|
PORTOGRUARO
SUMMAGA
CALCIO
1990
|
Calcio
Portogruaro-Summaga A.S. srl 1919
Colori sociali: maglia granata, calzoncini granata, calzettoni granata
Sede: via Cavour 34/3, 30026 Portogruaro (Ve)
Stadio "Pier Giovanni Mecchia", viale Cadorna 1, 30026 PortogruaroDimensioni (105 x 65) - Capienza 2.500
Portogruaro 25.300 abitanti – Tot. prov. di Venezia 305.000
Abbonamenti: 150
ORGANIGRAMMA
SOCIETARIO
Presidente:
Francesco Mio
Vice
Presidente: Giuseppe
Mio
Amm.
Del : Paolo Mio
Direttore
sportivo: Alfio
Pelliccioni
Segretario:
Pasquale Morlino
Team
manager: Thomas Padoan
Responsabile
marketing: Luca Vaiente
Addetto
stampa: Andrea Mio
Resp.
settore giovanile:
Sergio Pinzin
Responsabile
sicurezza: Galdino
Ronco
Addetto
all'arbitro: Umberto
Gerolin
Allenatore:
Manuele Domenicali
All.
in seconda: Luca Lugnan
Prep.
atletico: Marco Nastasi
Prep.
portieri: Alfredo
Geraci
Resp.
sanitario: Dott. Pietro
Formentini
Medici
sociali: Dott. Roberto
Anzanello – Dott. Nicola Forte
Massaggiatore:
Luigi Zanusso
Magazziniere:
Maurizio Barbon
IL
CALCIOMERCATO
Arrivi:
Cherubini
(d77-Perugia), Dus (d91-Milan), Mattielig (c80-Venezia), Rossi
(p77-Gallipoli), Marcato (p88-Union Quinto), Gotti (d86-Udinese via
Padova), Fasciani (d88-Grosseto), Da Silva (Bra. a78-Verona), Peana
(d86- Cagliari via Crotone), Specchia (d76-Spal)
Partenze:
Federici (d77-Pergocrema), Eddy Baggio II° (a74) e Deinite
(c83-Sangiovannese), Adami (d76-res.), Semenzato (d87-Venezia),
Gardin (c79-Sacilese), Locatelli (d81-Valle del Giovenco), Ibekwe (Nig.
a84-Venezia)
LA
ROSA
PORTIERI:
Carrara (89), Marcato (88), Rossi (77)
DIFENSORI:
Cardin (88), Cherubini (77), Dus (91), Fasciani (88), Gargiulo (88),
Gotti (86), Madaschi (Aus. 82), Montero (Arg. 78), Peana (86),
Specchia (76)
CENTROCAMPISTI:
Carboni (79), Cuffa (Arg. 81), Giardina (81), Levacovich
(75), Mattielig (80), Mortelliti (76), Scozzarella (88)
ATTACCANTI:
Abate (81), Cunico (78), Da Silva-Barbosa (Bra-78), Maniero (74)
GLI
ULTIMI CINQUE CAMPIONATI
2003-04
Serie D/c - 1° posto - PROMOSSO
in Serie C2 –
All. G. Fonti
2004-05
Serie C2/a – 13° posto –
All. G. Fonti
2005-06
Serie C2/a – 15° posto –
perde i play-out contro la Biellese, retrocede in Serie D, ma viene
ripescato – All. G. Fonti/Gaburro/Cagnin/Gaburro
2006-07
Serie C2/a - 15° posto salvo ai play-out contro il Montichiari –
All. A. Manzo/Zecchini/Sorbi
2007-08
Serie C2/b - 3° posto, vince i
play-off contro il Bassano - PROMOSSO
in Prima Divisione
– All. E. Domenicali
PRO
PATRIA – PORTOGRUARO:
Arbitro Sig.Vivenzi di Brescia
Primo storico incontro tra Pro e Portogruaro,
compagine veneta che va così ad ingrossare l'elenco delle squadre
affrontate dai tigrotti nella loro lunga storia. Una lista a cui
manca solo una formazione molisana, per poter dire di aver
affrontato in gare ufficiali, squadre di tutte le regioni della
penisola e sarebbe un record anche questo.
Biancoblù
che devono centrare la vittoria, dopo lo scivolone, in tutti i
sensi, visto il terreno quasi fangoso al termine della gara, di
Ravenna, per mantenere il contatto con la Spal che, la settimana
scorsa ha detronizzato la Pro, dalla vetta della classifica dopo
quasi 13 settimane di regno consecutivo, quasi incontrastato.
Avversario
di turno il Portogruaro, ultimo in classifica con tredici punti,
guidato da Manuele Domenicali; un nome conosciuto dalle parti di
Busto e dintorni, per aver guidato ad inizio carriera, diverse
formazioni dilettanti del Piemonte, tra cui il Borgosesia, che la
Pro affrontò nei play-out di C2, nella stagione 98-99 con vittoria
biancolù in entrambi gli incontri (0-2 in riva al Sesia e 3-0 a
Busto), ma con altra guida tecnica.
Granata
che nell'ultimo turno hanno vinto in casa contro la Reggiana,
rifilando un poker agli emiliani, maturato tutto nella ripresa con
reti di Cuffa, Mortelliti, e doppietta di Cunico, in una gara
giocata su un terreno pesante e sotto la pioggia che, ha smesso ad
inizio gara e poi ha ripreso nella ripresa. Portogruaro che quindi
si presenterà allo “Speroni”, con il morale alto e la voglia di
fare bene per cercare di puntellare ulteriormente la propria
classifica, in attesa di migliorare la squadra nell'ormai prossimo
mercato di Gennaio, dove ha già fatto registrre il primo ingresso
con l'arrivo dell'esperto difensore Simone Pavan, scuola Atalanta,
per anni in A e B, con le maglie di Sampdoria, Venezia e Livorno.
Giocatore che non sarà disponibile per la gara contro i tigrotti.
Così come mancherà per squalifica Mattias Cuffa giocatore
argentino, anima della squadra, tutto destro e bomber con cinque
centri. Un Portogruaro che ha pagato lo scotto del salto di
categoria e dopo un avvio difficile, culminato con la pesante
sconfitta interna contro la Samb per 4-1, alla 7^ giornata, sembra
aver trovato le misure giuste per questo campionato; nelle ultime
tre gare ha centrato due vittorie sempre in casa (Ravenna e
Reggiana) e nelle giornate precedente ha imposto il pari al “Mecchia”,
al Verona ed è andata a pareggiare a Ferrara. In questa prima fase
della stagione, i granata, sono andati a conquistarsi anche la perla
della vittoria a Cremona, alla quinta giornata, in una domenica
molto particolare per la società veneta, in quanto poche ore prima
era spirato lo storico presidente Dino Mio. Ad allo Zini, la squadra
di Domenicali, si impose con un perentorio e meritato 2-0, per
quella che è sta ta anche la prima vittoria in categoria.
Per
la gara contro la Pro, i portogruaresi, devono anche verificare le
condizioni dei difensori Gargiulo e Cardin, rimasto al palo domenica
scorsa, ma rientrerà Carboni sull linea mediana di centrocampo.
La
formazione non dovrebbe quindi discostare molto da quella che ha
rifilato il poker alla Reggiana con Domenicali che dovrà scegliere
il modulo da applicare se il 4-4-2 atipico che diventa un 4-3-3 con
Mattielig a fare da cerniere trai reparti, oppure il 4-2-3-1.
Tra
i pali un portiere esperto come Francesco Rossi, tanta C1 alle
spalle da titolare con le maglie di Foggia, Grosseto e Gallipoli.
Non molto alto, ma dotato di esperienza, occhio e sa guidare la
difesa. Difesa che indipendentemente dal modulo sarà schierata a
quattro, fermo restando da valutare le condizioni di Gargiulo e
Cardin, si riproporrà come domenica scorsa con il sardo Peana (86)
a destra, giocatore roccioso e di pura marcatura e Gotti (86) a
sinistra, con il mancino che spinge più del compagno, portandosi in
zona cross. Al centro un coppia formata da Adrian Madaschi (82) e
Lucas Rodrigo Montero (78). Il primo è un italo-australiano,
prodotto delle giovanili dell'Atalanta, di quasi un metro e novanta
di altezza, che vanta esperienze in diverse squadre di livello di
categoria come Monza, Spezia e Grosseto, ma anche in formazioni
scozzesi. Il secondo è un argentino della stessa stazza di Madaschi,
con in più le classiche doti di un difensore, senso della
posizione, piedi discreti e quando serve tanta concretezza.
Per
il reparto arretrato rimangono a disposizione altri elementi esperti
come Cherubini (classe 77), giocatore di fascia sinistra che gioca
come esterno basso con compiti di contenimento; negli ultimi anni ha
indossato le maglie di Vicenza, Ternana, Ravenna, Perugia e
Fiorentina, sempre da titolare. Come difensore centrale il
napoletano Specchia (76) con tanta C1 e C2 in carriera.
Centrocampo
dove Scozzarella (88) e Giardina si contendono la maglia da
titolare, lasciata libera da Cuffa squalificato. Il secondo sembra
però decisamente in vantaggio, avendo dalla sua esperienza, contro
la giovane età del compagno, avendo inoltre fatto bene domenica
scorsa. Giardina, già incontrato nelle stagioni scorse con la
maglia del Pisa è un po' l'uomo di fiducia di Domenicali che con
lui ha vinto un campionato a Gela. Sulla destra dovrebbe rientrare
Carboni, altro sardo dal fisico minuto (170 cm per 67 kg), giocatore
tecnico, sgusciante, portato a saltare l'uomo per cercare la
superiorità numerica. Elemento che la Pro ha già incrociato nel
biennio 96-98, quando indossava la maglia del Tempio Pausania,
mettendosi in mostra al punto che la Sampdoria, lo acquistò.
Completa il reparto Mattielig, esterno sinistro, una delle bandiere
dei granata, ritornato alla base dopo un biennio al Venezia.
Tra
i giocatori a disposizione, Levacovich (75) e Mortelliti. Il primo
ennesimo sardo della rosa ed alfiere di Domenicali che lo ha
allenato a Gela, rapido e tecnico. Il secondo è alla terza stagione
a Portogruaro, classica mezzapunta rapida ed estrosa che gioca a
ridosso delle punte, inserendosi da dietro e che cerca di portare
fuori zona i propri marcatori con rientri a centrocampo. Nella
scorsa stagione 9 reti. Altro elemento già incontrato quando
giocava nell'Acireale.
In
avanti Abate, otto reti la scorsa stagione in granata e cinque
l'annata precedente con il San Marino, agile e rapido elemento che
ben si combina con Cunico, bandiera della squadra autore di una
doppietta nell'ultima gara contro la Reggiana, in cui si è
sbloccato. Cunico, settima stagione, ma non consecutiva a
Portogruaro, con 12 reti realizzate nello scorso campionato per 33
centri complessivi nelle ultime tre annate. Giocatore che svaria sul
fronte d'attacco, dotato di discreta tecnica, preferisce agire
partendo fuori i sedici metri. A disposizione il brasiliano Da
Silva, al Verona la scorsa stagione ed Andrea Maniero (74), ex di
Padova, Pavia, San Marino, uno che ha una discreta dimestichezza con
la via della rete.
Portogruaro
che gioca molto con scambi rapidi sullo stretto, specie sulla
trequarti campo, con un modulo 4-4-2 ordinato e compatto, con tre
centrocampisti di ruolo e Mattielig che, sulla sinistra, fa da
cerniera tra attacco e centrocampo, facendolo diventare a tratti un
4-3-3. Difficilmente la formazione di Domenicali, alza i ritmi del
gioco, con Madaschi che spesso diventa il regista arretrato della
squadra portandosi anche a centrocampo, con aperture improvvise da
centrocampo a cercare Cunico che spazia anche fuori dall'area,
specialmente sulla destra, cercando di portare più uomini possibile
in breve tempo attorno al perimetro di tiro con gli esterni che si
portano spesso in sovrapposizione palla a terra sulle fasce.
La
manovra vede spesso portare velocemente diversi uomini sul perimetro
di tiro, facendo a turno il taglio in area con scambi palla a terra
con il veloce Abate che agisce per vie centrali, e nella fase di
attacco esce dai sedici metri per fare spazio agli inserimenti di
Mattielig in particolare, ma anche di Carbone o Mortelliti. Altro
schema in avanti sempre con scambi continuati, sempre a cercare
Abate, protagonista come uomo assist, per l'inserimento a rimorchio
di un compagno.
Squadra
che poi cerca di rintanarsi nella propria metà campo cercando di
ripartire con il lancio lungo, ma a filo d'erba per le due punte.
Gotti che dalla fascia si porta in avanti. Gli angoli dalla destra
vengono battuti da Giardina, spesso e volentieri con un tiro teso in
mezzo all'area.
Squadra
che cerca di colpire a freddo come con la partenza contro la
Reggiana ed il goal in apertura di ripresa con Cuffa. Soffre
notevolmente il cambio di ritmo e se viene attaccata in velocità e
ricorda nell'atteggiamento difensivo la Pro di Muraro; molto
raccolta e poi lancio lungo a cercare le punte e nella fase di
ripiegamento rientra tutta nella propria metà campo, lasciando le
due punte avanti poco oltre la linea di metà campo.
Portogruaro
che fuori casa ha raccolto solo quattro punti, ma attenzione frutto
della vittoria di Cremona, alla quinta giornata ed il pareggio di
Ferrara all'ottava giornata. Nelle gare esterne ha realizzato cinque
reti (due a Cremona) e subite tredici, sul totale rispettivo di
tredici e venti. Granata che hanno il maggior numero di sconfitte
nel girone, sette delle quali cinque fuori casa.
LA STORIA
La storia della
Società Calcistica Portogruarese, è contemporanea alla nascita
della Pro Patria et Libertate sez. calcio, fondata nel 1919, anche
se in realtà il calcio a Busto veniva già praticato da circa un
ventennio e le prime gare ufficiali risalgono al 1907. Nel centro
veneto, la prima società riconosciuta venne infatti fondata al
termine della Prima Guerra Mondiale, con gli attuali colori sociali;
maglia granata e calzoncini bianchi. Disputando i primi incontri a
carattere locale, proprio dove ora sorge lo stadio "Pier
Giovanni Mecchia", denominata ai tempi "Foro Boario"
e nei cui pressi sorgeva un impianto di imbottigliamento del famoso
birrificio Dreher. Nel 1922 la società assunse il nome di “Romatina”,
i soci e i giocatori erano aumentati tanto da richiedere lo
spostamento di sede a Borgo San Gottardo. Tornado poi a giocare nel
primo impianto a seguito di un lascito, fatto da Pier Giovanni
Mecchia, che consentiva ai granata di poter disputare i propri
incontri, in quello che ai tempi era un velodromo.
La
società prende parte a campionati di IV^ divisione e Promozione,
fino alla stagione 1945-46, quando raggiunse uno dei picchi più
alti della propria storia approdando in Serie C. Categoria che
mantiene per solo due campionati, retrocedendo al termine
dell'annata 47-48. La società è nelle mani del Comm. Leonardo
Carponi che ne reggerà le sorti, per tre decenni. In questo periodo
si mette in luce Lorenzo Buffon, poi portiere del Milan e zio del più
famoso Gigi, portiere della Nazionale. In Quarta Serie i granata
militano sino alla stagione 64-65, quando retrocedono in Prima
Categoria, dove giocano per due stagioni, venendo ripescati in Serie
D, dopo un quinto posto in chiusura del campionato 66-67. Rimane in
Quarta Serie per un decennio tra alti e bassi, ed agli inizi degli
anni 70' si mette in luce un giovanissimo Gibellini, poi prolifico
attaccante in serie cadetta con le maglie di Verona, Spal, Como e
Padova
Il
Portogruaro nella stagione 1969-70, centra un ottimo quinto posto
nel girone C di Serie D, totalizzando 41 punti con un ottimo reparto
avanzato. Il centravanti Pagura, diventa il capocannoniere del
raggruppamento realizzando 13 reti e l'ala Tosetto segue a 12.
Campionato 70-71, sfiora il ritorno in Serie C, chiudendo a due
lunghezze dal Belluno promosso (48 punti contro 46), ancora in
evidenza Tosetto con 9 reti, ma fa meglio Grion con undici. In
panchina Dino Moscardo.
Annata
71-72, come allenatore troviamo Aldo Simoncello, chiude ancora tra i
primi con un quarto posto finale a 38 punti, ma ben lontano dalla
Triestina che vince il girone a 52. Il campionato seguente si piazza
a centro classifica, così come la stagione successiva, che segna di
fatto la fine dell'era del patron Leonardo Corponi dopo trent'anni.
Il
nuovo presidente dei granata è il Comm. Armando Furlanis, il quale
per il campionato di Serie D, 1974-75, affida la panchina
all'esordiente Carlo Soldo, ex giocatore di Inter, Varese, Lazio ed
allenatore della Pro, nella stagione 81-82 in C1. Il Portogruaro si
piazza ancora a metà, con i giocatori Sacchi e Tronco che disputano
tutte le 34 partite. Campionato 75-76, in panchina si siede Albano
Vicariotto. Arriva una salvezza sofferta con tre punti di vantaggio
sulle retrocesse
I
granata rimango in Serie D, fino alla stagione 76-77, quando
chiudendo la stagione al penultimo posto a pari merito con
Sampietrese a 28 punti retrocedono in Promozione, nonostante le
undici reti dell'attaccante Zuittion. Alla presidenza sempre
Furlanis, mentre come allenatore Alberto Lazzarini. I granata
rimangono in questa dimensione calcistica fino all'estate del 1990,
quando con l'avvento della Famiglia Mio, avviene la fusione con il
confinate A.C. Summaga, anch'essa militante in Promozione, dando così
vita alla società “Calcio PortogruaroSummaga A.S.” I nuovi
proprietari, con a capo il patriarca Dino, imprenditori nel ramo
dell'arredamento d'ufficio, danno subito un forte impulso al nuovo
sodalizio, il quale dopo tre stagioni, nel 92-93 centra la prima
Promozione con il passaggio in Eccellenza. Cerca il doppio salto, ma
deve attendere anche qui altre tre stagioni, dopo aver sfiorato più
volte la promozione che arriva solo nel 95-96, con l'approdo nel
Campionato Nazionale Dilettanti, ma retrocede subito, risalendo
prontamente.
Dopo
alcuni tentativi andati a vuoto di approdare nel calcio
professionistico, arriva l'agognata promozione, al termine del
campionato 2003-04. In squadra Cunico (33 p e 15 reti) e Mattielig,
presenti anche nella rosa attuale, oltre alla punta Maccagnan,
autore di 11 reti, guidata in panchina da Gianfranco Fonti. Per
l'esordio in C2, la squadra è sempre nelle mani di Fonti; Cunico
passa alla Spal, ed in rosa tra gli altri Stocco, Marco Moro, Mateos.
In porta l'ex portiere biancoblù Nicola Visentin (alla Pro nella
stagione 98-99). I granata dopo un ottimo girone di andata, chiuso
nelle prime posizioni con 25 punti, nel ritorno soffrono, nonostante
le 18 reti del bomber Giovanni Volpato (capocannoniere del girone)
centrano la salvezza all'ultima giornata chiudendo al tredicesimo
posto.
2005-06
squadra affidata inizialmente ancora a Gianfranco Fonti, in porta
sempre Visentin, che però poi verrà squalificato per oltre un
anno, per uso di sostanze non consentite. Torna Cunico, dalla non
felice esperienza di Ferrara, con lui in attacco la promessa mai
sbocciata di Lauro Florean ed un certo Guerrino Gasparello. L'ex
bomber tigrotto, alla sua prima esperienza nel calcio
professionistico, va a segno otto volte in 32 presenze. Dopo le
prime giornate di campionato s'incrinano i rapporti con il
presidente Mio Dino ed a metà ottobre viene chiamato il veronese
Marco Gaburro, poco più che trentenne che rileva la squadra sul
fondo classifica. Infila una serie di pareggi, poi la svolta con la
vittoria esterna a Legnano, perde in casa subito dopo con il
Carpenedolo e poi va vincere ancora in trasferta a Biella. Altri tre
pareggi di fila con le prime della classe ed andando a vincere poi a
Valenza Po, chiudendo l'andata a 18 punti e con il mercato invernale
arrivano degli innesti importanti, che danno nuovo vigore alla
squadra portandola fuori dalla zona di pericolo con sette punti in
tre gare, ma dietro l'angolo c'è un'amara sorpresa la notte tra il
28 e il 29 Gennaio 2006, il tecnico Gaburro ha un tremendo incidente
d'auto che fa temere per la sua vita. La squadra, affidata al
tecnico in seconda Cagnin ha un contraccolpo forte e cede di
schianto. Gaburro fortunatamente riesce a riprendersi e dopo nemmeno
un mese riprende la guida dei granata, andando in panchina con la
sedia a rotelle, decisamente non al meglio della condizione fisica.
Centra un filotto di nove partite utili che sembrano portare il
Portogruaro ancora fuori della secche, ma alcuni episodi sfortunati,
come traverse clamorose e tre rigori di fila sb agliati, portano la
formazione veneta a giocarsi la salvezza ai play-out contro la
Biellese (degli ex biancoblù Merlin e Biagi), per di più con
l'organico a pezzi per squalifiche ed infortuni, tra cui proprio
Gasparello; sconfitta di misura in Piemonte, colpendo due volte i
legni della porta laniera e pareggio a reti bianche in casa. In
estate il club viene però ripescato in C2.
2006-07,
sulla panchina granata inizialmente trova posto Andrea Manzo, quindi
approda l'ex tigrotto, Luciano Zecchini (per due volte allenatore
della Pro, in epoca diversa). Gasparello passa al Rovigo, al suo
posto arrivano Pietranera (ex Pavia e Reggiana) e Scapini, attuale
attaccante del Verona. Nella parte finale del campionato, Zecchini
deve lasciare il posto ad Attilio Sorbi (ex centrocampista della
Roma anni 80'); con lui la squadra riesce a risalire alcune
posizioni arrivando alla salvezza ancora ai play-out, contro il
Montichiari (0-0 nel bresciano 1-1 in casa).
Campionato
2007-08 la Famiglia Mio, punta al salto di categoria, alla guida
della squadra viene chiamato inizialmente Paolo Indiani, il quale
dopo aver accettato poi rifiuta la guida della squadra granata, la
scelta cade poi su Lele Domenicali, che negli precedenti aveva
portato il Gela in C1. In squadra oltre ai soliti Cunico, Mortelliti,
Madaschi, arrivano gli argentini Cuffa e Montero, il nigeriano
Ibekwe ed Eddy Baggio. Il Portogruaro, con un modulo 4-2-3-1, parte
forte ed inanella una serie di vittorie che lo portano in vetta fino
alla sosta natalizia; al riprendere del campionato a Gennaio và in
crisi conquistando solo sei punti in dieci gare, che mettono a
repentaglio anche la partecipazione ai play-off, che acciuffa poi
conquistando cinque vittorie nelle ultime cinque gare. Un bottino
che permette di chiudere la stagione regolare al terzo posto
qualificandosi agli spareggi promozione dove in semifinale incontra
la più accredita Spal. A Ferrara, perde per 2-1; al 48' Furlanetto
per i padroni di casa, Maniero all'81' acciuffa il pari, ma quattro
minuti dopo è Giorgi per gli spallini a fissare il punteggio. Al
“Mecchia”, i granata s'impongono in una clamorosa rimonta
passano da 0-2 con le reti ad inizio ripresa di Furlanetto e La
Grotteria, al 3-2, con reti di Scozzarella (60'), Mortelliti (65') e
Cuffa (87') andando così in finale contro il Bassano. Gara di
andata in casa per gli uomini di Domenicali, i quali s'impongono per
3-2:
22'
Rondon (B), 29' Maniero (P), 49' Abate (P), 54' Madaschi (P), 62'
Berrettoni (B). Nella gara di ritorno a Bassano, l'8 Giugno 2008,
gli uomini di Domenicali, s'impongono sull'ambiziosa compagine di
Glerean e di Renzo Rosso (proprietario della Diesel jeans), per 2-1:
46' pt Abate (P), 68' Cunico (P), 85' Lorenzini (B), dopo che i
locali avevano sbagliato un rigore nella prima frazione di gioco.
Due risultati che aprono le porte alla Prima Divisione, punto più
alto della storia della società. Nel 2008, alla vigilia della gara
esterna contro la Cremonese (5^ giornata) muore ad ottantadue anni,
il presidente Mio Dino, per venticinque stagioni a capo del
sodalizio granata. La formazione di Domenicali, per onorarne al
meglio la scomparsa centra una prestigiosa vittoria, la prima in
categoria.
IL
PERSONAGGIO
Marco
Gaburro, della provincia veronese (Pescantina 23.06.1973), ma
trentino di adozione, è un vero e proprio personaggio, il quale
nonostante la giovane età, si è saputo ritagliare una bella fetta
di notorietà per aver scritto alcuni libri sul calcio, sul rapporto
tra gli adolescenti e le strutture calcistichi e purtroppo anche per
un brutto incidente automobilistico avvenuto nella notte tra il 28 e
29 Gennaio 2006, che gli poteva costare la vita, proprio mentre era
allenatore del Portogruaro.
Un
precoce, bruciato dalla passione per il calcio. Inizia a giocare
come portiere, ma una lussazione alla spalla lo blocca e smette a 19
anni, cominciando così ad allenare, facendosi tutte le categorie
giovanili, dai Pulcini alla Juniores, per otto anni, nel Pescantina,
a casa sua, trovando anche il tempo di prendere il diploma Isef.
Passa quindi alle dipendenze del Sona. Arriva la chiamata
dell'ambizioso presidente della Poggese (cittadina della provincia
mantovana che, negli anni scorsi salì dalla Prima Categoria alla
C2, per poi scomparire di nuovo), Everardo Trazzi che, lo vuole a
Poggio Rusco per la Juniores e dopo 25 giornate lo promuove in prima
squadra in Serie D, al posto di Sgarbossa. Gaburro, vince il
campionato con 10 punti di vantaggio. A soli 28 anni fa così il suo
esordio su una panchina di C2, con la Poggese, ma viene esonerato
quasi a metà stagione per poi venire richiamato, ma non riesce a
portare in salvo la matricola mantovana. Nel frattempo ne approfitta
per completare gli studi e si laurea in Scienze motorie. Nel 2001 si
prende anche il diploma a Coverciano. Nell'ottobre del 2002 lo
chiama il Mezzorona in Serie D, con cui centra la salvezza e nella
stagione seguente si piazza all'ottavo posto.
La
notte del 28-29 Gennaio 2006 di ritorno da una cena dalla vicina
Caorle, perde il controllo della sua vettura, una Mercedes classe A,
finendo contro un platano, lungo la statale Jesolana. Rimane ferita
anche un'amica che era in macchina con lui che riporta ferite e
fratture multiple con sessanta giorni di prognosi. Gaburro, invece
viene subito trasferito nel reparto di terapia intensiva
dell'ospedale di Portogruaro dove viene sottoposto ad un'operazione
durata ben otto ore. Intervento che si rende necessario per ricucire
il fegato, rimasto danneggiato nello scontro e salvargli la milza.
Tre le altre cose riportato la frattura di entrambe le braccia, di
alcune costole e contusioni varie alle gambe. Incredibilmente
ritorna in panchina, sulla sedia a rotelle, solo venti giorni dopo
nella gara che il Portogruaro, vince in casa contro il Casale 2-0.
Sulla panchina nerostellata l'ex trainer bustocco Pat Sala ed in
campo Daniele Dalla Bona.
Prima
della finale play-out contro la Biellese, rivolge tramite stampa un
accorato appello alla città ed alla tifoseria di Portogruaro, per
far quadrato attorno alla squadra che conclude così:
“Serve
il colpo di reni decisivo per permettere a società, città e noi
stessi di restare nel professionismo. In un periodo in cui ad alti
livelli tutto sembra in discussione, qui a Portogruaro si respira
aria di calcio vero. Non so quello che la vita mi riserverà in
futuro e cosa deciderò di fare da lunedì. Ma ora vorrei poter
scendere in campo e dimostrare cosa significhi avere davvero voglia,
fame. Ho un debito verso il territorio e vorrei saldarlo in campo,
con la mia squadra, con un ultimo importante colpo di reni.”
Torna
poi a Mezzocorona dove in seguito ai postumi del grave incidente si
occupa dell'organizzazione del settore giovanile e di guidare la
Berretti.
Nel
2006, passa al Trento da cui a fine stagione viene sollevato a
sorpresa dal suo incarico, dopo una sofferta salvezza. Torna poi al
Mezzocorona e quindi nella parte finale della scorsa stagione
2007-08, prova l'impresa sulla panchina dell'Altavallagarina in
Serie D, ma non riesce a salvare la matricola trentina.
Tra
allenare una squadra di calcio e l'altra, tenere corsi di
aggiornamento per tecnici, trova anche il tempo di essere al centro
di numerose attività che spaziano da un programma radiofonico a
quelle di collaboratore per il quotidiano trentino L'Adige a quelle
didattico-sportive e turistiche del Trentino, scrivendo diversi
libri che, ovviamente parlano di calcio. Nel 2005, quando è alla
guida del Mezzocorona, pubblica “Calcio al calcio-Pallonate nel
diario di un mister”.
Una
raccolta che prende origine da una rubrica settimanale che lo stesso
Gaburro teneva sulle colonne del L'Adige di Trento. Un libro questa
volta volta non dedicato agli addetti ai lavori, dedicati come in
passato ai soli temi di tattica calcistica e crescita del settore
giovanile, ma un libro che spazia su diversi temi, come la tecnica,
lotta al doping, aspetti sociali e di costume, tipologie d'
allenamento, crescita dei giovani. La prefazione di questo suo libro
la dice lunga: “Il mondo del pallone è fermo al semaforo rosso.
Solo che non si capisce chi l' abbia messo, e quando tornerà
verde...”.
I
PRECEDENTI
Palmares
Pro
Patria: 12 campionati
di Serie A / 1 Coppa delle Alpi
Portogruaro:
1 campionato di Prima
Divisione
LA
TIFOSERIA
La città di Portogruaro (in provincia di Venezia),
nonostante le dimensioni ridotte, ma con dalla sua con il vantaggio
di poter contare su un ampio territorio di influenza e lontana dai
richiami del grande calcio, ha potuto sempre contare su una
tifoseria penalizzata si dai piccoli numeri, ma affezionata.
Ovviamente considerate le categorie in cui ha sempre militato il
sodalizio granata, quasi sempre dilettantistiche fino alla recente
storia conclusa con il salto in Prima Divisione, punto più alto mai
raggiunto dal club.
La
squadra e la tifoseria hanno la loro casa, presso lo stadio “Pier
Giovanni Mecchia”, un tempo velodromo, di cui conserva ancora la
struttura; impianto donato negli anni 20' proprio dallo stesso
Mecchia a cui è tutt'ora intitolato.
Il balzo in avanti avviene nell’estate del 1990, con la fusione
tra l'Ac Portogruaro e l'Ac. Summaga entrambe militanti ai tempi in
Promozione e con l'ingresso in maniera concreta della famiglia Mio
che portò la società a scalare in breve tempo diverse categoria,
aggregando un numero sempre maggiori di appassionati attorno ai
granata, che già nella seconda metà degli anni 80' poteva contare
su un gruppo di Ultras denominato Wild Brothers, che per alcune
stagioni seguirono con costanza la squadra. Al loro scioglimento,
nessuno prese in mano le redini della tifoseria che rimase spontanea
e senza organizzazione per circa un decennio. Nel 1997, qualche anno
dopo la suddetta fusione e a seguito di campionati più
soddisfacenti, nacquero le “Furie Granata”, che nonostante i
numeri ridotti, da allora sono al fianco della squadra con passione,
assaporando lo storico salto di categoria, avvenuto al termine della
scorsa stagione. Dopo 11 anni dalla loro nascita la giovane
tifoseria portogruarese ha preso così a confrontarsi con realtà
superiori, tra le quali la vicina tifoseria veneziana.
Il
balzo in Prima Divisione ha portato entusiasmo nel centro della
provincia veneziana e, negli scorsi mesi sono stati aperti due club
di tifosi. Il “Portosummaga club Dino Mio 2008”, con sede a
Summaga di Portogruaro intitolato allo storico presidente appena
scomparso ed il “Portogruaro club”, situato invece presso lo
storico Bar Dreher, proprio a pochi metri dallo stadio “Mecchia”.
In
questa stagione le tessere staccate sono state 150, con la punta
massima di affluenza per la gara interna contro il Verona, quando si
registrarono circa 2.200 presenze. La media spettatori al
“Mecchia” si è attestata poco sotto le mille unità. Uno dei
record di presenze nell'impianto di Portoguaro, attorno alle 2.500
presenze, risale all'incontro di semifinale play-off della scorsa
stagione, quando in granata s'imposero sulla Spal per 3-2. Per le
trasferte, sempre all'annata appena conclusa, quando circa 700
tifosi del “Porto”, si recarono nella non distante Bassano del
Grappa, per la finale play-off, contro la formazione locale, partita
che sigillò la storica promozione in Prima Divisione della
compagine portogruarense.
Capitolo
amicizie, per i granata quella con gli Ultras del Chioggia
Sottomarina, datata 97. Nessun gemellaggio da segnalare così come
per le rivalità.
Portogruaro
- Spal 07/08