra le prime ma poi ad inizio girone di ritorno entra in crisi ed a fine Febbraio il tecnico viene esonerato. Arriva Guido Ugolotti che però dura solo 5 giornate con Cari che viene richiamato e riesce a portare la squadra ai play-off, dove in semifinale incontra il Crotone di Moriero. Nella gara di andata, il 31 maggio 2009, l'Arezzo viene battuto in casa proprio al 90' con il punteggio finale fissato sul 2-1 per i calabresi. Al ritorno, il 7 giugno 2009, l'Arezzo subisce un autentico tracollo allo “Scida” con la gara che termina 4-0 per i calabresi.

 

AMARCORD


Andando a recuperare la vecchia scheda di presentazione sull'Arezzo, relativa alla stagione 2003-04, andiamo a vedere cosa si diceva degli attuali tigrotti Serafini, Barbagli e Passiglia che in quel campionato vestivano la maglia aretina. Per “Il Personaggio”, avevamo scelto prorio Giovanni Passiglia, al tempo uno dei punti di forza della squadra che sotto la guida di Mario Somma dominava il campionato di Serie C1. Riportiamo testualmente “Certamente uno che si mette in luce a suon di prestazioni positive è Giovanni Passiglia, nato il 28.08.81, a Castelvetrano (Tp),ma cresciuto a Santo Stefano di Magra nella provincia spezzina, a pochi passi da Luca Salvalaggio. Passiglia è un centrocampista centrale di quantità ma anche di qualità che ricorda molto Cristiano Zanetti, che a soli sedici anni debutta in C2 nello Spezia, poi passa direttamente alla Primavera dell’Inter di Beppe Baresi, trovando come compagni di squadra Trezzi, Imburgia, Perfetti, oltre a Sinigaglia e Russo del Lumezzane e, Pasquale l’unico a vestire con continuità la maglia nerazzurra. Dopo due anni nella Primavera interista, con cui raggiunge la semifinale del Torneo di Viareggio, arriva all’Arezzo, prima in prestito in seguito comproprietà; nel gennaio scorso passa all’Ancona in B (2p) sempre in prestito, per poi tornare in Toscana. Il ritorno alla base coincide dopo anni, con la separazione dalla casa madre milanese, che in pratica lo lascia a costo zero agli aretini. Come spesso capita all’Inter, ma in particolare solo ai nerazzurri, da diversi mesi sulle sue tracce ci sono i maggiori clubs italiani ma non solo.

Per quanto riguarda Matteo Serafini, ai tempi uno dei più amati calciatori di quell'Arezzo, di cui diventò anche capitano “Mr. Somma schiera la sua squadra, con un modulo 4-2-3-1, dando le chiavi della regia all’elbano Gelsi, sfruttando al massimo le fasce laterali con la spinta di ottimi esterni lasciando a “rock&roll” Abbruscato il compito di unica punta, per aprire varchi al mobile e pericolosissimo Serafini, un giocatore che tatticamente non si può definire attaccante, ma neanche mezzapunta o regista, ma è tanto, tanto utile in maniera diverse alla squadra soprattutto in fase realizzativa. Centrocampo molto mobile e guidato da Gelsi (pericoloso sui calci piazzati e rigorista), che gestisce la manovra, dando il là agli inserimenti degli esterni. Ai suoi lati agiscono Teodorani, Vigna, Passiglia, con il croato Javorcic pronto a dare il cambio, mentre Serafini è il vertice più avanzato del reparto. Reparto avanzato piuttosto anomalo, come detto con un’unica punta di ruolo come Elvis Abbruscato, miglior attaccante del girone che fino ad ora ha segnato 14 reti, senza un rigore, ed in rete anche domenica ma che può contare sull’apporto di un giocatore, difficile da marcare per la sua collocazione tattica, ma anche per la sua tecnica come Serafini, il quale con la doppietta alla Reggiana, ha raggiunto le 13 segnature (1 r).


I PRECEDENTI


 

Pro Patria 12 Campionati di Serie A – Coppa delle Alpi 1961

Arezzo 16 campionati di Serie B – 1 Coppa Italia Serie C 1980-81 - 1 Supercoppa di Serie C 2003-04


2002-03 Serie C1/A

3^, 15 Set. 02; Pro Patria – Arezzo 1- 0; 31’ Salvalaggio  CLICCA QUI
20^, 19 Gen. 03; Arezzo – Pro Patria; 2-2: 2’ Mocarelli, 16’ Marzullo, 19’ Arioli (P), 52’ rig. Romano (P)  CLICCA QUI

 

2003-04 Serie C1/A

9^, 26 Ott. 03; Pro Patria – Arezzo 0-0  CLICCA QUI
23^, Arezzo – Pro Patria 1-0: 9’ rig. Gelsi   CLICCA QUI

 

IL TIFO

Arezzo gode di una felice collocazione al centro di una terra fiera, da sempre legata indissolubilmente al capoluogo e che lontana dal grande calcio metropolitano, riesce a coagulare attorno agli amaranto un buon tifo. Fino agli anni ’80 è quasi sempre riuscita a mantenere un buon pubblico al seguito della squadra: spesso la serie A è anche rientrata nelle mire delle dirigenze aretine, e questa ambizioni hanno contribuito a mantenere alta la partecipazione della tifoseria. Dopo la radiazione della squadra dai campionati professionistici del 1993, si è avuta una drastica diminuzione delle presenze allo stadio ma, nonostante le scarse soddisfazioni regalate dalle maglie amaranto nel periodo la tifoseria non ha mai abbandonato del tutto i propri beniamini, neanche durante l’era dell’Interregionale, che tra l'altro ha segnato la rinascita dei colori amaranto. Alla notizia della radiazione, la tifoseria reagì ovviamente con dolore, ma anche con grande compostezza e senza intemperanze. In città vennero suonate le campane a morto ed affissi annunci mortuari. Al posto dell'incontro di Serie C1 Vicenza- Arezzo, annullato per via della radiazione dei toscani, l'emittente locale Teletruria, attraverso le voci dei telecronisti dell'epoca, ripropone lo storico match di Serie B 1982-83 Arezzo-Milan (finito 2-2) con la scritta “Addio Arezzo, noi ti ricordiamo così”. Nonostante il ritorno in serie C, da un decennio le potenzialità della tifoseria aretina fanno fatica a farsi vedere. I grandi numeri di una volta, per esempio gli ottomila spettatori di media dei primi anni ’80, sono ormai un ricordo. Nel periodo 2002-04, la crisi della tifoseria amaranto tocca una dei suoi punti più bassi facendo registrare per le due stagioni 358 e 443 tessere.

Il tifo organizzato a livello di ultras nasce nel 1977, con il Commando ultrà Arezzo (CUA), poi affiancato dalla Gioventù Amaranto (GA) e dai Fedayn. Questa situazione, con aspetti che trascendono pure nella politica (il CUA e i Fedayn erano di sinistra, mentre la GA di destra), all'interno della curva aretina si ripeterà anche successivamente. Dal 1977 la curva è stata coordinata dal Commando Ultrà Arezzo, e solo dagli ultimi anni lo striscione Ultras campeggia al centro della curva in qualità di faro. La curva aretina è sempre stata caratterizzata dalla frammentazione in una miriade di gruppi e gruppetti di piccole dimensioni, che spesso resistevano solo per l’arco di una stagione. Tanti striscioni di gruppi apparsi negli anni passati sono ad oggi, dopo una militanza più o meno breve, ufficialmente scomparsi: su tutti la Brigata Amaranto, la Gioventù Amaranto, Due Giugno Drunk, Gruppo Autonomo e i Fedayn. Fanno eccezione gli O.F.C., Old Fans Club, un gruppo presente tra alti e bassi da più di un ventennio al seguito dell’undici amaranto. La caratteristica degli aderenti sta nello stile britannico, all’interno dello stadio come nella vita. Ciò si evince anche dal materiale prodotto, di stampo nettamente d' oltremanica e dal loro sito web rigorosamente in inglese e con il simbolo della miniatura del subbuteo, il calcio da tavola tanto in voga nei 70/80 e di origine anglosassone. Tra i gruppi più importanti a livello di anni di militanza e numero di partecipanti ricordiamo i Botoli Ringhiosi, in possesso di un caratteristico striscione. Un difetto che si può imputare loro è la non sempre costante presenza al seguito dell’Arezzo; ma a loro dire la loro presenza è sempre stata attiva nei momenti cruciali. Altro gruppo poco numeroso ma presente anagraficamente per più di un decennio è stata la Fossa Etrusca. Nata in sordina nel 1991, prima dell’anno del fallimento, fondata da un gruppo di ragazzi della zona dei Cappuccini, ed inizialmente mal vista dal resto della curva a causa della giovane età dei componenti, e che ha sempre faticato ad integrarsi e venendo spesso tacciati di scarsa mentalità dal resto della tifoseria ultras. Il gruppo passa dai trecento tesserati dei tempi d’oro alla ventina della stagione 2002-03, ma lo striscione del gruppo non è quasi mai mancato al seguito della squadra; in questa stagione nasce un'intesa con i ragazzi dei “Fedayn” e del “Gruppo autonomo”, formando così la “Fossa Autonoma”. Altro gruppo longevo nato nel 1987 ai tempi della serie B, le “Teste Matte-Terontola”, formate inizialmente da soli tre ragazzi. Il gruppo è particolare, oltre che per la scelta del nome, anche per la provenienza: Terontola, un paese ai confini con l’odiata Umbria. Gli iscritti sono oggi una cinquantina e si fregiano di essere uno dei gruppi ultras più vecchi della curva San Cornelio ora Lauro Minghelli, in memoria del capitano amaranto, del periodo dell'Interregionale dopo il fallimento, morto nel 2004, a soli 31 anni di Sla. Curva ricostruita ex-novo, nella stagione 2004-05. Il 17 dicembre 1995 dalle ceneri del CUA, nascono gli Ultras Arezzo, il gruppo più numeroso che è alla "guida" della tifoseria aretina coordinando cori e coreografie (apolitico), gli Arezzo Ovunque, gruppo tornato in curva sud dopo una breve parentesi in maratona, e gli OFC Arezzo (Old Fans Club), che dal mondo britannico traggono non solo il nome ma anche lo stile, come i loro predecessori. La Fossa Amaranto, nata nel 1991, trae invece origine da alcuni gruppi storici come i Fedayn, il Gruppo Autonomo e la Fossa Etrusca: è attualmente il gruppo più numeroso della curva amaranto insieme agli Ultras e si colloca nella parte sinistra della curva; il gruppo on una collocazione politica precisa a sinistra ed al suo interno racchiude anche sottogruppi come “Dai Sobborghi” (S.H.A.R.P), Kamikaze, Angulino Amaranto, ed i cani sciolti del Villaggio Dante, gruppi schierati politicamente all'estrema sinistra. Dalla stagione 2008 il gruppo si è spostato nel centrosinistra della curva, e dirige insieme agli Ultras il tifo amaranto. I Devils infine sono formati da persone provenienti dalla Valdichiana, la valle con maggior concentrazione di tifosi amaranto. Attualmente al centro della curva sud "Lauro Minghelli" sono posizionati gli Ultras e le relative sezioni (Castiglion Fiorentino, Anghiari, Castiglion Fibocchi, Barberino e Milano), a destra gli OFC e gli Arezzo Ovunque, alla sinistra i Devils e la Fossa. A livello di gemellaggi la tifoseria dell’Arezzo si fregia di quello con i chietini che esiste da tempo, molto sentito da entrambe le tifoserie e rinsaldato negli ultimi anni con diverse trasferte comuni. Altre amicizie sono quelle fra la Fossa e i supporters del Venezia (Rude Fans e Nuova Guardia) e fra gli Ultras Arezzo e i Friulani al seguito e gli Ultras dell'Udinese. Anche con la tifoseria della Salernitana si è venuto a creare un rapporto di reciproca stima ed amicizia culminato domenica 13 gennaio 2008 in occasione della partita tra amaranto e granata giocata ad Arezzo. In questa occasione gli Ultrà di casa hanno ospitato quelli campani prima dell'incontro. Amicizie anche con gli ultras di Giulianova e Viterbo. C'è una rapporto con gli Irriducibili della Lazio e con una parte varesina.

Alle rivalità storiche con quasi tutte le tifoserie delle squadre toscane, tra le quali spiccano la vicina Montevarchi, quindi Siena, Fiorentina, Livorno, Pisa ed Empoli. A queste bisogna aggiungere una delle inimicizie più sentite dal popolo amaranto: quella con i grifoni perugini, con cui in cara nella stagione 70-71 venne registrato il record di presenze con 17.000 spettatori, sebbene il "Comunale" ne potesse contenerne ufficialmente circa 15.000.

In misura minore con i ternani ed in generale con tutte le umbre. Altre rivalità minori sono quelle con le tifoserie di Cesena, Modena, Spezia e più recentemente con la Juventus dopo che la formazione bianconera, con in campo tutti i suoi migliori giocatori, vinse ad Arezzo per 5-1 contro gli amaranto conquistando fuori casa il matematico ritorno in Serie A, con molte giornate di anticipo, per poi perdere tutte le successive partite con le squadre coinvolte direttamente nella lotta per non retrocedere, compresa l'ultima gara di campionato quando, con una squadra composta nella quasi totalità da giocatori provenienti dal settore giovanile, andò a perdere in casa a Torino contro lo Spezia negando all'Arezzo la possibilità di giocarsi la permanenza in Serie B, tramite i play-out e condannandola alla retrocessione diretta.

Una caratteristica peculiare della curva aretina è l'incrocio fra stile italiano e inglese.

La presenza di tifosi allo stadio oscilla fra i 1.500 ed i 3.500 spettatori, con punte anche di 7.000 nelle partite importanti. Il record degli ultimi anni, risale alla stagione 2006-07, in Serie B, contro la Juventus, con circa 12.000 spettatori. La scorsa stagione, in Prima Divisione, le tessere sono state 906, con una media presenze di 2.300 unità. Per questo campionato gli abbonamenti sono 1.197 e gli spettatori si sono attestati attorno ai 2.130.

 

 Pro Patria - Arezzo 02/03

 

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