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L E C C O
CALCIO 1912 |
CALCIO LECCO 1912 srl
Colori sociali: maglia a strisce verticali blù-celeste,
calzoncini blù, calzettoni celeste con bordo blù
Sede via Don Pozzi 6, 23900 Lecco
Stadio "Rigamonti-Ceppi", Via Don Pozzi 6, 23900 Lecco.
Dimensioni (105 x 65) - Capienza 4.977
Lecco 46.500 abitanti - totale provincia di Lecco 322.000
QUADRI
DIRIGENZIALI
Presidente:
Sergio Bernardo
Presidente Onorario: Comm. Giuseppe Crippa
Amministratore delegato: Dott. Raffaele Perillo
Segretario: Giuseppe D'Aniello
Addetto all'arbitro: Vincenzo Petralia
Addetto stampa: Luca Barindelli
Responsabile comunicazione: Ivan Corti
Responsabile sett. giovanile: Emilio Scotto
Allenatore: Oscar Magoni
Prep. atletico: Gabriele Ratti
Prep. portieri: Fabio Corti
Resp. sanitario: Dott. Maurizio Gevi
Med. sociale: Dott. Alfredo Spandri
Fisioterapista: Riccardo Camesasca
LE
ULTIME NOVE STAGIONI
2000-01 12° nel girone A di Serie C1.
2001-02 10° nel girone A di Serie C1.Il Lecco Calcio
viene escluso per problemi finanziari, la nuova squadra A.C.
Città di Lecco viene ammessa al campionato di Eccellenza nel
gir. B.
2002-03 1° nel girone B dell'Eccellenza Lombarda.
Promosso in Serie D.
2003-04 9° nel girone B di Serie D.
2004-05 2° nel girone B di Serie D. Promosso in Serie
C2.
2005-06 10° nel girone A di Serie C2.
2006-07 2° nel girone A di Serie C2, vince la finale
play-off contro il Pergocrema.
Promosso in Serie C1.
2007-08 16° nel girone A della Serie C1, perde i play-out
contro la Paganese. Ripescato per molteplici fallimenti di altre
società.
2008-09 15° nel girone A di Lega Pro Prima Divisione.
Vince i play-out con la Sambenedettese.
IL
CALCIOMERCATO
Acquisti:
Bartolucci (d. Pistoiese), Mateo (d. Fiorentina), Nocciolini (a.
Fiorentina/Cuoiopelli), Brognoli (d. Renate), M. Marconi (a.
Atalanta), Sau (a. Cagliari/Albinoleffe), Parodi (a. Genoa), C.
Palumbo (c. Napoli), L. Giannone (c. Napoli), D'Urso (d.
Napoli), C. Ciano (a. Napoli), Arrigoni (c.
Atalanta/Mezzocorona), Calzi (c. Ravenna), Marocco (c.
Atalanta), T. Cortese (c. Pistoiese), Pansera (p. Sestese),
Francini (d. Poggibonsi), Boerchio (p. Bari).
Cessioni: Sangiovanni (c. Pro Sesto), Carrara (c.
Spezia), Corti (c. Varese), Grimaldi (d. Paganese), Carlini (c.
Frosinone), Marconi (d. Gubbio), Bernini (c. Sangiovannese)
Chomakov (c. Cremonese), Gherardi (c. Cremonese), Andreoletti
(p. Atalanta/Pro Sesto), Mateo (d. Fiorentina). Allenatore:
Magoni (nuovo).
LA ROSA
Portieri:
Boerchio (89), Orlandi (81), Pansera (79)
Difensori: Brognoli (82), Mateo (87), Mancinelli
(82)D'Urso (89), Francini (83), Galeotti (80), Martinelli (88),
Bartalucci (84) Villagatti (83)
Centrocampisti: Arrigoni (88), Corrent (79), Buda
(86), Calzi (85), Antonioni (82), Cortese (86), Galli, Giannone
(89), Guglieri (84), Palumbo (89)
Attaccanti : Altobelli (83), Ciano (90), Parodi
(90), Sau (87), Veronese (76), Maiorino (89)
Allenatore: Oscar Magoni
LA STORIA
Il calcio a
Lecco muove i suoi primi passi nell'ambito della Canottieri,
società che dal nome stesso indica lo forte legame con l'acqua
ed il lago, dove la prevalente attività era quella della voga e
della vela sul ramo lecchese del Lario.
Come accadde in
molte società polisportive del periodo, il foot-ball, prende
sempre più appassionati ed il 22 Dicembre 1912, un'assemblea
della Canottieri, consente la costituzione di una sezione
calcistica che prende il nome di "Canottieri Lecco Foot-ball
club", assumendo come colori sociali quelli del circolo sportivo
Canottieri, il blù abbinato al celeste a strisce verticali con
pantaloncini blù.Dall'atto di fondazione alla prima gara
ufficiale passa circa un anno e mezzo, in quanto il problema
principale è quello di trovare un campo da gioco, che viene
trovato in seguito sul terreno di via Ponchielli nel centro
lecchese.
Nell'Aprile del
1914, la sezione calcistica della "Canottieri Lecco"; disputa la
sua prima partita a Bergamo. Il 26 Dicembre dello stesso anno
viene inaugurato ufficialmente il campo di via Ponchielli che
prende il nome di "Primavera", tra una formazione della
Canottieri Lecco Foot-ball Clubs ed una formazione mista del
Milan.
La Grande Guerra incombe così come per tutte le società sportive
del tempo, anche la Canottieri Lecco deve interrompere
l'attività che riprenderà a livello di amichevoli nel novembre
del 1919, sul terreno di gioco di via Ponchielli.
Nell'autunno
del 20', la società bluceleste in vista della partecipazione al
suo primo campionato ufficiale, organizza amichevoli importanti
contro il Milan e contro i campioni d'Italia del Inter,
vincendole entrambe, suscitando notevole entusiasmo in città e
nei paesi limitrofi, facendo di fatto avvicinare sempre più
persone al gioco del foot-ball nel lecchese.
Il 5 dicembre
1920 la Canottieri Lecco, prende parte al suo primo campionato,
venendo inserita nel girone C di Promozione, una sorta di
seconda serie del tempo; la prima gara ufficiale è a Milano
contro l'Olona. I blucelesti si aggiudicano il girone, passando
alle finali per la 1^ Categoria, ma non superano lo sbarramento
successivo.
Il 17 giugno 1922 è una di quelle date da segnare in rosso per
il calcio lecchese, in quanto l’assemblea generale dei soci
della Canottieri elegge, come presidente Eugenio Ceppi.
Il nuovo
eletto, si dimostra subito intraprendente, mettendo a
disposizione un proprio terreno per fare giocare la squadra, in
via Cantarelli, nel quartiere Castello, che è tuttora la sede
delle gare interne della squadra bluceleste. Per i tifosi della
Canottieri, l'impianto diventerà poi solo "il Cantarelli". Il
nuovo impianto venne inaugurato pochi mesi dopo, il 15 Ottobre
de 1922, contro la Trevigliese. In seguito, nel 1993 prenderà il
nome dallo storico presidente Mario Ceppi (figlio di Eugenio)
unita a quello precedente del campione del "Grande Torino" Mario
Rigamonti, il quale giocò per un periodo nel 1945 a Lecco, a cui
lo stadio venne intitolato il 2 Giungo del 49, un mese dopo la
sciagura di Superga; si ebbe così la doppia denominazione
"Rigamonti-Ceppi".
La società
prova diverse volte a salire di categoria, ma incontra sia
problemi economici, sia problemi di rapporti con la Lega Calcio
del tempo.
Nella stagione
1924-25, nel campionato di Seconda Divisione, c'è il primo
storico incontro di calcio tra lecchesi e bustocchi. Alla 7^
giornata il 28 Dicembre 1924 la Pro, super in casa la Canottieri
Lecco per 2-1, vittoria dei biancoblù anche in riva al Lario
alla 15^ giornata il 15 Marzo del 25 per 1-0.
Al via della
stagione 26-27, la società lariana viene ripescata in Prima
Divisione, sorta di Serie B dell'epoca, dove rimarrà per tre
stagioni. Nel periodo la società si dota anche di un primo vero
allenatore, che come di prassi del periodo è un esponente del
calcio danubiano, l'ungherese Zsigmund.
Sul finire
degli anni venti e l'inizio dei trenta, il sodalizio lecchese
deve fare fronte ad un pesante passivo di bilancio ed alla
scomparsa del presidente Eugenio Ceppi nell'Aprile del 1931.
In pratica
bisogna ripartire da zero e la storica "Canottieri Lecco
Foot-ball Club", cessa di esistere, con l'abbandono di fatto
della Canottieri di cui Eugenio Ceppi era il presidente, con la
nascita dell'Associazione Calcio Lecco, il 22 Luglio del 1931.
La nuova società che vedrà la sua sede, come era in voga al
tempo, presso il Salone del Caffè Commercio in Piazza XX
Settembre a Lecco. Come primo presidente il medico, professor
Gennaro Pensa, membro del direttorio federale del Partito
Fascista. Tra i membri del consiglio, c'è anche Mario Ceppi
(figlio di Eugenio Ceppi), il cui nome sarà strettamente legato
alla storia del calcio lecchese per cinquant'anni buoni. Il 6
settembre del 31 l'A.C. Lecco, disputa la sua prima gara
amichevole contro la Trevigliese, mentre un mese dopo il 4
ottobre del 31, dà il primo calcio ufficiale ad un pallone, nel
campionato di Prima Divisione.
Nel suo primo
campionato, l’A.C. Lecco resta in corsa per la serie B fino in
fondo, giocandosi la promozione nello spareggio contro il
Saronno, che vede gli "amaretti", imporsi, ma poi rinunciano,
per motivi finanziari.
Problemi economici, che attanagliano anche il Lecco negli anni
successivi, con la rincorsa alla promozione che riparte nel
campionato 1934-35, quando alla guida tecnica dei lecchesi
arriva da Busto
Leopoldo Conti
ex giocatore della Nazionale e capitano dell'Inter, alla Pro
Patria, in Serie A, nei campionati 31-32 e 32-33, in seguito
anche sulla panchina dei tigrotti.Conti riesce a portare il
Lecco alla prima storica vittoria sul Como in un derby, quindi
conduce i blucelesti a lottare fino al termine, per il salto di
categoria, ma anche qui gli spareggi sono fatali.
Nel 1935-36,
con l'allargamento delle squadre partecipanti ai campionati di
calcio, si ha l'istituzione della Serie C, a cui il Lecco viene
iscritto d'ufficio con allenatore Otto Krappan. Nel mese di
settembre sale alla presidenza di Costantino Fiocchi, con
campionati di centro- classifica, con Conti che torni in
panchina nel 37-38.
Arriva la
seconda Guerra Mondiale e, come ovunque l'attività calcistica ne
risente. Il Lecco conosce una profonda crisi societaria
sfiorando la chiusura, solo nel 41, arriva un primo spiraglio
quando Mario Ceppi viene nominato Commissario Straordinario
della società. E' il primo passo che compie, quello che poi sarà
"il presidentissimo", il quale salva in pratica la società dal
fallimento e ricuce, per quanto è possibile nel periodo i
rapporti con il comune e intreccia accordi con giocatori. Nel
42-43, per 20 giornate la formazione lariana, rimane imbattuta,
grazie anche alle reti del bomber Renica. Nel 1943, il sodalizio
si ritrova purtroppo al centro di una scandalo di partite
comprate e vendute, con la FIGC, che squalifica per due anni,
tre giocatori lecchesi, Barcella, Bacis e Forlani.
Dopo l'otto
Settembre del 43, l'attività calcistica nel Nord, si basa
soprattutto su partite amichevoli, tornei di Bar e regionali,
spesso e volentieri a livello benefico, così Pro e Lecco si
tornano a sfidare nel Torneo Benefico Lombardo.
La stagione
1945-46, vede al Nord il “Campionato misto Alta Italia”,
composto da squadre che nei campionati ante-guerra erano in
Serie B e C. Lariani e bustocchi danno vita ad un lungo
duello che porta allo spareggio promozione, all'Arena di Milano.
Impattano ancora dopo i tempi supplementari. Quindi ci pensa la
Commissione d'Appello del Nord Italia, a dirimere la
questione consegna il verdetto della gara di Mantova-Pro, dando
la giusta vittoria a tavolino alla Pro, per i gravi incidenti in
campo e fuori. Due punti che portano al superamento del Lecco,
in classifica, con i tigrotti che passano in Serie B, mentre il
Lecco viene iscritto al campionato di Promozione, da dove il 3
Agosto del 1948 incomincia la vera era di Mario Ceppi alla
presidenza.
La stagione per
il calcio lecchese vede comunque l'esordio del bergamasco Angelo
Piccioli, che poi sarà l'allenatore del blucelesti in Serie A.
Nel 1949-50, il
Lecco con Ugo Lamanna in panchina vince il campionato di Quarta
Serie, passando in Serie C, con la coppia d'attacco "Reda-Rada"
(Redaelli-Radaelli), sul neutro di Vicenza contro il Pordenone.
Arriva il
mediano Francesco Duzioni (Verdello-Bg-3 Maggio 29), che poi
diventerà un recordman di presenze, con oltre 250 gare,
consecutive con la maglia del Lecco. Il meccanismo innescato da
Ceppi, comincia a dare i suoi frutti, e la squadra lecchese si
piazza nelle prime posizioni in Serie C, settimo nel 54-55 e
quarto nell'annata successiva. Al via della stagione
56-57, il Lecco è tra le favorite per il salto nella serie
cadetta, con il nuovo tecnico Achilli in panchina. Promozione in
B, che arriva puntuale il 16 giugno 57. Ceppi sfrutta al
meglio il blocco delle retrocessioni imposto dalla Lega,
studiando per bene la serie cadetta e le mosse migliori per
tentare in grande salto in Serie A.
Il campionato
58-59, vede i lecchesi come sorpresa del campionato, sempre
nelle primissime posizioni, con i giornalisti locali che vanno a
sostegno delle ambizioni del vulcanico presidente Ceppi,
raccogliendo fondi a sostegno del suo progetto, che in campagna
acquisti aveva fatto registrare l'arrivo dell'ungherese Stefan
Nyers, due volte campione d'Italia con l'Inter (52-53 e 53-54).
Il Lecco deve
cedere le armi all'Atalanta, che viola il "Rigamonti", volando
di fatto in A, ed al Palermo, che vinceranno il torneo; per il
team lariano un terzo posto, che fungerà da rampa di lancio per
l'assalto alla massima serie, per la quale Ceppi non lesina di
certo gli sforzi, confermando tutta la rosa, affidando la
squadra ad Angelo Piccioli, che aveva appeso le scarpe bullonate
al chiodo. La compagine lariana parte subito forte e và in
testa, con 15.000 persone che la sostengono nel big-match al
"Filadelfia" contro il Toro (1-1). La cavalcata si conclude il
26 Maggio del 1960, con la vittoria per 3-0 contro il Venezia.
Con i blucelesti salgono in A, Torino e Catania.
Per l'avventura
in Seria A, attorno al presidente si stringono l'allora sindaco
di Lecco Cugnasca, l'industriale caseario Cademartori e la Banca
Popolare di Lecco. Per il primo campionato nella massima serie
il vulcanico presidente, fa arrivare l'uruguaiano Abbadie e
Antonio Pasinato, nato a Bolzano ma prelevato dalla Nuova
Cisterna di Latina, nei campionati centromeridionali di Serie D
che verrà soprannominato "ruspa", diventando uno dei simboli del
calcio a Lecco. Esordio in Serie A che avviene con sconfitta per
4-0 a Firenze, mentre la prima vittoria è con il Padova in casa
alla 3^ giornata. Poi la prima impresa con il pareggio a San
Siro con l'Inter per 1-1. Intanto Ceppi in Brasile ha scovato un
centravanti poco più che ventenne, dal fisico possente, un vero
e proprio armadio che risponde al nome di Sergio Clerici, di
chiare origini milanesi; lo impacchetta e lo fa arrivare in riva
al Lario. Clerici (in seguito centravanti di Bologna e Napoli)
che al debutto casalingo timbra subito il cartellino, nella
vittoria sulla Lazio per 2-0.
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L'uruguaiano Abbadie
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Sergio Clerici |
Campionato
difficile comunque per la neopromossa squadra bluceleste, che
naviga sempre nelle ultime posizioni; arriva però l'impresa
contro l'Inter di Moratti (padre) e di Helenio Herrera, che al
Rigamonti viene sconfitta per 2-1, con doppietta di Gilardoni.
Una vittoria all'ultima giornata a Roma contro la Lazio, già
retrocessa, porta i lecchesi allo spareggio salvezza, con Bari
ed Udinese, con i pugliesi che alla fine scenderanno.
A salvezza
acquisita Ceppi, fa due colpi importi nel calciomercato, cone
l'arrivo a centrocampo dello svedese Lindskog dall'Inter e
Beniamino Di Giacomo, che andranno a supportare la coppia di
attaccanti sudamericani Abbadie e Clerici, rinforzata dal
nervianese Sarchi, al quale pochi anni fa è stata amputata una
gamba per problemi di circolazione.
Lindskog che
come il suo connazionale e compagno nerazzurro Skoglund, ha
problemi di vita e di bottiglia, non rende e rompe quasi subito
con l'ambiente e con il vulcanico Ceppi, che rompe anche con lo
storico allenatore Piccioli, a cui affianca Achilli. Per il
Lecco a fine stagione è il ritorno mesto in Serie B, in un
campionato vissuto sempre sul fondo.
L'estate del 62
a Lecco non è facile con Ceppi che minaccia di andarsene, salvo
poi fare marcia indietro, intendendo ricostruire la squadra
proprio su Lindskog, che manda a curarsi il fegato, ma con lo
svedese sarà un rapporto tormentato per tutta la stagione.
Lo svedese Bengt Lindskog
Di Giacomo
viene ceduto all'Inter, Abbadie chiude e torna in Uruguay, con
Achilli confermato in panchina, ma sul finale della stagione
deve lasciare all'ennesimo ritorno di Piccioli che conduce la
squadra al sesto posto. Da segnalare le 250 presenze consecutive
in bluceleste del mediano Duzioni.
Per la
stagione 63-64 si punta sui giovani del vivaio dove spiccano i
nomi del portiere Felice Pulici, di Innocenti e di Isidoro
Brusadelli (lecchese doc), che chiuderà la carriera alla Pro nel
74-75, con la promozione in Serie C. In squadra c'è sempre la
mina vagante Lindskog, che Ceppi denuncerà poi alla Caf. Si
assiste ad uno "strano sciopero", quello del tecnico Piccioli,
che accusa il pubblico locale di essere troppo distante dalla
squadra, e per protesta non andrà in panchina nelle ultime
giornate di campionato, con il Lecco che chiude comunque a due
soli punti dal Foggia di Oronzo Pugliese, terzo classificato e
che sale in A.
1964-65 arrivano "Ciccio" Longoni e l'attaccante bustocco
Giorgio Azzimonti, prelevato dalla Solbiatese e, che non vestirà
mai la maglia della Pro, come altri del circondario, per i più
disparati motivi.
Il bustocco Azzimonti, con la maglia del Lecco
In panchina
torna Piccioli, che grazie alla completa esplosione di Sergio
Clerici (vincerà la classifica cannonieri con 20 reti), parte a
razzo in campionato, ma arriva il sesto posto finale.
Campionato
1965-66 anno dell'ultima risalita in Serie A, con la formazione
sempre affida a Piccioli che ingaggia un lungo duello con
Venezia, Mantova poi promosse, Genoa e Reggina. Il Lecco è forte
di un'intelaiatura collaudata, si mette subito nelle prime
posizioni, ed alla fine con 48 punti si aggiudica il secondo
posto che porta in Serie A, nonostante dei brutti scivoloni come
il 5-0 di Mantova. Nella stagione da ricordare il record di
imbattibilità del portiere Giuseppe Meraviglia di 738' minuti.
Altro verdellese come Duzioni. In squadra oltre a Azzimonti,
troviamo Facca, Sacchi, Fracassa e Italo Galbiati, con Clerici
che segna 17 reti.
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Lo sfortunato Facca |
Il portiere Meraviglia
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Per la Serie A,
viene confermata tutta la rosa, e Ceppi fa anche il colpo di
Valentino Angelillo, capocannoniere in Serie nelle stagioni
precedenti, con un record tuttora imbattuto di 33 reti, con
l'innesto anche del mediano Saul Malatrasi dall'Inter e dell'ala
Cannella dal Genoa. Dal Milan arriva anche il portiere Luigi
Balzarini, che negli anni 70' una volta smessi i guantoni,
diventerà socio di una ditta di pentole a Samarate. I
blucelesti, patiscono molto il salto di categoria e sono sempre
sul fondo, unica nota lieta del periodo l'1-1 a San Siro contro
il Milan con rete di Azzimonti.
Frizioni
interne, Piccioli contro Angelillo ed il vulcanico Ceppi, non
portano calma nell'ambiente. Il Lecco retrocede ben prima
dell'ultima giornata, con soli 17 punti a parimerito del
Venezia, con Foggia e Lazio che faranno da compagnia. In prima
squadra fa l'esordio Osvaldo Jaconi dalla vicina Mandello Lario.
Ceppi lascia la
presidenza, pur mantenendo la maggioranza della società,
presidente diventa Giovanni Mambretti. Piccioli rimane sempre
nello staff, ma con funzioni diverse, considerato l'arrivo del
pluricampione del mondo (34-38) Eraldo Monzeglio nelle vesti di
direttore tecnico. Partono i pezzi pregiati come gli attaccanti
Sergio Clerici al Bologna, Angelillo al Milan ed Aquilino
Bonfanti all'Inter, con l'arrivo in riva al Lario del fantasista
Nello Saltutti e di Adriano Lombardi, due giocatori che verranno
colpiti dal destino. Il primo muore poco più che cinquantenne
per infarto, il secondo un centrocampista noto ai tempi
per la sua chioma rossa ed ora purtoppo perchè alle prese con la
SLA da diversi anni.
Monzeglio con
Ceppi dura poco, solo le prime gare di campionato e tanto per
cambiare ritorna a tempo pieno Piccioli, sostituito poi da
Ciccio Longoni.
Il 2 Luglio 68,
il Lecco in piena lotta retrocessione è di scena a Verona, con i
gialloblù in lotta promozione. Il difensore veronese Ranghino
commette un fallo su Saltutti, venendo espulso, il pubblico
scaligero invade il campo e chi ne fa le spese è il difensore
lecchese Facca, il quale viene colpito da una bottiglia in un
occhio. Il giocatore perderà l'organo e si ritirerà dal calcio.
Il Lecco si
salva dalla Serie C, dopo gli spareggi con Genoa, Perugia,
Venezia e Messina, con le ultime due che retrocedono.
Ceppi rassegna
ancora una volta le dimissioni, per dissidi con il pubblico
lecchese. La squadra viene affidata a Longoni, poi Achilli
quindi a Meregalli che non riescono a salvarla dalla
retrocessione nella terza serie, chiudendo il campionato a 30
punti, penultimo posto, pur conservando in squadra, i portieri
Meraviglia e Felice Pulici, Bacher, Pasinato, Canella,
Sensibile, un giovanissimo Gianpietro Marchetti ed in avanti
Ferruccio Mazzola con Nello Saltutti e Giorgio Azzimonti che si
ritrova come compagno anche l'ex motorino della Pro Vittorino
Calloni.
Dalla Serie C,
la società vuole subito risalire, con i vari Jaconi, Lombardi,
Gritti, Bravi, Meraviglia, Mereghetti affidando la squadra
all'ex trainer biancoblù Giuseppe Lupi arriva un secondo posto a
quattro punti dal Novara.
Nel campionato seguente Ceppi torna alla tolda di comando,
cercando di riavvicinare il pubblico di casa con diverse
iniziative. Come prima mossa richiama in panchina Longoni, ed
arriva un ottavo posto. Da ricordare la gara di Busto, vinta dal
Lecco per 4-2, con rete di Bolchi che portò il punteggio sul
momentaneo 1-2, con un raccattapalle biancoblù, che impazzì
dalla gioia, continuando a saltare fino a quasi entrare in
campo, ripreso dalle telecamere Rai, che poi mandarono in onda
il servizio in uno speciale dedicato al calcio delle nobili
decadute. Da registrare l'esordio in prima squadra dello stopper
Gianfranco Motta, al tempo ventenne, poi sulla panchina della
Pro, nella primissima era Vender.
1971-72, per il
Lecco ritorna ad essere protagonista, grazie a Marchi e Frank,
che con Longoni in panchina trascinano la squadra alla Serie B,
con quattro lunghezze di vantaggio sull'Alessandria con
Chinellato in evidenza.
In serie cadetta i lecchesi, rimangono una sola stagione,
squassati da crisi tecniche continue ed in pratica a metà
stagione sono spacciati.
In serie C, i
blucelesti ripartono da Sergio Brighenti, poi allenatore
dell'Under21 e secondo di Azeglio Vicini. Si prova la risalita,
con De Nadai (poi con Napoli, Roma, Milan) e Vito Chimenti in
campo. Arriva il quinto posto con il solito cambio di panchina.
Da segnalare il raggiungimento delle 400 gare con la maglia del
Lecco di Giovanni Sacchi, cresciuto nel vivaio.
Nel frattempo
Ceppi rassegna nuovamente le dimissioni, ma fittizie, in quanto
come presidente viene nominato il nipote, Carlo Rizza, come
direttore tecnica torna "il ruspa" Antonio Pasinato Arrivano il
libero Piero Volpi (futuro medico sociale dell'Inter), al
termine della stagione è un 10 posto.
Antonio "ruspa" Pasinato a fine carriera
Agli inizi del
1977, lo storico presidente Mario Ceppi, rimane vittima di una
trombosi; che ne limiterà molto l'attività. Per il Lecco questa
rimane una stagione comunque da incorniciare, perchè si regala i
primi trofei della sua storia. In campionato chiude al quarto
posto con Oscar Massei in panchina, in porta Navazzotti,
Gabriele Ratti, con in attaccato Zandegù autore di 10 centri in
34 gare, Acanfora (6 reti), di Evert Skoglund (I°), figlio di
Nacka e poi alla Pro nella gestione Soldo, che a Lecco disputa
la sua miglior stagione con 26 gare e 5 reti. E' anche l'anno
del giocatore con il nome più bizzarro mai visto sui campi da
calcio, Potito Pota (22-2).
I blucelesti
centrano la finale di Coppa Italia di Serie C, che si disputa
proprio al Rigamonti di Lecco il 19 Giugno del 77, contro la
Sangiovannese; s'impone la squadra di Massei per 2-1, con reti
di F. Corti al 25, Marchi al 66' con la "Sangio" che accorcia
solo all'88 con Paolinelli.
La formazione:
Martignoni, Cerletti, Santi, Filacchione, Ratti, Volpi, Corti
(78' Skoglund I°), Pozzoli (60' Magni), Marchi, Pota, Zandegù -
All. Massei
Ma non è finita qui perchè solo dieci giorni dopo il Lecco vince
anche la Coppa Anglo-Italiana superando il Bath City per 3-0.
Campionato
77-78, in panchina Guido Capello, al centro dell'attacco
Galluzzo, che segna 13 reti, con Bocchinu a centrocampo.
Carpanesi subentra nel finale a Capello, per un nono posto che
vale la C1, nell'anno della riforma dei campionati.
Si comincia a
sentire una forte crisi societaria, e nel 79-80, i blucelesti
rotolano in C2 con Ceppi tornato in carica, Massei in panchina e
l'esordio di Lorenzo Marconi (63), che diventerà il recordman in
assoluto di presenze con il Lecco. E' il periodo di Sessi, dei
due omonimi Fabio Corti, Cerletti, Bertani, Pozzoli, Pala.
Un sesto posto
in C2 nell'80-81 ed un ottavo la stagione seguente con Longoni
in panchina e Folli in avanti.
Il 20 Marzo 1983, il Lecco balza in cima alla cronaca nazionale,
perchè il Presidente Mario Ceppi dopo la sconfitta interna con
l'Ospitaletto, insulta pubblicamente Longoni e lo picchia più
volte in testa con il bastone con cui si sorreggeva dopo la
trombosi. Il fatto finirà poi in tribunale.
Al termine
della stagione il Lecco retrocede in Interregionale; il 15
giugno 83, muore anche il presidentissimo Mario Ceppi, chiudendo
di fatto l'epoca d'oro del calcio lecchese.
La società
bluceleste è sull'orlo del collasso per i debiti contratti,
venendo affidata a Valerio Somasca che ne cura
l'amministrazione. Lo stesso a.d. con la squadra sul fondo
classifica ingaggia Pierino Prati come allenatore, che risistema
le cose, portando la formazione al quinto posto, grazie anche
alle nove reti di Marignoli.
Inizia un'altra crisi societaria, che viene risolta
dall'ingresso della Fam. Frigerio, con l'ausilio di Carlo
Boschi, industriale locale.
In panchina c'è
Alzani che non è proprio amato dalla tifoseria, che inscena uno
sciopero nei suoi confronti, fino a quando non ne ottiene la
testa, al suo posto lo storico tecnico del Seregno, Angeleri.
Nella stagione
86-87, in panchina c'è Angelo Volpato, con Lecco e Pro Sesto che
si contendono la promozione fino all'ultima giornata, in cui
saranno i milanesi poi ad avere la meglio.
Stagione 87/88,
travagliata sotto il profilo societario con Rino Frigerio che
passa tutto al figlio Alberto nemmeno trentenne. Incomprensioni
con la tifoseria ed altro, portano secondo posto finale, un
punto alle spalle dell'Oltrepo promosso.Frigerio trova un
appoggio finanziario in Pagani, a cui lascia la presidenza, la
squadra è affidata all'esperto Maestroni, che a centrocampo si
avvale di Gianmarco Remondina. Campionato concluso da Cesare
Cattaneo in panchina e piazzamento lontano dalle prime.
1989-90, in
panchina questa volta siede Osvaldo Jaconi, in campo con
l'ormai bandiera Gabriele Ratti, quell' armadio di Angelo
Seveso, che al campo alterna la carriera di bancario. Il Lecco
spinto dall'ariete di Brugherio (18 reti in stagione), centra 11
vittorie consecutive, ma incappa nel Leffe, che lo supera negli
scontri diretti e vince il campionato, nonostante i blucelesti
infilano un secondo filotto di nove gare vincenti.Jaconi lascia
e sulla panchina arriva l'ex allenatore della Pro, Luciano
Zecchini che siede sulla panchina lecchese in C2, perchè
nell'estate del 90, la società viene ripescata. In squadra Mauro
Borghetti, prodotto delle giovanili biancoblù e l'ex bomber di
Cosenza e Vicenza, Maurizio Lucchetti, che con Seveso forma un
attacco "monstre" per la categoria, l'ex biancoblù Cerrone, al
centro di un caso per la fascia da capitano, Motterlini ed un
futuro tigrotto Ivan Brambilla al centro della difesa. La
stagione si conclude con lo spareggio salvezza a Monza contro
l'Ospitaletto per 2-0.
Nel secondo
anno di C2, parte come tecnico Zecchini, ma viene sostituito da
Titta Rota; in società ci sono dei cambi Paride Cariboni diventa
presidente ed entra l'ex mundial Claudio Gentile, come d.s.
Campionato
92-93 in panchina siede Beppe Savoldi, in squadra arrivano gli
attaccanti Sambo, Gubellini ed a centrocampo Ruben Pasino, l'ex
atalantino e Lazio Vertova in difesa, con in porta Nereo Bonato
con secondo l'ex tigrotto Gambino per un quinto posto.
Per il
campionato successivo In panchina torna uno dei protagonisti
della ormai lontana “Ruspa” Antonio Pasinato, dopo aver
guidato con merito il Campobasso in B, come direttore generale,
arriva un altro ex biancoblù il portiere Massimiliano Micheletti
con lui il difensore centrale Giaretta la punta Taribello con le
prime apparizioni di Bertolini, la scorsa stagione al Monza,
passato ora alla Lucchese, con un piazzamento giusto al centro.
Per l'annata
94-95 sale alle presidenza Costante Grassi, che fa arrivare le
punte Cortesi, Aldrovandi e Tagliabue, in regia l'ex comasco
Oreste Didonè, in porta l'ex laziale e cavese Dario Marigo.
Arriva un sesto posto che non porta da nessuna parte.
L'anno
successivo in panchina arriva Elio Gustinetti, attuale
allenatore dell'Albinoleffe, la società punta decisamente al
salto di categoria, con in squadra Possanzini, Adamo, Bonavita,
Bonesi, Zanardo, il portiere Ardigò, gli esperti Maretti,
Marconi, Giaretta in difesa con l'ex promessa interista Volcan.
E tre giocatori che diventeranno tigrotti di lì a poco tempo,
come Claudio Rusconi, Valentino Angeloni e Firmino Elia. L'ex
profeta ha una delle sue migliori stagioni, realizzando 12 reti
in 33 gare, grazie anche al gioco semplice e lineare di
Gustinetti. Rusconi ed Angeloni sono titolari fissi. Ma è la Pro
di Beretta ad aggiudicarsi l'ultimo posto per i play-off
lasciando ai lecchesi la sesta piazza.
96-97 con
ancora in panchina Gustinetti, parte tra le favorite per il
salto di categoria, così come la Pro, guidata quell'anno da
Garavaglia. Angeloni approda per due mesi a Busto, lasciando
anche qualche polemica di troppo, con lui sbarca anche Claudio
Rusconi; Elia invece emigra altrove, ma i blucelesti trovano
validi sostituti con il giovane Allegretti, Bonazzi, Limetti, il
bomber Campistri (14 reti), Sensibile e Damiani jr. (32-7) ed a
gennaio da Como arriva anche un certo Cristian Boscolo. Il Lecco
si piazza al secondo posto a tre lunghezze dal Lumezzane che
vince il campionato. Per i blucelesti sono play-off, che
sembrano portare allo scontro in finale proprio contro la Pro
Patria, che invece incoccia in una serie di errori di
valutazioni, su tutte il cambio di squalifica di Brizzi per
Brambilla. Così è l'altra Pro quella di Sesto, guidata da
Brocchi e Caliari con Motta in panchina ad avere la meglio, con
in campo con la maglia biancoblù Tommaso Rocchi, che manca due
ghiotte occasioni nel finale.
Il Lecco affronta così la Pro Sesto il 15 giugno 97, ed al 117'
minuto di gioco il difensore Adamo gonfia la rete, regalando la
promozione ai blucelesti seguiti da un folto pubblico.
In C1 in
panchina arriva Cadregari, che regala con un gioco spettacolare
una partenza a razzo e soprattutto la vittoria nel derby con il
Como, al Sinigalia per 1-3, giocando nel finale in 9 contro 11.
Chiudendo la stagione con un ottimo settimo posto, conn una
squadra che vede in rosa il campione del mondo 2006 Massimo
Oddo, al tempo poco più che ventenne, Nello Cusin ex portiere di
Brescia, Bologna ed Ospitaletto, Monguzzi, Archetti in difesa,
Tagliani e Saudati in attacco.
Il campionato
successivo 98-99 sempre Cadregari in sella, con alcuni innesti
di assoluto spessore come Mattia Biso (Ascoli e Messina) in
mezzo al campo e Scazzola sugli esterni. Ma il giocattolo si è
rotto Cadregari viene sostituito da Gian Paolo Rossi, che guida
i blucelesti nei play-out contro il Padova. Pareggio al
"Rigamonti-Ceppi" per 1-1 e vittoria all'Euganeo per 1-0, con
rete di Bertolini al 41', che regala la salvezza.
1999-00, Rossi
confermato nella rosa troviamo due futuri biancoblù "il manico",
Antonio Manicone e l'attuale portiere bustocco Anania, ma non è
finita perchè come allenatore Carletto Muraro subentra a Rossi
ed a Gennaio arriva Daniele Morante che realizza uno dei suoi
migliori score con sei reti in dodici presenze.
Muraro porta il Lecco alla salvezza, nei play-out contro la
Cremonese, dopo essere stato sconfitto allo "Zini" per 2-1,
vince il ritorno per 2-0 con reti di Tondo e Bertolini.
Carletto Muraro sulla panchina della Pro
Nell'estate del
2000, c'è una svolta societaria, che vede l'arrivo della SIS, di
Franco Cimminelli, già proprietario del Torino, anche se come
presidente rimane Bartoli. Al posto di Muraro arriva Bruno
Giordano, che però non dura molto, la squadra viene condotta in
salvo, da un altro ex tigrotto Carlo Soldo, con in squadra un
amico dello stesso Giordano, il talentuoso ma discontinuo
Rizzolo, oltre al "Manico", il motorino Marco Asara e per
brevissimo tempo anche Stefano "Terminator" Dall'Acqua che
rimedia una sola presenza, in una rosa che vede girare ben 36
elementi. Tra cui si segnalano anche l'ex portiere della Pro
Michele Arcari e Mario Bortolazzi attuale secondo di Donadoni in
Nazionale.
Estate 2001,
al Lecco come allenatore arriva Roberto Donadoni, l'ex ala
tornante del Milan, incomincia la sua carriera da allenatore in
riva al Lago. Il gioco espresso è piacevole ed attira la
tifoseria al "Rigamonti-Ceppi", con la squadra che veleggia
vicino alla zona promozione, ma scoppia il bubbone degli
stipendi non pagati che Donadoni fa presente in pubblico.
Ciminelli aspetta la prima sconfitta, che arriva contro l'Arezzo
e dà il benservito al tecnico, chiamando Scanziani, bandiera
comasca, una scelta che innervosisce i tifosi, con la squadra
che perde terreno ad ogni partita. Fino a quando lo stesso
Cimminelli non è costretto a fur di popolo a richiamare
Donadoni, che porta alla salvezza.
Lo stesso
Cimminelli, nell'estate del 2002 fa controllare la società e si
scopre un buco di 2milioni di Euro (4 miliardi di vecchie lire),
la FIGC fa partire un indagine, intanto il patron vista la
situazione decide di vendere all'improvviso al romano Pietro
Belardelli, ex proprietario di Lugano e Castel di Sangro finite
poi male. Come poi finirà male anche lo stesso Torino di
Cimminelli che fallirà.
In panchina
viene chiamato Giuliano Sonzogni, nei giorni scorsi dimissionato
dal Monza; la Covisoc, arriva alle conclusioni che non ci sono
soldi ed estromette prima in via provvisoria il Lecco dalla C1.
I giocatori abbandonano il ritiro. La situazione per la società
bluceleste diventa sempre più grave, e diventa anche un caso
nazionale quando durante una trasmissione su una rete locale,
Belardelli viene in pratica assediato da diverse decine di
tifosi nello studio. Faranno l'epoca le immagini di Belardelli
che scappa da una finestra, tramite una scala a pioli, con i
tifosi che lo inseguono. La polizia porta in salvo il
presidente, ma per il Lecco calcio è finita, il 1 Agosto viene
radiato, per mancanza di copertura finanziaria.
Tramite
l'allora sindaco di Lecco, il leghista Lorenzo Bodega, il 3
Agosto 2002, nasce la nuova società calcistica dal nome A.C.
città di Lecco, di cui diventa anche il presidente, con vice il
presidente della neo-nata provincia di Lecco Anghileri. La
squadra ha la fortuna di essere iscritta nell'Eccellenza e di
non dover ripartire dalla Terza Categoria: Direttore Tecnico
tanto per cambiare è Antonio Pasinato, in panchina l'ex secondo
di Mario Beretta alla Pro, Gaspare Uzzardi, che la stagione
precedente aveva guidato la Guanzatese in Eccellenza, il quale
porta con se diversi giocatori. Bodega fa aprire una
sottoscrizione popolare per sostenere la nuova società.
La nuova
avventura parte in ad Arcore, dove la l'A.C. città di Lecco,
pareggia per 1-1. L'inizio di stagione però vede i blucelesti,
faticare e con il giocatore del Besana Carbone, inseguito e
picchiato dagli ultras lecchesi, facendo rischiare veramente
grosso alla società. Intanto arriva un rinforzo, si tratta di
Daniele Giulietti, che dopo aver chiuso con il calcio
professionistico alla Pro nel gennaio 2001, cerca gli ultimi
scampoli della sua carriera a Lecco.
La stagione và
avanti con i blucelesti ad inseguire sempre la prima piazza,
mentre Uzzardi in pratica si dimette, con Pasinato che assume
pieni poteri, mentre il 4 marzo del 2003, il sindaco Bodega,
trova dei compratori per il sodalizio e passa la mano ad Umberto
Sozzi. Il Lecco compie la rimonta e supera la Colognese nello
scontro diretto proprio grazie ad una rete di Giulietti, salendo
in Serie D, nelle domeniche successive, aggiudicandosi anche lo
scudettino regionale, contro le altre due vincitrici
dell'Eccellenza Lombarda.
Nella stagione
2003-04 in Serie D si parte con Marmaglio in panchina, le 11
reti di De Paola e quelle di Savarese, portano al decimo posto
finale, con Rigamonti che subentra nella guida tecnica. A fine
stagione nuovo cambio societario, arriva Gerardo Aprea, che in
passato aveva "creato" la Cantalupo Monza, facendola giocare al
vecchio Sada, portandola alle soglie del calcio Prof. sul finire
degli anni 90. In panchina porta Salvatore Di Somma, in campo
l'ex milanista e granata Gigi Lentini, con Marzio, Putelli, Del
Piano, Cracas e Zhabov. C'è un duello tutto alto-brianzolo per
la prima posizione con la Canzase di Gianmarco Remondina che
vince il campionato con 7 lunghezze di vantaggio sui blucelesti.
Vittoria di Pirro, perchè la Lega Calcio di Serie C, non
ammetterà poi la Canzese per problemi inerenti allo stadio con
il conseguente ripescaggio in C2, dell'A.C. città di Lecco, che
intanto aveva cambiato allenatore con Silvano Dell'Orto, per poi
tornare a Di Somma.
2005-06 sempre
Aprea proprietario, la società assume la nuova denominazione di
Lecco 1912 srl, riappropiandosi anche di alcuni storici
simboli.
che parte con
Giuseppe Sannino in panchina, arrivano dal reality campioni
Arrieta che si dimostra buon giocatore a tutti gli effetti ed il
centrocampista Spagnoli che invece fatica nella categoria, in
porta Paolo Castelli che poi passerà alla Pro a gennaio dopo
dieci presenze e dieci goal subiti. In campo Cinetti,
Crisopulli, Del Piano, Marzio. In panchina è un via a vai di
persone con Ratti-Passariello-Frosio e quindi si chiude da dove
si era cominciato con Sannino che chiude al 10 posto.
2006-07 nuovo
cambio di proprietà con l'arrivo di Giovanni Fiori, che conferma
Sannino in panchina. Arriva dal Carpenedolo Daniele Corti, ex
biancoblù, quindi Elia Chianese dal Pizzighettone, D'Ainzara
dalla Pistoiese, Luca Lomi dall'Alto Adige, il portiere Mazzoni
e La Cagnina dal Pavia. Gli uomini di Sannino centrano i
play-off dove in finale incrociano il Pergocrema. I lariani
s'impongono e dopo solo un lustro, tornano da dove erano stati
estromessi.
IL PERSONAGGIO
"El gringo" Clerici
Sergio Clerici,
attaccante dal fisico possente, nato a San Paolo del Brasile, il
25 maggio 1941, soprannominato "El Gringo", per via dello
sguardo da "spaghetti western", ha segnato la storia del calcio
lecchese negli anni 60.
Proveniente dal Portuguesa São Paulo venne ingaggiato poco più
che ventenne, dallo storico presidente blùceleste Ceppi per la
stagione 60-61. Clerici, di chiare origini milanesi (e madre
toscana) è fisicamente un vero e proprio armadio che al suo
debutto in riva al Lario, timbra subito il cartellino, nella
vittoria del Lecco sulla Lazio per 2-0.
Punta centrale di gran temperamento, di discrete doti tecniche,
forte in acrobazia ed in possesso di un tiro secco e preciso con
entrambi i piedi,nelle
prime due annate nella
massima serie del "Gringo", però non riesce a mettersi in
mostra, con due gol il primo anno, ed uno nella stagione
seguente per 30 presenze complessive.
Negli anni
successivi, matura sotto tutti i punti di vista e segna prima 10
reti poi 20 ed infine 17, nella stagione 65-66, ottenendo anche
la promozione in serie A.
Al termine
della stagione 66-67, lascia i blùcelesti, dopo sette anni di
alterne fortune totalizzando 201 presenze e 59 reti, fra A e B,
approdando al Bologna, per sostituire Nielsen ma non riuscì a
sfondare in rossoblù, ai tempi sempre nelle prime posizioni in
classifica. Dopo una sola annata, nell'estate del 1968, passa
all'Atalanta, dove rimane per due campionati senza grossi
picchi, veste quindi la maglia gialloblù del Verona, dove
ritrova la verve di Lecco e nell'estate del 1971, firma per la
Fiorentina, dove segnò 20 gol in due campionati. Con i veronesi
terrà sempre un rapporto stretto e per alcune telefonate con
l'allora presidente Garonzi, fece retrocedere il Verona in Serie
B, per una presunta combine prima di una gara contro il Napoli.
Tornò a farsi notare proprio con la
maglia dei partenopei, dove approda nel 1973 con due stagioni
giocate ad alto livello dove diventando un idolo della tifoseria
locale, dove contribuì notevolmente al fantastico campionato del
1974-75, quando gli azzurri, guidati da Vinicio, arrivarono
secondi per Clerici 29 gol in 57 partite. Prima di tornare a
Bologna, nell'ambito dello scambio con Savoldi; nel capoluogo
felsineo rimase per altre due stagioni, chiudendo con il calcio
giocato nel 1977-78 con la maglia biancazzurra della Lazio,
guidato guarda caso ancora da Vinicio), prendendosi la
soddisfazione di restare l’ultimo straniero o meglio oriundo in
campo in Italia, dopo l'abbandono di Altafini e prima della
riapertura delle frontiere nel 1980. Conclusa alla bella età di
37 anni la carriera, torna in Brasile dove dove allenò per un
paio di stagioni il Santos, la ex squadra di Pelè.
I
PRECEDENTI
Palmares
Pro Patria 12
campionati di Serie A - 1 Coppa delle Alpi
Lecco 3
campionati di Serie A - 1 Coppa Italia di Serie C - 1 Trofeo
Anglo-Italiano
1924-25 2^
Divisione
7^ 28 Dic. 24 Pro Patria - Canottieri Lecco 2-1
15^ 15 Mar. 25 Canottieri Lecco - Pro Patria 0-1
1925-26 2^ Divisione
3^ 18 Ott. 25 Canottieri Lecco - Pro Patria 3-1 32'
Marzorati (P), 50' e 60' Chiadò (CL), 85' Aliverti (CL)
14^ 14 Mar. 26 Pro Patria - Canottieri Lecco 2-0
1935-36 Serie C
7^ 10 Nov. 35 Lecco Pro Patria 4-1: 27’ Tedeschi (L),
30’ Caldirola (L), 41’ Gnocchi (L), 65’ gol Lecco, 80’ Toia (P)
22^ 8 Mar. 36 Pro Patria - Lecco 1-1: 41’ Zandali (P), 76’
Caldirola (L)
1936-37 Serie C
6^ 18 Ott. 36 Pro Patria - Lecco 3-0: 54’ Ceriani, 81 e 88’
Severi
21^ 21 Feb. 37 Lecco Pro Patria 1-1: Guittini (P), Clerici (L)
1937-38 Serie C
10^ 12 Dic. 37 Pro Patria - Lecco 2-0: 30’ Tremolada,
89’ Dondi
25^ 3 Apr. 38 Lecco - Pro Patria 0-0
1939-40 Serie C
1^ 24 Set. 39 Pro Patria - Lecco 2-0: 66’ Borra, 75’ Fasoli
16^ 28 Gen. 40 Lecco - Pro Patria 3-0: 64’ Bario, 81’ Bonfanti,
Meroni
1940-41 Serie C
12^ 12 Gen. 41 Lecco - Pro Patria 1-4: 20’ e 38’ Gallazzi (P),
67’ Dondi (P), 70’ Fasoli (P), 82’ Bario (L)
27^ 11 Mag. 41 Pro Patria - Lecco rinv. per Coppa Italia
22 Mag. 41 Pro Patria - Lecco 4-1: 35’ Borsani (P), 51’
Pelizzoni (L), 66’ e 67’ Dondi (P), 76’ Azimonti (P)
1945 Torneo benefico lombardo
8^ 25 Mar. 45 Lecco - Pro Patria 1-0
15^ 27 Giu 46 Pro Patria – Lecco
1945-1946 Misto
Serie B-C / gir. A
8^
9 Dic. 45, Lecco – Pro Patria 3-1: 24’ Turconi II° (P), 35’
Renica (L), 38’ Di Cuonzo (L), 67’ Riva (L)
19^ 10 Mar. 46, Pro Patria – Lecco 0-0
Spareggio
promozione
Milano "Arena
Civica" 14 Aprile 1946 Pro Patria - Lecco 0-0 (dts 0-0) non
effettuata la ripetizione, perchè la Comm. Appello Nord Italia,
concede la vittoria a tavolino alla Pro nella gara di campionato
contro il Mantova / Pro Patria promossa
1946-47 Serie B
6^ 20 Ott. 46, Pro Patria – Lecco 1-0: 82’ Molina
27^ 23 Mar. 47 Lecco – Pro Patria 1-1: rete Pro di Pozzi
1962-63 Serie B
17^ Lecco - Pro Patria 0-0
36^ Pro Patria – Lecco 1-0
1963-64 Serie B
Pro Patria - Lecco 0-1
Lecco - Pro Patria 1-0
1964-65 Serie B
17^ 17 Gen. 65 Pro Paria - Lecco 1-0
36^ Lecco - Pro Patria 3-1
1965-66 Serie B
2^ 12 Set. 65 Pro Patria - Lecco 1-2
21^ 13 Feb. 66 Lecco - Pro Patria 3-1
1969-70 Serie C/a
15^ Pro Patria - Lecco 1-2
34^ Lecco - Pro Patria 1-0
1970-71 Serie C/a
4^ 4 Ott. 70 Lecco - Pro Patria 4-2: 9' e 38' Goffi (L),
62' e 71' Jaconi (L), 76' e 82' Panucci (P)
23^ Pro Patria – Lecco 1-0:
1971-72 Serie C/a
8^ 31 Ott. 71 Pro Patria - Lecco 1-4: Bolchi (P)
27^ Lecco - Pro Patria 4-2
1975-76 Serie C/a
2^ 21 Set. 95 Lecco - Pro Patria 1-1
21^ Pro Patria - Lecco 1-0
1976-77 Serie C/a
8^ 31 Ott. 76 Pro Patria - Lecco 1-1
27^ Lecco - Pro Patria 1-0
1977-78 Serie
C/a
15^ 18 Dic. 77 Lecco -Pro Patria 0-0
34^ Pro Patria – Lecco 0-1
Coppa
Italia Serie C - Fase eliminatoria Gir.
B
Lecco - Pro Patria 1-1
Pro Patria - Lecco 2-0 Qual. Pro Patria
1980 -81 Serie C2/a
16^ 18 Gen. 81 Lecco - Pro Patria 1-0
33^ Pro Patria - Lecco 1-3
1981 - 82 Serie C2/a
6^ 25 Ott. 81 Lecco - Pro Patria 1-1: Maruzzo (P)
23^ 28 Mar. 82 Pro Patria - Lecco 1-0
1982-83
Coppa Italia Serie C - Fase eliminatoria Gir.B
Lecco - Pro Patria 1-2
Pro Patria - Lecco 3-21995-96 Serie C2/a
1995-96
Serie C2/a
7^ 15 Ott. 95 Lecco Pro Patria 0-0
26^ 25 Feb. 96 Pro Patria - Lecco 1-1
1996-97 Serie C2/a
2^ 8 Set. 96 Lecco - Pro Patria 0-0
19^ 26 Gen. 97 Pro Patria - Lecco 2-0
Coppa Italia
Serie C - Fase eliminatoria Gir. B
31 Ago.
96 Lecco - Pro Patria 3-1
2007-08
Serie C1/a
7^ 7 Ott. 07 Lecco - Pro Patria 0-0
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24^ 17 Feb. 08, Pro Patria - Lecco 0-2: 73' Vieri II°, 81'
Cortese
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Coppa Italia
Serie C - Fase eliminatoria Gir. B
5 Set. 07 Lecco - Pro Patria 0-3: 45' Dalla Bona, 53'
Cauteruccio, 75' Candrina
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2008-09 Prima Div./a
1^ 31 Ago. 08 Pro Patria - Lecco 1-0: 4' Correa
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19^ 1 Feb. 08 Lecco - Pro Patria 1-1: 30' pt Toledo (Pro), 33'
st Carlini (L)
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LA TIFOSERIA
Il tifo a Lecco ha radici profonde, con il pubblico bluceleste
che si aggrappava alle gesta sportive della squadra, anche per
trovare quell'indipendenza da Como, da cui fino agli anni 90,
dipendeva come provincia ed amministrazione. Tifoseria che data
anche la collocazione geografica, in passato ha sentito meno,
soprattutto in passato dell'attrazione delle milanesi. Al punto
che negli anni 60' il presidente dell'Inter Angelo Moratti, si
diceva preoccupato per la salita in A, del Lecco, perchè poteva
sottrarre sostenitori ai nerazzurri.
Sin dai primi
campionati in Serie B, la città di Lecco ed i suoi comuni
limitrofi si erano stretti attorno alla formazione del
presidente Ceppi, costringendo l'amministrazione comunale ad
ampliare più volte lo stadio passando in poco tempo da 5.000 a
22.000 spettatori, che spesso e volentieri erano raggiunti, non
solo negli incontri di cartello.
Nella prima
storica scalata alla Serie A, sul finire degli anni 50', i
lecchesi si resero protagonisti di veri e propri esodi, come le
oltre 15.000 persone che partirono alla volta di Torino, il 29
novembre 1959, in direzione del mitico "Filadelfia", per la gara
contro i granata, con il Lecco capolista.
Altro grande
esodo da registrare in una trasferta a Genova, in uno scontro al
vertice contro il Grifone, nella stagione 65-66, che riporterà i
lecchesi per l'ultima volta in Serie A. Per raggiungere il
capoluogo ligure partono oltre 30 pullman, diversi treni
speciali, ovviamente macchine e qualche lambretta. Nella stessa
stagione si ricorda anche un aereo speciale in direzione
Palermo.
Uno dei punti
di riferimento del tifo lariano è lo storico "Lecco Club Mario
Ceppi", che nel 1987 guiderà anche la "rivolta", contro il
tecnico Anzani, facendolo dimettere. Diversi sono i clubs di
sostenitori presenti non solo a Lecco città, ma anche in
provincia.
A livello di
ultras il primo gruppo organizzato nasce verso la fine del 1974,
quando si costituisce il gruppo Gli Angeli della Nord. Il Lecco
è appena sceso dall'ultimo campionato di serie B, ed incomincia
a conoscere la sua parabola discendente. Si tratta di un gruppo
spontaneo come i molti che andavano nascendo nel Italia di quel
periodo, dove la goliardia la faceva da padrona tra l'uso di
bandieroni e striscioni artigianali.
I lecchesi
vivono un buon momento anche sulla spinta dell'andamento della
squadra di Massei che vince la Coppa Italia di Serie C ed il
TrofeoAnglo-Italiano. Sulla scia dell'onda emozionale nasce nel
1978 il gruppo che ha di fatto tracciato il solco del movimento
ultras al "Rigamonti" cioè le Brigate Blucelesti che nella
allora serie C comincia a farsi notare nei tanti incontri tra le
altre tifoserie del girone A come cremonesi, casalesi, mantovani
ed alessandrini. Nel 1983, con il Lecco in C2, si costituiscono
i Mods, uno dei gruppi storici della curva lecchese che
resteranno operativi sino alla stagione 1999-00 anno in cui,
anche per la forte repressione che li colpisce, si sciolgono.
Gruppo contiguo ai Mods in quel periodo di primi '80, sono i
Viking della vicina Olginate: entrambi questi gruppi
confluiranno tempo dopo nel Gruppo Storico che avrà comunque
vita breve.
Da segnalare le
buone presenze di tifo in casa, in Interregionale contro il
Leffe con circa 6.000 presenze, e per lo spareggio salvezza in
C2 contro l'Ospitaletto.
Nella stagione
1992-93 nasce un altro gruppo che è ancora presente nella nord
di lecco i "Der Adler" (le aquile in lingua tedesca) che
diventano il gruppo leader della nord bluceleste.
Il Lecco nella
stagione 1996-97 torna dopo anni in serie C1, è di questo
periodo un memorabile derby con i rivali storici di Como nel
quale campeggiava appeso alla rete della curva un enorme
striscione "Lecco vi augura la B" , striscione che venne
naturalmente lasciato al suo posto dagli addetti alla sicurezza.
All'ingresso delle squadre in campo la verità: in fondo allo
striscione venne scoperto il pezzo mancante e si lesse nella sua
interezza: "Lecco vi augura la B SE" in riferimento al morbo
della "mucca pazza" che aveva preso a terrorizzare l' Europa.
Striscione che venne subito fatto rimuovere ma comunque il
tranello ai rivali di sempre riuscì perfettamente.
L'estate del
2002, vede la tifoseria lecchese, in prima linea a difendere la
società, conto Cimminelli (che poi porterà al fallimento anche
il Torino) e l'imprenditore romano Belardelli, che viene
assediato da diverse decine di tifosi nello studio di Teleunica.
Faranno l'epoca le immagini di Belardelli che scappa da una
finestra, tramite una scala a pioli, con i tifosi che lo
inseguono. La polizia porta in salvo "il presidente", ma per il
Lecco calcio è finita, il 1 Agosto 2002. La società è costretta
ripartire dall'Eccellenza. In questi i anni la curva nord cambia
fisionomia adottando un "modus operandi" di matrice britannica,
dunque spazio a stendardi e striscioni e gestione del tifo in
mano al gruppo Cani? sciolti, Lecco Front, Gruppo Storico, Der
Adler, e (la) Lecco bene. Più alcuni gruppi satellite dei paesi
della brianza lecchese.
L'uscita di
scena dal professionismo del calcio è un vero smacco per tutti i
gruppi lecchesi, ma gli ultra più fedeli (Cani? sciolti e Mods)
restano al loro posto sostenendo il Lecco anche in trasferte al
limite "dell'oratoriano", alcune come nel caso di Merate fatte
in scooter e riconquistando subito la serie D.
Nel periodo da
segnalare che al termine della gara di Besana, alcuni ultras
lecchesi aggrediscono il giocatore locale Carbone, facendo
rischiare veramente grosso alla società. Un campionato di
Eccellenza che comunque ha visto la squadra sempre sostenuta dal
pubblico in casa come fuori.
Anche a Lecco
negli ultimi tempi si è accusato il momento di crisi generale
del movimento ultras ma comunque, le presenza ci sono e si
aggirano sulle 1.230 di media.
Fino a poche
stagioni fa erano presenti: Der Adler, La Lecco Bene, Brigate
'78 ed altri minori, tutti riuniti nelle partite casalinghe
dietro un unico striscione "Curva Nord". Nelle trasferte, sempre
compatti, adottano uno stile "British" con largo uso di
bandierine e stendardi appesi.
Ideologicamente
vicini alle posizioni di destra, gli ultras blucelesti hanno
buoni rapporti con la curva di Monza con cui sono legati da un
antico gemellaggio e rapporti di amicizia con gli aretini ed i
varesini, sulla base della rivalità con i comaschi.
Pessimi invece
i rapporti con il Como, rivale da sempre, anche per motivi di
appartenenza alla Provincia, ostili con il Modena, con diversi
scontri pesanti in passato, anche per motivi politici così come
con Livorno e Carrarese. Tesi con Pro Patria, nell'ultima
stagione sia a Busto che a Lecco, ci sono state frizioni tra i
due gruppi, e ancora prima, nel incontro a Busto del gennaio 97,
ci furono diversi scontri con cariche della Polizia. Altre
rivalità, Mantova ed in passato con il Saronno, ormai da anni
relegato nelle categorie dilettantistiche.