AUGUSTO RANGONE
. Non
tutte le società di calcio, possono vantare di aver avuto nelle proprie
file, un commissario tecnico/allenatore della Nazionale; la Pro,
è una di queste poche elette avendo avuto Augusto Rangone,
ovvero il sinonimo di uno dei padri-fondatori del calcio italiano. Il
suo nome faceva da contraltare a quello del mitico Vittorio Pozzo e ci
sono molti i parallelismi tra i due; entrambi piemontesi di nascita, con
il nostro che ebbe natali ad Alessandria, mentre Pozzo era torinese.
Impegnati al fronte durante la Prima guerra Mondiale, da cui Rangone
tornò con il grado di Capitano. Entrambi giornalisti e più volte alla
guida della Nazionale Italiana, con diversi ruoli; vivevano in
contrapposizione nella concezione del gioco del calcio, Rangone fu
soprannominato “commissario romantico”, mentre Pozzo era “il
classico”.
Come
detto Augusto Rangone, era alessandrino di nascita e fu tra i fondatori
dell’U.S. Alessandria oltre che della Nazionale italiana di calcio, di
cui fu in seguito anche tecnico, divenne poi anche arbitro e capo della
commissione arbitrale, oltre che tra i massimi dirigenti di Lega. Buon
ultimo fu ottimo giornalista, abile nel raccontare dalle colonne dei
giornali, sportivi e non le varie vicende sportive degli eroi della
pedata italiana. Nel
calcio, quello non giocato con i piedi, è stato una delle figure
italiane più rappresentative, dalla fondazione del movimento fino
all’inizio della seconda guerra mondiale; fu una vera figura di
riferimento dietro le quinte, lavorando per far crescere il movimento
calcistico, con la Lega Calcio e soprattutto fu importante la sua opera,
nel ricucire lo strappo del 1922, che portò alla scissione tra F.I.G.C.
e C.C.I. con lo sdoppiamento in due campionati e l’assegnazione di tue
titoli di Campione d’Italia.
Augusto
Rangone, a partire dai primi anni 20, è quasi sempre presente nelle
commissioni alla guida della Nazionale, in coabitazione con altri
tecnici del tempo, sia in prima persona. Marcora
per primo, non era molto soddisfatto dell’andamento del campionato
della Pro, che aveva anche numerose e gravi defezioni per infortuni e
decise di chiamare al capezzale di biancoblù un personaggio di assoluto
rilievo e carisma. Un colpo che fece sensazione ed ebbe ampia eco sui
giornali ed alla radio, paragonabile all’ingaggio di un Sacchi o
Trapattoni. Era
la Pro Patria di Montrasio
tra i pali, Agosteo, Fizzotti Borsani e Giani in difesa, oltre a Bocchi,
Rossi I°, Bonivento, Cregar I°, Crosta e del talento di Reguzzoni, con
Monza che faceva già capolino in prima squadra. Il desiderio di Marcora
e della dirigenza biancoblù era quello di affidare la squadra, ad una
persona in grado di farle fare il salto di qualità per portarla a
livello delle vicine Inter e Milan. Il suo esordio ufficiale alla guida
della squadra avvenne domenica 19 Gennaio 1930, quando a Busto arrivò
la Roma, che viaggiava nei quartieri alti della classifica, e squadra
non certo amatissima dalle nostre parti, considerato anche che tre anni
prima, proprio dalla capitale era stata bocciata l’istituzione di
Busto Arsizio come provincia. La partita si svolse in un autentico
nebbione, che fu squarciato da sei lampi biancoblù, ben cinque con la
firma di Italo Rossi, tre già nel primo tempo; risultato finale Pro
Patria 6 – Roma 1. Al termine della stagione la Pro 29-30, pur con
qualche affanno la Pro si salvò. Marcora
e soci, volevano proseguire nel progetto di una Pro, solida e
competitiva, ma si dovettero scontrare con le avvisaglie della “grande
crisi” economica mondiale del 29, ma anche con le pressioni delle
grandi squadre che volevano ad ogni costo Reguzzoni e Bocchi, che al
termine della stagione partirono poi verso Bologna e Milan. In seguito Rangone fu anche allenatore del Torino nel 1937-38, chiamato dal mitico Pres. Ferruccio Novo, che stava iniziando ad assemblare quello che diventerà il “Grande Toro”. . |
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