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- PRO PATRIA ET LIBERTATE
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NEL PASSATO, NEL PRESENTE, NEL FUTURO ERI SEI E SARAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI: FORZA PRO PATRIA... PRIMO GRANDE AMORE!
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PRO PATRIA
VIRTUS VERONA
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Padova 35 L.R. Vicenza 31 FeralpiSalò 25 Trento 25 Lumezzane 24 Atalanta U23 23 Alcione Milano 22 Novara 20 Renate 20 Lecco 19 Virtus Verona 19 AlbinoLeffe 17 Giana Erminio 15 Pro Vercelli 15 ArzignanoChiampo 14 Caldiero Terme 14 PRO PATRIA 14 Pergolettese 13 Union Clodiense 8 Triestina (-1) 6
2000 - 2019
Nel marzo 1999, la famiglia Vender acquista la Pro Patria, nominando Riccardo Guffanti direttore generale. Alcune bandiere rimangono, ma c’è un cambio radicale nella rosa guidata da Gianfranco Motta. Eppure i playoff - sconfitta con la Triestina – restano sempre un tabù.
Almeno fino al 9 giugno 2002 quando – dopo un’epica semifinale a Novara decisa da Dall’Acqua - arriva la promozione in C1 con la doppia finale contro la Sangiovannese, decisa da Erba all’andata e Zaffaroni al ritorno. In panca c’è Carletto Muraro.
E il picco di una presidenza che dura un decennio, con grandi giocatori (tra cui Paolo Tramezzani), partiteindimenticabili (il 4-3 all'imbattibile Genoa e il 4-2 contro il Pisa, rimontato da una tripletta di Temelin con i tigrotti in nove) e un finale amaro ai playout col Verona.
Il 2008-2009, dopo il ripescaggio, è l’anno del calcio spettacolo (ma delle grane societarie): il Dream Team arriva a un passo dalla Serie B , dopo aver ceduto il passo al Cesena nella stagione regolare. Ai playoff, una leggendaria semifinale contro la Reggiana (4-5 al “Giglio” con tripletta di Do Prado, dopo il 3-0 granata), vale la finale. Ma lo 0-0 di Padova e un inqualificabile 1-2 in uno “Speroni” tutto esaurito (con i tigrotti in superiorità numerica) fanno sfumare il sogno cadetteria.
La rinascita si chiama Aurora Pro Patria 1919, ma senza successi. Tra flop, spese folli ed esoneri (a farne le spese anche Vincenzo Cosco), l'incubo retrocessione diventa realtà ai playout con il Pergocrema: 2-2 a Busto e 1-1 a Crema.
La Pro prova subito a risalire: nonostante mille peripezie societarie (giocatori sfrattati, occupazione degli spogliatoi, collette dei tifosi...), i tigrotti di Novelli vanno a un passo dell’impresa . Dopo un’esaltante vittoria a Busto con show di Pacilli e una stoica resistenza a Vercelli contro tutto e tutti, i biancoblu devono arrendersi in finale a Salò.
Nel 2011-2012, con Cusatis in panchina, la Pro si vede soffiare una meritata promozione sul campo da 11 punti di penalizzazione, tesoro della gestione precedente. Ma i festeggiamenti slittano solo di un anno: a Casale, con lo 0-2 firmato Calzi-Bruccini, i tigrotti tornano in Prima Divisione.
Capitan Serafini segna 75 gol in questi anni, terzo goleador di sempre dietro a leggende come Reguzzoni e Turconi.
Dopo il ripescaggio a fine campionato 2014-15 (retrocessione ai playout contro il Lumezzane, dopo una stagione macchiata dall’inchiesta con arresti “dirty soccer”) e la caduta in serie D l’anno successivo, la Pro Patria trova ancora la forza di rialzarsi.
La bustocca Patrizia Testa alla presidenza, Sandro Turotti direttore sportivo e Ivan Javorcic in panchina restituiscono credibilità e Serie C alla Pro Patria. Con l’estro dell’argentino Santana e l’esperienza del “canterano” Riccardo Colombo, la Pro vince il campionato dopo un duello punto a punto col Rezzato, conquistando il 2 giugno del 2018 lo Scudetto di Serie D.
Nel campionato del centenario i tigrotti di Javorcic si fermano solo ai playoff contro una Carrarese grandi firme, dopo essersi tolti il lusso di lasciare in bianco la corazzata Entella, di espugnare l'Arena Garibaldi di Pisa, il “Piola” di Novara e il “Moccagatta” di Alessandria.
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