LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

 

C  O  M  O

CALCIO 1907

 

COMO CALCIO 1907

Sede: Via Don Berra, 13 - 22030 Orsenigo (Co)

Stadio "G. Sinigaglia", viale Sinigaglia 2, Como (106 x 67) Capienza 13.600 omologato per 7.400 spettatori

Colori sociali: maglia azzurra, calzoncini bianchi,calzettoni azzurri

Como città 83.250 abitanti - totale provincia 472.000

Abbonamenti

2009-10: 1.021

 

ORGANIGRAMMA SOCIETARIO


Presidente onorario: Gianluca Zambrotta
Presidente e amm.re unico: Antonio Di Bari
Vicepresidente: Dott. Amilcare Rivetti
Segretario generale: Giorgio Bressani
Segretario: Riccardo Bellotti
Responsabile area amm.va: Dott. Andrea Erba
Addetto terna arbitrale: Aldo Mosconi
Addetto stampa: G. Gabriele Palimento
Marketing: Maurizio Porro
Comunicazione: Prof. Renato Gaiotti, dott. Francesco Greco
Responsabile sito web: Best Business Solutions - G.Gabriele Palimento
Responsabile Tecnico sett. giov.: Giampaolo Montesano
Team manager: Massimo Mascetti
Allenatore: Stefano Di Chiara
Allenatore in seconda: prof. Sandro Fantoni
Preparatore portieri: Ottavio Strano
Preparatore atletico: prof. Sandro Fantoni
Responsabile staff sanitario: Dott. Paolo Mascetti
Medico sociale: Dott. Alberto Giughello
Massaggiatore: Nicola Messina
Magazzinieri: Giorgio Soggetti, Carlo Corti, Giancarlo Carmignani

 

GLI ULTIMI CINQUE CAMPIONATI

 

2004-05 Serie C1/a – 18° posto, perde i play-out con il Novara, retrocede in C2 – All. Galia / Boldini – Fallimento societario, riparte dalla Serie D

2005-06 Serie D/b – 4° posto – All. Gattuso / Falsettini

2006-07 – Serie D/b – 4° posto – All. Falsettini / Parolini / Ramella

2007-08 Serie D/b - 1° posto, promosso in 2^ Div. - All. Corda

2008-09 Seconda Divisione – 3° posto - Promosso ai play-off -Elimina Rodengo Saiano (1-1 /0-0) ed Alessandria (2-1 /2-0), Promosso in Prima Div. – All. Corda – Di Chiara

 

IL CALCIOMERCATO

 

Acquisti: Preite (d77 - Pro Sesto), Bruno (d80- Reggiana), Zappino (p82 Taranto/Foggia), Cozzolino (a 85-Lecce/Cremonese), Franco (d85 Bari), Kalambay (c. Milan), Ardito (c77-Lecce),

Cessioni: A. Fofana (a82 - Brescia), Tornaghi (p88 Inter), Mireku (Lib. d89), Cremona (d91-Cantù) e Locatelli (c90 - Cantù), Taormina (c88-Sampdoria/Viareggio), Minetti (c77- svin), Goretti (c76 - Foggia), Lunati (c87 - svin), Sheic (Slo 84 - Pro Sesto)

 

LA ROSA

 

Portieri: Di Lierna (91), Malatesta (76); Zappino (81)

Difensori: Adobati (88), Belleri (69), O. Brevi (67), Brioschi (75), Bruno (80), Franco (85), Maggioni (82), Mbida (Cam. 90), Preite (77), Rudi (87)

Centrocampisti: Ardito (77), Bretti (82), E. Brevi (70), Kalambay (84), Porro (89), Riva (85), Salvi (87), Terraneo (90)

Attaccanti: Cozzolino (85), Facchetti (78), Guazzo (82)

 

 

PRO PATRIA – COMO  Arbitro Di Paolo di Avezzano

Due squadre con problemi, due formazioni che si dibattono, almeno per ora sul fondo della classifica. Insomma non si prospetta una domenica di grande calcio, con la Pro che presenterà sula propria panchina il nuovo tecnico Vincenzo Cosco. Mentre sulla panchina lariana troviamo Stefano Di Chiara, già noto ai tempi della promozione dei tigrotti in C1, al termine della stagione 2001-02, quando guidava il Novara e che certo non ha un bel feeling con la tifoseria bustocca, così come non l'ha il secondo portiere Zappino, dopo i fatti di Frosinone. Si prospetta dunque una partita tesa.

Como che ha segnato pochissimo in stagione solo tre reti e domenica scorsa è tornato al goal dopo 524' grazie alla rete di Guazzo, al 42' del primo tempo. Gli azzurri erano a secco dal 13' minuto della ripresa della seconda giornata, il 30 Agosto scorso.

E' un Como, stagionato con in rosa ed in campo il 42enne Oscar Brevi, il fratello Ezio 39enne, Balleri 40anni, Brioschi 34 anni. E che in settimana è andato a Novara centrare la qualificazione ai rigori, al turno di Coppa Italia. Lariani che nonostante l'esperienza in rosa, sembra essere una squadra fragile, con il morale basso, nonostante un motivatore come Di Chiara in panchina che ha già messo assieme un bel po' di giornate di squalifica. Allenatore che deve fare scelte obbligate specialmente in avanti dove ha solo due attaccanti di ruolo, stante il lungo infortunio di Facchetti ed Ardito che si rotto il naso domenica scorsa in un fortuito scontro di gioco con il compagno di squadra Brioschi ed Ezio Brevi con Belleri ancora ko.

Como che nello stile di Di Chiara, prima bada a non prenderle e poi a cercare di colpire in contropiede cercando di fare leva su carattere, per sopperire alle mancanze tecniche. A Busto scenderà in campo con il 4-4-2, con l'esperto Enrico Malatesta in porta, in difesa l'ex legnanese Maggioni a destra, al centro un coppia bella tosta formata da Oscar Brevi (ex Toro, Lumezzane, Solbiatese) e Preite (ex Varese, Pavia e Vogherese), a sinistra Franco, pronto a portarsi in avanti a sostegno della linea mediana. Centrocampo con l'ex Lumezzane Kalambay sulla fascia destra al centro Ardito a portare esperienza e rompere il ritmo con Salvi che corre per tutti e Bruno a sinistra, decisamente più efficace e pungente del compagno che agisce sull'out opposto. In avanti Cozzolino e Guazzo, unici attaccanti disponibili con Bretti pronto all'evenienza ma più con il ruolo di tornante/mezza punta che di attaccante vero. Sulle palle inattive, si portano in avanti come logico i saltatori e particolare attenzione bisognerà prestarla a Preite che è capace di farsi sentire. In panchina Zappino, ed i giovani difensori Adobati, Mbida, ed i pari età Rudi e Terraneo centrocampisti. Como che fuori casa è andato meglio che al Sinigalia con cinque punti conquistati contro due, grazie anche all'unica vittoria stagionale, quella a Monza alla prima giornata. Peggior attacco del girone con solo tre realizzazioni, Cozzolino, Guazzo e Franco su rigore. Meglio la difesa che con sette reti è una delle migliori del torneo.

 

LA STORIA

La fondazione del F.C. Como, è del 1907, dopo una riunione di un comitato di amatori del foot-ball, presieduta da un giovane di nome Benzoni, presso il bar Taroni (che rimarrà per anni la sede del sodalizio), di via 5 Giornate, nel centro della città lariana. La maglia è bianca-azzurra.

L’attività fino al 1911 è ha scopo dimostrativo ed amichevole con incontri con squadre locali, e puntate nella vicinissima Svizzera, dove il calcio da diversi anni è già uno sport molto affermato. I primi "terreni" di gioco, sono la Piazza d’Armi, il campo Garbali, fino a quando la Famiglia Carcano mette a disposizione un terreno in via dei Mille.

Tra il 1911 e il 12, all’originario club si unisce, un club di studenti il "Minerva", ma il sodalizio mantiene la denominazione originale di F.C. Como. La nuova società iniziò ufficialmente la sua attività calcistica nell'annata 1912-1913, partecipando al Campionato denominato Promozione, una sorta di Serie B regionale. Il primo incontro che segnò il debutto del F.C. Como, avvenne il 17 novembre 1912, presso un campo di via dei Mille, con la netta vittoria dei lariani per 5-0. Al termine di questo primo campionato, i comaschi si piazzano al 5° posto, venendo così ammessi al torneo superiore di Prima Categoria dove viene inserito in un girone con Juventus, Novara, Milan, Internazionale, U.S. Milanese, Racing Libertas Milano, Nazionale Lombardia di Milano, Juventus Italia di Milano (quartiere Bovisa), piazzandosi al penultimo posto. Sempre nel 1914 ed esattamente il 18 Giungo, l’assemblea elegge come primo vero presidente il Dott. Carlo Verga. 1914-15, il Como gioca nel gruppo cinque di Prima Categoria, contro Brescia, U.S. Milanese, Internazionale, Modena e Cremonese. I lariani si classificano al secondo posto, alle spalle dell’Inter conquistando le semifinali regionali. L’attività calcistica si ferma come ovunque, per gli eventi bellici e riprende nel 1919, ed a Como viene fondata un'altra società calcistica l'"Esperia", con maglia bianco-stellata, che comincia la sua attività però dalla Terza categoria, mentre l’F.C. Como, s’iscrive nuovamente al Campionato di Prima Categoria per la stagione 1919-20, venendo inserita in un raggruppamento con Saronno, Varese, Legnano, Chiasso, le milanesi Stelvio, U.S. Milanese e Nazionale Lombardia. Il piazzamento finale è però l’ultimo posto con soli 4 punti, a pari merito con il Varese. Nella stagione seguente troviamo ancora i comaschi, in Prima Categoria, in un gironcino a cinque, sempre con Stelvio Milano, U.S. Milanese, Chiasso e Legnano, dove conquista 6 punti.

L’annata 1921-22, segna un po’ la svolta per il calcio lariano; l'Esperia, fondata da pochi anni vincendo campionati arriva allo stesso livello del F.C. Como in Prima Categoria ed entrambe le squadre aderiscono al campionato FIGC, non a quello degli scissionisti della CCI. Le due società, animate da un forte rivalità non vengono però messe nelle stesso girone, il Como, inserito in quello con Varese, Saronno e Chiasso, dove vincerà il raggruppamento. L’Esperia si trova con la Pro Patria, ed è il primo incontro ufficiale tra lariani e bustocchi, Pavia e Libertas ed anch’essa vince il proprio girone. Nel girone finale Lombardo, arriverà il primo derby tutto comasco, con l’Esperia che ha la meglio, per 3-0 l’andata e poi pareggiando 0-0 il ritorno, aggiudicandosi anche il girone, approdando così anche in Prima Divisione, un sorta di Serie A dei tempi. 1922-23 L'Esperia in Prima Divisione dura solo una stagione, viene inserita nel girone B, con Genoa, Legnano, Bologna, Juventus, Cremonese e Modena, arrivando penultima e retrocedendo, mentre il Como, si piazza a centro-classifica nel suo girone di Seconda Divisione, con Piacenza, Atalanta, Monza, Chiasso, Fanfulla, e le milanesi del G.S. Miani e della Juventus Italia-Bovisa. Così nel campionato successivo, con la retrocessione dell’Esperia, torna anche il derby, che questa volta arride al F.C. Como. 1924-25, l’ F.C. Como sfiora la promozione in Prima Divisione, ma perde in casa un importante match contro l'Udinese, con l’arbitro Rinaldo Barlassina, che viene assediato a lungo. Barlassina, poi sarà il numero uno dei fischietti italiani e nel 1932 creerà l’"Agendina del Calcio", progenitrice dell'attuale Almanacco Illustrato del Calcio della Panini.

Oltre al Como, all'Esperia, troviamo anche la Pro Patria, U.S. Milanese, Trevigliese, Biellese, Monza, Atalanta, Juventus Italia Bovisa e, la Canottieri Lecco per un altro sentito derby. E’ l’ultima stagione dei derbies, tra F.C. Como ed Esperia con quest’ultima che alla fine del campionato retrocede in Terza Divisione, per poi scomparire dalla scena calcistica. L’ F. C. Como, viene incluso nel girone A della Seconda Divisione dove ritrova il solito gruppo di avversarie storiche, inclusa la Pro, e le novità Fanfulla e Derthona; è il campionato che segna anche l’arrivo del primo straniero, l’attaccante ungherese Gulias, che proveniente dall'Ujpest di Budapest. 1926-27, segna un punto di svolta nel calcio lariano, con la fusione tra l’Esperia e l’F.C. Como. Il nuovo sodalizio prende la denominazione di Associazione Calcio Comense. La maglia, della nuova società diventa rossa. Con il rimpasto dei campionato la Comense viene ammessa in Prima Divisione. La stagione è deludente, con il piazzamento al penultimo posto, con la Pro che invece vince il campionato, trascinata dal grande "Carletto" Reguzzoni, approdando per la prima volta in Divisione Nazionale A.

Il 1927-28, è un'altra annata importante, per il calcio a Como, infatti nell’anno del centenario "Voltiano", e con la fusione delle due squadre cittadine, l’amministrazione comunale completa il nuovo stadio, che è ancora l’attuale sede di gioco dei comaschi, lo stadio "Sinigalia", proprio in riva al Lago ed a due passi dal centro storico. 1928-29, arriva un secondo posto di assoluto rilievo, in Prima Divisione, con una squadra giovanissima, foramata da molti giovani della zona, dando il via ad una tradizione che ha sempre caratterizzato il calcio lariano. Nella stagione successiva, la Comense, si trova ancora a combattere per la promozione, ma cede nel finale, lanciando però alcuni giovani, interessanti, come il centrocampista Biffi che poi sarà una bandiera del Milan. Il campionato 1930-31 è tra i migliori della Comense sotto la guida del trainer austriaco Lukas, riesce ad approdare al calcio professionistico, piazzandosi al primo posto nel proprio girone che conclude imbattuta. Affronta poi gli spareggi con Spal, Reggiana e Pavia e viene promossa in Serie B. Nella serie cadetta l’impatto è buon con un 9° posto finale.

1932-33 la panchina viene affidata ad una delle prime stelle del calcio italiano, Adolfo Baloncieri, che svolge la funzione di allenatore-giocatore, trascinando la squadra al 6° posto.

La stagione seguente, i lariani, combattono a lungo per il salto di categoria, per l’ammissione in Serie A, ma il quarto posto non basta. Si mette sempre più in evidenza il bomber Romano, una delle bandiere della Comense, che a fine stagione poi approderà al Novara con Galimberti, che sarà il primo giocatore di scuola comacina a vestire la maglia della Nazionale. Mentre Baloncieri, partirà alla volta di Milano, sponda rossonera. Il campionato 34-35, segna un punto di svolta in negativo per i comaschi, che nel breve volgere di poche stagioni andranno in contro ad una repentina discesa verso la Promozione, una sorta di attuale Serie D.

1936-37 Il club rimane in vita per la passione di pochi, i quali dopo un'assemblea tornano alla prima denominazione di Calcio Como, abbandonando il nome di A.C. Comense ed anche la maglia rossa, che torna così ad essere azzurra. I soci rimasti in ristrettezze economiche non possono fare a meno di costruire una squadra con giovanissimi del luogo. 1937-38 Ad inizio della stagione arriva un’altra fusione, questa volta con l'A.S. Ardita di Rebbio e la società assume la denominazione Sportiva Como con cui vince il girone C di Promozione lombarda. Disputa poi gli spareggi con Casalini Brescia, Codogno e Bareggio piazzandosi al secondo posto e sale in serie C.

La prima stagione in Terza Serie, nel 38-39, si apre con la società che riassume il nome di Associazione Calcio Como e, si chiude con un onorevole 10° posto, così come negli anni seguenti con piazzamenti medio-alti e con diversi giovani interessanti lanciati. 42-43, in pieno conflitto bellico, c’è un campionato di vertice con un testa a testa per il passaggio in Serie B, con i cugini del Lecco, che vincono il girone, ma poi vengono eliminati nelle finali. Fino al 45, la squadra comasca affronta poi vari Tornei, dovendo anche trovarsi un campo per giocare le partite interne, in quando per motivi bellici lo stadio "Sinigalia", viene occupato.

Nel 1945-46, partecipa al Campionato Alta Italia – Misto B/C, dove incrocia dopo anni i "Tigrotti", che stanno già gettando le basi per il ritorno in A. Ci sono nello stesso girone altre compagini rivali storiche, come Alessandria, Cremonese, Reggiana, Legnano. Nei lariani che arrivano a metà classifica, che consente loro di partecipare al nuovo campionato di Serie B, si mettono in evidenza alcuni giovani come Quadri e Cattaneo, ma soprattutto l’attaccante Carapellese, che a fine stagione passerà al Milan, e vestirà la fascia di capitano della Nazionale.

Il campionato 1946-47 di Serie B è massacrante, diviso in tre gironi, con oltre 60 squadre iscritte. Il Como è inserito nel girone A, con la Pro, che domina dall’inizio alla fine il torneo tornando in A. Nei lariani, che arrivano 3i, si mettono in evidenza l’attaccante Maesani, forte di testa e l’ex nazionale Egidio Capra (Milan), suo compagno di reparto.

Stagione di grazia 1947-48, in cui il Como, raggiunge per la prima volta nella sua storia la Serie A con l’allenatore ungherese Winkler. Tra i pali Viola, che poi vestirà per anni la maglia della Juventus e della Nazionale, in evidenza anche i difensori Travia (poi alla Pro) e Bosco ed in attacco un buon tandem con Renica e Benedetti.

Per il primo storico campionato di Serie A, sulla panchina comasca approda Mario Varglien (I°) prodotto del vivaio della Pro, vincitore di 5 scudetti con la Juve, campione del Mondo nel 34 ed in seguito ancora sulla panchina bustocca. Varglien rimarrà alla guida tecnica dei lariani per tre stagioni, prima di tornare ancora alla Pro. Con lui un altro biancoblù il centrocampista Pedroni, lo scopritore di Gianni Rivera e poi nell’area tecnica della Pro. Partono i richiesti attaccanti Renica e Benedetti, ma arriva Ercole Rabitti (poi per anni al Toro in diverse vesti) ed il regista Stua che formano la base della squadra con Pedroni, Bosco e Cardani. Gli azzurri riescono ad imporsi con personalità e bel gioco nella massima Serie, pur da neo-promossi, piazzandosi al 6° posto a pari merito del Toro con 41 punti. Una stagione indelebile per i tifosi comaschi, che vedono la loro squadra nelle zone alte della classifica alla prima apparizione in A, ma soprattutto la maglia azzurra è vestita da giocatori per lo più nati nella zona, visto che l’unico straniero il cecoslovacco Chawko, colleziona in totale solo 5 presenze. I supporters dei tempi accoglievano le squadre ospiti al "Sinigaglia" con cartelli "Italia contro ONU".

Per la seconda stagione in Serie A, uno dei pezzi pregiati della campagna acquisti comasca è il bustocco Angelo Turconi, uno dei giocatori più quotati del tempo, che passa direttamente dai Tigrotti ai comaschi, con il presidentissimo Cerana, che sistema in un solo colpo le casse bustocche. La squadra è molto forte in casa, ne fa le spese anche la Pro, e mette sotto le grandi Inter e Juve (sconfitta anche a Torino), concedendo solo sue sconfitte interne e qualche pareggio. Si affacciano numerosi virgulti del vivaio, come Mario Bergamaschi, Moltrasio che vestiranno anche la maglia della Nazionale oltre a Gatti e Migliorini. Ottimo l’ottavo posto finale. 1951-52: terzo campionato consecutivo in Serie A, la partenza è lanciatissima ed i lariani vanno anche in vetta dopo le prime giornate, salvo poi ridimensionarsi lungo il cammino, arrivando comunque a centrare la salvezza alle spalle della Pro. La stagione è da incorniciare comunque perché, Bergamaschi è il primo giocatore del Como, che veste direttamente una maglia della Nazionale (B). Si mettono in evidenza i soliti giovani del vivaio azzurro, come Giovetti, che passerà al Toro e Pedroni al Milan. A fine stagione il terzino Travia approderà alla Pro.

1952-53: e l’ultimo anno del Como in A, e la fine degli "Azzurri contro O.N.U.", che nel frattempo erano assurti come squadra simpatia degli italiani negli anni post-bellici, per non avere stranieri in squadra. Al termine del campionato è retrocessione in B, a far compagnia alla Pro. Ma lancia l’ennesimo giovane interessante come Gratton, che passerà alla Fiorentina e poi anche in Nazionale. La stagione seguente, i lariani sperano in una pronta risalita, ma si trovano davanti per la Pro, che si aggiudica il torneo cadetta e ritorna subito in A, dopo lo spareggio con il Cagliari a Roma. Sono poi campionati di transizione, con piazzamenti comunque nella parte alta e sempre con ottimi giovani in evidenza come Mazzucco, Bettini, Santoni, Marsili, Gandini e Favini poi a sua volta grande scopritore di talenti in erba con lo stesso Como. 57-58 altro talento lanciato che poi diventerà un ottimo dirigente calcistico come Nello Governato. 1959-60 cambio di allenatore dopo sette stagioni Lamanna lascia gli azzurri, e si mette in evidenza Dell’Omodarme poi alla Juve e solito piazzamento medio alto nella serie cadetta.

Nuova stagione in B, e come al solito sono vengono lanciati molti esordienti in gran parte comaschi doc: come Corsini, Flaborea (poi entrambi ottimi allenatori), Galli, Moretti, Bighellini, Boriani e soprattutto Luigi "Gigi" Meroni, ala fantasiosa e geniale, svezzata poi al Genoa, dall’ex biancoblù Jo Santos, prima di spiccare il suo breve volo al Torino e la maglia della Nazionale. Fermato poi da un incidente stradale mortale il 15 ottobre 67.

1961-62 Parte Governato e con lui altri giovani che si erano messi in evidenza, la squadra non gira nonostante la classe di Meroni ed arriva una salvezza sofferta. Al termine della stagione la forte alla passerà al Genoa. La società entra in crisi e non c’è un ricambio di dirigenza. Al termine della stagione 62-63, arriva la retrocessione in Serie C, con una penalizzazione per aver fatto giocare un giocatore senza contratto, nonostante il Presidente dei lariani, sia anche a capo della Lega Calcio a cui si aggiunse anche un tentativo di corruzione del Brescia, che combatteva con gli azzurri per non retrocedere. In evidenza si mettono comunque gli attaccanti Morelli e Carminati e Giovanni Invernizzi, che vincerà poi lo scudetto come allenatore dell’Inter nel 70-71. Per il primo campionato di Serie C, la squadra viene rinnovata completamente, sempre basandosi sui giovani del vivaio che portano alla fine al 3° posto in classifica. Trend seguito fino alla stagione 66-67, periodo in cui altri giovani si affacciano alla prima squadra e poi partono verso altri lidi, come "Gedeone" Carmignani. Campionato in cui i lariani innescano un lungo duello, con il Monza, che porta allo spareggio di Bergamo, con i biancorossi che si aggiudicano il passaggio di categoria.

Il 1967-68 vede gli azzurri tornare in B, con il portiere Lonardi che stabilisce un record d’imbattibilità di 1.008, ed il bomber Musiello in avanti oltre ai vari Pirola, Perotti (ex dt del Livorno ed allenatore di Genoa, Piacenza e Verona), Pittofratti, Lambrugo e Magistrelli. Il ritorno dopo quattro stagioni in Serie B, segna subito un ottimo sesto posto finale e un bel po’ al vertice solitario, nonostante un cambio di allenatore a metà stagione, con l’arrivo di Viviani e la solita sequela di virgulti lanciati. 1969-70 il Como, pesca dalla Pro, il giovane talento, ma sfortunato di Michele Solbiati (attaccante) ed in cambio a Busto arrivano "Fritz" Frigerio, Nocentini ed un po’ di soldi freschi. La squadra viene affidata inizialmente a Lerici (Terziario Francescano), che non dura molto in panchina, e gli subentra poi Neri. Con lui arriva anche Correnti che sarà poi una colonna degli azzurri nei campionati a seguire. Arriva una salvezza soffertissima, proprio all’ultima giornata in casa, ma sempre con i giovani del vivaio in mostra come Magistrelli e Doriano Pozzato. 1970-71 I dirigenti azzurri pescano ancora con grande intuito dalla Pro, il veloce Alessandro Turini, bustocco d.o.c., che diventerà un idolo della tifoseria lariana. Sergio Magistrelli vince la classifica cannonieri e sarà uno dei pezzi pregiati del mercato del Como. Si affacciarono alla ribalta con Turini, il bomber Garlaschelli (poi alla Lazio), Vannini e Paleari per la loro generosità diventano i beniamini del pubblico.

Alessandro Turini

Nell’estate del 71 arriva una nuova dirigenza da Meda che allestisce una squadra per tentare l’assalto alla Serie A, affidandola a Beltrami come d.s. e per la panchina all’ex centrocampista tigrotto dei primi anni 60' Eugenio Bersellini. Arriva il quarto posto ad un solo punto dalla promozione. Si riparte alla caccia della A, partono i soliti pezzi pregiati, come Lambrugo, Trinchero, Melgrati, Lombardi e Vallongo. Bersellini, viene poi esonerato ed al suo posto arriva Pippo Marchioro. Il campionato termina con un piazzamento a metà classifica, con i soliti gioiellini da lanciare ed è la volta dei difensori Cesarone Cattaneo e Danova (Cesena, Torino, Inter). 73-74, Marchioro impone il suo gioco fatti di schemi, zona e fuorigioco, rimane nei quartieri alti della classifica, ma nel finale deve cedere il terzo posto e la promozione in A, alla Ternana di Corrado Viciani. Il giovane terzino Callioni, pescato dallo Spezia in C, passa poi al Torino. In squadra di mettono in evidenza il centravanti Renzo Rossi e l'aitante portiere goaledor Antonio Rigamonti, abile nel realizzare i rigori ed anche nel neutralizzarli.

Stagione 74-75 arriva l’agognato ritorno in Serie A con un secondo posto. La squadra è sempre nelle mani di Pippo Marchioro, che ha come suo secondo Osvaldo Bagnoli.

Nella squadra azzurra troviamo Melgrati tornato da Perugia, Simone Boldini nel ruolo di difensore esterno. In mediana Mario Guidetti, papà dell’attuale bomber della Cremonese. Alessandro Scanziani, il bomber Ulivieri, ed due giovanissimi Ottorino Piotti (portiere nativo di Gallarate) e il mundial Marco Tardelli che in estate passerà alla Juventus, per la cifra record ai tempi di 1 miliardo di vecchie lire, suscitando diverse polemiche.

In Serie A, gli azzurri rimangono un solo anno, Marchioro nel frattempo è emigrato a Cesena, inizialmente Cancian in panchina e Bagnoli sempre secondo. Il gruppo base viene confermato, si mette in evidenza il giovane Fontolan (poi scudettato con Bagnoli a Verona), mentre un altro giovanissimo centravanti fatica a farsi notare, il suo nome è Paolo Rossi. A fine stagione partirà in direzione Vicenza, partirà anche il portiere rigorista Rigamonti, che finirà al Milan, che avrà come guida Marchioro. 1976-77, 6° posto in Serie B con Osvaldo Bagnoli come allenatore, il quale lancia un giovanissimo Matteoli. La squadra lariana viaggia in vetta per lunga parte della stagione ma poi cede in porta si alternano William Vecchi (arrivato dal Milan con cui aveva vinto la Coppa Coppe nel 73) ed il giovane Piotti. Il d.s Beltrami passa all’Inter e si porta dietro Scanziani. Arriva inopinata la retrocessione in C, nel 77-78, Bagnoli passa al Cesena, e sul lago arriva la coppia Janich (ds) e Rambone (all), poi sostituito da Suarez, a sua volta sostituito da Narciso Pezzotti, per lungo tempo poi secondo di Lippi, con Juve, Inter e Nazionale. Ma ci sono i soliti giovani su cui ripartire come: Nicoletti, Centi, Pancheri, Volpati, Todesco e soprattutto Pietro Vierchowod. Per ritornare subito nella serie cadetta, la società si affida a Pippo Marchioro, dopo la sua bruciante esperienza milanista. In maglia azzurra tra l’altro arrivano lo sfortunato Stefanelli, morto in un incidente d’auto, dopo aver chiuso la carriera con la Pro e Gozzoli, che vestirà anch’esso la maglia biancoblù (procuratore di diversi giocatori della Pro). Gli azzurri vincono il girone A di C1, lanciando il solito numero di giovanissimi su cui costruisce una rapida scalata alla Serie A, che arriva al termine della stagione seguente con un doppio salto dalla C1 alla A. La squadra è sempre affidata a Marchioro, che imposta la sua squadra sul "rosso", centrocampista Adriano Lombardi (morto nel 2008 a 62 anni dopo otto anni di sofferenze e di lotta contro la SLA). In attacco giostra un duo atipico, formato dai due lungagnoni Nicoletti e Cavagnetto (pescato nella Pro Vercelli). Primo posto in campionato e difesa imperforabile con solo 17 reti subite.

Per il ritorno in A, viene riconfermato ovviamente Marchioro, in squadra, troviamo l’esterno Marozzi (poi alla Pro nel campionato di C1 82-83), Centi, Riva, Pietro Volpi (poi a lungo medico sociale dell’Inter), Gobbo, Mandressi, la coppia di portieri formata dall’esperto Vecchi e Giuliano Giuliani (scudettato con il Napoli). Dal vivaio si affacciano anche i vari Butti, Braglia, Luca Fusi, Galia, Invernizzi, Maccoppi.

Una formazione comasca al "Sinigalia", stagione 80-81, Serie A

Marchioro riesce nel "miracolo" e centra la salvezza con il 13° posto, con lo "Zar", Vierchowod (21 anni) che si afferma come uno dei migliori difensori del campionato, approdando in Nazionale. 1981-82, il doppio miracolo a Pippo Marchioro non riesce così arriva la retrocessione in B, nonostante il solito nugolo di giovani leve, come l’attaccante Di Nicola (alla Pro nell’82-83), Soldà, Mossini, Occhipinti, De Gradi, Stefano Borgonovo e Tempestilli. Da segnalare che in fase di mercato, la società dopo anni di felice autarchia, si fa tentare dallo "straniero", ingaggiando il terzino austriaco Hans-Dieter Mirnegg, con scarso successo.

In Serie B, la squadra viene affida a Tarcisio Burgnich e come d.s. a Vitali. Ritorna Matteoli, dal prestito della Reggiana. Arriva al termine della stagione ad affrontare gli spareggi promozione, con Cremonese e Catania, che non supera perché passano i siciliani. Si riprova la stagione seguente, nonostante partano come sempre i pezzi pregiati e questa volta tocca ai vari Galia, Fontolan, Soldà e Nicoletti. La squadra viene opportunamente rinforzata con Albero, Todesco, Gibellini, Manarin, Sclosa, Palese, i giovani Fusi e Mannini e le prime apparizioni di "Tarzan" Annoni: questa volta raggiunge ancora la Serie A, con altre due lombarde Cremonese ed Atalanta. Per la A, la panchina viene consegnata ad Ottavio Bianchi che si può avvalere del blocco dell’anno precedente, ad eccezione di Mannini passato alla Sampdoria, di due stranieri di valore come l’attaccante svedese Dan Corneliusson e l’ex interista Hansi Mueller ed un giovanissimo Notaristefano. Arriva una salvezza centrata senza particolari affanni con l’11° posto, mantenendo l’inviolabilità interna.

1985-86 Si parte con Clagluna in panchina, ma dopo 10 giornate, la squadra rimane sempre sul fondo, venendo affidata alle cure di Rino Marchesi che risale impetuosamente la classifica fino al 9° posto, grazie all’apporto dei due stranieri, con la coppia anomala svedese-brasiliana Corneliusson, Dirceu a cui si aggiungono le reti del giovane Borgonovo.

1986-87, dopo la buona annata Marchesi, passa alla Juventus a prendere il posto del "Trap", al suo posto Emiliano Mondonico, che bissa l’ottimo 9° posto della stagione presente. Confermatosi in A, i lariani puntano sul il blocco di giocatori dell'annata precedente, e centrano l’ennesima salvezza con l’11° posto e tanti altri giovani lanciati.

Con la stagione 88-89, si ha il ritorno di Marchesi in panchina: arriva il brasiliano Milton dai baffetti appena accennati, dai ritmi compassati ma molto efficace a cui fa da contraltare la velocità del rescaldinese Marco Simone, prodotto delle giovanili. I lariani, non riescono però a rimanere in gioco e già a metà stagione sono spacciati. La caduta è rovinosa, e nel giro di un solo anno solare si ritrovano in C1.

1988-89, la rosa completa del Como in A

Nel 90-91, in Serie C1, ritrovano Bersellini in panchina, alla fine gli azzurri devono affrontare uno spareggio con il Venezia, con cui arrivano a pari merito al secondo posto, per la promozione in B. Passano il lagunari per 2-1. Nelle file comasche si mettono in evidenza i soliti giovani, tra cui l'ex tigrotto Paolo Annoni, protagonista nello spareggio e lo sfortunato Fortunato. Si riprova l’anno seguente, con Frosio come tecnico in squadra c’è una pletora di futuri tigrotti, oltre al già citato Annoni, troviamo Boscolo, Rusconi, Pellizzari e Bandirali arrivato dal Milan con Taibi. Arriva un altro 3° posto alle spalle di Spal e Monza.

Campionato 92-93, lariani al sesto posto finale, annata cominciata con Valdinoci in panca, ma terminata con Burgnich.

Il 1993-94, dovrebbe essere una stagione di assestamento, la squadra viene affidata a Marco Tardelli, che ha tra le mani un manipolo di giovani; Annoni, Boscolo, Rusconi ed altri due ex come Elia e Dato, sono stabilmente in prima squadra, dove spiccano tra gli altri Cudicini jr (Chelsea e Tottenham), Parente, Gattuso, Dionigi, Collauto ed il laterale Paolo Bravo poi al Saronno e Rimini. La formazione lariana acciuffa i play-off, quasi a sorpresa, poi nel primo incontro di semifinale supera una delle grandi favorite come il Mantova (2-1 e 0-0), poi in finale secca a Verona, supera di slancio la Spal per 2-1, per gli estensi goal di Mezzini. Nelle file degli azzurri, da titolari in quella gara trovano spazio Boscolo e Rusconi. Nella serie cadetta, balla solo un campionato, sempre con Tardelli in panchina, che trova la possibilità di lanciare diversi giocatori, come Lomi, Ferrigno, Vignaroli, De Ascentis e Sala.

95-96, alla guida tecnica arriva Scanziani, che aveva appena portato la Gallaratese di Caravatti in C2. Il gruppo di giocatori è affidato a Galia rientrato la stagione precedente dalla Juve, ci sono sempre Boscolo, Dato ed un altro ex, Attilio Bonomi, oltre ad altri nomi interessanti come Consonni, Mazzoleni, Zamuner, Zanin. Spiccano due babies come De Ascentis e Zambrotta entrambi comaschi d.o.c., che in estate rimangono a lungo in trattativa per arrivare in prestito alla Pro. Gli azzurri centrano ancora i play-off, a pari merito con il Monza e superando per migliore differenza reti il Fiorenzuola. Il primo ostacolo è nuovamente la Spal che pareggia per 0-0 al "Sinigalia", al ritorno i lariani, vanno sotto di una rete e sembrano ormai spacciati ma ribaltano clamorosamente il risultato per 6-3. In una partita in cui "Melo" Dato è titolare come Cristian Boscolo e Bonomi si ritaglia un pezzo di partita. In finale incontra l’Empoli di Spalletti, a Modena. Una rete di Esposito all’84’ chiude le porte del ritorno in B, ai comaschi. 96-97 Scanziani è confermato, con lui al gran completo la rosa dell’anno precedente, con Dato che passa alla Vogherese in prestito e dalla Pro, ritorna la punta Morgandi, tecnicamente valido ma molto leggerino fisicamente. La stagione non va come si spera, così arriva il mundial Marini in panchina e l’arrivo di un altro ex tigrotto, in campo Vanoli con il bustocco Baraldi. Vince la Coppa Italia di Serie C.

C’è il passaggio di proprietà con Preziosi, che arriva alla presidenza lasciando nei guai Saronno, da cui fa arrivare anche il tecnico Mario Beretta (alla Pro, nel 95-96). Il d.s. Terraneo, sulle indicazioni del nuovo proprietario, crea una squadra per vincere subito il campionato, facendo arrivare elementi interessanti di categoria, pescando molto dal Saronno, che aveva appena giocato i play-off per la B. Tra gli altri arriva Max Brizzi, direttamente dalla Pro. Annata storta con Beretta, che entra subito in contrasto con il presidente, che vuole mettere il becco in faccende tecniche. Esonero per l’ex trainer dei tigrotti, al suo posto Catuzzi, poi Beretta viene richiamato, con Centi che chiude la stagione. Con un piazzamento a metà classifica. La B, rimane sempre nelle mire della società che affida la squadra a Trainini, reduce dall’esperienza di Lumezzane. Squadra costruita per vincere, che in attacco si affida a Tommy Rocchi, altro ex Pro che segna 11 reti, portando i lariani ai play-off. L’ostacolo è la Pistoiese di Agostinelli, che supera all’andata in Toscana gli azzurri per 1-0, ed al ritorno pareggia 1-1 (Rocchi), eliminando la squadra lariana dalla contesa, centrando poi la B.

Altro tentativo con De Vecchi in panca, che non dura molto, poi Marini ed alla fine tocca ad un altro ex, Loris Dominissini, mantenere la categoria con un finale di stagione che aveva aperto lo spettro della discesa in C2, per una squadra che poteva contare sempre su Rocchi (diventato capitano a soli 22 anni), oltre ai vari Campolattano, Brunner, Saudati, Ungari, Bertani, Masitto, Ferrigno, De Zerbi, Ferracuti, Masolini, Milanetto e Memmo.

Preziosi affida la rosa a Dominissini che fa arrivare per il centrocampo un altro ex biancoblù come Luis Centi e dal Lumezzane Oscar Brevi. In attacco ci sono oltre ad un giovanissimo Caracciolo. Memmo, Colacone, Carruezzo, Olivares ed a inizio stagione anche il greco Karasavvidis (altro ex), prelevato dopo il suo sorprendente exploit di reti alla Torres, ma dura solo 4 giornate ed al suo posto arriva Michele Padovano (ex Juve). Arriva la promozione in B, dopo i play-off, dove in semifinale supera lo Spezia (0-1 e 0-0), e nella doppia finale il Livorno, pareggiando a reti inviolate all’Ardenza, vincendo poi il ritorno per 1-0, grazie ad un’autorete proprio all’ultimo minuto di gioco. E’ la stagione del caso "Bortolotti", durante il match in riva al lago, con Ferrigno che verrà poi squalificato per tre anni. Lo stesso gruppo di giocatori, con qualche innesto come i due ex tigrotti Music e Terni, il bustocco Stellini, oltre a Gallo, Lulù Oliveira, Corrent ed Allegretti. guidato sempre da Dominissini, centra il doppio salto in Serie A, andando in testa da inizio stagione e non mollando più lo scettro, mettendo assieme 74 punti (record per il campionato a venti squadre).

Preziosi, anche nella massima serie conferma Loris Dominissini, per la stagione 2002-03. La rosa viene rinforzata con alcuni esperti come il portiere Ferron, Juarez, Benito Carbone, Binotto, Pecchia, Padalino, ma da subito la squadra arranca sul fondo, così viene chiamato Eugenio Fascetti, che prova un’impresa ai limiti. I lariani retrocedono immediatamente. Preziosi, come fatto a Saronno, molla la società e la cede a Dell’Oglio, in panchina rimane Fascetti, con una squadra in balia di stessa, senza una guida precisa con gli uomini contati. Arriva così una repentina retrocessione in C1. Gli azzurri, si trovano a digerire ancora una volta due retrocessioni in un anno solare. Nell’estate 2004, la società comasca, rischia di essere radiata dai ranghi federali, per inadempienze finanziarie. La Lega Calcio, per intervento del TAR, riammette poi i lariani, all’ultimo momento, con una pesante sanzione. Il 22 Dicembre del 2004, arriva anche il fallimento dello storico sodalizio della città di Alessandro Volta. Sul campo la squadra infarcita di giovani tra cui gli ex Daniele Rosso e Cigardi, parte con Galia in panchina quindi con Simone Boldini, si salva proprio all'ultima giornata "vincendo" allo Speroni per 0-2, risultato che li proietta ai play-out contro il Novara, dove però perde (1-2 e 0-0). Una tripla retrocessione ed un fallimento che mandano in profonda crisi il calcio comasco, che a causa proprio del fallimento del dicembre 2004, non trovando acquirenti, è costretto a ripartire dai dilettanti della Serie D, dove viene inserita nel girone B. Nel 2005-06, tra diverse turbolenze societarie, riesce comunque a raggiungere i play-off, avendo in squadra giocatori di notevole spessore, ma non arriva alla promozione, perchè nella gara di semifinale a Trezzo d'Adda contro la Tritium, la partita venne sospesa al 62' a seguito del lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi lariani ed al Como venne assegnata la sconfitta a tavolino per 3-0. Nella stagione 2006-07, invece, il Como perde la finale dei play-off contro l'U.S.O. Calcio per 4-2 dopo i tempi supplementari.

Per il torneo targato 2007-08, il Como viene affidato al tecnico sardo Ninni Corda, con l'unico compito di centrare la promozione. I lariani danno vita ancora ad un testa a testa con la Tritium, con gli azzurrri che nel girone di ritorno rimontano gli avversari, chiudendo la stagione con due punti di vantaggio, tornando nel calcio professionistico. In squadra Bretti (ex biancoblù, ma senza mai scendere in campo) che realizza 6 reti in 24 presenze, Salvi, Ramundo, Adobati, Manzini e sopratutto il bomber Fuakuputu autore di 17 reti. Il 16 aprile 2008, pareggiando 1-1 con la Colligiana e grazie al 2-0 ottenuto il 9 aprile a Como, il Como conquista anche la Coppa Italia di Serie D.

2008-09, gli azzurri inizialmente vengono affidati a Corrado Cotta, che può contare su una rosa più che esperta, anzi stagionata con i due fratelli Brevi, Balleri, Brioschi, Goretti e Minetti, tutta gente che ha alle spalle tanti campionati di Serie A e B, oltre al bomber Guazzo ed al portiere Malatesta. A metà stagione la squadra passa in mano di Stefano Di Chiara che fa compiere ai lariani una rimonta, portandoli al terzo posto ed ai play-off. In semifinale elimina il Rodengo Saiano, pareggiando nel bresciano per 1-1 ed a reti bianche in casa.

Nella stagione appena conclusa, giocata in Lega Pro Seconda Divisione, il Como ha disputato un campionato sempre nella parte alta della classifica, ma mai al vertice. Con un rendimento in crescendo nelle ultime partite, raggiungeva il terzo posto finale e il diritto di giocare i play-off. Affrontava prima il Rodengo Saiano nella doppia semifinale (1-1 esterno e 0-0 in casa) ed in finale supera l'Alessandria, battendola in entrambi i confronti, 2-1 al Sinigalia e 2-0 al Moccagatta, centrando la seconda promozione consecutiva, una specie di classico nella storia della squadra comasca.

 

UN TIFOSO PARTICOLARE

 

Davide Van De Sfroos

Più o meno tutte le squadre hanno un tifoso particolare, spesso e volentieri fanno parte del mondo dello spettacolo, c'è chi può vantare band di valore mondiale come gli Oasis con il Manchester City a cui fa da contraltare Mike Hucknall, "il rosso" dei Simply Red, che ovviamente non poteva che tifare per i diavoli rossi del Manchester United. In Italia, Morandi per il Bologna, Eros Ramazzotti per la Juventus, i Pitura Freska per il Venezia, mentre il Como si ritrova Davide Van De Sfross, che non è un olandese come potrebbe sembrare ma un brianzolo doc, che all'anagrafe fa Davide Bernasconi nato a Monza l'11 Maggio 1965 e cresciuto a Mezzegra, a metà del lago di Como.

Davide Van De Sfross da anni è uno dei migliori cantautori italiani, con la peculiarità di cantare canzoni in "lingua", o per chi preferisce "dialetto" tramezzino, ovvero di quella parte del lago di Como che va da Campo di Lenno a Cadennabbia.

Attento ad ogni possibile contaminazione musicale, fin da giovane miscelava tutto quello che sentiva alla radio con i tormentoni degli anni 60/70/80 Bob Dylan (che riprende ancora nei concerti), agli amati Clash, ma non disdegnava Battisti a cui sovrapponeva i Ramones, da una mazurka passava a Bob Marley e Johnny Rotten. Con il passare degli anni poi scopre il blues, quindi John Lee Hooker e Van Morrison, mixati magari con le sonorità dance anni 80'. Il tutto in una confusione bellissima che spinge Davide, diventato David Action ad aggregarsi ai Potage, un gruppo post-punk decisamente originale con il quale passa buona parte degli anni '80 coltivando una potenzialità ironica che in seguito darà buoni frutti.

E si fa sentire in molti brani come negli oramai classici Alain Delon de Lenn, La Balera, La poma e La ballata del Cimino, con l'ormai classico "Pudeva mea scapà, pudeva mea vulà, pudeva dumà sultà in del laagh... e alura... tuffo da delfino

l'impatto come un'orca

e l'ha batüü anca el record del Maiorca"

Ma non è solo ironia con quadri bellissimi sulla Lombardia ed il Lago di Como, ma anche storie dei minatori della Valtellina, molti morti per silicosi con l'ultimo album "Pica" dedicato a loro, i 40 pass che ricorda la Milano anni 70' con tutte le sue tensioni e contraddizioni, New Orleans dedicata alla città uscita distrutta dall'uragano Katarina.

Negli anni 90' l'ispirazione per la strada definitiva con l'ascolto di Creuza de ma di De Andrè

De Andrè. Ammirazione, ispirazione e una domanda: Perchè no? Il dialetto parlato sul lago di Como è chiuso ma non impenetrabile, grezzo ma non meno poetico di altri, vivo e colorato da chi ancora lo usa per pensare e pregare, ridere, maledire e piangere. Creuza de ma e i suoni della lingua sarda appassionano Davide fino a convincerlo che per raccontare una storia di lago, del lago che ha davanti, niente può essere più indicato della sonorità regalata dal dialetto che da sempre ne sposa acque e genti: il dialetto tremezzino.

Una lucertola uccisa (con rimorso) anni addietro, Creuza de ma di De Andrè ed una battuta fulminate involontaria del Ghezzi, il barbiere del paese: tre punti chiave che spingeranno David Action dei Potage a chiudere il capitolo simil-punk per iniziare a scrivere quello poi definito folk-rock di Davide Van De Sfroos.

"Abbiamo dato vita a un nuovo gruppo: Suoniamo e cantiamo in dialetto storie di paese, di disperati e di contrabbando" - disse Davide al Ghezzi. "Ah...! Sònuff de sfroos" - rispose tra una sforbiciata e un colpo di pettine. De Sfroos, ovvero "di frodo", come il commercio illegale dei contrabbandieri di quelli che valicavano il confine con la Svizzera con la bricolla in spalla. Nascono così negli ultimi dieci anni, Ciulandari, Viff, Maniconi, Breva e Tivan, Per una poma, E semm partì, il doppio Laiv (dal vivo), Akuadulza, Pica fino al concerto dei 12.000 ad Assago nel 2008. Album che riscontrano un grande successo di critica, con tre targhe Tenco conquistate e via via di pubblico.

Dal 2000 al 2003, con il Como tra Serie A e B, è spesso ospite della trasmissione "Quelli che il calcio", proprio come simbolo della tifoseria lariana. E sugli spalti del Singalia non è difficile trovare due aste o bandiere inneggianti a DVDS, con scritte come "pulenta e galena fregia" - "E semm parti" - "Genesio group", a richiamo delle sue canzoni ed alcune vengono portate sugli spalti come cori a sostegno dei lariani come, un pezzo di "Pulenta e galena fregia" che è nel finale è stato riadattato così: g'hann söe i vestii de quand sèri penènn,

i ne vànn e i ne vègnen cun't la sciarpa del Comm...

Nel 2007, in occasione del centenario di fondazione del Como Calcio, Davide Van De Sfroos ha partecipato a diversi eventi promossi dai supporter lariani.

http://www.youtube.com/watch?v=fJdpYFdfyGo

 

I PRECEDENTI

 

Pro Patria: 12 Campionati di Serie A - 1 Coppa della Alpi

Como: 13 Campionati di Serie A - 1 Coppa Italia Serie C - 1 Coppa Italia dilettanti

1921-22 Campionato F.I.G.C, Lombardia Gir. D

Esperia Como – Pro Patria: 4-1: 10', 79' Castelli (E), 41'-60' Gilardoni (E), Miotti (P)
Pro Patria – Esperia Como 0-0

1924-25 1^ Div. Ragg. Nord.- Gir. B

Pro Patria – Esperia Como 2-1: 6' Gatti (E), Crosta M. (Pro), Eichmann (Pro)
Esperia Como - Pro Patria 1-1
Pro Patria – F.C. Como: 0-0
F.C. Como – Pro Patria 2-1: Ballerini (C), Kutik (Pro), Roncoroni (C)

1925-26 2^ Div. Ragg. Nord.- Gir. A

Pro Patria – F.C. Como: 3-0: 63' Marzorati, 75' Manola, 89' Giani
F.C. Como – Pro Patria 1-1: 46' Crosta II° (Pro), 80' Butti (C)

1926-27 2^ Div. Ragg. Nord.- Gir. B

Pro Patria – Comense 6-1: Colombo (Pro), 3 Crosta (Pro), Visca (Pro), Reguzzoni (Pro), Bartesaghi (C)
Comense – Pro Patria 0-1: 30' Daldan

1935-36 Serie C

Pro Patria - Como 6-1: 12’ Borra (Pro), 16’, 32’ Tremolada (Pro), 52’ Ottolina (Pro), 59’ Marelli (C), 68’, 86’ Ceriani (Pro)
Como - Pro Patria: 1-4: 6' Fibbi (C), 15’ Zandali (Pro), 57’ Cortese (Pro), Zandali (Pro), Crespi (Pro)

1938-39 Serie C

Como - Pro Patria: 55' Maino
Pro Patria -Como 4-1: 30’ Toia (C), Erba (Pro), Barberis (Pro), 51’ Franchini (Pro), Erba (Pro)

1939-40 Serie C

Pro Patria - Como 3-1: 16’ e 20’ Fasoli (Pro), 59’ Capiaghi (C), 76’ Tremolada (Pro)
Como - Pro Patria 1-1

1940-41 Serie C

19 Gen. Pro Patria – Como 2-0: 50’ e 57’ Gallazzi
Como - Pro Patria 2-3: 8’ Dondi (Pro), 38’, 50’ Gallazzi (Pro), Clerici (C)

1945 Torneo Benefico Lombardo

Pro Patria - Como 2-2: 4’ Reguzzoni (Pro), 52’ Frossi (C), 64’ Turconi II° (Pro), 86’ Aebi (C)
Como - Pro Patria 0-2: a tavolino

1945-46 Campionato Alta Italia Misto B/C

3^ 28 Ott. 45, Como – Pro Patria 2-11
4^, 3 Feb. Pro Patria – Como 1-1

1946-47 Serie B

15^ 29 Dic. 46, Pro Patria – Como 4-2:
Como – Pro Patria 3-2

1949-50 Serie A

11^ 13 Nov 49: Como – Pro Patria 1-0: 71’ Ghiandi
30^ 26 Mar. 50: Pro Patria – Como 0-0

1950-51 Serie A

18^ 7 Gen. 51, Como - Pro Patria 2-1: 1’ Ghiandi, 24’ Meroni, 87’ Turbekey (Pro)
37^ 10 Giu. 51, Pro Patria - Como 1-0: 47’ Toros

1951-52 Serie A

13^ 16 Dic. 51, Como – Pro Patria 0-1: 80’ Guarnieri
32^ 4 Mag. 52, Pro Patria – Como 1-0: 23’ Hofling

1952-53 Serie A

16^ 11 Gen 53, Pro Patria – Como 2-0: 39’ e 67’ Mannucci
33^ 24 Mag. 53 Como – Pro Patria 4-1: 33' Baldini rig., 63' Turconi II°, 73' Lavezzari, 78' Ghiandi, 88' aut. Boniardi (C)

1953-54 Serie B

10^ Pro Patria – Como 1-0: Hofling
28^ 4 Apr. 54, Como – Pro Patria 1-2: 2 Mannucci (Pro)

1956-57 Serie B

Como - Pro Patria 1-3
Pro Patria - Como 2-2

1960-61 Serie B

10^ Como – Pro Patria 2-1: Teneggi (C), Maltinti (Pro)
29^ Pro Patria – Como 2-0: Rondanini, Meraviglia

1961-62 Serie B

Pro Patria – Como 2-0
Como – Pro Patria 2-0

1962-63 Serie B

14^ Pro Patria – Como 0-0
33^ Como – Pro Patria 4-1

1966-67 Serie C/A

Como - Pro Patria 1-1
Pro Patria - Como 2-1

1967- 68 Serie C/A

Pro Patria – Como 0-1
Como – Pro Patria 2-1

2003-04 Coppa Italia Tim

Como (B) – Pro Patria (C1) 0-2 a tavolino: per sciopero delle squadre di A e B, per i diritti televisivi

2004-05- Serie C1/A

18^ 16 Gen. 05 Como – Pro Patria 1-2: 32’ Valtolina (Pro), 38’ Elia (Pro), 52’ Gambino (C)  CLICCA QUI
37^ Pro Patria - Como 0-2 

2008-09 Coppa Italia Serie C

4^ giornata: Como (Lp2) - Pro Patria (Lp1) in campo con la Berretti 3-0: 7' Guazzo, 39' rig. e 68' Facchetti  CLICCA QUI

 

LA TIFOSERIA

Una città dalle dimensioni simili a Busto Arsizio, ma che può contare sull’appoggio di un’intera provincia: una tifoseria, che come quella bustocca, risente della vicinanza di Milan, Inter, e di quella relativa della Juventus, ma con i supporters comaschi che dalla metà degli anni ‘70, a diverse riprese hanno visto la Serie A in presa diretta e molti campionati esaltanti di Serie B, con molti giovani campioni, a vestire la maglia azzurra. In particolare i lariani si sono sempre distinti per partecipazione, particolarità e ed originalità nel panorama ultras italiano.

Il tifo organizzato, come Ultras a Como, vide la luce a metà degli anni ’70. Uno dei primi gruppi ultras ad apparire sulla scena furono i Panthers, ancora ai giorni nostri un valido punto di riferimento per la tifoseria comasca. Negli anni successivi si fecero largo gli Ultras Como, che prepararono la "terza fase", cioè quella dell’avvento della storica Fossa Lariana. La Fossa fu sempre riconosciuta come uno dei migliori gruppi degli anni ’80. Ancora oggi la si ricorda per la sua mentalità goliardica e spensierata e per la sua organizzazione capillare, con tantissime sezioni sparse in varie località della Lombardia, anche fuori dalla provincia. Tale esplosione di tifo per le maglie azzurre fu la conseguenza di una squadra che si affermò come una della più grandi rivelazione del calcio italiano, e che infiammava in quegli anni (il decennio d’oro dal 1980 al 1989) appassionati di tutte le età e dalle provenienze più varie. Lo scioglimento della Fossa Lariana, avvenuto nel 1990, lasciò un vuoto sugli spalti del Sinigaglia, colmato in parte dalla breve parentesi dei Maestri Comacini, nati nel 1992 e che sperimentarono un cambiamento estetico nella curva lariana. Una rivoluzione, con un modo di tifare britsh-style, completata poco dopo dai Blue Fans, veri eredi della gloriosa Fossa. Nel 1996 il gruppo trainante decise di spostarsi, insieme agli altri gruppi minori nati in tali anni, di spostarsi nella parte bassa della curva ovest e, di raccogliersi dietro una miriade di stendardi. Il progetto dei Blue Fans aveva come obiettivo la riunione sotto un unico coordinamento di tutte le anime storiche della tifoseria del Como.

Tra i gruppi attivi negli anni passati da ricordare i North Side della zona di Cantù, gli Sbandati e la Brigata Federico Barbarossa, formata da esponenti con lunga militanza ultras alle spalle. Falcidiati dalle diffide, i Blue Fans annunciarono il loro scioglimento ufficiale nel 2001. La curva, dopo un periodo tribolato in cui apparivano in curva solo stendardi e striscioni di incitamento, tornò ad animarsi anche grazie al doppio balzo in avanti dalla terza serie alla A. La tifoseria tornò in massa sugli spalti del "Singaglia", e fu espressa dalla curva una ancora migliore attitudine britannica nel modo di tifare e di presentarsi in curva.

La repentina discesa dalla Serie A al fallimento, ha visto stagioni caratterizzate da numerose diffide dei principali esponenti, non hanno certo potuto contribuire ad un rilancio della tifoseria lariana, che cerca comunque con onore di difendere la propria bandiera nonostante le molte vicissitudini negative degli ultimi periodi. Nel 2007-08, in Serie D, per il big-match contro la Tritium al Sinigaglia sono circa 3.000 gli spettatori, una bella cifra, da fare impallidire anche realtà di categorie superiori. La promozione della passata stagione con 1.107 tessere ed una media di 1.700 persone presenti ha ridato nuova linfa alla curva azzurra che si presenta bene ai nastri di partenza con il tifo retto da una serie di gruppi a sestanti e con lo stile britannico che li contraddistingue, fatto di cori secchi e ripetuti e stendardi e bandiere appesi alle recinzioni

Gemellaggio storico e consolidato è quello con i vicentini. Ormai sciolto da parecchi anni quello di vecchia data che legava i comaschi ai milanisti. Congelata anche la vecchia amicizia con gli empolesi. Le rivalità principali e più sentite sono, oltre a quella con gli odiatissimi vicini varesini e lecchesi, con il Monza, quella con gli ultras del Modena, del Livorno, del Venezia,  e della Pistoiese. Rivalità ereditate dagli anni passati in massima serie quelle con interisti, atalantini e fiorentini. Il tifo organizzato come clubs, viene retto dal Centro Coordinamento che ha sede proprio nello stadio comasco.

 

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Curva comasca anni '80 (1)

     

Curva comasca anni '80 (2)

Pro Patria - Como 04-05

Como - Varese 08-09

 

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