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Dopo
aver messo, alla frusta per decenni gli squadroni del calcio italiano,
dopo anni di gloriosi campionati tra serie A e B con piazzamenti importanti
nella classifica finale, la gloriosa e temuta Pro Patria si trova ora
a calcare i campi della serie D.
Sembra un incubo a dirsi ma purtroppo è vero, quel nome e quella maglia
che incuotevano rispetto nelle squadre più blasonate come Inter, Milan
Juve, Torino, Bologna e nei loro tifosi, si trova ora relegata ad affrontare
squadre che con tutto il rispetto hanno il nome di Albese, Juve Domo,
Ist. Soc. Cafasse Torino, troppo dura da digerire per i calorosi ed affezionati
fans tigrotti.
Il tifoso che nelle ultime stagioni aveva cullato qualche timida speranza
di tornare almeno in serie B, ora è a dir poco confuso, deluso, davanti
ad una tristissima realtà sportiva, diversa dura, sognava di tornare a
Vicenza, Reggio Emilia, Modena, Parma, Ferrara, Genova...e si ritrova
a Gavi Ligure, Alba, Arona, Ivrea, la massa dei tifosi abbandona, ma quelli
che hanno la Pro nel cuore quelli no, loro non mollano, ci credono sempre,
seguono la squadra anche a queste basse latitudini calcistiche, con la
speranza di risorgere presto, di risalire velocemente per tornare in categorie
più consone.
Purtroppo
la 4a serie è il frutto di anni di turbolenze societarie, di errori di
gestione e d'improvvisazione dirigenziale, non aver capito e difeso il
valido lavoro di Regalia con il vivaio ed averlo lasciato inaridire.
I problemi si sono trascinati e non sono stati risolti, all'inizio della
stagione, la società è sempre commissariata, ufficialmente la guida Carluccio
De Bernardi, ma in realtà la guida è Peppino Mancini che deve però scontare
una lunga squalifica rimediata nella stagione precedente, mentre il figlio
Adriano agisce in seconda battuta.
I giocatori della vecchia guardia fanno fatica a riprendersi come i tifosi,
la botta è stata forte.
La rosa della squadra rimane pressochè la stessa,
i prestiti sono tornati nelle loro squadre di origine, Bolchi non viene
confermato nonostante gli sia finalmente arrivato il patentino di allenatore
e che qualcosa di buono abbia comunque fatto vedere, trovando poi altre
società dove far partire la sua luminosa carriera.
In prima squadra approdano diversi giovani come Bartezzaghi, Rosignoli
e Fortunato, dall' Arona arriva Berra nel ruolo di centravanti arretrato,
mentre Bramati bomber di lungo corso del Novara in serie B, approda dalla
Biellese dove aveva siglato 15 reti. Tra i nuovi arrivi chi si fa notare
subito è un biondino mingherlino non ancora 20enne prelevato dall'Ausonia
Milano, che nelle movenze ricorda Luciano Re Cecconi.
La guida tecnica è affidata sempre al duo Angelo Turconi-Franco Pedroni.
La
stagione si apre con la vittoria per 2-1 ad Ivrea, la squadra è comunque
molto solida in difesa, il talentuoso ma discontinuo Casna con Bramati
sono abili a creare spazi per i compagni ma poco prolifici visto che Berra
poi non è una vera punta, si riesce a fare meglio fuori casa che tra le
mura amiche, mantenendosi comunque in scia di Albese e Gaviese che guidano
la classifica.
Nella fase centrale della stagione la Pro da l'idea di poter riagganciare
il duo di testa, al big-match di Gavi Ligure la Pro si presenta con 6
punti di ritardo e con una marea biancoblù al seguito.
I giocatori credono nella possibilità del recupero, dominano la partita
sin dalle prime battute si portano in vantaggio e nel 2° tempo hanno la
possibilità di chiudere la contesa con un calcio di rigore, De Bernardi
s'incarica del tiro portiere a sinistra e palla.....sul palo destro, la
Gaviese si riprende ed arriva al pareggio su punizione dal limite e il
riaggancio svanisce.
Nelle seguenti giornate la squadra molla, terminando il campionato al
5° posto.
Formazione
Tipo: Anelli, Frigerio, Bartezzaghi, Borgo, Croci, De Bernardi, Fortunato,
Rosignoli, Berra, Bramati, Casna, (Vecchi)
Nella
foto qui sopra il tifo del 1972: il Commandos nasceva l'anno successivo,
questa è una foto dell' ala giovanile del Pro Patria Club |
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