IL CAMPIONATO 1926-27
1a Divisione – Girone B
E’
la stagione in cui finalmente la Pro, vola in Divisione Nazionale A. Un
campionato tra i più memorabili ed importanti della storia biancoblù,
arriva dopo diversi tentativi svaniti sul filo di lana la tanto desiderata
promozione nella massima serie, portando così i bustocchi, guidati
dall’appassionato presidente Cav. Marcora
nell'élite del calcio italiano. Una
squadra fatta tutta da ragazzi di Busto e della Valle Olona, guidata dalla
stella Carletto Reguzzoni, bustocco vero, poco più che 18enne,
ma in grado di essere una vera e propria arma in più, castigatore
implacabile delle difese avversarie nonostante non giochi da prima punta e
vero e proprio uomo squadra. Gli
altri alfieri “made in Busto”, sono il portiere Salerio,
i duri e muscolari difensori-mediani Fizzotti, Azimonti, Giani e
Mara, i
giovani Aldo Borsani e Natale Masera con il guizzante Valentino Crosta in
avanti. I
biancoblù si dimostrano squadra compatta, forte, grintosa, che pratica un
gioco piacevole, in puro stile danubiano sotto la guida dell’ungherese
Kutik, che svolgeva in doppio ruolo di giocatore-allenatore. In casa
poteva contare da sempre su un pubblico folto, caldo e rumoroso, che più
volte riusciva ad intimidire gli avversari al punto che tra le partite di
Campionato e le Finali di Divisione Nazionale, vinse quasi tutti gli
incontri, rimediando una sola sconfitta contro la Triestina per 2-3.
Un
campionato che sin dalle prime battute, vede un lungo duello tra i
biancoblù e l'Atalanta, risolto solo all'ultima giornata, in favore dei
bustocchi; la Pro come i bergamaschi parte forte, andando a vincere a
Mantova, ma nel confronto diretto a Bergamo i biancoblù cedono di misura
per 2-1; i bustocchi però si rifanno subito sommergendo di reti la
malcapitata Comense per 6-1. Il
riaggancio in vetta con i nerazzurri avviene il 2 Gennaio 27, gli
atalantini vengono sconfitti a Trieste, mentre ad Udine in un’aspra,
dura battaglia con le zebrette friulane gli uomini di Kutik hanno la
meglio per 2-1, anche contro un arbitro che ne combina di tutte i colori;
da qui in avanti nascerà un rapporto non certo idilliaco anche per altre
questioni con i bianconeri, che si protrarrà nel tempo. La domenica
successiva a Busto giunge la Fiumana, squadra di Fiume in Istria (attuale
Rijeka in Croazia), all’epoca il territorio era al centro di aspre
contese con la Jugoslavia e solo da due anni era tornata ad essere
italiana. Molti i rifugiati dalmati ed istriani che si erano stabiliti
nella zona. La squadra ed i suoi tifosi vennero accolti con grandi feste
per celebrare il loro ritorno sotto il tricolore, ma i fiumani erano anche
una delle squadre più forti del girone; la partita fu decisa con un gran
finale della Pro che alla fine s’impose per 2-1. Si
arriva così al decisivo scontro al vertice con l’Atalanta a Busto, dove
la superiorità biancoblù fu decretata nettamente ed in maniera
perentoria nello scontro diretto del 23 gennaio 1927, terminato con il
clamoroso risultato di 7 a 0 per la Pro, nel vecchio stadio di via Valle
Olona davanti ad una folla strabocchevole, che aveva letteralmente invaso
l’impianto, giunta non solo da Busto ma da tutti i centri della zona. I
tigrotti dilagarono mettendo a segno 5 reti nel giro di soli 17 minuti con
Giani, doppietta di Reguzzoni ed infine Kutik con un tiro potente da 25
metri. Ma
la domenica successiva a Trieste la Pro seguita da un buon numero di
tifosi per i tempi e la distanza cade per 2-0. Poi si vince a Como per
1-0, con un gran tiro dalla distanza della riserva Daldan, bis in casa
contro il Venezia nei minuti finali con un colpo di testa di Corengia che
rimedia ad un errore dal dischetto di Reguzzoni. Si
arriva così al 20 Marzo ultima giornata con Pro ed Atalanta a pari punti
in classifica, impegnate entrambe in trasferta i biancoblù andarono a
pareggiare a Treviso per 1-1, mentre gli orobici furono sconfitti
seccamente a Fiume, per 6 a 1. Ma la gara contro i trevigiani non fu certo
una passeggiata, infatti i padroni di casa liberi da assilli di classifica
si trovavano infatti al 4° posto e cercavano una vittoria di prestigio
per salutare i propri sostenitori, che erano presenti in buon numero con
circa 1.500 presenze, di livello per i tempi, tra cui a sostegno dei
biancoblù erano giunti decine di tifosi bustocchi. La partita è
arbitrata dal Sig. Turbiani di Ferrara; in avvio la Pro conduce una gara
attenta con Reguzzoni che più volte, stuzzica il portiere avversario con
il primo tempo che si chiude sullo 0-0. Nella
seconda frazione il Treviso prende a farsi avanti, impegnando severamente
il portiere biancoblù Salerio, al 70’ il trevigiano Zanotto da
posizione defilata con un gran tiro dalla distanza batte l’estremo
bustocco, con la palla che s’infila nell’angolino basso a sinistra. La
Divisione Nazionale A sembra svanire ancora una volta in vista della linea
del traguardo, ma la Pro reagisce prontamente ed in maniera decisa, al
74’ il centravanti Corengia, parte in velocità e si libera in dribbling
di un paio di avversari servendo poi l’astro Reguzzoni che dal limite
dell’area fa partire un tiro secco e preciso che passa tra le gambe del
portiere trevigiano mandando la palla in rete, tra la gioia dei tifosi
bustocchi per l’1-1 che spalancava per la prima volta nella storia
biancoblù le porte del “paradiso” calcistico nazionale. La
Formazione scesa in campo in quella giornata storica: Salerio, Mara,
Azimonti, Piazzalunga, Kutik, Giani, Colombo, Visca, Corengia, Reguzzoni,
Crosta. Per
festeggiare il successo finale e la promozione nella massima serie
calcistica nazionale, dopo la partita di Treviso, i giocatori furono
premiati dal Pres. Marcora con una vacanza di 3 giorni a Venezia.
All'arrivo in stazione la squadra trovò ad accoglierla una gran folla,
con tanto di banda musicale. Qualcuno
in preda all’entusiasmo, visto che il terzino Azimonti lavorava anche
come panettiere, chiese di far abbassare di 5 centesimi i prezzo del pane,
ma la proposta chiaramente non venne accolta, ma rimarrà come frase
celebre che accompagnerà sempre le vittorie biancoblù “cinq ghèi menu
ul pan al chilù”. Al
termine della stagione, la Pro nelle diciotto partite disputate aveva
messo a segno 39 reti subendone 27. La
Pro in quella stagione partecipò anche alla Coppa Italia che vedeva lo
svolgimento del suo secondo torneo, arrivando molto avanti fino al quarto
turno dimostrando tutta la sua forza e valore, la gara fu con il Genoa,
uno degli squadroni del tempo e terminò 1-1, bisognava ri-disputare la
gara per determinare chi si doveva qualificare, ma il torneo venne sospeso
per le troppe squadre partecipanti e la mancanza di date. Formazione
base:
Salerio, Mara, Azimonti, Piazzalunga, Kutik, Giani, Colombo, Visca,
Corengia, V. Crosta I°, Reguzzoni
A
disposizione Raimondi, Daldan, Borsani, Fizzotti, Crosta II°, Masera PRESIDENTE:
Cav. Marcora ALLENATORE:
Andreas Kutik (Ungheria) La squadra del 1926 - 27LA CLASSIFICA
LE FINALI NAZIONALI DI DIVISIONE
I
bustocchi con la vittoria in campionato, avevano conquistato il diritto a
partecipare alle finali di Divisione, per stabilire la squadra campione
tra i quattro gironi nazionali, con Novara, Lazio e Reggiana. Primo
impegno a Roma contro i biancazzurri, che si portano subito in vantaggio,
pareggia Daldan, ma i laziali raddoppiano e triplicano su infortuni del
portiere Salerio, i biancoblù non mollano, combattono ma solo all’88’
con il solito Reguzzoni vanno in rete per il 3-2 finale. Tocca
al Novara a Busto che va subito in vantaggio, la Pro chiude gli avversari
ma Reguzzoni sbaglia un rigore. Nel finale del primo tempo la rimonta e la
vittoria con reti prima di Colombo e poi un gran tiro del solito Reguzzoni. A
Reggio Emilia, i bustocchi incappano in una giornataccia e perdono
seccamente per 3-1. La gara di ritorno con il Novara, si disputa veramente
in una risaia, con il campo in pessime condizioni per le piogge insistenti
di quei giorni; la Pro parte benissimo e si porta in vantaggio sul 2-0, ma
poi subisce il gioco pesante dei padroni di casa, con un arbitro che
lascia correre di tutto, permettendo ai novaresi di “abbattere i
biancoblù”, Reguzzoni a pochi minuti dal termine centra in pieno la
traversa e poi arriva il goal beffa. La partita con la Lazio, viene
risolta sul filo di lana dalla solita rete del bomber bustocco per
eccellenza. La
Reggiana viene sconfitta per 1-0, con un errore dal dischetto da parte di
Reguzzoni. La vittoria finale sfugge, perché l’ultimo confronto tra
Novara e Lazio termina per 9-1 con i laziali ormai fuori dai giochi,
mandarono in campo la formazione riserve.
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