
|
C
O M O
CALCIO
1907 |
COMO CALCIO
1907
Sede: Via Don
Berra, 13 - 22030 Orsenigo (Co)
Stadio "G.
Sinigaglia", viale Sinigaglia 2, Como (106 x 67) Capienza
13.600 omologato per 7.400 spettatori
Colori sociali:
maglia azzurra, calzoncini bianchi,calzettoni azzurri
Como città
83.250 abitanti - totale provincia 472.000
Abbonamenti
2009-10: 1.021
ORGANIGRAMMA
SOCIETARIO
Presidente onorario: Gianluca Zambrotta
Presidente e amm.re unico: Antonio Di Bari
Vicepresidente: Dott. Amilcare Rivetti
Segretario generale: Giorgio Bressani
Segretario: Riccardo Bellotti
Responsabile area amm.va: Dott. Andrea Erba
Addetto terna arbitrale: Aldo Mosconi
Addetto stampa: G. Gabriele Palimento
Marketing: Maurizio Porro
Comunicazione: Prof. Renato Gaiotti, dott. Francesco Greco
Responsabile sito web: Best Business Solutions - G.Gabriele Palimento
Responsabile Tecnico sett. giov.: Giampaolo Montesano
Team manager: Massimo Mascetti
Allenatore: Stefano Di Chiara
Allenatore in seconda: prof. Sandro Fantoni
Preparatore portieri: Ottavio Strano
Preparatore atletico: prof. Sandro Fantoni
Responsabile staff sanitario: Dott. Paolo Mascetti
Medico sociale: Dott. Alberto Giughello
Massaggiatore: Nicola Messina
Magazzinieri: Giorgio Soggetti, Carlo Corti, Giancarlo Carmignani
GLI
ULTIMI CINQUE CAMPIONATI
2004-05
Serie C1/a – 18° posto, perde i play-out con il Novara,
retrocede in C2 – All. Galia / Boldini – Fallimento
societario, riparte dalla Serie D
2005-06
Serie D/b – 4° posto – All. Gattuso / Falsettini
2006-07
– Serie D/b – 4° posto – All. Falsettini / Parolini /
Ramella
2007-08
Serie D/b - 1° posto, promosso in 2^ Div. - All. Corda
2008-09
Seconda Divisione – 3° posto - Promosso ai play-off -Elimina
Rodengo Saiano (1-1 /0-0) ed Alessandria (2-1 /2-0), Promosso in
Prima Div. – All. Corda – Di Chiara
IL
CALCIOMERCATO
Acquisti:
Preite (d77 - Pro Sesto), Bruno (d80- Reggiana), Zappino (p82
Taranto/Foggia), Cozzolino (a 85-Lecce/Cremonese), Franco (d85
Bari), Kalambay (c. Milan), Ardito (c77-Lecce),
Cessioni:
A. Fofana (a82 - Brescia), Tornaghi (p88 Inter), Mireku (Lib.
d89), Cremona (d91-Cantù) e Locatelli (c90 - Cantù), Taormina
(c88-Sampdoria/Viareggio), Minetti (c77- svin), Goretti (c76 -
Foggia), Lunati (c87 - svin), Sheic (Slo 84 - Pro Sesto)
LA
ROSA
Portieri:
Di Lierna (91), Malatesta (76); Zappino (81)
Difensori:
Adobati (88), Belleri (69), O. Brevi (67), Brioschi (75), Bruno
(80), Franco (85), Maggioni (82), Mbida (Cam. 90), Preite (77),
Rudi (87)
Centrocampisti:
Ardito (77), Bretti (82), E. Brevi (70), Kalambay (84), Porro
(89), Riva (85), Salvi (87), Terraneo (90)
Attaccanti:
Cozzolino (85), Facchetti (78), Guazzo (82)
PRO
PATRIA – COMO Arbitro Di Paolo di Avezzano
Due squadre con
problemi, due formazioni che si dibattono, almeno per ora sul
fondo della classifica. Insomma non si prospetta una domenica di
grande calcio, con la Pro che presenterà sula propria panchina
il nuovo tecnico Vincenzo Cosco. Mentre sulla panchina lariana
troviamo Stefano Di Chiara, già noto ai tempi della promozione
dei tigrotti in C1, al termine della stagione 2001-02, quando
guidava il Novara e che certo non ha un bel feeling con la
tifoseria bustocca, così come non l'ha il secondo portiere
Zappino, dopo i fatti di Frosinone. Si prospetta dunque una
partita tesa.
Como che ha
segnato pochissimo in stagione solo tre reti e domenica scorsa
è tornato al goal dopo 524' grazie alla rete di Guazzo, al 42'
del primo tempo. Gli azzurri erano a secco dal 13' minuto della
ripresa della seconda giornata, il 30 Agosto scorso.
E' un Como,
stagionato con in rosa ed in campo il 42enne Oscar Brevi, il
fratello Ezio 39enne, Balleri 40anni, Brioschi 34 anni. E che in
settimana è andato a Novara centrare la qualificazione ai
rigori, al turno di Coppa Italia. Lariani che nonostante
l'esperienza in rosa, sembra essere una squadra fragile, con il
morale basso, nonostante un motivatore come Di Chiara in
panchina che ha già messo assieme un bel po' di giornate di
squalifica. Allenatore che deve fare scelte obbligate
specialmente in avanti dove ha solo due attaccanti di ruolo,
stante il lungo infortunio di Facchetti ed Ardito che si rotto
il naso domenica scorsa in un fortuito scontro di gioco con il
compagno di squadra Brioschi ed Ezio Brevi con Belleri ancora ko.
Como che nello
stile di Di Chiara, prima bada a non prenderle e poi a cercare
di colpire in contropiede cercando di fare leva su carattere,
per sopperire alle mancanze tecniche. A Busto scenderà in campo
con il 4-4-2, con l'esperto Enrico Malatesta in porta, in difesa
l'ex legnanese Maggioni a destra, al centro un coppia bella
tosta formata da Oscar Brevi (ex Toro, Lumezzane, Solbiatese) e
Preite (ex Varese, Pavia e Vogherese), a sinistra Franco, pronto
a portarsi in avanti a sostegno della linea mediana. Centrocampo
con l'ex Lumezzane Kalambay sulla fascia destra al centro Ardito
a portare esperienza e rompere il ritmo con Salvi che corre per
tutti e Bruno a sinistra, decisamente più efficace e pungente
del compagno che agisce sull'out opposto. In avanti Cozzolino e
Guazzo, unici attaccanti disponibili con Bretti pronto
all'evenienza ma più con il ruolo di tornante/mezza punta che
di attaccante vero. Sulle palle inattive, si portano in avanti
come logico i saltatori e particolare attenzione bisognerà
prestarla a Preite che è capace di farsi sentire. In panchina
Zappino, ed i giovani difensori Adobati, Mbida, ed i pari età
Rudi e Terraneo centrocampisti. Como che fuori casa è andato
meglio che al Sinigalia con cinque punti conquistati contro due,
grazie anche all'unica vittoria stagionale, quella a Monza alla
prima giornata. Peggior attacco del girone con solo tre
realizzazioni, Cozzolino, Guazzo e Franco su rigore. Meglio la
difesa che con sette reti è una delle migliori del torneo.
LA
STORIA
La fondazione
del F.C. Como, è del 1907, dopo una riunione di un comitato di
amatori del foot-ball, presieduta da un giovane di nome Benzoni,
presso il bar Taroni (che rimarrà per anni la sede del
sodalizio), di via 5 Giornate, nel centro della città lariana.
La maglia è bianca-azzurra.
L’attività
fino al 1911 è ha scopo dimostrativo ed amichevole con incontri
con squadre locali, e puntate nella vicinissima Svizzera, dove
il calcio da diversi anni è già uno sport molto affermato. I
primi "terreni" di gioco, sono la Piazza d’Armi, il
campo Garbali, fino a quando la Famiglia Carcano mette a
disposizione un terreno in via dei Mille.
Tra il 1911 e
il 12, all’originario club si unisce, un club di studenti il
"Minerva", ma il sodalizio mantiene la denominazione
originale di F.C. Como. La nuova società iniziò ufficialmente
la sua attività calcistica nell'annata 1912-1913, partecipando
al Campionato denominato Promozione, una sorta di Serie B
regionale. Il primo incontro che segnò il debutto del F.C.
Como, avvenne il 17 novembre 1912, presso un campo di via dei
Mille, con la netta vittoria dei lariani per 5-0. Al termine di
questo primo campionato, i comaschi si piazzano al 5° posto,
venendo così ammessi al torneo superiore di Prima Categoria
dove viene inserito in un girone con Juventus, Novara, Milan,
Internazionale, U.S. Milanese, Racing Libertas Milano, Nazionale
Lombardia di Milano, Juventus Italia di Milano (quartiere Bovisa),
piazzandosi al penultimo posto. Sempre nel 1914 ed esattamente
il 18 Giungo, l’assemblea elegge come primo vero presidente il
Dott. Carlo Verga. 1914-15, il Como gioca nel gruppo cinque di
Prima Categoria, contro Brescia, U.S. Milanese, Internazionale,
Modena e Cremonese. I lariani si classificano al secondo posto,
alle spalle dell’Inter conquistando le semifinali regionali. L’attività
calcistica si ferma come ovunque, per gli eventi bellici e
riprende nel 1919, ed a Como viene fondata un'altra società
calcistica l'"Esperia", con maglia bianco-stellata,
che comincia la sua attività però dalla Terza categoria,
mentre l’F.C. Como, s’iscrive nuovamente al Campionato di
Prima Categoria per la stagione 1919-20, venendo inserita in un
raggruppamento con Saronno, Varese, Legnano, Chiasso, le
milanesi Stelvio, U.S. Milanese e Nazionale Lombardia. Il
piazzamento finale è però l’ultimo posto con soli 4 punti, a
pari merito con il Varese. Nella stagione seguente troviamo
ancora i comaschi, in Prima Categoria, in un gironcino a cinque,
sempre con Stelvio Milano, U.S. Milanese, Chiasso e Legnano,
dove conquista 6 punti.
L’annata
1921-22, segna un po’ la svolta per il calcio lariano;
l'Esperia, fondata da pochi anni vincendo campionati arriva allo
stesso livello del F.C. Como in Prima Categoria ed entrambe le
squadre aderiscono al campionato FIGC, non a quello degli
scissionisti della CCI. Le due società, animate da un forte
rivalità non vengono però messe nelle stesso girone, il Como,
inserito in quello con Varese, Saronno e Chiasso, dove vincerà
il raggruppamento. L’Esperia si trova con la Pro Patria, ed è
il primo incontro ufficiale tra lariani e bustocchi, Pavia e
Libertas ed anch’essa vince il proprio girone. Nel girone
finale Lombardo, arriverà il primo derby tutto comasco, con l’Esperia
che ha la meglio, per 3-0 l’andata e poi pareggiando 0-0 il
ritorno, aggiudicandosi anche il girone, approdando così anche
in Prima Divisione, un sorta di Serie A dei tempi. 1922-23
L'Esperia in Prima Divisione dura solo una stagione, viene
inserita nel girone B, con Genoa, Legnano, Bologna, Juventus,
Cremonese e Modena, arrivando penultima e retrocedendo, mentre
il Como, si piazza a centro-classifica nel suo girone di Seconda
Divisione, con Piacenza, Atalanta, Monza, Chiasso, Fanfulla, e
le milanesi del G.S. Miani e della Juventus Italia-Bovisa. Così
nel campionato successivo, con la retrocessione dell’Esperia,
torna anche il derby, che questa volta arride al F.C. Como.
1924-25, l’ F.C. Como sfiora la promozione in Prima Divisione,
ma perde in casa un importante match contro l'Udinese, con l’arbitro
Rinaldo Barlassina, che viene assediato a lungo. Barlassina, poi
sarà il numero uno dei fischietti italiani e nel 1932 creerà l’"Agendina
del Calcio", progenitrice dell'attuale Almanacco Illustrato
del Calcio della Panini.
Oltre al Como,
all'Esperia, troviamo anche la Pro Patria, U.S. Milanese,
Trevigliese, Biellese, Monza, Atalanta, Juventus Italia Bovisa
e, la Canottieri Lecco per un altro sentito derby. E’ l’ultima
stagione dei derbies, tra F.C. Como ed Esperia con quest’ultima
che alla fine del campionato retrocede in Terza Divisione, per
poi scomparire dalla scena calcistica. L’ F. C. Como, viene
incluso nel girone A della Seconda Divisione dove ritrova il
solito gruppo di avversarie storiche, inclusa la Pro, e le
novità Fanfulla e Derthona; è il campionato che segna anche l’arrivo
del primo straniero, l’attaccante ungherese Gulias, che
proveniente dall'Ujpest di Budapest. 1926-27, segna un punto di
svolta nel calcio lariano, con la fusione tra l’Esperia e l’F.C.
Como. Il nuovo sodalizio prende la denominazione di Associazione
Calcio Comense. La maglia, della nuova società diventa rossa.
Con il rimpasto dei campionato la Comense viene ammessa in Prima
Divisione. La stagione è deludente, con il piazzamento al
penultimo posto, con la Pro che invece vince il campionato,
trascinata dal grande "Carletto" Reguzzoni, approdando
per la prima volta in Divisione Nazionale A.
Il 1927-28, è
un'altra annata importante, per il calcio a Como, infatti nell’anno
del centenario "Voltiano", e con la fusione delle due
squadre cittadine, l’amministrazione comunale completa il
nuovo stadio, che è ancora l’attuale sede di gioco dei
comaschi, lo stadio "Sinigalia", proprio in riva al
Lago ed a due passi dal centro storico. 1928-29, arriva un
secondo posto di assoluto rilievo, in Prima Divisione, con una
squadra giovanissima, foramata da molti giovani della zona,
dando il via ad una tradizione che ha sempre caratterizzato il
calcio lariano. Nella stagione successiva, la Comense, si trova
ancora a combattere per la promozione, ma cede nel finale,
lanciando però alcuni giovani, interessanti, come il
centrocampista Biffi che poi sarà una bandiera del Milan. Il
campionato 1930-31 è tra i migliori della Comense sotto la
guida del trainer austriaco Lukas, riesce ad approdare al calcio
professionistico, piazzandosi al primo posto nel proprio girone
che conclude imbattuta. Affronta poi gli spareggi con Spal,
Reggiana e Pavia e viene promossa in Serie B. Nella serie
cadetta l’impatto è buon con un 9° posto finale.
1932-33 la
panchina viene affidata ad una delle prime stelle del calcio
italiano, Adolfo Baloncieri, che svolge la funzione di
allenatore-giocatore, trascinando la squadra al 6° posto.
La stagione
seguente, i lariani, combattono a lungo per il salto di
categoria, per l’ammissione in Serie A, ma il quarto posto non
basta. Si mette sempre più in evidenza il bomber Romano, una
delle bandiere della Comense, che a fine stagione poi approderà
al Novara con Galimberti, che sarà il primo giocatore di scuola
comacina a vestire la maglia della Nazionale. Mentre Baloncieri,
partirà alla volta di Milano, sponda rossonera. Il campionato
34-35, segna un punto di svolta in negativo per i comaschi, che
nel breve volgere di poche stagioni andranno in contro ad una
repentina discesa verso la Promozione, una sorta di attuale
Serie D.
1936-37 Il club
rimane in vita per la passione di pochi, i quali dopo
un'assemblea tornano alla prima denominazione di Calcio Como,
abbandonando il nome di A.C. Comense ed anche la maglia rossa,
che torna così ad essere azzurra. I soci rimasti in
ristrettezze economiche non possono fare a meno di costruire una
squadra con giovanissimi del luogo. 1937-38 Ad inizio della
stagione arriva un’altra fusione, questa volta con l'A.S.
Ardita di Rebbio e la società assume la denominazione Sportiva
Como con cui vince il girone C di Promozione lombarda. Disputa
poi gli spareggi con Casalini Brescia, Codogno e Bareggio
piazzandosi al secondo posto e sale in serie C.
La prima
stagione in Terza Serie, nel 38-39, si apre con la società che
riassume il nome di Associazione Calcio Como e, si chiude con un
onorevole 10° posto, così come negli anni seguenti con
piazzamenti medio-alti e con diversi giovani interessanti
lanciati. 42-43, in pieno conflitto bellico, c’è un
campionato di vertice con un testa a testa per il passaggio in
Serie B, con i cugini del Lecco, che vincono il girone, ma poi
vengono eliminati nelle finali. Fino al 45, la squadra comasca
affronta poi vari Tornei, dovendo anche trovarsi un campo per
giocare le partite interne, in quando per motivi bellici lo
stadio "Sinigalia", viene occupato.
Nel 1945-46,
partecipa al Campionato Alta Italia – Misto B/C, dove incrocia
dopo anni i "Tigrotti", che stanno già gettando le
basi per il ritorno in A. Ci sono nello stesso girone altre
compagini rivali storiche, come Alessandria, Cremonese,
Reggiana, Legnano. Nei lariani che arrivano a metà classifica,
che consente loro di partecipare al nuovo campionato di Serie B,
si mettono in evidenza alcuni giovani come Quadri e Cattaneo, ma
soprattutto l’attaccante Carapellese, che a fine stagione
passerà al Milan, e vestirà la fascia di capitano della
Nazionale.
Il campionato
1946-47 di Serie B è massacrante, diviso in tre gironi, con
oltre 60 squadre iscritte. Il Como è inserito nel girone A, con
la Pro, che domina dall’inizio alla fine il torneo tornando in
A. Nei lariani, che arrivano 3i, si mettono in evidenza l’attaccante
Maesani, forte di testa e l’ex nazionale Egidio Capra (Milan),
suo compagno di reparto.
Stagione di
grazia 1947-48, in cui il Como, raggiunge per la prima volta
nella sua storia la Serie A con l’allenatore ungherese Winkler.
Tra i pali Viola, che poi vestirà per anni la maglia della
Juventus e della Nazionale, in evidenza anche i difensori Travia
(poi alla Pro) e Bosco ed in attacco un buon tandem con Renica e
Benedetti.
Per il primo
storico campionato di Serie A, sulla panchina comasca approda
Mario Varglien (I°) prodotto del vivaio della Pro, vincitore di
5 scudetti con la Juve, campione del Mondo nel 34 ed in seguito
ancora sulla panchina bustocca. Varglien rimarrà alla guida
tecnica dei lariani per tre stagioni, prima di tornare ancora
alla Pro. Con lui un altro biancoblù il centrocampista Pedroni,
lo scopritore di Gianni Rivera e poi nell’area tecnica della
Pro. Partono i richiesti attaccanti Renica e Benedetti, ma
arriva Ercole Rabitti (poi per anni al Toro in diverse vesti) ed
il regista Stua che formano la base della squadra con Pedroni,
Bosco e Cardani. Gli azzurri riescono ad imporsi con
personalità e bel gioco nella massima Serie, pur da
neo-promossi, piazzandosi al 6° posto a pari merito del Toro
con 41 punti. Una stagione indelebile per i tifosi comaschi, che
vedono la loro squadra nelle zone alte della classifica alla
prima apparizione in A, ma soprattutto la maglia azzurra è
vestita da giocatori per lo più nati nella zona, visto che l’unico
straniero il cecoslovacco Chawko, colleziona in totale solo 5
presenze. I supporters dei tempi accoglievano le squadre ospiti
al "Sinigaglia" con cartelli "Italia contro
ONU".
Per la seconda
stagione in Serie A, uno dei pezzi pregiati della campagna
acquisti comasca è il bustocco Angelo Turconi, uno dei
giocatori più quotati del tempo, che passa direttamente dai
Tigrotti ai comaschi, con il presidentissimo Cerana, che sistema
in un solo colpo le casse bustocche. La squadra è molto forte
in casa, ne fa le spese anche la Pro, e mette sotto le grandi
Inter e Juve (sconfitta anche a Torino), concedendo solo sue
sconfitte interne e qualche pareggio. Si affacciano numerosi
virgulti del vivaio, come Mario Bergamaschi, Moltrasio che
vestiranno anche la maglia della Nazionale oltre a Gatti e
Migliorini. Ottimo l’ottavo posto finale. 1951-52: terzo
campionato consecutivo in Serie A, la partenza è lanciatissima
ed i lariani vanno anche in vetta dopo le prime giornate, salvo
poi ridimensionarsi lungo il cammino, arrivando comunque a
centrare la salvezza alle spalle della Pro. La stagione è da
incorniciare comunque perché, Bergamaschi è il primo giocatore
del Como, che veste direttamente una maglia della Nazionale (B).
Si mettono in evidenza i soliti giovani del vivaio azzurro, come
Giovetti, che passerà al Toro e Pedroni al Milan. A fine
stagione il terzino Travia approderà alla Pro.
1952-53: e l’ultimo
anno del Como in A, e la fine degli "Azzurri contro
O.N.U.", che nel frattempo erano assurti come squadra
simpatia degli italiani negli anni post-bellici, per non avere
stranieri in squadra. Al termine del campionato è retrocessione
in B, a far compagnia alla Pro. Ma lancia l’ennesimo giovane
interessante come Gratton, che passerà alla Fiorentina e poi
anche in Nazionale. La stagione seguente, i lariani sperano in
una pronta risalita, ma si trovano davanti per la Pro, che si
aggiudica il torneo cadetta e ritorna subito in A, dopo lo
spareggio con il Cagliari a Roma. Sono poi campionati di
transizione, con piazzamenti comunque nella parte alta e sempre
con ottimi giovani in evidenza come Mazzucco, Bettini, Santoni,
Marsili, Gandini e Favini poi a sua volta grande scopritore di
talenti in erba con lo stesso Como. 57-58 altro talento lanciato
che poi diventerà un ottimo dirigente calcistico come Nello
Governato. 1959-60 cambio di allenatore dopo sette stagioni
Lamanna lascia gli azzurri, e si mette in evidenza Dell’Omodarme
poi alla Juve e solito piazzamento medio alto nella serie
cadetta.
Nuova stagione
in B, e come al solito sono vengono lanciati molti esordienti in
gran parte comaschi doc: come Corsini, Flaborea (poi entrambi
ottimi allenatori), Galli, Moretti, Bighellini, Boriani e
soprattutto Luigi "Gigi" Meroni, ala fantasiosa e
geniale, svezzata poi al Genoa, dall’ex biancoblù Jo Santos,
prima di spiccare il suo breve volo al Torino e la maglia della
Nazionale. Fermato poi da un incidente stradale mortale il 15
ottobre 67.
1961-62 Parte
Governato e con lui altri giovani che si erano messi in
evidenza, la squadra non gira nonostante la classe di Meroni ed
arriva una salvezza sofferta. Al termine della stagione la forte
alla passerà al Genoa. La società entra in crisi e non c’è
un ricambio di dirigenza. Al termine della stagione 62-63,
arriva la retrocessione in Serie C, con una penalizzazione per
aver fatto giocare un giocatore senza contratto, nonostante il
Presidente dei lariani, sia anche a capo della Lega Calcio a cui
si aggiunse anche un tentativo di corruzione del Brescia, che
combatteva con gli azzurri per non retrocedere. In evidenza si
mettono comunque gli attaccanti Morelli e Carminati e Giovanni
Invernizzi, che vincerà poi lo scudetto come allenatore dell’Inter
nel 70-71. Per il primo campionato di Serie C, la squadra viene
rinnovata completamente, sempre basandosi sui giovani del vivaio
che portano alla fine al 3° posto in classifica. Trend seguito
fino alla stagione 66-67, periodo in cui altri giovani si
affacciano alla prima squadra e poi partono verso altri lidi,
come "Gedeone" Carmignani. Campionato in cui i lariani
innescano un lungo duello, con il Monza, che porta allo
spareggio di Bergamo, con i biancorossi che si aggiudicano il
passaggio di categoria.
Il 1967-68 vede
gli azzurri tornare in B, con il portiere Lonardi che stabilisce
un record d’imbattibilità di 1.008, ed il bomber Musiello in
avanti oltre ai vari Pirola, Perotti (ex dt del Livorno ed
allenatore di Genoa, Piacenza e Verona), Pittofratti, Lambrugo e
Magistrelli. Il ritorno dopo quattro stagioni in Serie B, segna
subito un ottimo sesto posto finale e un bel po’ al vertice
solitario, nonostante un cambio di allenatore a metà stagione,
con l’arrivo di Viviani e la solita sequela di virgulti
lanciati. 1969-70 il Como, pesca dalla Pro, il giovane talento,
ma sfortunato di Michele Solbiati (attaccante) ed in cambio a
Busto arrivano "Fritz" Frigerio, Nocentini ed un po’
di soldi freschi. La squadra viene affidata inizialmente a
Lerici (Terziario Francescano), che non dura molto in panchina,
e gli subentra poi Neri. Con lui arriva anche Correnti che sarà
poi una colonna degli azzurri nei campionati a seguire. Arriva
una salvezza soffertissima, proprio all’ultima giornata in
casa, ma sempre con i giovani del vivaio in mostra come
Magistrelli e Doriano Pozzato. 1970-71 I dirigenti azzurri
pescano ancora con grande intuito dalla Pro, il veloce
Alessandro Turini, bustocco d.o.c., che diventerà un idolo
della tifoseria lariana. Sergio Magistrelli vince la classifica
cannonieri e sarà uno dei pezzi pregiati del mercato del Como.
Si affacciarono alla ribalta con Turini, il bomber Garlaschelli
(poi alla Lazio), Vannini e Paleari per la loro generosità
diventano i beniamini del pubblico.

Alessandro
Turini
Nell’estate
del 71 arriva una nuova dirigenza da Meda che allestisce una
squadra per tentare l’assalto alla Serie A, affidandola a
Beltrami come d.s. e per la panchina all’ex centrocampista
tigrotto dei primi anni 60' Eugenio Bersellini. Arriva il quarto
posto ad un solo punto dalla promozione. Si riparte alla caccia
della A, partono i soliti pezzi pregiati, come Lambrugo,
Trinchero, Melgrati, Lombardi e Vallongo. Bersellini, viene poi
esonerato ed al suo posto arriva Pippo Marchioro. Il campionato
termina con un piazzamento a metà classifica, con i soliti
gioiellini da lanciare ed è la volta dei difensori Cesarone
Cattaneo e Danova (Cesena, Torino, Inter). 73-74, Marchioro
impone il suo gioco fatti di schemi, zona e fuorigioco, rimane
nei quartieri alti della classifica, ma nel finale deve cedere
il terzo posto e la promozione in A, alla Ternana di Corrado
Viciani. Il giovane terzino Callioni, pescato dallo Spezia in C,
passa poi al Torino. In squadra di mettono in evidenza il
centravanti Renzo Rossi e l'aitante portiere goaledor Antonio
Rigamonti, abile nel realizzare i rigori ed anche nel
neutralizzarli.
Stagione 74-75
arriva l’agognato ritorno in Serie A con un secondo posto. La
squadra è sempre nelle mani di Pippo Marchioro, che ha come suo
secondo Osvaldo Bagnoli.
Nella squadra
azzurra troviamo Melgrati tornato da Perugia, Simone Boldini nel
ruolo di difensore esterno. In mediana Mario Guidetti, papà
dell’attuale bomber della Cremonese. Alessandro Scanziani, il
bomber Ulivieri, ed due giovanissimi Ottorino Piotti (portiere
nativo di Gallarate) e il mundial Marco Tardelli che in estate
passerà alla Juventus, per la cifra record ai tempi di 1
miliardo di vecchie lire, suscitando diverse polemiche.
In Serie A, gli
azzurri rimangono un solo anno, Marchioro nel frattempo è
emigrato a Cesena, inizialmente Cancian in panchina e Bagnoli
sempre secondo. Il gruppo base viene confermato, si mette in
evidenza il giovane Fontolan (poi scudettato con Bagnoli a
Verona), mentre un altro giovanissimo centravanti fatica a farsi
notare, il suo nome è Paolo Rossi. A fine stagione partirà in
direzione Vicenza, partirà anche il portiere rigorista
Rigamonti, che finirà al Milan, che avrà come guida Marchioro.
1976-77, 6° posto in Serie B con Osvaldo Bagnoli come
allenatore, il quale lancia un giovanissimo Matteoli. La squadra
lariana viaggia in vetta per lunga parte della stagione ma poi
cede in porta si alternano William Vecchi (arrivato dal Milan
con cui aveva vinto la Coppa Coppe nel 73) ed il giovane Piotti.
Il d.s Beltrami passa all’Inter e si porta dietro Scanziani.
Arriva inopinata la retrocessione in C, nel 77-78, Bagnoli passa
al Cesena, e sul lago arriva la coppia Janich (ds) e Rambone (all),
poi sostituito da Suarez, a sua volta sostituito da Narciso
Pezzotti, per lungo tempo poi secondo di Lippi, con Juve, Inter
e Nazionale. Ma ci sono i soliti giovani su cui ripartire come:
Nicoletti, Centi, Pancheri, Volpati, Todesco e soprattutto
Pietro Vierchowod. Per ritornare subito nella serie cadetta, la
società si affida a Pippo Marchioro, dopo la sua bruciante
esperienza milanista. In maglia azzurra tra l’altro arrivano
lo sfortunato Stefanelli, morto in un incidente d’auto, dopo
aver chiuso la carriera con la Pro e Gozzoli, che vestirà anch’esso
la maglia biancoblù (procuratore di diversi giocatori della
Pro). Gli azzurri vincono il girone A di C1, lanciando il solito
numero di giovanissimi su cui costruisce una rapida scalata alla
Serie A, che arriva al termine della stagione seguente con un
doppio salto dalla C1 alla A. La squadra è sempre affidata a
Marchioro, che imposta la sua squadra sul "rosso",
centrocampista Adriano Lombardi (morto nel 2008 a 62 anni dopo
otto anni di sofferenze e di lotta contro la SLA). In attacco
giostra un duo atipico, formato dai due lungagnoni Nicoletti e
Cavagnetto (pescato nella Pro Vercelli). Primo posto in
campionato e difesa imperforabile con solo 17 reti subite.
Per il ritorno
in A, viene riconfermato ovviamente Marchioro, in squadra,
troviamo l’esterno Marozzi (poi alla Pro nel campionato di C1
82-83), Centi, Riva, Pietro Volpi (poi a lungo medico sociale
dell’Inter), Gobbo, Mandressi, la coppia di portieri formata
dall’esperto Vecchi e Giuliano Giuliani (scudettato con il
Napoli). Dal vivaio si affacciano anche i vari Butti, Braglia,
Luca Fusi, Galia, Invernizzi, Maccoppi.

Una formazione
comasca al "Sinigalia", stagione 80-81, Serie A
Marchioro
riesce nel "miracolo" e centra la salvezza con il 13°
posto, con lo "Zar", Vierchowod (21 anni) che si
afferma come uno dei migliori difensori del campionato,
approdando in Nazionale. 1981-82, il doppio miracolo a Pippo
Marchioro non riesce così arriva la retrocessione in B,
nonostante il solito nugolo di giovani leve, come l’attaccante
Di Nicola (alla Pro nell’82-83), Soldà, Mossini, Occhipinti,
De Gradi, Stefano Borgonovo e Tempestilli. Da segnalare che in
fase di mercato, la società dopo anni di felice autarchia, si
fa tentare dallo "straniero", ingaggiando il terzino
austriaco Hans-Dieter Mirnegg, con scarso successo.
In Serie B, la
squadra viene affida a Tarcisio Burgnich e come d.s. a Vitali.
Ritorna Matteoli, dal prestito della Reggiana. Arriva al termine
della stagione ad affrontare gli spareggi promozione, con
Cremonese e Catania, che non supera perché passano i siciliani.
Si riprova la stagione seguente, nonostante partano come sempre
i pezzi pregiati e questa volta tocca ai vari Galia, Fontolan,
Soldà e Nicoletti. La squadra viene opportunamente rinforzata
con Albero, Todesco, Gibellini, Manarin, Sclosa, Palese, i
giovani Fusi e Mannini e le prime apparizioni di "Tarzan"
Annoni: questa volta raggiunge ancora la Serie A, con altre due
lombarde Cremonese ed Atalanta. Per la A, la panchina viene
consegnata ad Ottavio Bianchi che si può avvalere del blocco
dell’anno precedente, ad eccezione di Mannini passato alla
Sampdoria, di due stranieri di valore come l’attaccante
svedese Dan Corneliusson e l’ex interista Hansi Mueller ed un
giovanissimo Notaristefano. Arriva una salvezza centrata senza
particolari affanni con l’11° posto, mantenendo l’inviolabilità
interna.
1985-86 Si
parte con Clagluna in panchina, ma dopo 10 giornate, la squadra
rimane sempre sul fondo, venendo affidata alle cure di Rino
Marchesi che risale impetuosamente la classifica fino al 9°
posto, grazie all’apporto dei due stranieri, con la coppia
anomala svedese-brasiliana Corneliusson, Dirceu a cui si
aggiungono le reti del giovane Borgonovo.
1986-87, dopo
la buona annata Marchesi, passa alla Juventus a prendere il
posto del "Trap", al suo posto Emiliano Mondonico, che
bissa l’ottimo 9° posto della stagione presente. Confermatosi
in A, i lariani puntano sul il blocco di giocatori dell'annata
precedente, e centrano l’ennesima salvezza con l’11° posto
e tanti altri giovani lanciati.
Con la stagione
88-89, si ha il ritorno di Marchesi in panchina: arriva il
brasiliano Milton dai baffetti appena accennati, dai ritmi
compassati ma molto efficace a cui fa da contraltare la
velocità del rescaldinese Marco Simone, prodotto delle
giovanili. I lariani, non riescono però a rimanere in gioco e
già a metà stagione sono spacciati. La caduta è rovinosa, e
nel giro di un solo anno solare si ritrovano in C1.

1988-89, la
rosa completa del Como in A
Nel 90-91, in
Serie C1, ritrovano Bersellini in panchina, alla fine gli
azzurri devono affrontare uno spareggio con il Venezia, con cui
arrivano a pari merito al secondo posto, per la promozione in B.
Passano il lagunari per 2-1. Nelle file comasche si mettono in
evidenza i soliti giovani, tra cui l'ex tigrotto Paolo Annoni,
protagonista nello spareggio e lo sfortunato Fortunato. Si
riprova l’anno seguente, con Frosio come tecnico in squadra c’è
una pletora di futuri tigrotti, oltre al già citato Annoni,
troviamo Boscolo, Rusconi, Pellizzari e Bandirali arrivato dal
Milan con Taibi. Arriva un altro 3° posto alle spalle di Spal e
Monza.
Campionato
92-93, lariani al sesto posto finale, annata cominciata con
Valdinoci in panca, ma terminata con Burgnich.
Il 1993-94,
dovrebbe essere una stagione di assestamento, la squadra viene
affidata a Marco Tardelli, che ha tra le mani un manipolo di
giovani; Annoni, Boscolo, Rusconi ed altri due ex come Elia e
Dato, sono stabilmente in prima squadra, dove spiccano tra gli
altri Cudicini jr (Chelsea e Tottenham), Parente, Gattuso,
Dionigi, Collauto ed il laterale Paolo Bravo poi al Saronno e
Rimini. La formazione lariana acciuffa i play-off, quasi a
sorpresa, poi nel primo incontro di semifinale supera una delle
grandi favorite come il Mantova (2-1 e 0-0), poi in finale secca
a Verona, supera di slancio la Spal per 2-1, per gli estensi
goal di Mezzini. Nelle file degli azzurri, da titolari in quella
gara trovano spazio Boscolo e Rusconi. Nella serie cadetta,
balla solo un campionato, sempre con Tardelli in panchina, che
trova la possibilità di lanciare diversi giocatori, come Lomi,
Ferrigno, Vignaroli, De Ascentis e Sala.
95-96, alla
guida tecnica arriva Scanziani, che aveva appena portato la
Gallaratese di Caravatti in C2. Il gruppo di giocatori è
affidato a Galia rientrato la stagione precedente dalla Juve, ci
sono sempre Boscolo, Dato ed un altro ex, Attilio Bonomi, oltre
ad altri nomi interessanti come Consonni, Mazzoleni, Zamuner,
Zanin. Spiccano due babies come De Ascentis e Zambrotta entrambi
comaschi d.o.c., che in estate rimangono a lungo in trattativa
per arrivare in prestito alla Pro. Gli azzurri centrano ancora i
play-off, a pari merito con il Monza e superando per migliore
differenza reti il Fiorenzuola. Il primo ostacolo è nuovamente
la Spal che pareggia per 0-0 al "Sinigalia", al
ritorno i lariani, vanno sotto di una rete e sembrano ormai
spacciati ma ribaltano clamorosamente il risultato per 6-3. In
una partita in cui "Melo" Dato è titolare come
Cristian Boscolo e Bonomi si ritaglia un pezzo di partita. In
finale incontra l’Empoli di Spalletti, a Modena. Una rete di
Esposito all’84’ chiude le porte del ritorno in B, ai
comaschi. 96-97 Scanziani è confermato, con lui al gran
completo la rosa dell’anno precedente, con Dato che passa alla
Vogherese in prestito e dalla Pro, ritorna la punta Morgandi,
tecnicamente valido ma molto leggerino fisicamente. La stagione
non va come si spera, così arriva il mundial Marini in panchina
e l’arrivo di un altro ex tigrotto, in campo Vanoli con il
bustocco Baraldi. Vince la Coppa Italia di Serie C.
C’è il
passaggio di proprietà con Preziosi, che arriva alla presidenza
lasciando nei guai Saronno, da cui fa arrivare anche il tecnico
Mario Beretta (alla Pro, nel 95-96). Il d.s. Terraneo, sulle
indicazioni del nuovo proprietario, crea una squadra per vincere
subito il campionato, facendo arrivare elementi interessanti di
categoria, pescando molto dal Saronno, che aveva appena giocato
i play-off per la B. Tra gli altri arriva Max Brizzi,
direttamente dalla Pro. Annata storta con Beretta, che entra
subito in contrasto con il presidente, che vuole mettere il
becco in faccende tecniche. Esonero per l’ex trainer dei
tigrotti, al suo posto Catuzzi, poi Beretta viene richiamato,
con Centi che chiude la stagione. Con un piazzamento a metà
classifica. La B, rimane sempre nelle mire della società che
affida la squadra a Trainini, reduce dall’esperienza di
Lumezzane. Squadra costruita per vincere, che in attacco si
affida a Tommy Rocchi, altro ex Pro che segna 11 reti, portando
i lariani ai play-off. L’ostacolo è la Pistoiese di
Agostinelli, che supera all’andata in Toscana gli azzurri per
1-0, ed al ritorno pareggia 1-1 (Rocchi), eliminando la squadra
lariana dalla contesa, centrando poi la B.
Altro tentativo
con De Vecchi in panca, che non dura molto, poi Marini ed alla
fine tocca ad un altro ex, Loris Dominissini, mantenere la
categoria con un finale di stagione che aveva aperto lo spettro
della discesa in C2, per una squadra che poteva contare sempre
su Rocchi (diventato capitano a soli 22 anni), oltre ai vari
Campolattano, Brunner, Saudati, Ungari, Bertani, Masitto,
Ferrigno, De Zerbi, Ferracuti, Masolini, Milanetto e Memmo.
Preziosi affida
la rosa a Dominissini che fa arrivare per il centrocampo un
altro ex biancoblù come Luis Centi e dal Lumezzane Oscar Brevi.
In attacco ci sono oltre ad un giovanissimo Caracciolo. Memmo,
Colacone, Carruezzo, Olivares ed a inizio stagione anche il
greco Karasavvidis (altro ex), prelevato dopo il suo
sorprendente exploit di reti alla Torres, ma dura solo 4
giornate ed al suo posto arriva Michele Padovano (ex Juve).
Arriva la promozione in B, dopo i play-off, dove in semifinale
supera lo Spezia (0-1 e 0-0), e nella doppia finale il Livorno,
pareggiando a reti inviolate all’Ardenza, vincendo poi il
ritorno per 1-0, grazie ad un’autorete proprio all’ultimo
minuto di gioco. E’ la stagione del caso "Bortolotti",
durante il match in riva al lago, con Ferrigno che verrà poi
squalificato per tre anni. Lo stesso gruppo di giocatori, con
qualche innesto come i due ex tigrotti Music e Terni, il
bustocco Stellini, oltre a Gallo, Lulù Oliveira, Corrent ed
Allegretti. guidato sempre da Dominissini, centra il doppio
salto in Serie A, andando in testa da inizio stagione e non
mollando più lo scettro, mettendo assieme 74 punti (record per
il campionato a venti squadre).
Preziosi, anche
nella massima serie conferma Loris Dominissini, per la stagione
2002-03. La rosa viene rinforzata con alcuni esperti come il
portiere Ferron, Juarez, Benito Carbone, Binotto, Pecchia,
Padalino, ma da subito la squadra arranca sul fondo, così viene
chiamato Eugenio Fascetti, che prova un’impresa ai limiti. I
lariani retrocedono immediatamente. Preziosi, come fatto a
Saronno, molla la società e la cede a Dell’Oglio, in panchina
rimane Fascetti, con una squadra in balia di stessa, senza una
guida precisa con gli uomini contati. Arriva così una repentina
retrocessione in C1. Gli azzurri, si trovano a digerire ancora
una volta due retrocessioni in un anno solare. Nell’estate
2004, la società comasca, rischia di essere radiata dai ranghi
federali, per inadempienze finanziarie. La Lega Calcio, per
intervento del TAR, riammette poi i lariani, all’ultimo
momento, con una pesante sanzione. Il 22 Dicembre del 2004,
arriva anche il fallimento dello storico sodalizio della città
di Alessandro Volta. Sul campo la squadra infarcita di giovani
tra cui gli ex Daniele Rosso e Cigardi, parte con Galia in
panchina quindi con Simone Boldini, si salva proprio all'ultima
giornata "vincendo" allo Speroni per 0-2, risultato
che li proietta ai play-out contro il Novara, dove però perde
(1-2 e 0-0). Una tripla retrocessione ed un fallimento che
mandano in profonda crisi il calcio comasco, che a causa proprio
del fallimento del dicembre 2004, non trovando acquirenti, è
costretto a ripartire dai dilettanti della Serie D, dove viene
inserita nel girone B. Nel 2005-06, tra diverse turbolenze
societarie, riesce comunque a raggiungere i play-off, avendo in
squadra giocatori di notevole spessore, ma non arriva alla
promozione, perchè nella gara di semifinale a Trezzo d'Adda
contro la Tritium, la partita venne sospesa al 62' a seguito del
lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi lariani ed al
Como venne assegnata la sconfitta a tavolino per 3-0. Nella
stagione 2006-07, invece, il Como perde la finale dei play-off
contro l'U.S.O. Calcio per 4-2 dopo i tempi supplementari.
Per il torneo
targato 2007-08, il Como viene affidato al tecnico sardo Ninni
Corda, con l'unico compito di centrare la promozione. I lariani
danno vita ancora ad un testa a testa con la Tritium, con gli
azzurrri che nel girone di ritorno rimontano gli avversari,
chiudendo la stagione con due punti di vantaggio, tornando nel
calcio professionistico. In squadra Bretti (ex biancoblù, ma
senza mai scendere in campo) che realizza 6 reti in 24 presenze,
Salvi, Ramundo, Adobati, Manzini e sopratutto il bomber
Fuakuputu autore di 17 reti. Il 16 aprile 2008, pareggiando 1-1
con la Colligiana e grazie al 2-0 ottenuto il 9 aprile a Como,
il Como conquista anche la Coppa Italia di Serie D.
2008-09, gli
azzurri inizialmente vengono affidati a Corrado Cotta, che può
contare su una rosa più che esperta, anzi stagionata con i due
fratelli Brevi, Balleri, Brioschi, Goretti e Minetti, tutta
gente che ha alle spalle tanti campionati di Serie A e B, oltre
al bomber Guazzo ed al portiere Malatesta. A metà stagione la
squadra passa in mano di Stefano Di Chiara che fa compiere ai
lariani una rimonta, portandoli al terzo posto ed ai play-off.
In semifinale elimina il Rodengo Saiano, pareggiando nel
bresciano per 1-1 ed a reti bianche in casa.
Nella stagione
appena conclusa, giocata in Lega Pro Seconda Divisione, il Como
ha disputato un campionato sempre nella parte alta della
classifica, ma mai al vertice. Con un rendimento in crescendo
nelle ultime partite, raggiungeva il terzo posto finale e il
diritto di giocare i play-off. Affrontava prima il Rodengo
Saiano nella doppia semifinale (1-1 esterno e 0-0 in casa) ed in
finale supera l'Alessandria, battendola in entrambi i confronti,
2-1 al Sinigalia e 2-0 al Moccagatta, centrando la seconda
promozione consecutiva, una specie di classico nella storia
della squadra comasca.
UN TIFOSO
PARTICOLARE

Davide
Van De Sfroos
Più o meno
tutte le squadre hanno un tifoso particolare, spesso e
volentieri fanno parte del mondo dello spettacolo, c'è chi può
vantare band di valore mondiale come gli Oasis con il Manchester
City a cui fa da contraltare Mike Hucknall, "il rosso"
dei Simply Red, che ovviamente non poteva che tifare per i
diavoli rossi del Manchester United. In Italia, Morandi per il
Bologna, Eros Ramazzotti per la Juventus, i Pitura Freska per il
Venezia, mentre il Como si ritrova Davide Van De Sfross, che non
è un olandese come potrebbe sembrare ma un brianzolo doc, che
all'anagrafe fa Davide Bernasconi nato a Monza l'11 Maggio 1965
e cresciuto a Mezzegra, a metà del lago di Como.
Davide Van De
Sfross da anni è uno dei migliori cantautori italiani, con la
peculiarità di cantare canzoni in "lingua", o per chi
preferisce "dialetto" tramezzino, ovvero di quella
parte del lago di Como che va da Campo di Lenno a Cadennabbia.
Attento ad ogni
possibile contaminazione musicale, fin da giovane miscelava
tutto quello che sentiva alla radio con i tormentoni degli anni
60/70/80 Bob Dylan (che riprende ancora nei concerti), agli
amati Clash, ma non disdegnava Battisti a cui sovrapponeva i
Ramones, da una mazurka passava a Bob Marley e Johnny Rotten.
Con il passare degli anni poi scopre il blues, quindi John Lee
Hooker e Van Morrison, mixati magari con le sonorità dance anni
80'. Il tutto in una confusione bellissima che spinge Davide,
diventato David Action ad aggregarsi ai Potage, un gruppo
post-punk decisamente originale con il quale passa buona parte
degli anni '80 coltivando una potenzialità ironica che in
seguito darà buoni frutti.
E si fa sentire
in molti brani come negli oramai classici Alain Delon de Lenn,
La Balera, La poma e La ballata del Cimino, con l'ormai classico
"Pudeva mea scapà, pudeva mea vulà, pudeva dumà sultà
in del laagh... e alura... tuffo da delfino
l'impatto come
un'orca
e l'ha batüü
anca el record del Maiorca"
Ma non è solo
ironia con quadri bellissimi sulla Lombardia ed il Lago di Como,
ma anche storie dei minatori della Valtellina, molti morti per
silicosi con l'ultimo album "Pica" dedicato a loro, i
40 pass che ricorda la Milano anni 70' con tutte le sue tensioni
e contraddizioni, New Orleans dedicata alla città uscita
distrutta dall'uragano Katarina.
Negli anni 90'
l'ispirazione per la strada definitiva con l'ascolto di Creuza
de ma di De Andrè
De Andrè.
Ammirazione, ispirazione e una domanda: Perchè no? Il dialetto
parlato sul lago di Como è chiuso ma non impenetrabile, grezzo
ma non meno poetico di altri, vivo e colorato da chi ancora lo
usa per pensare e pregare, ridere, maledire e piangere. Creuza
de ma e i suoni della lingua sarda appassionano Davide fino a
convincerlo che per raccontare una storia di lago, del lago che
ha davanti, niente può essere più indicato della sonorità
regalata dal dialetto che da sempre ne sposa acque e genti: il
dialetto tremezzino.
Una lucertola
uccisa (con rimorso) anni addietro, Creuza de ma di De Andrè ed
una battuta fulminate involontaria del Ghezzi, il barbiere del
paese: tre punti chiave che spingeranno David Action dei Potage
a chiudere il capitolo simil-punk per iniziare a scrivere quello
poi definito folk-rock di Davide Van De Sfroos.
"Abbiamo
dato vita a un nuovo gruppo: Suoniamo e cantiamo in dialetto
storie di paese, di disperati e di contrabbando" - disse
Davide al Ghezzi. "Ah...! Sònuff de sfroos" - rispose
tra una sforbiciata e un colpo di pettine. De Sfroos, ovvero
"di frodo", come il commercio illegale dei
contrabbandieri di quelli che valicavano il confine con la
Svizzera con la bricolla in spalla. Nascono così negli ultimi
dieci anni, Ciulandari, Viff, Maniconi, Breva e Tivan, Per una
poma, E semm partì, il doppio Laiv (dal vivo), Akuadulza, Pica
fino al concerto dei 12.000 ad Assago nel 2008. Album che
riscontrano un grande successo di critica, con tre targhe Tenco
conquistate e via via di pubblico.
Dal 2000 al
2003, con il Como tra Serie A e B, è spesso ospite della
trasmissione "Quelli che il calcio", proprio come
simbolo della tifoseria lariana. E sugli spalti del Singalia non
è difficile trovare due aste o bandiere inneggianti a DVDS, con
scritte come "pulenta e galena fregia" - "E semm
parti" - "Genesio group", a richiamo delle sue
canzoni ed alcune vengono portate sugli spalti come cori a
sostegno dei lariani come, un pezzo di "Pulenta e galena
fregia" che è nel finale è stato riadattato così: g'hann
söe i vestii de quand sèri penènn,
i ne vànn e i
ne vègnen cun't la sciarpa del Comm...
Nel 2007, in
occasione del centenario di fondazione del Como Calcio, Davide
Van De Sfroos ha partecipato a diversi eventi promossi dai
supporter lariani.
http://www.youtube.com/watch?v=fJdpYFdfyGo
I PRECEDENTI
Pro Patria:
12 Campionati di Serie A - 1 Coppa della Alpi
Como:
13 Campionati di Serie A - 1 Coppa Italia Serie C - 1 Coppa
Italia dilettanti
1921-22
Campionato F.I.G.C, Lombardia Gir. D
Esperia Como – Pro Patria: 4-1: 10', 79' Castelli (E), 41'-60' Gilardoni (E), Miotti (P)
Pro Patria – Esperia Como 0-0
1924-25 1^
Div. Ragg. Nord.- Gir. B
Pro Patria – Esperia Como 2-1: 6' Gatti (E), Crosta M. (Pro), Eichmann (Pro)
Esperia Como - Pro Patria 1-1
Pro Patria – F.C. Como: 0-0
F.C. Como – Pro Patria 2-1: Ballerini (C), Kutik (Pro), Roncoroni (C)
1925-26 2^
Div. Ragg. Nord.- Gir. A
Pro Patria – F.C. Como: 3-0: 63' Marzorati, 75' Manola, 89' Giani
F.C. Como – Pro Patria 1-1: 46' Crosta II° (Pro), 80' Butti (C)
1926-27 2^
Div. Ragg. Nord.- Gir. B
Pro Patria – Comense 6-1: Colombo (Pro), 3 Crosta (Pro), Visca (Pro), Reguzzoni (Pro), Bartesaghi (C)
Comense – Pro Patria 0-1: 30' Daldan
1935-36
Serie C
Pro Patria - Como 6-1: 12’ Borra (Pro), 16’, 32’ Tremolada (Pro), 52’ Ottolina (Pro), 59’ Marelli (C), 68’, 86’ Ceriani (Pro)
Como - Pro Patria: 1-4: 6' Fibbi (C), 15’ Zandali (Pro), 57’ Cortese (Pro), Zandali (Pro), Crespi (Pro)
1938-39
Serie C
Como - Pro Patria: 55' Maino
Pro Patria -Como 4-1: 30’ Toia (C), Erba (Pro), Barberis (Pro), 51’ Franchini (Pro), Erba (Pro)
1939-40
Serie C
Pro Patria - Como 3-1: 16’ e 20’ Fasoli (Pro), 59’ Capiaghi (C), 76’ Tremolada (Pro)
Como - Pro Patria 1-1
1940-41
Serie C
19 Gen. Pro Patria – Como 2-0: 50’ e 57’ Gallazzi
Como - Pro Patria 2-3: 8’ Dondi (Pro), 38’, 50’ Gallazzi (Pro), Clerici (C)
1945 Torneo
Benefico Lombardo
Pro Patria - Como 2-2: 4’ Reguzzoni (Pro), 52’ Frossi (C), 64’ Turconi II° (Pro), 86’ Aebi (C)
Como - Pro Patria 0-2: a tavolino
1945-46
Campionato Alta Italia Misto B/C
3^ 28 Ott. 45, Como – Pro Patria 2-11
4^, 3 Feb. Pro Patria – Como 1-1
1946-47
Serie B
15^ 29 Dic. 46, Pro Patria – Como 4-2:
Como – Pro Patria 3-2
1949-50
Serie A
11^ 13 Nov 49: Como – Pro Patria 1-0: 71’ Ghiandi
30^ 26 Mar. 50: Pro Patria – Como 0-0
1950-51
Serie A
18^ 7 Gen. 51, Como - Pro Patria 2-1: 1’ Ghiandi, 24’ Meroni, 87’ Turbekey (Pro)
37^ 10 Giu. 51, Pro Patria - Como 1-0: 47’ Toros
1951-52
Serie A
13^ 16 Dic. 51, Como – Pro Patria 0-1: 80’ Guarnieri
32^ 4 Mag. 52, Pro Patria – Como 1-0: 23’ Hofling
1952-53
Serie A
16^ 11 Gen 53, Pro Patria – Como 2-0: 39’ e 67’ Mannucci
33^ 24 Mag. 53 Como – Pro Patria 4-1: 33' Baldini rig., 63' Turconi II°, 73' Lavezzari, 78' Ghiandi, 88' aut. Boniardi (C)
1953-54
Serie B
10^ Pro Patria – Como 1-0: Hofling
28^ 4 Apr. 54, Como – Pro Patria 1-2: 2 Mannucci (Pro)
1956-57
Serie B
Como - Pro Patria 1-3
Pro Patria - Como 2-2
1960-61
Serie B
10^ Como – Pro Patria 2-1: Teneggi (C), Maltinti (Pro)
29^ Pro Patria – Como 2-0: Rondanini, Meraviglia
1961-62
Serie B
Pro Patria – Como 2-0
Como – Pro Patria 2-0
1962-63
Serie B
14^ Pro Patria – Como 0-0
33^ Como – Pro Patria 4-1
1966-67
Serie C/A
Como - Pro Patria 1-1
Pro Patria - Como 2-1
1967- 68
Serie C/A
Pro Patria – Como 0-1
Como – Pro Patria 2-1
2003-04
Coppa Italia Tim
Como (B) –
Pro Patria (C1) 0-2 a tavolino: per sciopero delle squadre di A
e B, per i diritti televisivi
2004-05-
Serie C1/A
18^ 16 Gen. 05 Como – Pro Patria 1-2: 32’ Valtolina (Pro), 38’ Elia (Pro), 52’ Gambino (C)
CLICCA
QUI
37^ Pro Patria - Como 0-2
2008-09
Coppa Italia Serie C
4^ giornata:
Como (Lp2) - Pro Patria (Lp1) in campo con la Berretti 3-0: 7'
Guazzo, 39' rig. e 68' Facchetti CLICCA
QUI
LA TIFOSERIA
Una città
dalle dimensioni simili a Busto Arsizio, ma che può contare
sull’appoggio di un’intera provincia: una tifoseria, che
come quella bustocca, risente della vicinanza di Milan, Inter, e
di quella relativa della Juventus, ma con i supporters comaschi
che dalla metà degli anni ‘70, a diverse riprese hanno visto
la Serie A in presa diretta e molti campionati esaltanti di
Serie B, con molti giovani campioni, a vestire la maglia
azzurra. In particolare i lariani si sono sempre distinti per
partecipazione, particolarità e ed originalità nel panorama
ultras italiano.
Il tifo
organizzato, come Ultras a Como, vide la luce a metà degli anni
’70. Uno dei primi gruppi ultras ad apparire sulla scena
furono i Panthers, ancora ai giorni nostri un valido punto di
riferimento per la tifoseria comasca. Negli anni successivi si
fecero largo gli Ultras Como, che prepararono la "terza
fase", cioè quella dell’avvento della storica Fossa
Lariana. La Fossa fu sempre riconosciuta come uno dei migliori
gruppi degli anni ’80. Ancora oggi la si ricorda per la sua
mentalità goliardica e spensierata e per la sua organizzazione
capillare, con tantissime sezioni sparse in varie località
della Lombardia, anche fuori dalla provincia. Tale esplosione di
tifo per le maglie azzurre fu la conseguenza di una squadra che
si affermò come una della più grandi rivelazione del calcio
italiano, e che infiammava in quegli anni (il decennio d’oro
dal 1980 al 1989) appassionati di tutte le età e dalle
provenienze più varie. Lo scioglimento della Fossa Lariana,
avvenuto nel 1990, lasciò un vuoto sugli spalti del Sinigaglia,
colmato in parte dalla breve parentesi dei Maestri Comacini,
nati nel 1992 e che sperimentarono un cambiamento estetico nella
curva lariana. Una rivoluzione, con un modo di tifare
britsh-style, completata poco dopo dai Blue Fans, veri eredi
della gloriosa Fossa. Nel 1996 il gruppo trainante decise di
spostarsi, insieme agli altri gruppi minori nati in tali anni,
di spostarsi nella parte bassa della curva ovest e, di
raccogliersi dietro una miriade di stendardi. Il progetto dei
Blue Fans aveva come obiettivo la riunione sotto un unico
coordinamento di tutte le anime storiche della tifoseria del
Como.
Tra i gruppi
attivi negli anni passati da ricordare i North Side della zona
di Cantù, gli Sbandati e la Brigata Federico Barbarossa,
formata da esponenti con lunga militanza ultras alle spalle.
Falcidiati dalle diffide, i Blue Fans annunciarono il loro
scioglimento ufficiale nel 2001. La curva, dopo un periodo
tribolato in cui apparivano in curva solo stendardi e striscioni
di incitamento, tornò ad animarsi anche grazie al doppio balzo
in avanti dalla terza serie alla A. La tifoseria tornò in massa
sugli spalti del "Singaglia", e fu espressa dalla
curva una ancora migliore attitudine britannica nel modo di
tifare e di presentarsi in curva.
La repentina
discesa dalla Serie A al fallimento, ha visto stagioni
caratterizzate da numerose diffide dei principali esponenti, non
hanno certo potuto contribuire ad un rilancio della tifoseria
lariana, che cerca comunque con onore di difendere la propria
bandiera nonostante le molte vicissitudini negative degli ultimi
periodi. Nel 2007-08, in Serie D, per il big-match contro la
Tritium al Sinigaglia sono circa 3.000 gli spettatori, una bella
cifra, da fare impallidire anche realtà di categorie superiori.
La promozione della passata stagione con 1.107 tessere ed una
media di 1.700 persone presenti ha ridato nuova linfa alla curva
azzurra che si presenta bene ai nastri di partenza con il tifo
retto da una serie di gruppi a sestanti e con lo stile
britannico che li contraddistingue, fatto di cori secchi e
ripetuti e stendardi e bandiere appesi alle recinzioni
Gemellaggio
storico e consolidato è quello con i vicentini. Ormai sciolto
da parecchi anni quello di vecchia data che legava i comaschi ai
milanisti. Congelata anche la vecchia amicizia con gli empolesi.
Le rivalità principali e più sentite sono, oltre a quella con
gli odiatissimi vicini varesini e lecchesi, con il Monza, quella
con gli ultras del Modena, del Livorno, del Venezia, e
della Pistoiese. Rivalità ereditate dagli anni passati in
massima serie quelle con interisti, atalantini e fiorentini. Il
tifo organizzato come clubs, viene retto dal Centro
Coordinamento che ha sede proprio nello stadio comasco.
Clicca
sulle foto per ingrandirla

|
|
|
|
|
Curva
comasca anni '80 (1) |
|
|
|
Curva
comasca anni '80 (2)
|
 |
|
|
|
 |
Pro
Patria -
Como
04-05 |
|
|
|
Como
-
Varese
08-09 |
|