LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

 

L E C C O 

CALCIO 1912

 

CALCIO LECCO 1912 srl 

Colori sociali: maglia a strisce verticali blù-celeste, calzoncini blù, calzettoni celeste con bordo blù 

Sede via Don Pozzi 6, 23900 Lecco 

Stadio "Rigamonti-Ceppi", Via Don Pozzi 6, 23900 Lecco. Dimensioni (105 x 65) - Capienza 4.977

Lecco 46.500 abitanti - totale provincia di Lecco 322.000 

 

QUADRI DIRIGENZIALI

Presidente: Sergio Bernardo
Presidente Onorario: Comm. Giuseppe Crippa
Amministratore delegato: Dott. Raffaele Perillo
Segretario: Giuseppe D'Aniello
Addetto all'arbitro: Vincenzo Petralia
Addetto stampa: Luca Barindelli
Responsabile comunicazione: Ivan Corti
Responsabile sett. giovanile: Emilio Scotto
Allenatore: Oscar Magoni 
Prep. atletico: Gabriele Ratti
Prep. portieri: Fabio Corti
Resp. sanitario: Dott. Maurizio Gevi
Med. sociale: Dott. Alfredo Spandri
Fisioterapista: Riccardo Camesasca

 

LE ULTIME NOVE STAGIONI

2000-01 12° nel girone A di Serie C1.
2001-02 10° nel girone A di Serie C1.Il Lecco Calcio viene escluso per problemi finanziari, la nuova squadra A.C. Città di Lecco viene ammessa al campionato di Eccellenza nel gir. B.
2002-03 1° nel girone B dell'Eccellenza Lombarda. Promosso in Serie D.
2003-04 9° nel girone B di Serie D.
2004-05 2° nel girone B di Serie D. Promosso in Serie C2.
2005-06 10° nel girone A di Serie C2.
2006-07 2° nel girone A di Serie C2, vince la finale play-off contro il Pergocrema. Promosso in Serie C1.
2007-08 16° nel girone A della Serie C1, perde i play-out contro la Paganese. Ripescato per molteplici fallimenti di altre società.
2008-09 15° nel girone A di Lega Pro Prima Divisione. Vince i play-out con la Sambenedettese.

 


IL CALCIOMERCATO

Acquisti: Bartolucci (d. Pistoiese), Mateo (d. Fiorentina), Nocciolini (a. Fiorentina/Cuoiopelli), Brognoli (d. Renate), M. Marconi (a. Atalanta), Sau (a. Cagliari/Albinoleffe), Parodi (a. Genoa), C. Palumbo (c. Napoli), L. Giannone (c. Napoli), D'Urso (d. Napoli), C. Ciano (a. Napoli), Arrigoni (c. Atalanta/Mezzocorona), Calzi (c. Ravenna), Marocco (c. Atalanta), T. Cortese (c. Pistoiese), Pansera (p. Sestese), Francini (d. Poggibonsi), Boerchio (p. Bari). 

Cessioni: Sangiovanni (c. Pro Sesto), Carrara (c. Spezia), Corti (c. Varese), Grimaldi (d. Paganese), Carlini (c. Frosinone), Marconi (d. Gubbio), Bernini (c. Sangiovannese) Chomakov (c. Cremonese), Gherardi (c. Cremonese), Andreoletti (p. Atalanta/Pro Sesto), Mateo (d. Fiorentina). Allenatore: Magoni (nuovo). 

 



LA ROSA

Portieri: Boerchio (89), Orlandi (81), Pansera (79)

Difensori: Brognoli (82), Mateo (87), Mancinelli (82)D'Urso (89), Francini (83), Galeotti (80), Martinelli (88), Bartalucci (84) Villagatti (83) 

Centrocampisti: Arrigoni (88), Corrent (79), Buda (86), Calzi (85), Antonioni (82), Cortese (86), Galli, Giannone (89), Guglieri (84), Palumbo (89)

Attaccanti : Altobelli (83), Ciano (90), Parodi (90), Sau (87), Veronese (76), Maiorino (89)

Allenatore: Oscar Magoni

 

LA STORIA

Il calcio a Lecco muove i suoi primi passi nell'ambito della Canottieri, società che dal nome stesso indica lo forte legame con l'acqua ed il lago, dove la prevalente attività era quella della voga e della vela sul ramo lecchese del Lario.

Come accadde in molte società polisportive del periodo, il foot-ball, prende sempre più appassionati ed il 22 Dicembre 1912, un'assemblea della Canottieri, consente la costituzione di una sezione calcistica che prende il nome di "Canottieri Lecco Foot-ball club", assumendo come colori sociali quelli del circolo sportivo Canottieri, il blù abbinato al celeste a strisce verticali con pantaloncini blù.Dall'atto di fondazione alla prima gara ufficiale passa circa un anno e mezzo, in quanto il problema principale è quello di trovare un campo da gioco, che viene trovato in seguito sul terreno di via Ponchielli nel centro lecchese.

Nell'Aprile del 1914, la sezione calcistica della "Canottieri Lecco"; disputa la sua prima partita a Bergamo. Il 26 Dicembre dello stesso anno viene inaugurato ufficialmente il campo di via Ponchielli che prende il nome di "Primavera", tra una formazione della Canottieri Lecco Foot-ball Clubs ed una formazione mista del Milan.
La Grande Guerra incombe così come per tutte le società sportive del tempo, anche la Canottieri Lecco deve interrompere l'attività che riprenderà a livello di amichevoli nel novembre del 1919, sul terreno di gioco di via Ponchielli.

Nell'autunno del 20', la società bluceleste in vista della partecipazione al suo primo campionato ufficiale, organizza amichevoli importanti contro il Milan e contro i campioni d'Italia del Inter, vincendole entrambe, suscitando notevole entusiasmo in città e nei paesi limitrofi, facendo di fatto avvicinare sempre più persone al gioco del foot-ball nel lecchese.

Il 5 dicembre 1920 la Canottieri Lecco, prende parte al suo primo campionato, venendo inserita nel girone C di Promozione, una sorta di seconda serie del tempo; la prima gara ufficiale è a Milano contro l'Olona. I blucelesti si aggiudicano il girone, passando alle finali per la 1^ Categoria, ma non superano lo sbarramento successivo.
Il 17 giugno 1922 è una di quelle date da segnare in rosso per il calcio lecchese, in quanto l’assemblea generale dei soci della Canottieri elegge, come presidente Eugenio Ceppi.

Il nuovo eletto, si dimostra subito intraprendente, mettendo a disposizione un proprio terreno per fare giocare la squadra, in via Cantarelli, nel quartiere Castello, che è tuttora la sede delle gare interne della squadra bluceleste. Per i tifosi della Canottieri, l'impianto diventerà poi solo "il Cantarelli". Il nuovo impianto venne inaugurato pochi mesi dopo, il 15 Ottobre de 1922, contro la Trevigliese. In seguito, nel 1993 prenderà il nome dallo storico presidente Mario Ceppi (figlio di Eugenio) unita a quello precedente del campione del "Grande Torino" Mario Rigamonti, il quale giocò per un periodo nel 1945 a Lecco, a cui lo stadio venne intitolato il 2 Giungo del 49, un mese dopo la sciagura di Superga; si ebbe così la doppia denominazione "Rigamonti-Ceppi".   

La società prova diverse volte a salire di categoria, ma incontra sia problemi economici, sia problemi di rapporti con la Lega Calcio del tempo.

Nella stagione 1924-25, nel campionato di Seconda Divisione, c'è il primo storico incontro di calcio tra lecchesi e bustocchi. Alla 7^ giornata il 28 Dicembre 1924 la Pro, super in casa la Canottieri Lecco per 2-1, vittoria dei biancoblù anche in riva al Lario alla 15^ giornata il 15 Marzo del 25 per 1-0.

Al via della stagione 26-27, la società lariana viene ripescata in Prima Divisione, sorta di Serie B dell'epoca, dove rimarrà per tre stagioni. Nel periodo la società si dota anche di un primo vero allenatore, che come di prassi del periodo è un esponente del calcio danubiano, l'ungherese Zsigmund.

Sul finire degli anni venti e l'inizio dei trenta, il sodalizio lecchese deve fare fronte ad un pesante passivo di bilancio ed alla scomparsa del presidente Eugenio Ceppi nell'Aprile del 1931.

In pratica bisogna ripartire da zero e la storica "Canottieri Lecco Foot-ball Club", cessa di esistere, con l'abbandono di fatto della Canottieri di cui Eugenio Ceppi era il presidente, con la nascita dell'Associazione Calcio Lecco, il 22 Luglio del 1931. La nuova società che vedrà la sua sede, come era in voga al tempo, presso il Salone del Caffè Commercio in Piazza XX Settembre a Lecco. Come primo presidente il medico, professor Gennaro Pensa, membro del direttorio federale del Partito Fascista. Tra i membri del consiglio, c'è anche Mario Ceppi (figlio di Eugenio Ceppi), il cui nome sarà strettamente legato alla storia del calcio lecchese per cinquant'anni buoni. Il 6 settembre del 31 l'A.C. Lecco, disputa la sua prima gara amichevole contro la Trevigliese, mentre un mese dopo il 4 ottobre del 31, dà il primo calcio ufficiale ad un pallone, nel campionato di Prima Divisione.

Nel suo primo campionato, l’A.C. Lecco resta in corsa per la serie B fino in fondo, giocandosi la promozione nello spareggio contro il Saronno, che vede gli "amaretti", imporsi, ma poi rinunciano, per motivi finanziari.
Problemi economici, che attanagliano anche il Lecco negli anni successivi, con la rincorsa alla promozione che riparte nel campionato 1934-35, quando alla guida tecnica dei lecchesi arriva da Busto
Leopoldo Conti  ex giocatore della Nazionale e capitano dell'Inter, alla Pro Patria, in Serie A, nei campionati 31-32 e 32-33, in seguito anche sulla panchina dei tigrotti.Conti riesce a portare il Lecco alla prima storica vittoria sul Como in un derby, quindi conduce i blucelesti a lottare fino al termine, per il salto di categoria, ma anche qui gli spareggi sono fatali.

Nel 1935-36, con l'allargamento delle squadre partecipanti ai campionati di calcio, si ha l'istituzione della Serie C, a cui il Lecco viene iscritto d'ufficio con allenatore Otto Krappan. Nel mese di settembre sale alla presidenza di Costantino Fiocchi, con campionati di centro- classifica, con Conti che torni in panchina nel 37-38.

Arriva la seconda Guerra Mondiale e, come ovunque l'attività calcistica ne risente.  Il Lecco conosce una profonda crisi societaria sfiorando la chiusura, solo nel 41, arriva un primo spiraglio quando Mario Ceppi viene nominato Commissario Straordinario della società. E' il primo passo che compie, quello che poi sarà "il presidentissimo", il quale salva in pratica la società dal fallimento e ricuce, per quanto è possibile nel periodo i rapporti con il comune e intreccia accordi con giocatori. Nel 42-43, per 20 giornate la formazione lariana, rimane imbattuta, grazie anche alle reti del bomber Renica. Nel 1943, il sodalizio si ritrova purtroppo al centro di una scandalo di partite comprate e vendute, con la FIGC, che squalifica per due anni, tre giocatori lecchesi, Barcella, Bacis e Forlani.

Dopo l'otto Settembre del 43, l'attività calcistica nel Nord, si basa soprattutto su partite amichevoli, tornei di Bar e regionali, spesso e volentieri a livello benefico, così Pro e Lecco si tornano a sfidare nel Torneo Benefico Lombardo.

La stagione 1945-46, vede al Nord il “Campionato misto Alta Italia”, composto da squadre che nei campionati ante-guerra erano in Serie B e C. Lariani e bustocchi danno vita ad un lungo duello che porta allo spareggio promozione, all'Arena di Milano. Impattano ancora dopo i tempi supplementari. Quindi ci pensa la Commissione d'Appello del Nord Italia, a dirimere la questione consegna il verdetto della gara di Mantova-Pro, dando la giusta vittoria a tavolino alla Pro, per i gravi incidenti in campo e fuori. Due punti che portano al superamento del Lecco, in classifica, con i tigrotti che passano in Serie B, mentre il Lecco viene iscritto al campionato di Promozione, da dove il 3 Agosto del 1948 incomincia la vera era di Mario Ceppi alla presidenza.

La stagione per il calcio lecchese vede comunque l'esordio del bergamasco Angelo Piccioli, che poi sarà l'allenatore del blucelesti in Serie A.

Nel 1949-50, il Lecco con Ugo Lamanna in panchina vince il campionato di Quarta Serie, passando in Serie C, con la coppia d'attacco "Reda-Rada" (Redaelli-Radaelli), sul neutro di Vicenza contro il Pordenone.

Arriva il mediano Francesco Duzioni (Verdello-Bg-3 Maggio 29), che poi diventerà un recordman di presenze, con oltre 250 gare, consecutive con la maglia del Lecco. Il meccanismo innescato da Ceppi, comincia a dare i suoi frutti, e la squadra lecchese si piazza nelle prime posizioni in Serie C, settimo nel 54-55 e quarto nell'annata successiva.  Al via della stagione 56-57, il Lecco è tra le favorite per il salto nella serie cadetta, con il nuovo tecnico Achilli in panchina. Promozione in B, che arriva puntuale il 16 giugno 57.  Ceppi sfrutta al meglio il blocco delle retrocessioni imposto dalla Lega, studiando per bene la serie cadetta e le mosse migliori per tentare in grande salto in Serie A.

Il campionato 58-59, vede i lecchesi come sorpresa del campionato, sempre nelle primissime posizioni, con i giornalisti locali che vanno a sostegno delle ambizioni del vulcanico presidente Ceppi, raccogliendo fondi a sostegno del suo progetto, che in campagna acquisti aveva fatto registrare l'arrivo dell'ungherese Stefan Nyers, due volte campione d'Italia con l'Inter (52-53 e 53-54).

Il Lecco deve cedere le armi all'Atalanta, che viola il "Rigamonti", volando di fatto in A, ed al Palermo, che vinceranno il torneo; per il team lariano un terzo posto, che fungerà da rampa di lancio per l'assalto alla massima serie, per la quale Ceppi non lesina di certo gli sforzi, confermando tutta la rosa, affidando la squadra ad Angelo Piccioli, che aveva appeso le scarpe bullonate al chiodo. La compagine lariana parte subito forte e và in testa, con 15.000 persone che la sostengono nel big-match al "Filadelfia" contro il Toro (1-1). La cavalcata si conclude il 26 Maggio del 1960, con la vittoria per 3-0 contro il Venezia. Con i blucelesti salgono in A, Torino e Catania.

Per l'avventura in Seria A, attorno al presidente si stringono l'allora sindaco di Lecco Cugnasca, l'industriale caseario Cademartori e la Banca Popolare di Lecco. Per il primo campionato nella massima serie il vulcanico presidente, fa arrivare l'uruguaiano Abbadie e Antonio Pasinato, nato a Bolzano ma prelevato dalla Nuova Cisterna di Latina, nei campionati centromeridionali di Serie D che verrà soprannominato "ruspa", diventando uno dei simboli del calcio a Lecco. Esordio in Serie A che avviene con sconfitta per 4-0 a Firenze, mentre la prima vittoria è con il Padova in casa alla 3^ giornata. Poi la prima impresa con il pareggio a San Siro con l'Inter per 1-1. Intanto Ceppi in Brasile ha scovato un centravanti poco più che ventenne, dal fisico possente, un vero e proprio armadio che risponde al nome di Sergio Clerici, di chiare origini milanesi; lo impacchetta e lo fa arrivare in riva al Lario. Clerici (in seguito centravanti di Bologna e Napoli) che al debutto casalingo timbra subito il cartellino, nella vittoria sulla Lazio per 2-0. 

L'uruguaiano Abbadie

Sergio Clerici

Campionato difficile comunque per la neopromossa squadra bluceleste, che naviga sempre nelle ultime posizioni; arriva però l'impresa contro l'Inter di Moratti (padre) e di Helenio Herrera, che al Rigamonti viene sconfitta per 2-1, con doppietta di Gilardoni. Una vittoria all'ultima giornata a Roma contro la Lazio, già retrocessa, porta i lecchesi allo spareggio salvezza, con Bari ed Udinese, con i pugliesi che alla fine scenderanno.

A salvezza acquisita Ceppi, fa due colpi importi nel calciomercato, cone l'arrivo a centrocampo dello svedese Lindskog dall'Inter e Beniamino Di Giacomo, che andranno a supportare la coppia di attaccanti sudamericani Abbadie e Clerici, rinforzata dal nervianese Sarchi, al quale pochi anni fa è stata amputata una gamba per problemi di circolazione.

Lindskog che come il suo connazionale e compagno nerazzurro Skoglund, ha problemi di vita e di bottiglia, non rende e rompe quasi subito con l'ambiente e con il vulcanico Ceppi, che rompe anche con lo storico allenatore Piccioli, a cui affianca Achilli. Per il Lecco a fine stagione è il ritorno mesto in Serie B, in un campionato vissuto sempre sul fondo.

L'estate del 62 a Lecco non è facile con Ceppi che minaccia di andarsene, salvo poi fare marcia indietro, intendendo ricostruire la squadra proprio su Lindskog, che manda a curarsi il fegato, ma con lo svedese sarà un rapporto tormentato per tutta la stagione. 

Lo svedese Bengt Lindskog

Di Giacomo viene ceduto all'Inter, Abbadie chiude e torna in Uruguay, con Achilli confermato in panchina, ma sul finale della stagione deve lasciare all'ennesimo ritorno di Piccioli che conduce la squadra al sesto posto. Da segnalare le 250 presenze consecutive in bluceleste del mediano Duzioni.

Per la  stagione 63-64 si punta sui giovani del vivaio dove spiccano i nomi del portiere Felice Pulici, di Innocenti e di Isidoro Brusadelli (lecchese doc), che chiuderà la carriera alla Pro nel 74-75, con la promozione in Serie C. In squadra c'è sempre la mina vagante Lindskog, che Ceppi denuncerà poi alla Caf. Si assiste ad uno "strano sciopero", quello del tecnico Piccioli, che accusa il pubblico locale di essere troppo distante dalla squadra, e per protesta non andrà in panchina nelle ultime giornate di campionato, con il Lecco che chiude comunque a due soli punti dal Foggia di Oronzo Pugliese, terzo classificato e che sale in A.

1964-65 arrivano "Ciccio" Longoni e l'attaccante bustocco Giorgio Azzimonti, prelevato dalla Solbiatese e, che non vestirà mai la maglia della Pro, come altri del circondario, per i più disparati motivi. 

Il bustocco Azzimonti, con la maglia del Lecco

In panchina torna Piccioli, che grazie alla completa esplosione di Sergio Clerici (vincerà la classifica cannonieri con 20 reti), parte a razzo in campionato, ma arriva il sesto posto finale.

Campionato 1965-66 anno dell'ultima risalita in Serie A, con la formazione sempre affida a Piccioli che ingaggia un lungo duello con Venezia, Mantova poi promosse, Genoa e Reggina. Il Lecco è forte di un'intelaiatura collaudata, si mette subito nelle prime posizioni, ed alla fine con 48 punti si aggiudica il secondo posto che porta in Serie A, nonostante dei brutti scivoloni come il 5-0 di Mantova. Nella stagione da ricordare il record di imbattibilità del portiere Giuseppe Meraviglia di 738' minuti. Altro verdellese come Duzioni. In squadra oltre a Azzimonti, troviamo Facca, Sacchi, Fracassa e Italo Galbiati, con Clerici che segna 17 reti.

Lo sfortunato Facca 

Il portiere Meraviglia 

Per la Serie A, viene confermata tutta la rosa, e Ceppi fa anche il colpo di Valentino Angelillo, capocannoniere in Serie nelle stagioni precedenti, con un record tuttora imbattuto di 33 reti, con l'innesto anche del mediano Saul Malatrasi dall'Inter e dell'ala Cannella dal Genoa. Dal Milan arriva anche il portiere Luigi Balzarini, che negli anni 70' una volta smessi i guantoni, diventerà socio di una ditta di pentole a Samarate. I blucelesti, patiscono molto il salto di categoria e sono sempre sul fondo, unica nota lieta del periodo l'1-1 a San Siro contro il Milan con rete di Azzimonti.

Frizioni interne, Piccioli contro Angelillo ed il vulcanico Ceppi, non portano calma nell'ambiente. Il Lecco retrocede ben prima dell'ultima giornata, con soli 17 punti a parimerito del Venezia, con Foggia e Lazio che faranno da compagnia. In prima squadra fa l'esordio Osvaldo Jaconi dalla vicina Mandello Lario.

Ceppi lascia la presidenza, pur mantenendo la maggioranza della società, presidente diventa Giovanni Mambretti. Piccioli rimane sempre nello staff, ma con funzioni diverse, considerato l'arrivo del pluricampione del mondo (34-38) Eraldo Monzeglio nelle vesti di direttore tecnico. Partono i pezzi pregiati come gli attaccanti Sergio Clerici al Bologna, Angelillo al Milan ed Aquilino Bonfanti all'Inter, con l'arrivo in riva al Lario del fantasista Nello Saltutti e di Adriano Lombardi, due giocatori che verranno colpiti dal destino. Il primo muore poco più che cinquantenne per infarto, il secondo un  centrocampista noto ai tempi per la sua chioma rossa ed ora purtoppo perchè alle prese con la SLA da diversi anni.

Monzeglio con Ceppi dura poco, solo le prime gare di campionato e tanto per cambiare ritorna a tempo pieno Piccioli, sostituito poi da Ciccio Longoni.

Il 2 Luglio 68, il Lecco in piena lotta retrocessione è di scena a Verona, con i gialloblù in lotta promozione. Il difensore veronese Ranghino commette un fallo su Saltutti, venendo espulso, il pubblico scaligero invade il campo e chi ne fa le spese è il difensore lecchese Facca, il quale viene colpito da una bottiglia in un occhio. Il giocatore perderà l'organo e si ritirerà dal calcio.

Il Lecco si salva dalla Serie C, dopo gli spareggi con Genoa, Perugia, Venezia e Messina, con le ultime due che retrocedono.

Ceppi rassegna ancora una volta le dimissioni, per dissidi con il pubblico lecchese. La squadra viene affidata a Longoni, poi Achilli quindi a Meregalli che non riescono a salvarla dalla retrocessione nella terza serie, chiudendo il campionato a 30 punti, penultimo posto, pur conservando in squadra, i portieri Meraviglia e Felice Pulici, Bacher, Pasinato, Canella, Sensibile, un giovanissimo Gianpietro Marchetti ed in avanti Ferruccio Mazzola con Nello Saltutti e Giorgio Azzimonti che si ritrova come compagno anche l'ex motorino della Pro Vittorino Calloni.

Dalla Serie C, la società vuole subito risalire, con i vari Jaconi, Lombardi, Gritti, Bravi, Meraviglia, Mereghetti affidando la squadra all'ex trainer biancoblù Giuseppe Lupi arriva un secondo posto a quattro punti dal Novara.
Nel campionato seguente Ceppi torna alla tolda di comando, cercando di riavvicinare il pubblico di casa con diverse iniziative. Come prima mossa richiama in panchina Longoni, ed arriva un ottavo posto. Da ricordare la gara di Busto, vinta dal Lecco per 4-2, con rete di Bolchi che portò il punteggio sul momentaneo 1-2, con un raccattapalle biancoblù, che impazzì dalla gioia, continuando a saltare fino a quasi entrare in campo, ripreso dalle telecamere Rai, che poi mandarono in onda il servizio in uno speciale dedicato al calcio delle nobili decadute. Da registrare l'esordio in prima squadra dello stopper Gianfranco Motta, al tempo ventenne, poi sulla panchina della Pro, nella primissima era Vender.

1971-72, per il Lecco ritorna ad essere protagonista, grazie a Marchi e Frank, che con Longoni in panchina trascinano la squadra alla Serie B, con quattro lunghezze di vantaggio sull'Alessandria con Chinellato in evidenza.
In serie cadetta i lecchesi, rimangono una sola stagione, squassati da crisi tecniche continue ed in pratica a metà stagione sono spacciati.

In serie C, i blucelesti ripartono da Sergio Brighenti, poi allenatore dell'Under21 e secondo di Azeglio Vicini. Si prova la risalita, con De Nadai (poi con Napoli, Roma, Milan) e Vito Chimenti in campo. Arriva il quinto posto con il solito cambio di panchina. Da segnalare il raggiungimento delle 400 gare con la maglia del Lecco di Giovanni Sacchi, cresciuto nel vivaio.

Nel frattempo Ceppi rassegna nuovamente le dimissioni, ma fittizie, in quanto come presidente viene nominato il nipote, Carlo Rizza, come direttore tecnica torna "il ruspa" Antonio Pasinato Arrivano il libero Piero Volpi (futuro medico sociale dell'Inter), al termine della stagione è un 10 posto.

Antonio "ruspa" Pasinato a fine carriera

Agli inizi del 1977, lo storico presidente Mario Ceppi, rimane vittima di una  trombosi; che ne limiterà molto l'attività. Per il Lecco questa rimane una stagione comunque da incorniciare, perchè si regala i primi trofei della sua storia. In campionato chiude al quarto posto con Oscar Massei in panchina, in porta Navazzotti, Gabriele Ratti, con in attaccato Zandegù autore di 10 centri in 34 gare, Acanfora (6 reti), di Evert Skoglund (I°), figlio di Nacka e poi alla Pro nella gestione Soldo, che a Lecco disputa la sua miglior stagione con 26 gare e 5 reti. E' anche l'anno del giocatore con il nome più bizzarro mai visto sui campi da calcio, Potito Pota (22-2).

I blucelesti centrano la finale di Coppa Italia di Serie C, che si disputa proprio al Rigamonti di Lecco il 19 Giugno del 77, contro la Sangiovannese; s'impone la squadra di Massei per 2-1, con reti  di F. Corti al 25, Marchi al 66' con la "Sangio" che accorcia solo all'88 con Paolinelli.

La formazione: Martignoni, Cerletti, Santi, Filacchione, Ratti, Volpi, Corti (78' Skoglund I°), Pozzoli (60' Magni), Marchi, Pota, Zandegù - All. Massei

Ma non è finita qui perchè solo dieci giorni dopo il Lecco vince anche la Coppa Anglo-Italiana superando il Bath City per 3-0.

Campionato 77-78, in panchina Guido Capello, al centro dell'attacco Galluzzo, che segna 13 reti, con Bocchinu a centrocampo. Carpanesi subentra nel finale a Capello, per un nono posto che vale la C1, nell'anno della riforma dei campionati.

Si comincia a sentire una forte crisi societaria, e nel 79-80, i blucelesti rotolano in C2 con Ceppi tornato in carica, Massei in panchina e l'esordio di Lorenzo Marconi (63), che diventerà il recordman in assoluto di presenze con il Lecco. E' il periodo di Sessi, dei due omonimi Fabio Corti, Cerletti, Bertani, Pozzoli, Pala.

Un sesto posto in C2 nell'80-81 ed un ottavo la stagione seguente con Longoni in panchina e Folli in avanti.
Il 20 Marzo 1983, il Lecco balza in cima alla cronaca nazionale, perchè il Presidente Mario Ceppi dopo la sconfitta interna con l'Ospitaletto, insulta pubblicamente Longoni e lo picchia più volte in testa con il bastone con cui si sorreggeva dopo la trombosi. Il fatto finirà poi in tribunale.

Al termine della stagione il Lecco retrocede in Interregionale; il 15 giugno 83, muore anche il presidentissimo Mario Ceppi, chiudendo di fatto l'epoca d'oro del calcio lecchese.

La società bluceleste è sull'orlo del collasso per i debiti contratti, venendo affidata a Valerio Somasca che ne cura l'amministrazione. Lo stesso a.d. con la squadra sul fondo classifica ingaggia Pierino Prati come allenatore, che risistema le cose, portando la formazione al quinto posto, grazie anche alle nove reti di Marignoli.
Inizia un'altra crisi societaria, che viene risolta dall'ingresso della Fam. Frigerio, con l'ausilio di Carlo Boschi, industriale locale.

In panchina c'è Alzani che non è proprio amato dalla tifoseria, che inscena uno sciopero nei suoi confronti, fino a quando non ne ottiene la testa, al suo posto lo storico tecnico del Seregno, Angeleri.

Nella stagione 86-87, in panchina c'è Angelo Volpato, con Lecco e Pro Sesto che si contendono la promozione fino all'ultima giornata, in cui saranno i milanesi poi ad avere la meglio.

Stagione 87/88, travagliata sotto il profilo societario con Rino Frigerio che passa tutto al figlio Alberto nemmeno trentenne. Incomprensioni con la tifoseria ed altro, portano secondo posto finale, un punto alle spalle dell'Oltrepo promosso.Frigerio trova un appoggio finanziario in Pagani, a cui lascia la presidenza, la squadra è affidata all'esperto Maestroni, che a centrocampo si avvale di Gianmarco Remondina. Campionato concluso da Cesare Cattaneo in panchina e piazzamento lontano dalle prime.

1989-90, in panchina questa volta siede Osvaldo Jaconi,  in campo con l'ormai bandiera Gabriele Ratti, quell' armadio di Angelo Seveso, che al campo alterna la carriera di bancario. Il Lecco spinto dall'ariete di Brugherio (18 reti in stagione), centra 11 vittorie consecutive, ma incappa nel Leffe, che lo supera negli scontri diretti e vince il campionato, nonostante i blucelesti infilano un secondo filotto di nove gare vincenti.Jaconi lascia e sulla panchina arriva l'ex allenatore della Pro, Luciano Zecchini che siede sulla panchina lecchese in C2, perchè nell'estate del 90, la società viene ripescata. In squadra Mauro Borghetti, prodotto delle giovanili biancoblù e l'ex bomber di Cosenza e Vicenza, Maurizio Lucchetti, che con Seveso forma un attacco "monstre" per la categoria, l'ex biancoblù Cerrone, al centro di un caso per la fascia da capitano, Motterlini ed un futuro tigrotto Ivan Brambilla al centro della difesa. La stagione si conclude con lo spareggio salvezza a Monza contro l'Ospitaletto per 2-0.

Nel secondo anno di C2, parte come tecnico Zecchini, ma viene sostituito da Titta Rota; in società ci sono dei cambi Paride Cariboni diventa presidente ed entra l'ex mundial Claudio Gentile, come d.s.

Campionato 92-93 in panchina siede Beppe Savoldi, in squadra arrivano gli attaccanti Sambo, Gubellini ed a centrocampo Ruben Pasino, l'ex atalantino e Lazio Vertova in difesa, con in porta Nereo Bonato con secondo l'ex tigrotto Gambino per un quinto posto.

Per il campionato successivo In panchina torna uno dei protagonisti della ormai lontana  “Ruspa” Antonio Pasinato, dopo aver guidato con merito il Campobasso in B, come direttore generale, arriva un altro ex biancoblù il portiere Massimiliano Micheletti con lui il difensore centrale Giaretta la punta Taribello con le prime apparizioni di Bertolini, la scorsa stagione al Monza, passato ora alla Lucchese, con un piazzamento giusto al centro.

Per l'annata 94-95 sale alle presidenza Costante Grassi, che fa arrivare le punte Cortesi, Aldrovandi e Tagliabue, in regia l'ex comasco Oreste Didonè, in porta l'ex laziale e cavese Dario Marigo. Arriva un sesto posto che non porta da nessuna parte.

L'anno successivo in panchina arriva Elio Gustinetti, attuale allenatore dell'Albinoleffe, la società punta decisamente al salto di categoria, con in squadra Possanzini, Adamo, Bonavita, Bonesi, Zanardo, il portiere Ardigò, gli esperti Maretti, Marconi, Giaretta in difesa con l'ex promessa interista Volcan. E tre giocatori che diventeranno tigrotti di lì a poco tempo, come Claudio Rusconi, Valentino Angeloni e Firmino Elia. L'ex profeta ha una delle sue migliori stagioni, realizzando 12 reti in 33 gare, grazie anche al gioco semplice e lineare di Gustinetti. Rusconi ed Angeloni sono titolari fissi. Ma è la Pro di Beretta ad aggiudicarsi l'ultimo posto per i play-off lasciando ai lecchesi la sesta piazza.

96-97 con ancora in panchina Gustinetti, parte tra le favorite per il salto di categoria, così come la Pro, guidata quell'anno da Garavaglia. Angeloni approda per due mesi a Busto, lasciando anche qualche polemica di troppo, con lui sbarca anche Claudio Rusconi; Elia invece emigra altrove, ma i blucelesti trovano validi sostituti con il giovane Allegretti, Bonazzi, Limetti, il bomber Campistri (14 reti), Sensibile e Damiani jr. (32-7) ed a gennaio da Como arriva anche un certo Cristian Boscolo. Il Lecco si piazza al secondo posto a tre lunghezze dal Lumezzane che vince il campionato. Per i blucelesti sono play-off, che sembrano portare allo scontro in finale proprio contro la Pro Patria, che invece incoccia in una serie di errori di valutazioni, su tutte il cambio di squalifica di Brizzi per Brambilla. Così è l'altra Pro quella di Sesto, guidata da Brocchi e Caliari con Motta in panchina ad avere la meglio, con in campo con la maglia biancoblù Tommaso Rocchi, che manca due ghiotte occasioni nel finale.
Il Lecco affronta così la Pro Sesto il 15 giugno 97, ed al 117' minuto di gioco il difensore Adamo gonfia la rete, regalando la promozione ai blucelesti seguiti da un folto pubblico.

In C1 in panchina arriva Cadregari, che regala con un gioco spettacolare una partenza a razzo e soprattutto la vittoria nel derby con il Como, al Sinigalia per 1-3, giocando nel finale in 9 contro 11. Chiudendo la stagione con un ottimo settimo posto, conn una squadra che vede in rosa il campione del mondo 2006 Massimo Oddo, al tempo poco più che ventenne, Nello Cusin ex portiere di Brescia, Bologna ed Ospitaletto, Monguzzi, Archetti in difesa, Tagliani e Saudati in attacco.

Il campionato successivo 98-99 sempre Cadregari in sella, con alcuni innesti di assoluto spessore come Mattia Biso (Ascoli e Messina) in mezzo al campo e Scazzola sugli esterni. Ma il giocattolo si è rotto Cadregari viene sostituito da Gian Paolo Rossi, che guida i blucelesti nei play-out contro il Padova. Pareggio al "Rigamonti-Ceppi" per 1-1 e vittoria all'Euganeo per 1-0, con rete di Bertolini al 41', che regala la salvezza.

1999-00, Rossi confermato nella rosa troviamo due futuri biancoblù "il manico", Antonio Manicone e l'attuale portiere bustocco Anania, ma non è finita perchè come allenatore Carletto Muraro subentra a Rossi ed a Gennaio arriva Daniele Morante che realizza uno dei suoi migliori score con sei reti in dodici presenze.
Muraro porta il Lecco alla salvezza, nei play-out contro la Cremonese, dopo essere stato sconfitto allo "Zini" per 2-1, vince il ritorno per 2-0 con reti di Tondo e Bertolini.

Carletto Muraro sulla panchina della Pro 

Nell'estate del 2000, c'è una svolta societaria, che vede l'arrivo della SIS, di Franco Cimminelli, già proprietario del Torino, anche se come presidente rimane Bartoli. Al posto di Muraro arriva Bruno Giordano, che però non dura molto, la squadra viene condotta in salvo, da un altro ex tigrotto Carlo Soldo, con in squadra un amico dello stesso Giordano, il talentuoso ma discontinuo Rizzolo, oltre al "Manico", il motorino Marco Asara e per brevissimo tempo anche Stefano "Terminator" Dall'Acqua che rimedia una sola presenza, in una rosa che vede girare ben 36 elementi. Tra cui si segnalano anche l'ex portiere della Pro Michele Arcari e Mario Bortolazzi attuale secondo di Donadoni in Nazionale.

Estate 2001,  al Lecco come allenatore arriva Roberto Donadoni, l'ex ala tornante del Milan, incomincia la sua carriera da allenatore in riva al Lago. Il gioco espresso è piacevole ed attira la tifoseria al "Rigamonti-Ceppi", con la squadra che veleggia vicino alla zona promozione, ma scoppia il bubbone degli stipendi non pagati che Donadoni fa presente in pubblico. Ciminelli aspetta la prima sconfitta, che arriva contro l'Arezzo e dà il benservito al tecnico, chiamando Scanziani, bandiera comasca, una scelta che innervosisce i tifosi, con la squadra che perde terreno ad ogni partita. Fino a quando lo stesso Cimminelli non è costretto a fur di popolo a richiamare Donadoni, che porta alla salvezza.

Lo stesso Cimminelli, nell'estate del 2002 fa controllare la società e si scopre un buco di 2milioni di Euro (4 miliardi di vecchie lire), la FIGC fa partire un indagine, intanto il patron vista la situazione decide di vendere all'improvviso al romano Pietro Belardelli, ex proprietario di Lugano e Castel di Sangro finite poi male. Come poi finirà male anche lo stesso Torino di Cimminelli che fallirà.

In panchina viene chiamato Giuliano Sonzogni, nei giorni scorsi dimissionato dal Monza; la Covisoc, arriva alle conclusioni che non ci sono soldi ed estromette prima in via provvisoria il Lecco dalla C1. I giocatori abbandonano il ritiro. La situazione per la società bluceleste diventa sempre più grave, e diventa anche un caso nazionale quando durante una trasmissione su una rete locale, Belardelli viene in pratica assediato da diverse decine di tifosi nello studio. Faranno l'epoca le immagini di Belardelli che scappa da una finestra, tramite una scala a pioli, con i tifosi che lo inseguono. La polizia porta in salvo il presidente, ma per il Lecco calcio è finita, il 1 Agosto viene radiato, per mancanza di copertura finanziaria.

Tramite l'allora sindaco di Lecco, il leghista Lorenzo Bodega, il 3 Agosto 2002, nasce la nuova società calcistica dal nome A.C. città di Lecco, di cui diventa anche il presidente, con vice il presidente della neo-nata provincia di Lecco Anghileri. La squadra ha la fortuna di essere iscritta nell'Eccellenza e di non dover ripartire dalla Terza Categoria: Direttore Tecnico tanto per cambiare è Antonio Pasinato, in panchina l'ex secondo di Mario Beretta alla Pro, Gaspare Uzzardi, che la stagione precedente aveva guidato la Guanzatese in Eccellenza, il quale porta con se diversi giocatori. Bodega fa aprire una sottoscrizione popolare per sostenere la nuova società.

La nuova avventura parte in ad Arcore, dove la l'A.C. città di Lecco, pareggia per 1-1. L'inizio di stagione però vede i blucelesti, faticare e con il giocatore del Besana Carbone, inseguito e picchiato dagli ultras lecchesi, facendo rischiare veramente grosso alla società. Intanto arriva un rinforzo, si tratta di Daniele Giulietti, che dopo aver chiuso con il calcio professionistico alla Pro nel gennaio 2001, cerca gli ultimi scampoli della sua carriera a Lecco.

La stagione và avanti con i blucelesti ad inseguire sempre la prima piazza, mentre Uzzardi in pratica si dimette, con Pasinato che assume pieni poteri, mentre il 4 marzo del 2003, il sindaco Bodega, trova dei compratori per il sodalizio e passa la mano ad Umberto Sozzi. Il Lecco compie la rimonta e supera la Colognese nello scontro diretto proprio grazie ad una rete di Giulietti, salendo in Serie D, nelle domeniche successive, aggiudicandosi anche lo scudettino regionale, contro le altre due vincitrici dell'Eccellenza Lombarda.

Nella stagione 2003-04 in Serie D si parte con Marmaglio in panchina, le 11 reti di De Paola e quelle di Savarese, portano al decimo posto finale, con Rigamonti che subentra nella guida tecnica. A fine stagione nuovo cambio societario, arriva Gerardo Aprea, che in passato aveva "creato" la Cantalupo Monza, facendola giocare al vecchio Sada, portandola alle soglie del calcio Prof. sul finire degli anni 90. In panchina porta Salvatore Di Somma, in campo l'ex milanista e granata Gigi Lentini, con Marzio, Putelli, Del Piano, Cracas e Zhabov. C'è un duello tutto alto-brianzolo per la prima posizione con la Canzase di Gianmarco Remondina che vince il campionato con 7 lunghezze di vantaggio sui blucelesti. Vittoria di Pirro, perchè la Lega Calcio di Serie C, non ammetterà poi la Canzese per problemi inerenti allo stadio con il conseguente ripescaggio in C2, dell'A.C. città di Lecco, che intanto aveva cambiato allenatore con Silvano Dell'Orto, per poi tornare a Di Somma.

2005-06 sempre Aprea proprietario, la società assume la nuova denominazione di Lecco 1912 srl, riappropiandosi anche di alcuni storici simboli. 

che parte con Giuseppe Sannino in panchina, arrivano dal reality campioni Arrieta che si dimostra buon giocatore a tutti gli effetti ed il centrocampista Spagnoli che invece fatica nella categoria, in porta Paolo Castelli che poi passerà alla Pro a gennaio dopo dieci presenze e dieci goal subiti. In campo Cinetti, Crisopulli, Del Piano, Marzio. In panchina è un via a vai di persone con Ratti-Passariello-Frosio e quindi si chiude da dove si era cominciato con Sannino che chiude al 10 posto.

2006-07 nuovo cambio di proprietà con l'arrivo di Giovanni Fiori, che conferma Sannino in panchina. Arriva dal Carpenedolo Daniele Corti, ex biancoblù, quindi Elia Chianese dal Pizzighettone, D'Ainzara dalla Pistoiese, Luca Lomi dall'Alto Adige, il portiere Mazzoni e La Cagnina dal Pavia. Gli uomini di Sannino centrano i play-off dove in finale incrociano il Pergocrema. I lariani s'impongono e dopo solo un lustro, tornano da dove erano stati estromessi.

 

IL PERSONAGGIO

"El gringo" Clerici   

Sergio Clerici, attaccante dal fisico possente, nato a San Paolo del Brasile, il 25 maggio 1941, soprannominato "El Gringo", per via dello sguardo da "spaghetti western", ha segnato la storia del calcio lecchese negli anni 60.

Proveniente dal Portuguesa São Paulo venne ingaggiato poco più che ventenne, dallo storico presidente blùceleste Ceppi per la stagione 60-61. Clerici, di chiare origini milanesi (e madre toscana) è fisicamente un vero e proprio armadio che al suo debutto in riva al Lario, timbra subito il cartellino, nella vittoria del Lecco sulla Lazio per 2-0.  Punta centrale di gran temperamento, di discrete doti tecniche, forte in acrobazia ed in possesso di un tiro secco e preciso con entrambi i piedi,nelle prime due annate nella massima serie del "Gringo", però non riesce a mettersi in mostra, con due gol il primo anno, ed uno nella stagione seguente per 30 presenze complessive.

Negli anni successivi, matura sotto tutti i punti di vista e segna prima 10 reti poi 20 ed infine 17, nella stagione 65-66, ottenendo anche la promozione in serie A.

Al termine della stagione 66-67, lascia i blùcelesti, dopo sette anni di alterne fortune totalizzando 201 presenze e 59 reti, fra A e B, approdando al Bologna, per sostituire Nielsen ma non riuscì a sfondare in rossoblù, ai tempi sempre nelle prime posizioni in classifica. Dopo una sola annata, nell'estate del 1968, passa all'Atalanta, dove rimane per due campionati senza grossi picchi, veste quindi la maglia gialloblù del Verona, dove ritrova la verve di Lecco e nell'estate del 1971, firma per la Fiorentina, dove segnò 20 gol in due campionati. Con i veronesi terrà sempre un rapporto stretto e per alcune telefonate con l'allora presidente Garonzi, fece retrocedere il Verona in Serie B, per una presunta combine prima di una gara contro il Napoli.

Tornò a farsi notare proprio con la maglia dei partenopei, dove approda nel 1973 con due stagioni giocate ad alto livello dove diventando un idolo della tifoseria locale, dove contribuì notevolmente al fantastico campionato del 1974-75, quando gli azzurri, guidati da Vinicio, arrivarono secondi per Clerici 29 gol in 57 partite. Prima di tornare a Bologna, nell'ambito dello scambio con Savoldi; nel capoluogo felsineo rimase per altre due stagioni, chiudendo con il calcio giocato nel 1977-78 con la maglia biancazzurra della Lazio, guidato guarda caso ancora da Vinicio), prendendosi la soddisfazione di restare l’ultimo straniero o meglio oriundo in campo in Italia, dopo l'abbandono di Altafini e prima della riapertura delle frontiere nel 1980. Conclusa alla bella età di 37 anni la carriera, torna in Brasile dove dove allenò per un paio di stagioni il Santos, la ex squadra di Pelè.

 

I PRECEDENTI

 

Palmares

Pro Patria 12 campionati di Serie A - 1 Coppa delle Alpi

Lecco 3 campionati di Serie A - 1 Coppa Italia di Serie C - 1 Trofeo Anglo-Italiano

1924-25 2^ Divisione
7^ 28 Dic. 24 Pro Patria - Canottieri Lecco 2-1
15^ 15 Mar. 25 Canottieri Lecco - Pro Patria 0-1

1925-26 2^ Divisione
3^ 18 Ott. 25 Canottieri Lecco - Pro Patria 3-1 32' Marzorati (P), 50' e 60' Chiadò (CL), 85' Aliverti (CL)
14^ 14 Mar. 26 Pro Patria - Canottieri Lecco 2-0

1935-36 Serie C
7^ 10 Nov. 35 Lecco Pro Patria 4-1: 27’ Tedeschi (L), 30’ Caldirola (L), 41’ Gnocchi (L), 65’ gol Lecco, 80’ Toia (P)
22^ 8 Mar. 36 Pro Patria - Lecco 1-1: 41’ Zandali (P), 76’ Caldirola (L)

1936-37 Serie C
6^ 18 Ott. 36 Pro Patria - Lecco 3-0: 54’ Ceriani, 81 e 88’ Severi
21^ 21 Feb. 37 Lecco Pro Patria 1-1: Guittini (P), Clerici (L)

1937-38 Serie C
10^ 12 Dic. 37 Pro Patria - Lecco 2-0: 30’ Tremolada, 89’ Dondi
25^ 3 Apr. 38 Lecco - Pro Patria 0-0

1939-40 Serie C
1^ 24 Set. 39 Pro Patria - Lecco 2-0: 66’ Borra, 75’ Fasoli
16^ 28 Gen. 40 Lecco - Pro Patria 3-0: 64’ Bario, 81’ Bonfanti, Meroni

1940-41 Serie C
12^ 12 Gen. 41 Lecco - Pro Patria 1-4: 20’ e 38’ Gallazzi (P), 67’ Dondi (P), 70’ Fasoli (P), 82’ Bario (L)
27^ 11 Mag. 41 Pro Patria - Lecco rinv. per Coppa Italia
22 Mag. 41 Pro Patria - Lecco 4-1: 35’ Borsani (P), 51’ Pelizzoni (L), 66’ e 67’ Dondi (P), 76’ Azimonti (P)

1945 Torneo benefico lombardo
8^ 25 Mar. 45 Lecco - Pro Patria 1-0
15^ 27 Giu 46 Pro Patria – Lecco

1945-1946 Misto Serie B-C / gir. A
8^ 9 Dic. 45, Lecco – Pro Patria 3-1: 24’ Turconi II° (P), 35’ Renica (L), 38’ Di Cuonzo (L), 67’ Riva (L)
19^ 10 Mar. 46, Pro Patria – Lecco 0-0

Spareggio promozione

Milano "Arena Civica" 14 Aprile 1946 Pro Patria - Lecco 0-0 (dts 0-0) non effettuata la ripetizione, perchè la Comm. Appello Nord Italia, concede la vittoria a tavolino alla Pro nella gara di campionato contro il Mantova / Pro Patria promossa

1946-47 Serie B
6^ 20 Ott. 46, Pro Patria – Lecco 1-0: 82’ Molina
27^ 23 Mar. 47 Lecco – Pro Patria 1-1: rete Pro di Pozzi

1962-63 Serie B
17^ Lecco - Pro Patria 0-0
36^ Pro Patria – Lecco 1-0

1963-64 Serie B
Pro Patria - Lecco 0-1
Lecco - Pro Patria 1-0

1964-65 Serie B
17^ 17 Gen. 65 Pro Paria - Lecco 1-0
36^ Lecco - Pro Patria 3-1


1965-66 Serie B
2^ 12 Set. 65 Pro Patria - Lecco 1-2
21^ 13 Feb. 66 Lecco - Pro Patria 3-1

1969-70 Serie C/a
15^ Pro Patria - Lecco 1-2
34^ Lecco - Pro Patria 1-0


1970-71 Serie C/a
4^ 4 Ott. 70 Lecco - Pro Patria 4-2: 9' e 38' Goffi (L), 62' e 71' Jaconi (L), 76' e 82' Panucci (P)
23^ Pro Patria – Lecco 1-0:

1971-72 Serie C/a
8^ 31 Ott. 71 Pro Patria - Lecco 1-4: Bolchi (P)
27^ Lecco - Pro Patria 4-2


1975-76 Serie C/a
2^ 21 Set. 95 Lecco - Pro Patria 1-1
21^ Pro Patria - Lecco 1-0


1976-77 Serie C/a
8^ 31 Ott. 76 Pro Patria - Lecco 1-1
27^ Lecco - Pro Patria 1-0

1977-78 Serie C/a
15^ 18 Dic. 77 Lecco -Pro Patria 0-0
34^ Pro Patria – Lecco 0-1

Coppa Italia Serie C - Fase eliminatoria Gir. B
Lecco - Pro Patria 1-1
Pro Patria - Lecco 2-0 Qual. Pro Patria

1980 -81 Serie C2/a
16^ 18 Gen. 81 Lecco - Pro Patria 1-0
33^ Pro Patria - Lecco 1-3


1981 - 82 Serie C2/a
6^ 25 Ott. 81 Lecco - Pro Patria 1-1: Maruzzo (P)
23^ 28 Mar. 82 Pro Patria - Lecco 1-0

1982-83 
Coppa Italia Serie C - Fase eliminatoria Gir.B
Lecco - Pro Patria 1-2
Pro Patria - Lecco 3-21995-96 Serie C2/a

1995-96 Serie C2/a
7^ 15 Ott. 95 Lecco Pro Patria 0-0
26^ 25 Feb. 96 Pro Patria - Lecco 1-1

1996-97 Serie C2/a
2^ 8 Set. 96 Lecco - Pro Patria 0-0
19^ 26 Gen. 97 Pro Patria - Lecco 2-0

Coppa Italia Serie C - Fase eliminatoria Gir. B
31 Ago. 96 Lecco - Pro Patria 3-1

2007-08 Serie C1/a
7^ 7 Ott. 07 Lecco - Pro Patria 0-0
CLICCA QUI
24^ 17 Feb. 08, Pro Patria - Lecco 0-2: 73' Vieri II°, 81' Cortese
CLICCA QUI

Coppa Italia Serie C - Fase eliminatoria Gir. B
5 Set. 07 Lecco - Pro Patria 0-3: 45' Dalla Bona, 53' Cauteruccio, 75' Candrina
CLICCA QUI

2008-09 Prima Div./a
1^ 31 Ago. 08 Pro Patria - Lecco 1-0: 4' Correa
CLICCA QUI
19^ 1 Feb. 08 Lecco - Pro Patria 1-1: 30' pt Toledo (Pro), 33' st Carlini (L)
CLICCA QUI

 

LA TIFOSERIA


Il tifo a Lecco ha radici profonde, con il pubblico bluceleste che si aggrappava alle gesta sportive della squadra, anche per trovare quell'indipendenza da Como, da cui fino agli anni 90, dipendeva come provincia ed amministrazione. Tifoseria che data anche la collocazione geografica, in passato ha sentito meno, soprattutto in passato dell'attrazione delle milanesi. Al punto che negli anni 60' il presidente dell'Inter Angelo Moratti, si diceva preoccupato per la salita in A, del Lecco, perchè poteva sottrarre sostenitori ai nerazzurri.

Sin dai primi campionati in Serie B, la città di Lecco ed i suoi comuni limitrofi si erano stretti attorno alla formazione del presidente Ceppi, costringendo l'amministrazione comunale ad ampliare più volte lo stadio passando in poco tempo da 5.000 a 22.000 spettatori, che spesso e volentieri erano raggiunti, non solo negli incontri di cartello.

Nella prima storica scalata alla Serie A, sul finire degli anni 50', i lecchesi si resero protagonisti di veri e propri esodi, come le oltre 15.000 persone che partirono alla volta di Torino, il 29 novembre 1959, in direzione del mitico "Filadelfia", per la gara contro i granata, con il Lecco capolista.

Altro grande esodo da registrare in una trasferta a Genova, in uno scontro al vertice contro il Grifone, nella stagione 65-66, che riporterà i lecchesi per l'ultima volta in Serie A. Per raggiungere il capoluogo ligure partono oltre 30 pullman, diversi treni speciali, ovviamente macchine e qualche lambretta. Nella stessa stagione si ricorda anche un aereo speciale in direzione Palermo.

Uno dei punti di riferimento del tifo lariano è lo storico "Lecco Club Mario Ceppi", che nel 1987 guiderà anche la "rivolta", contro il tecnico Anzani, facendolo dimettere. Diversi sono i clubs di sostenitori presenti non solo a Lecco città, ma anche in provincia.

A livello di ultras il primo gruppo organizzato nasce verso la fine del 1974, quando si costituisce il gruppo Gli Angeli della Nord. Il Lecco è appena sceso dall'ultimo campionato di serie B, ed incomincia a conoscere la sua parabola discendente. Si tratta di un gruppo spontaneo come i molti che andavano nascendo nel Italia di quel periodo, dove la goliardia la faceva da padrona tra l'uso di bandieroni e striscioni artigianali.

I lecchesi vivono un buon momento anche sulla spinta dell'andamento della squadra di Massei che vince la Coppa Italia di Serie C ed il TrofeoAnglo-Italiano. Sulla scia dell'onda emozionale nasce nel 1978 il gruppo che ha di fatto tracciato il solco del movimento ultras al "Rigamonti" cioè le Brigate Blucelesti che nella allora serie C comincia a farsi notare nei tanti incontri tra le altre tifoserie del girone A come cremonesi, casalesi, mantovani ed alessandrini. Nel 1983, con il Lecco in C2, si costituiscono i Mods, uno dei gruppi storici della curva lecchese che resteranno operativi sino alla stagione 1999-00 anno in cui, anche per la forte repressione che li colpisce, si sciolgono. Gruppo contiguo ai Mods in quel periodo di primi '80, sono i Viking della vicina Olginate: entrambi questi gruppi confluiranno tempo dopo nel Gruppo Storico che avrà comunque vita breve.

Da segnalare le buone presenze di tifo in casa, in Interregionale contro il Leffe con circa 6.000 presenze, e per lo spareggio salvezza in C2 contro l'Ospitaletto.

Nella stagione 1992-93 nasce un altro gruppo che è ancora presente nella nord di lecco i "Der Adler" (le aquile in lingua tedesca) che diventano il gruppo leader della nord bluceleste.

Il Lecco nella stagione 1996-97 torna dopo anni in serie C1, è di questo periodo un memorabile derby con i rivali storici di Como nel quale campeggiava appeso alla rete della curva un enorme striscione "Lecco vi augura la B" , striscione che venne naturalmente lasciato al suo posto dagli addetti alla sicurezza. All'ingresso delle squadre in campo la verità: in fondo allo striscione venne scoperto il pezzo mancante e si lesse nella sua interezza: "Lecco vi augura la B SE" in riferimento al morbo della "mucca pazza" che aveva preso a terrorizzare l' Europa. Striscione che venne subito fatto rimuovere ma comunque il tranello ai rivali di sempre riuscì perfettamente.

L'estate del 2002, vede la tifoseria lecchese, in prima linea a difendere la società, conto Cimminelli (che poi porterà al fallimento anche il Torino) e l'imprenditore romano Belardelli, che viene assediato da diverse decine di tifosi nello studio di Teleunica. Faranno l'epoca le immagini di Belardelli che scappa da una finestra, tramite una scala a pioli, con i tifosi che lo inseguono. La polizia porta in salvo "il presidente", ma per il Lecco calcio è finita, il 1 Agosto 2002. La società è costretta ripartire dall'Eccellenza. In questi i anni la curva nord cambia fisionomia adottando un "modus operandi" di matrice britannica, dunque spazio a stendardi e striscioni e gestione del tifo in mano al gruppo Cani? sciolti, Lecco Front, Gruppo Storico, Der Adler, e (la) Lecco bene. Più alcuni gruppi satellite dei paesi della brianza lecchese.

L'uscita di scena dal professionismo del calcio è un vero smacco per tutti i gruppi lecchesi, ma gli ultra più fedeli (Cani? sciolti e Mods)  restano al loro posto sostenendo il Lecco anche in trasferte al limite "dell'oratoriano", alcune come nel caso di Merate fatte in scooter e riconquistando subito la serie D.

Nel periodo da segnalare che al termine della gara di Besana, alcuni ultras lecchesi aggrediscono il giocatore locale Carbone, facendo rischiare veramente grosso alla società. Un campionato di Eccellenza che comunque ha visto la squadra sempre sostenuta dal pubblico in casa come fuori.

Anche a Lecco negli ultimi tempi si è accusato il momento di crisi generale del movimento ultras ma comunque, le presenza ci sono e si aggirano sulle 1.230 di media.

Fino a poche stagioni fa erano presenti: Der Adler, La Lecco Bene, Brigate '78 ed altri minori, tutti riuniti nelle partite casalinghe dietro un unico striscione "Curva Nord". Nelle trasferte, sempre compatti, adottano uno stile "British" con largo uso di bandierine e stendardi appesi.

Ideologicamente vicini alle posizioni di destra, gli ultras blucelesti hanno buoni rapporti con la curva di Monza con cui sono legati da un antico gemellaggio e rapporti di amicizia con gli aretini ed i varesini, sulla base della rivalità con i comaschi.

Pessimi invece i rapporti con il Como, rivale da sempre, anche per motivi di appartenenza alla Provincia, ostili con il Modena, con diversi scontri pesanti in passato, anche per motivi politici così come con Livorno e Carrarese. Tesi con Pro Patria, nell'ultima stagione sia a Busto che a Lecco, ci sono state frizioni tra i due gruppi, e ancora prima, nel incontro a Busto del gennaio 97, ci furono diversi scontri con cariche della Polizia. Altre rivalità, Mantova ed in passato con il Saronno, ormai da anni relegato nelle categorie dilettantistiche.

 

 

Pro Patria - Lecco 1995-96

Pro Patria - Lecco 1996-97

l

Pro Patria - Lecco 2008-09

Legnano - Lecco 2008-09

.

IL LECCO NEL WEB

Sito/Blog .Grafica   .Contenuti   .Leggibilità                            Url
Ufficiale

.http://www.aclecco.it/index.php
Der Adler 

.http:///www.dal1992.com

La  Lecco Bene

.http://laleccobene.altervista.org.

 

= Scarso   = Sufficente    = Buono    = Ottimo

 

 

 

 

 

TORNA ALLA HOME PAGE