LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

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SAMBENEDETTESE

S.S.C. 1923

 

 

 

SAMBENEDETTESE Società Sportiva Calcio srl (1923)

Stadio “Riviera delle Palme” via dello Sport, 62, San Benedetto del Tronto (Ap)

Dimensioni (105 X 65) - Capienza 20.000 (omologato per 9.999) Spettatori

Divisa sociale: maglia a quarti rossoblù, calzoncini e calzettoni blù.

San Benedetto del Tronto (AP) 47.000 abitanti circa – Tot. prov di Ascoli Piceno 369.000

 

Abbonamenti

Stagione 2002-03: 1.588

Stagione 2003-04: 1.610

Stagione 2004-05: 1.631

Stagione 2005-06: 1.714

Stagione 2006-07: 1.540

Stagione 2007-08: 1.917

Stagione 2008-09: 1.190



PRESIDENTE: Giovanni Tormenti

VICE PRESIDENTE: Paolo Tormenti

DIRETTORE MARKETING E COMUNICAZIONE: Marcello Tormenti

DIRETTORE FINANZIARIO: Franco Tormenti

SEGRETARIO GENERALE: Nazzareno Marchionni

ADDETTO STAMPA: Stefano Bruni

UFFICIO STAMPA E SITO WEB: Piero Zazzetta, Luigi Coccia, William Clementi, Roberto Salvucci, Paolo Chiappini, Enrico Tassotti

SEGRETERIA: Patrizia Ciabattoni

UFFICIO MARKETING: Dalia Consorti, Simona Piergianni

DIRETTORE SPORTIVO: Luca Evangelisti

ALLENATORE: Enrico Piccioni

ALL. IN SECONDA: Enzo Scarpantoni

PREP. ATLETICI: Enzo Vagnini, Saverio Consorti

PREP. PORTIERI: Stefano Leoni

MEDICO SOCIALE: Dott. Antonio Bozzi

RESP. SANITARIO: Dott. Mario Capriotti

MASSAGGIATORE: Patrizio Palestini

ADDETTO SICUREZZA: Franco Spinelli

MAGAZZINIERE: Gabriele Gabrielli


CALCIOMERCATO


Arrivi: Magnani (c83_Lucchese), Pippi (Bra. 84-Massese via Triestina), Padula (d86-Genoa), Pisano (Arg. d82-Atletico Mineiro), Villa (a79-svin), Briglia (c86-Crotone), Dazzi (p86-Spezia), Marino (d88-Gubbio), Briglia (c86-Crotone), Carrozza (c86-Lecco), Iacoponi (c88-Martina), Magnani (c83-Lucchese), Cigan (Rom. c87-Gallipoli), Melchiorri (a87-Giulianova), Olivieri (Mont. a87-Pescara), Pippi (Bra. a84-CiscoRoma), Tussi (Bra. a84-Guaranì)


Partenza: Alteri (a77), Santoni (d85-Lecco), Camisa (d85-Varese), Carboni (d84-AversaNormanna), Cia (c88-Triestina), Curiale (a87-Vicenza), Giorgino (c85-Taranto), Soddimo (a87-Ancona), Tulli (a87-Mezzocorona), Visi (p71-Ternana)


LA ROSA


Portieri: Ascani (89), Dazzi (86)

Difensori: Balestra (90), Bonfanti (78), Ferrini (85), Ficano (87), Marino (88), Moi (85), Padula (86), Petrella (91), Pisano (Arg. 82), Pistillo (86), Servi (84), Tinazzi (83)

Centrocampisti: Briglia (86), Carozza (86), Evangelisti (90), Forò (87), Hoxhaj (Alb. 89), Iacoponi (88), Magnani (83), Morini (82), Palladini (71), Rossi (82), Titone (88), Visone (83)

Attaccanti: Caselli (89), Cigan (Rom. 87), Melchiorri (87), Olivieri (Mont. 87), Piccioni (91), Pippi (Bra 84), Tussi (Bra 84)

 


LE ULTIME OTTO STAGIONI

 

2000-01 Serie D/f 1° posto, PROMOSSA in C2 - All. Donatelli / Mei

2001-02 Serie C2/b 5° posto, supera in finale play-off il Brescello PROMOSSA in C1 - All. Mei / Beruatto / E. Nicolini / Colantuono-Schiavi

2002-03 Serie C1/b 5° posto, eliminata in semifinale play-off dal Pescara - All. Mattriciani

2003-04 Serie C1/b 7° posto - All. Trillini / Vullo

2004-05 Serie C1/b 4° posto, eliminata in semifinale play-off dal Napoli - All. Ballardini

2005-06 Serie C1/a 15° posto, salva ai play-out contro il Lumezzane – Fallimento società – All. Galderisi/Zecchini/Giannini/Colonello-Zanetti /Voltattorni/Chimenti

2006-07 Serie C1/b 8° posto – All. Calori/ Chimenti/ Ugolotti

2007-08 Serie C1/b 12° posto – All. Ugolotti / Piccioni / Ugolotti

 

 

SAMBENEDETTESE - PRO PATRIA: Arbitro Sig. Zanichelli di Genova


Ultima trasferta del 2008 a San Benedetto del Tronto, contro il rossoblù locali, reduci da una sconfitta esterna per 3-0 e che nelle ultime due gare sono rimasti a secco di punti e che ora si trova a quota sedici in classifica, a tre lunghezze dai fanalini di coda Lecco e Portogruaro.

Sambenedettese che ha avuto un inizio di stagione complicato, caratterizzato anche da una lunga astinenza dal goal durata fino alla settima giornata, quando in un solo colpo ne ha realizzati quattro, per di più in trasferta a Portogruaro, per quella che è stata anche la prima vittoria stagionale, con due soli punti all'attivo nei primi sette turni ed andando incontro a tre sconfitte di fila nelle prime tre gare dell'annata. Da questo inizio, a dir poco difficile, ha saputo poi lentamente rialzarsi, portandosi anche nella pancia del gruppo, mentre nelle ultime due gare ha conosciuto due stop di fila, prima in casa con il Venezia per 1-3 e poi in trasferta per 3-0.

Rispetto all'ultimo turno i marchigiani, recuperano diversi uomini, avendo giocato l'ultima gara privi di ben otto titolari (con difesa ko) fermati a vario titolo da infortuni e squalifiche. Il tecnico Piccioni (ex mediano della Cremonese dell'era Simoni), domenica ha mandato in campo anche il figlio diciassettenne, portato in panchina a completare gli uomini disponibili con altri tre ragazzi delle giovanili.

In casa Samb, per domenica sono previsti alcuni rientri importanti, come il trio di difesa Moi, Bonfanti e Ferrini ed il centrocampista Briglia, mentre in mezzo al campo sarà ancora assente Visone ed in attacco è in forte dubbio la presenza del brasiliano Pippi. Rossoblù che quindi non saranno più in emergenza, ma non sono nemmeno al 100% della forma.

Piccioni proporrà con ogni probabilità lo schema 4-1-4-1, che spesso diventa un rombo, guidato da Palladini davanti alla difesa. In porta Dazzi (ex Spezia), difesa che vede al centro il rientrante Moi giocatore dal fisico possente (188cm per 84kg), forte nel gioco aereo, ma che entra in crisi sulla velocità; al suo fianco l'esperto Bonfanti (ex Alzano, Novara, Fermana e Lecco), giocatore che può essere utilizzato anche come difensore di fascia. Una coppia affiatata e di rentimento. A destra in marcatura Tinazzi, mentre a sinistra si piazzerà il rientrante Ferrini, un passato nel Cesena, giocatore portato a spingere sulla propria corsia.

Come possibili varianti troviamo l'argentino Pisano, difensore centrale altro dal fisico non male, arrivato dai brasiliani dell'Atletico Mineiro, ma che per vari motivi non ha convinto, Servi altro elemento che può essere utilizzato sia al centro che sulla corsia e l'esterno Daniele Marino (88), fratello di Dino, fino alla scorsa stagione alla Pro. A centrocampo l'eterno Palladini (71), sambenedettese doc, cuore della squadra, impiegato nel ruolo di play-maker davanti alla difesa, assente Visone saranno Briglia (Olivieri) e Forò ai suoi fianchi. Sull'esterno agisce Antonio Magnani (ex Lucchese), giocatore rapido e di sostanza, portato al raccordo tra centrocampo ed attacco, ma pronto a ripiegare anche in difesa. Titone (ex Pisa) è il suo sostituto, con caratteristiche però più offensive.

In avanti dovrebbe essere ancora assente il brasiliano Pippi per infortunio, dovrebbe agire come punta centrale il rumeno Cigan (87), con all'esterno uno tra Morini (ex Lumezzane). Una variante quella di Gianmarco Piccioni, classe 91', figlio del tecnico rossoblù, già mandato in campo come titolare nella vittoriosa gara contro la Pro Sesto. Nella rosa, figura anche Evangelisti jr, figlio del neo-ds dei rossoblù

Una squadra che a tratti passa al 4-4-2, con Morini che si aggiunge come seconda punta (esterna) a Cigan al centro, con il tecnico Piccioni, che propone spesso il rombo, con Palladini fulcro della manovra. In difesa presenta una discreta solidità, data anche dall'affiatamento della coppia centrale, che però se presa in velocità mostra qualche crepa. Il gioco passa sempre per i piedi e la testa del trentasettenne Palladini che è l'uomo indicato anche per i calci piazzati. In avanti difficoltà a trovare la via della rete, per la mancanza di uno stoccatore valido, ma ha punte rapide e veloci che possono sempre mettere in difficoltà.

Samb che in casa ha raccolto nove punti, sulle sette gare disputate, dove ha vinto due volte, Padova (1-0) all'ottava giornata e Pro Sesto (2-1) alla dodicesima. Tre i pareggi con Monza, Lumezzane e Cesena sempre per 0-0. Le sconfitte sono due quella dell'ultima gara disputata al “Riviera delle palme”, terminata 1-3 per il Venezia ed alla seconda giornata contro il Pergocrema, guidato da Fortunato. Nelle partite casalinghe ha realizzato 4 reti, subendone sei, per un corrispettivo di 11 goal fatti, peggior attacco del girone e di diciassette al passivo, nella media del raggruppamento. Come migliori realizzatori della squadra, troviamo un quartetto con due reti, formato da Cigan, Forò, Pippi (doppietta contro il Portogruaro) e Morini (una su rigore), tra gli altri marcatori Olivieri dal dischetto, nel poker rifilato al Portogruaro. Pro Patria, che oltre all'avversario, alla ricerca di punti per puntellare la propria classifica, dovrà prestare particolare attenzione anche al terreno di gioco; il manto del “Riviera delle palme”, non è mai stato particolarmente liscio e specie nei mesi invernali presenta un fondo anche fangoso e con il maltempo di questi ultimi giorni potrebbe peggiorare ulteriormente, tutto a svantaggio di una squadra con un'alta cifra tecnica come la Pro, come già successo a Ravenna, tutto a vantaggio invece di una squadra come la Samb, che imposterà la partita su un'attenta difesa e lanci lunghi per le rapide punte, pronte a cercare la ripartenza.


LA STORIA


Il gioco del calcio vide la luce a San Benedetto nel 1907, con la Fortitudo, che disputa partite occasionali ed amichevoli a vario titolo per diversi anni, senza però mai iscriversi a qualsiasi torneo ufficiale.
Nel periodo dell'immediato primo dopoguerra, nascono altre due squadre amatoriali, la Forza e Coraggio e la Serenissina, le quali nel 1921 si fonderanno con la Fortitudo, sotto la guida di un barbiere locale Lucio Palestrini, padre del calcio a San Benedetto del Tronto, per dare così vita alla Sambenedettese, con maglia verde e bianca. La squadra disputa amichevoli per due anni, trovando il 4 Aprile 1923, data ufficiale della sua fondazione con l'affiliazione alla FIGC, riformatasi dopo la scissione degli anni precedenti.La società, nonostante l'iscrizione alla FIGC, non pote' partecipare a nessun campionato perche' nella città adriatica, mancava un campo da gioco a norma, e quindi dovette attendere fino al 1926, quando venne inaugurato il primo vero campo sportivo in piazza San Giovanni Battista, denominato "trappoletta".
Nel periodo in cui attese la regolamentazione con la Federazione, per ottemperare alla norme inerenti al campo sportivo, la squadra marchigiana, disputò diversi tornei locali ed interregionali, con società di città vicine. Di rilievo è la vittoria nella "Targa Acerbo", una competizione estiva, organizzata in Abruzzo dove partecipavano squadre come Pescara, Chieti e di altri centri abruzzesi.

Quando fu pronto il nuovo impianto sportivo (dove la Samb giocò per cinque stagioni) la squadra potè iscriversi e partecipare finalmente al campionato di Prima Divisione 1926-27, disputando così la sua prima vera stagione ufficiale. Società che però durò so lo tre mesi perchè a seguito di dissidi interni si divise ed alcuni giocatori andarono a fondare un altro sodalizio.
Nella stagione 1928-29, compare per la prima volta la maglia rossoblù ed in quella stessa annata la Sambenedettese vinse il suo primo campionato, dopo una spareggio ad Ancona, con l'Alma Juventus di Fano.
Nel 1931, la Samb si trasferì in un nuovo impianto denominato "Campo dei funai", dove poi nel 1934, venne costruito lo stadio "Littorio", che in seguito fu intitolato ai Fratelli Aldo e Dino Ballarin", giocatori del Grande Torino, scomparsi a Superga; campo da gioco dove giocheranno poi i rossoblù fino agli inizi degli anni 80.

La Sambenedettese, ottenne un'altra promozione, nella stagione 1932-33 è iscritta in Terza Divisione (Serie C) ed ha per la prima volta nella sua storia il suo primo allenatore ufficiale, si tratta del romano Attilio Sfasciotti, il quale assume il doppio incarico di giocatore-allenatore; ma ebbe vita brevissima, infatti durò solo due giornate.
Terza Serie dove gioca fino alla stagione 1940-41, quando per eventi bellici fu costretta a ritirarsi dal campionato.
Nel periodo bellico, la società non si scioglie completamente, partecipando a sporadici tornei, locali ed interregionali. Nel 1944 il campo “Littorio” vene intitolato a "Massì" Marchegiani, primo importante giocatore nella storia rossoblù, che con le sue reti contribuì alle prime fortune del sodalizio, perito tragicamente durante un bombardamento nella città adriatica.

Al termine della Seconda guerra mondiale, nel 1946 la società marchigiana ottenne la riammissione per meriti sportivi al Campionato di IV^ Categoria e di partecipare, successivamente, per classifica, di nuovo alla Serie C, con il riallineamento dei campionati.
Nel 1949, nuovo cambio di nome allo stadio , che immediatamente dopo la scomparsa del "Grande Torino", venne intitolato ai “Fratelli Ballarin”.
In questo periodo, con la squadra stabilmente in Serie C, ci sono i primi giocatori rossoblù, che spiccano il volo verso lidi più importanti, come Sansolini, che fa una breve apparizione nella Juventus, Traini all'Alessandria, Olivieri alla Spal (poi Lazio, Triestina ed Atalanta), entrambe in Serie A, nel periodo. Rinaldo Olivieri è il primo giocatore della Samb, a vestire una maglia della nazionale seppure a livello giovanile.

La svolta storica per i rossoblù arriva al termine del campionato 1955-56, quando i marchigiani vincono il campionato di Serie C, approdando per la prima volta nella loro storia nella serie cadetto. Il presidente è il milanese Domenico Roncarolo, mentre come allenatore c’è Bruno Biagin, che sfrutta ottimamente il fattore campo, vincendo ben 14 incontri interni. La squadra è fortemente legata alla sua città ed al territorio circostante, al punto che viene finanziata anche dai pescatori locali.
Per i marchigiani inizia un ciclo di sette campionati consecutivi nella serie cadetta, raggiungendo la punta massima nella stagione 60-61, quando negli ottavi di finale di Coppa Italia affronta in casa la Juventus di Charles e Sivori, venendo poi sconfitta per 4-1 , con la conseguente eliminazione.
In questo periodo nella Samb si mettono in evidenza diversi giocatori come il portiere Franco Sattolo (per anni al Toro) e la punta Menichelli (Juve) che arriverà anche in Nazionale. Oltre a Garbuglia (Lazio) e Lorenzini (Bologna).

Con lo storico approdo in Serie B, arriva anche il primo incontro con la Pro, che avvenne nella stagione 1956-57, con i biancoblù appena retrocessi da quello che rimane a tutt'oggi l'ultimo campionato bustocco in Serie A. All'andata i tigrotti s'imposero per 4-1, mentre in riva all'Adriatico vengono sconfitti per 2-0, in quella che doveva essere una partita spareggio-salvezza, con i biancoblù che in pratica persero il treno per rimanere in categoria. Al termine saranno i marchigiani a salvarsi, mentre la Pro compie la sua parabola discendente crollando dalla A alla C, nel giro di due campionati.
In quel periodo l'allenatore è il triestino Alberto Eliani (che rimarrà in società per un ventennio con diversi ruoli), che da giocatore (terzino) vestì la maglia della Fiorentina, arrivando anche in Nazionale. Una figura storica nel calcio a San Benedetto è infatti l'allenatore che si è seduto più volte sulla panchina della Samb.
Particolari nel tempo le particolari intuizioni di Eliani (con cui i marchigiani conquistarono due promozioni), che trasforma radicalmente i ruoli di alcuni giocatori, come la clamorosa metamorfosi di Caposciutti da portiere ad attaccante; Beni che fa il percorso inverso, da centravanti a libero. A lui si deve anche la scoperta del talento di Franco Causio, arrivato alla Samb, nel 65-66.

La squadra rimane in B fino alla stagione 62-63; in serie cadetta i rossoblù centrano salvezze quasi tranquille. La stagione migliore è nel 60-61, chiusa con al nono posto. In quell'annata ritornano le gare con la Pro, ritornata in B, sotto la guida di Piero Magni; i biancoblù si aggiudicano entrambi gli incontri, a Busto per 2-1 ed al "Ballarin" con un secco 2-0, il giorno di Pasqua, dopo un tribolato viaggio in treno della squadra bustocca ed ritardando di mezz'ora buona l'inizio della gara, per permettere ai tifosi locali di arrivare allo stadio, perchè c'era mare grosso e molti erano ancora sui pescherecci che faticavano a rientrare in porto.61-62, Samb e Pro s'incrociano ancora nella serie cadetta, ed i biancoblù vincono ancora entrambe le partite come nella stagione precedente i tigrotti, che al termine del campionato sfioreranno il clamoroso ritorno in A, infliggono ai rossoblù l'unica sconfitta interna stagionale.
Al termine della stagione 62-63, i marchigiani retrocedono in Serie C, accompagnati da Lucchese e Como; si chiude così un primo ciclo importante, durato sette stagioni di permanenza ininterrotta nella serie cadetta.Nel 63-64, si piazza al terzo posto in Serie C, bissato anche nel 65-66, stagione da consegnare agli annali del calcio perchè tra le fila marchigiane gioca un certo Franco Causio poco più che diciassettenne. "Il barone", venne scoperto casualmente da Alberto Eliani, in un Lecce-Bari, in cui i giocatori giallorossi scioperarono, ed in campo andarono i ragazzini. Causio aveva 16 anni, ma si mise subito in evidenza. I rossoblù misero a segno un vero e proprio colpo, perchè venne pagato 1.800.000 Lire (del tempo) in due anni, venendo ceduto dopo una sola stagione alla Juventus per 40 milioni in contanti, più i giocatori Tancredi, Zandoli e Urban, oltre un'amichevole che i bianconeri disputarono a San Benedetto. E qui il colpo assume veramente dimensioni colossali perchè solo un anno dopo, Zandoli venne ceduto per 50 milioni e Urban per 150 !!

In serie C, Causio mostra subito le sue doti tecniche, pur in sole 13 presenze, ma anche il suo carattere difficile da gestire.
Nella terza serie i rossoblù alternano alti e bassi sempre inseriti nel girone B. Nel 1964-65 dalla Fiorentina viene acquistato un giovane e promettente portiere Caposciutti, che Eliani trasforma in centravanti segnando 11 reti. In quella stessa stagione, nel corso di un derby con l’Ascoli, lo stesso Caposciutti è lo sfortunato protagonista di un incidente di gioco che costa la vita al portiere dell’Ascoli Strulli.
La squadra intanto vede molti giovani del vivaio mettersi in evidenza come Olivieri, Di Francesco, Vala’, Ripa e Castronaro.
Si mette in evidenza un altro giovane, il portiere Roberto Tancredi, che passa direttamente alla Juventus, seguono subito a ruota, altri numeri uno importanti, come Sulfaro e Miglio rini, i quali finiscono rispettivamente a Lazio e Ternana. Nel frattempo arrivano nella massima serie l'attaccante Nicola Traini ed centrocampista Valà, mentre Andrea Orlandini passa alla Fiorentina, vestendo anche la maglia della nazionale. In evidenza anche Ripa.

Al termine della stagione 1973-74, torna in Serie B, aprendo un secondo ciclo importante nella serie cadetta, che dura fino al 1980. I tifosi affollano sempre l'impianto "Ballarin" che viene soprannominato "Maracanà" o "Sambodromo" e la squadra diventa "la magica".
E' la Samb di Gregorio Basilico (poi alla Pro nel biennio 81-83) e Ripa come ali, ma anche dei Chimenti, Anzuini, Simonato, Castronaro, con Marino Bergamasco sulla panchina e del Presidente Nicola D’Isidori. Una formazione che impone 9 punti di distacco (quando c'erano ancora i due punti a vittoria) alla seconda in classifica, il Rimini, mostrando un gioco spumeggiante, "alla brasiliana" e che rimarrà nel cuore dei tifosi rossoblù, con Castronaro e Valà come mediani, Basilico ala sinistra, Ripa ala destra, Simonato a girare alle spalle del bomber Chimenti.
Nel 76-77 Basilico passa al Genoa ed in maglia rossoblù si alternano giocatori come Franco Colomba, Otello Catania, Vanello e Spinozzi che passerà poi al Verona in serie A.

Stagione 77-78 torna sulla panchina rossoblu Marino Bergamasco, come attaccante sempre Francesco Chimenti ed in evidenza un giovanissimo centrocampista offensivo come Francesco Guidolin. I rossoblù vanno vicini alla storica promozione in serie A.
Il campionato successivo vede Lauro Toneatto come tecnico, il quale subentra a Nicola Tribuiani, centrando una salvezza anticipata con in squadra Giani, Schiavi, Romiti, Bogoni, Ceccarelli, Bozzi e Corvasce.
L’ultimo campionato in B, di questa fase è quello 79-80, vede l'ennesimo rito rno di Bergamasco chiamato a compiere una missione impossibile, che prende il posto di Peo Maroso, dopo un avvio a dir poco disastroso. Tra i pali un giovane Stefano Tacconi, mandato dall'Inter a farsi le ossa in Riviera (dopo Pro Patria e Livorno), per mettersi nelle mani di uno dei migliori allenatori dei portieri del calcio italiano Piero Persico, portiere della Samb negli anni 50'. Come giocatori sempre Chimenti, oltre a Gigi Cagni, Ceccarelli, Cavazzini, Ripa. Taddei, Massimi, Vigano ed Antonio Sabato (anch'esso inviato dall'Inter) che poi riuscirà anche a vestire la maglia della nazionale italiana. Bergamasco non riesce però nell’impresa e la Samb retrocede per la seconda volta in Serie C.
In C1, rimane un solo anno, con un immediato ritorno in serie B; arriva anche lo storico sponsor "Casucci Jeans", il presidente è Ferruccio Zoboletti (di Reggio Emilia), allenatore Nedo Sonetti. Come nuovo portiere al posto di Tacconi passato all'Avellino (con il beneplacito dell'Inter), dai nerazzuri sempre in prestito arriva un giovane Walter Zenga.

Un giovanissimo Walter Zenga

 

Tra i giocatori, il difensore Tedoldi, il regista Fabiano Speggiorin dal Cesena, il tornante Rossinelli, che si integrano con gli anziani, Gigi Cagni (storico capitano rossoblù), Ceccarelli, Bogoni, Cavazzini, Corvasce, Sanzone, Schiavi, Romiti e Colasanto.

All’ultima di giornata di campionato, il 7 giugno del 1981, contro il Matera, la giornata di festa per festeggiare la ritrovata Serie B, si trasforma purtroppo in tragedia. Mentre i calciatori lanciano fiori al pubblico, in curva sud si scatena un incendio causato dalle torce e dai fumogeni, che danno fuoco agli striscioni. Molti tifosi tentano di saltare la rete di recinzione, molti invece restano intrappolati e nel marasma generale moriranno due ragazze ventenni. La partita si gioca lo stesso, terminando a reti inviolate.

Stagione 81-82, i marchigiani allenati sempre da Sonetti e si piazzano all’ottavo posto.Nel torneo successivo 82-83, con lo stesso tecnico in panchina, i marchigiani, hanno anche l'onore di giocare a San Siro, stante la retrocessione del Milan; i rossoblù strappano uno storico pareggio in rimonta. Squadra con Ipsaro in difesa e Massima Silva al centro dell'attacco, oltre allo storico gruppo di giocatori. Al termine della stagione piazzamento a metà classifica.
Sonetti, lascia la “Riviera” per approdare a Bergamo, così per la stagione 83-84 i marchigiani sono allenati da Roberto Clagluna.

Samb 81-82

 

Una formazione 83-84

Il campionato 84-85 è l’ultimo che la Samb disputa nello storico impianto “Ballarin”, che dopo il rogo dell’81 venne considerato pericoloso.
La squadra è allenata da Franco Liguori; dal Como i rossoblù acquistano due giovani, l'attaccante Stefano Borgonovo (13 goal al termine della stagione) ed il difensore Maccoppi (messosi in evidenza nelle stagioni precedente nella Rhodense di Gattoni e Laghi), dal Genoa arriva Titti Manfrin, dalla Triestina Ruffini, che si aggiungono al blocco storico formato da Cagni, Ranieri, Petrangeli, Di Leo, Odorizzi ed i giovani Di Fabio e Turrini. La stagione viene terminata da un veterano delle panchine come Manzetti che centra la salvezza.
La formazione rossoblù nella stagione 1985-86, incomincia a giocare nel nuovo impianto "Riviera delle Palme" e, viene affidata al compianto tecnico Gampiero Vitali. Molti ancora gli arrivi dal Como, come Simone Braglia, "Tarzan" Annoni, Manarin e Roberto Di Nicola, che nell'82-83 si era messo in evidenza con la Pro, in C1, dal Milan arrivano Ginelli e Giunta, dall'Atalanta l’attaccante Sauro Fattori. La Samb conquista un’altra salvezza senza problemi.

86-87, sulla panchina torna Roberto Clagluna, dopo l'esperienza alla Roma, con Sven Goran Ericsson. A Novembre dal mercato arriva Franco Selvaggi, dall'Inter, l’attaccante che nel 1982 era nella rosa vincitrice del Mundial in Spagna. La salvezza arriva all’ultima giornata a Bari e termina un ciclo; lo stesso Selvaggi, smette con il calcio giocato, Gigi Cagni a 38 anni saluta la Samb dopo nove stagioni con oltre 500 presenze di cui 496 presenze solo in B, per andare a chiudere la sua carriera da giocatore nell’Ospitaletto, neo-promosso in C1.
Alla Samb nel campionato 87-88, in panchina arriva Angelo Domenghini a rimpiazzare Clagluna, campione d’Europa a Roma nel 1968 e vice campione del mondo a Messico nel 1970. Tra i rossoblù del periodo Faccini, Salvioni, Ferrari, Marangon, Nobile, Saltarelli, Ficcadenti e Vessella; conquistano una salvezza senza particolari problemi e tanto per cambiare un altro portiere mandato a farsi le ossa, come Ferron.
Con la stagione successiva incomincia un declino repentino; arrivano Aladino Valoti, Pedro Mariani, Ermini, Mangoni, Marcato, Roselli, Sansonetti, e tanto per cambiare, in evidenza il solito ottimo portiere Bonaiuti. Domenghini dopo 4 giornate lascia, al suo posto arriva Enzo Riccomini, ma non riesce ad evitare il ritorno in C1, dopo un ciclo di ottime stagioni in serie cadetta.


Rossoblù in "B" - Stagione 88-89

Nel torneo di C1, 1989-90, diversi allenatori si alternano in panchina, ma non salvano i rossoblù che si ritrovano così a scivolare in C2.

Nella stagione 90-91, allenatore è Giorgio Rumignani che torna dopo un passato da calciatore, in squadra Ottavio Paladini, Foglietti ed un giovanissimo Antonio Chimenti in seguito portiere anche della Juventus. La squadra ritrova la C1. Per il campionato successivo, Rumignani viene confermato sulla panchina della Samb ed oltre ad un piazzamento a centro classifica, vince anche la Coppa Italia di Serie C, contro il Siena.

Per 92-93, Claudio Tobia è il nuovo allenatore, come portiere si mette in evidenza Visi, che poi arriverà all'Under 21, oltre al centrocampista Tiziano De Patre. A metà stagione, Tobia viene esonerato ed al suo posto subentra Zibi’ Boniek ma l’ex juventino fallisce e la squadra viene affidata ad Ivo Iaconi con il quale i marchigiani centrano l’obiettivo salvezza. Ma non basta, perchè il Presidente Venturato non riesce a garantire le coperture economiche e la Sambenedettese, viene dichiarata fallita per inadempienze finanziare, venendo radiata dalla C1. I rossoblù ripartono dall'Eccellenza marchigiana con Di Feliciantonio in panchina, ma è solo l'anno successivo con la storica bandiera Francesco Chimenti alla guida tecnica, che riesce a salire nel Campionato Nazionale Dilettanti dove rimane fino alla stagione 2000-01, con la proprietà Caucci che proprio all'inizio di quella stagione passa la mano.

Dai Fratelli Caucci a Luciano Gaucci, il salto lessicale è breve, ma è un vero proprio balzo in avanti per i marchigiani, che vengono rilevati dal vulcanico presidente che ha appena portato in A il Perugia, il quale crea subito un ri nnovato entusiasmo attorno alla squadra.

2000-01 Si parte con Donatelli in panchina che poi viene rilevato da Mei, in una squadra che in campo schiera la bandiera Colantuono, il portiere Visi, ed in attacco il bomber Fermanelli. A fine stagione c'è il ritorno in C2 con il primo posto.

2001-02, una stagione a dir poco rocambolesca in C2, con esoneri a catena e promozione finale. La partenza non è delle migliori ed il tecnico Mei dura poco, arriva Paolo Beruatto (uomo Gaucci, avendo vinto un campionato a Viterbo), ma non ingrana e viene sostituito da Enrico Nicolini (ex giocatore e allenatore di Ascoli, Catanzaro e Novara), ma anche lui resiste molto con il vulcanico presidente; dopo un lungo ritiro, affida la squadra alla coppia Schiavi-Colantuono che infila una serie utile di nove partite, vincendole tutte, portando la Samb a raggiungere i play-off. I rossoblù, vincono la semifinale con il Rimini pareggiando 2-2 in casa, vincendo in Romagna. In finale affrontano il Brescello, in casa davanti a 12.000 spettatori, s'impongono per 3-1, al ritorno giocato al “Tardini” di Parma, accompagnati da ben 6.000 tifosi, vengono superati per 1-0, risultato che vale comunque la promozione, in C1, dopo l'esclusione del 1994. Una formazione che vede oltre alla stella di Totò Criniti, Visi Bonura, Soncin Quondamatteo.
2002-03, per il ritorno in C1, Colantuono viene affiancato da Matricciani, la squadra viene completamente rinnovata, con gli innesti di Pedotti, Ogliari, Manni, Turchi, Fanesi, Napoleoni, Zacchei e Kajengele; sulle ali dell'entusiasmo delle stagioni precedenti raggiunge il quinto posto che consegna i play-off per la Serie B. La corsa si ferma in semifinale, contro il Pescara, superato in casa per 1-0, con rete di Teodorani, ma al ritorno gli abruzzesi s'impongono per 2-0 (doppietta di Cecchini)
2003-04 la panchina affidata inizialmente all’esordiente Sauro Trillini, che però non dura molto, venendo sostituito da Vullo, con cui la formazione adriatica centra il settimo posto.



Samb 2003-04



2004-05, la società diventa di proprietà dell'abruzzese Mastellarini che forma la squadra praticamente nell'ultimo giorno disponibile, affidandola ad un altro tecnico esordiente, questa volta Ballardini, che con un gioco arioso e piacevole porta a sorpresa la squadra al quarto posto in classifica, che consegna gli ennesimi play-off per la Serie B, ma in semifinale si scontra con la corazzata Napoli, da cui viene eliminata.
In formazione, tra i pali l'esperto Mancini (x Foggia e Lazio) i sudamericani Amodio e Bogliancino, il trequartista Leon (Reggina e Fiorentina) in difesa Canini, a centrocampo Luca Cigarini mentre in avanti si mette in evidenza la punta Martini.L'estate del 2005 non si discosta molto dalle ultime travagliate, ci sono abbandoni societari con un primo allenatore scelto, Ortega, che non inizia nemmeno la stagione, perchè subentra Galderisi, con il Sig. Beppe Dossena come direttore sportivo, il quale verrò poi condannato per il fallimento dei rossoblù. 

La società naviga in cattive acque e la rosa viene indebolita. Una buona partenza, poi le difficoltà con Galderisi che a fine del girone di andata subisce l'esonero, al suo posto l'ex trainer biancoblù Luciano Zecchini. Nel mese di Dicembre Mastellarini ed il socio Paterna (proprietario anche del Pescara), cedono ad un imprenditore romano, Alberto Soldini. A Gennaio cambiamento improvviso di staff tecnico, Giannini, allenatore, suo secondo Pruzzo, partono 15 giocatori e ne arrivano altrettanti, con la squadra che scivola all'ultimo posto. Giannini viene esonerato, la squadra viene affidata a Chimenti ma non dura perchè Soldini non mantiene fede alle promesse economiche, così la Samb, si ritrova senza allenatore e senza soldi. Per alcune giornate la formazione di San Benedetto del Tronto, vine presa in mano dai giocatori più esperti del gruppo, come Colonnello e Zanetti, quindi subentra l'allenatore delle giovanili Voltattorni. 

I tifosi pagano le trasferte, tra cui quella di Busto, dove i rossoblù s'imporranno per 3-1, estromettendo la Pro, dalla corsa play-off e vincendo in casa contro il Genoa per 2-1. Arriva il deferimento di 4 punti, per il mancato pagamento degli stipendi che costringe i marchigiani a giocarsi la salvezza ai play-out contro il Lumezzane con in panchina di nuovo Chimenti. Al “Riviera delle palme”, s'impongono i bresciani per 3-1, ma al ritorno è la Samb che vi nce per 4-0, salvandosi sul campo. A fine stagione viene decretato il fallimento, con la Famiglia Tormenti che rileva la società ancora in C1.

La stagione 2006-07 vede in panchina Alessandro Calori e Giuseppe Pavone come direttore sportivo. Dopo 5 giornate il tecnico viene esonerato, al suo posto Francesco Chimenti, idolo della tifoseria locale. L'interregno dura solo una giornata in quanto la guida tecnica passa a Ugolotti, che plasma la squadra dandole un buon gioco, cogliendo vittorie importanti e chiudendo all'ottavo posto, trascinati, strano a dirlo dall'ex biancoblù Daniele Morante che trova una delle sue migliori stagioni, segnando 18 reti, con diversi rigori. In evidenza il giovane Desiderie, che poi a fine stagione passerà al Bari, il portiere Consigli ed i centrocampisti Loviso e Iovine.Quella del 2007, è la prima estate tranquilla dopo anni. Cambia lo staff tecnico dirigenziale, Morante passa al Verona, dove in stagione non ripeterà l'exploit. Tornano alla base il portiere Visi e Palladini, dall'Alto-Adige arriva l'esterno Cia. In panchina confermato Ugolotti. 

La stagione parte male ed i rossoblù viaggiano sul fondo con il tecnico che viene esonerato dopo 12 giornate, sostituito da Enrico Piccioni (ex mediano della Cremonese in A). Prima di Natale la squadra è scossa dall'arresto del tecnico, con l'accusa di bancarotta per il fallimento della Vis Pesaro, di cui era stato dirigente due anni prima; viene scarcerato dopo Capodanno e torna ad allenare i rossoblù. La Samb migliora la propria classifica, ma a Marzo Piccioni incappa nell'esonero, al suo posto viene richiamato Ugolotti che porta la squadra fuori dalla zona play-off, conquistando poi la salvezza diretta per la penalizzazione inflitta al Lanciano, fallito, durante la stagione.

TRAGEDIE ROSSOBLU'


Diversi gravi episodi hanno funestato nel tempo la tifoseria del centro marchigiano.

Il primo risale ormai a quasi trent'anni fa. La partita contro il Matera doveva essere per i tifosi, la società e la città di San Benedetto del Tronto, una grande festa, ma si trasformò in tragedia.

Purtroppo non sarebbe stato un caso isolato, quasi che gli appassionati marchigiani non potessero godersi a fondo i successi conquistati sul campo.

7 giugno 1981 e la Sambenedettese doveva festeggiare la promozione in serie B; poco prima dell'inizio dell'incontro, mentre i giocatori locali stanno lanciando fiori al pubblico, in curva sud si scatena l'inferno.

Divampa un incendio, i tifosi fuggono e tentano di saltare la rete di recinzione, ma, complice una porta che immette sul campo che rimane chiusa, molti restano intrappolati.

Dalla terribile calca rimangono vittime due ragazze, Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri, mentre decine saranno i feriti. L'arbitro Tubertini decide di disputare ugualmente l'incontro che, per la cronaca, termina a reti bianche. La Samb viene promossa per la terza volta in serie B ma nessuno ha voglia di festeggiare.

Ventidue anni dopo la tragedia si ripete e l'occasione è la stessa: una giornata di festa.

Il 4 Maggio 2003, si gioca Samb-L'Aquila, partita che permetterà ai ragazzi del duo Matricciani-Colantuono di accedere ai play-off con una giornata di anticipo.Al 10' del primo tempo Massimo Bruni, meglio conosciuto in curva con il soprannome di "Cioffi",scivolò dalla ringhiera della Curva Nord dello stadio “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto, dove si era recato come faceva da decenni, per assistere alla partita contro L'Aquila.

Massimo, parcheggiatore alla stazione di San Benedetto del Tronto, non era un normale tifoso, era un pò l'anima del tifo della Samb; fu lui a nel 1977 a fondare il gruppo storico degli ultras locali “Onda d’urto”, quando ancora i rossoblù giocavano al “Ballarin”, ed è sempre lui che con altri ragazzi guida i cori a sostegno della squadra e ritma il tifo con i tamburi.

Per quei strani giochi del destino, quella domenica non doveva essere allo stadio. La gara era iniziata da circa 10 minuti, quando Cioffi, che si trovava nell’anello superiore della gradinata Nord insieme agli altri ultras, si accinse a sedersi a cavalcioni sul parapetto, come era solito fare, quando perse l’equilibrio. Un salto nel vuoto di circa sette metri con la testa che sbattè violentemente sul cemento, provocando subito un'emorragia ed asfissia. Un intervento immediato di un medico presente, riesce a fargli ripartire il battito cardiaco.

Molti rivivono, i terribili momenti del 1981 e la vittoria per 2-0 contro L'Aquila non serve a lenire la preoccupazione. Gente come Italo Schiavi (giocatore nella prima occasione e dirigente nel secondo incontro) hanno le lacrime agli occhi e poca voglia di festeggiare.Cioffi”, viene portato all'ospedale di Ancona in elicottero e ricoverato in rianimazione.

Le cure per Massimo sono costose, e per aiutare lui e la famiglia, prendono forma diverse iniziative per raccolta fondi. Viene indetta la serata “Una maglia per Cioffi”, che prevedeva l’esposizione di maglie in dotazione ai giocatori rossoblù negli 80 anni della sua storia: la raccolta frutta 1000 euro. Viene aperto anche un conto corrente, si gioca anche una partita che vede contrapposti ex rossoblù ai giornalisti locali con 1580 Euro raccolti. Viene promossa dai siti internet, Ultras Samb e Sambenedettesecalcio.it: “Una maglia per Cioffi 2004” con la messa in vendita delle T-shirt “Samb Oldstyle” (tinta blu con stemma al centro), con i proventi devoluti a Massimo Bruni. Vengono vendute 800 t-shirt, con il ricavo che sfiora le 10 mila euro.

Cioffi torna cosciente, lo curano, gli fanno riabilitazione agli arti, lo trasportano all’istituto San Giuseppe di San Benedetto. Purtroppo qui si aggrava di nuovo, ed il 22 novembre 2004, alle 4 del mattino, all’età di 48 anni, arriva il decesso, dopo un lunga agonia durata ben 568 giorni. Nella sua bara viene messa una maglia rossoblù col numero 6 e la scritta Cioffi, i partecipanti ai funerali, nella Chiesa della Madonna della Marina. Il feretro viene portato a spalla dai tifosi, tante le sciarpe per Massimo, anche dei tifosi avversari storici dell’Ascoli, prima dell'inumazione al cimitero di Cupra Marittima.

La squadra nella gara contro il Chieti, giocata la domenica successiva alla sua scomparsa, osservò un minuto di silenzio, giocando con il lutto al braccio; la tifoseria rossoblù decide di non intonare cori per 10 minuti, e di non esporre nessuno striscione.

Massimo Bruni “Cioffi” è tutt'ora un simbolo della tifoseria rossoblù: prima di ogni gara un grido si alza dalla curva Nord: “Onoriamo Massimo Cioffi”.

Massimo Bruni detto "Cioffi"

 

C'ERA UNA VOLTA....


Una volta i tigrotti erano “bestia nera dei rossoblù, che nel vecchi impianto di gioco intitolato a Fratelli Ballarin, inflissero due delle tre sconfitte casalinghe, nel primo ciclo (1956-57/1962-63) della formazione rivierasca in serie cadetta. Due le vittorie biancoblù, (0-2 e 1-2), e persero un'altra volta in casa, per mano del MarzottoValdagno.

Nei campionati di serie B 1960-61 e 1961-62 la Pro Patria fu l’unica squadra ad espugnare il Ballarin. La prima appena terminate le feste pasquali del 1961,

la seconda alla 31^ giornata del campionato 61-62, quando i tigrotti mancarono di un soffio il ritorno in Serie A ed espugnarono il Ballarin con le reti di Abbondanzio Pagani ed Enrico Muzzio, dopo essere andati in svantaggio al 23' per la rete di Rumignani.

Rimane questa l'ultima vittoria a San Benedetto del Tronto, risalente ormai a quarantasei anni fa, anche perchè i destini delle due squadre poi si sono incrociati solo una volta.

Questo il tabellino dell'incontro.


SAMBENEDETTESE: Sattolo, Volpi, Ruffinoni, Valentinuzzi, Garbuglia, Buratti, Lavoratornuovo, Savini, Macor, Merlo, Rumignani – All. Fattori


PRO PATRIA: Della Vedova, Amadeo, Taglioretti, Rondanini, Signorelli, Rinalli, Bernasconi, Calloni, Muzzio, Meraviglia, Pagani – All. Piero Magni.


Marcatori: 23' Rumignani (S), 34' Pagani (Pro), 40' Muzzio (Pro)

Arbitro: Marchese di Napoli

Pro Patria 1960/61

In piedi da sinistra: Rondanini, Maltinti, Natale Borsani, Rimoldi, Muzzio, Pagani

Accosciati: Amadeo, Provasi, Gipo Calloni, V. Calloni, Taglioretti

 

I PRECEDENTI

 

Palmares

Pro Patria: 12 Campionati di Serie A / 1 Coppa delle Alpi

Sambenedettese: 21 campionati di Serie B

1956-57 Serie B
8^ 25 Nov. 56; Pro Patria - Sambenedettese 4-1: Belcastro (Pro), Buratti (S), Smersy (Pro), La Rosa (Pro), aut. Celio (Pro)
27^ 7 Apr. 57; Sambenedettese - Pro Patria 2-0: 47' Buratti, 74' Moretti

1960-61 Serie B
15^ Pro Patria - Sambenedettese 2-1: Pagani (Pro), G. Calloni (Pro), Novali (S)
34^ Sambenedettese - Pro Patria 0-2: Pagani, Bernasconi

1961-62 Serie B
12^ Pro Patria - Sambenedettese 2-1: Muzzio (Pro), Nicchi (S), Muzzio (Pro)

31^ Sambenedettese - Pro Patria 1-2; Rumignani (S), Pagani (Pro), Muzzio (Pro)

1962-63 Serie B
7^ 28 Ott. 62; Pro Patria - Sambenedettese 1-0: 85' De Bernardi
26^ 17 Mar. 63; Sambenedettese - Pro Patria 2-0: 34' Sestili, 36' Mari

2004-05 Serie C1/a

14^ 4 Dic. 05; Sambenedettese - Pro Patria 3-3: 19’ Scandurra (S), 62’ Martini (S), 64’ Valtolina (Pro), 73’ Macaluso (S), 88’ Franchini (Pro), 92’ rig. Artico (Pro). CLICCA QUI

31^ 14 Apr. 06; Pro Patria – Sambenedettese 1-3: 34’ e 67' Scandurra (S), 81' Docente (S), 90' Citterio (Pro). CLICCA QUI


 

LA TIFOSERIA


San Benedetto del Tronto: una cittadina di circa 50mila abitanti con una media spettatori da fare invidia a molte squadre di categorie e carature superiori, nonché con un attaccamento alla maglia inferiore a poche altre realtà nazionali. Anche perchè favorita dalla posizione geografica, che la vede lontana dal richiamo delle grandi squadre.

La storia del tifo sambenedettese ha radici profonde. I primi bagliori di tifo organizzato videro la luce nella prima metà degli anni '70; in quel periodo alcuni ragazzi amavano ritrovarsi al centro del settore distinti del vecchio stadio Ballarin sventolando bandiere e facendo partire cori spontanei di incitamento. Verso la metà del decennio l'organizzazione dei pionieri del tifo rossoblù divenne sempre più costante, fino a quando il gruppo capeggiato da Massimo “Cioffi Bruni, Palesca e Ricci, spostatisi nel frattempo nella nuova curva, decisero di dare vita ad un marchio che sarebbe stato popolare tra i gruppi ultras italiani: era il 1977 e nasceva l'Onda d'Urto. Un nome totalmente apolitico, a differenza dei nomi scelti dalla maggior parte dei gruppi ultras nati in quegli anni, che faceva esplicito riferimento alla forza del mare. Nella sua unicità avrebbe identificato negli anni a seguire in maniera esclusiva nel panorama curvaiolo della penisola i ragazzi della sud di San Benedetto.

Gli anni '80 iniziarono con un evento drammatico: nel 1981, in occasione della partita che avrebbe sancito la promozione in serie B, prese fuoco il settore. In quel rogo due vite furono spezzate e per i due campionati a seguire, nonostante la gioia per la promozione in cadetteria, il movimento subì le conseguenze della tragedia, anche in termini di presenze. Fu difficile per i leader del tifo serrare le fila di un gruppo che rischiava di sciogliersi. Nonostante tale difficoltà si riuscì a rialzare la testa; gli anni '80 furono infatti il periodo migliore in assoluto per la tifoseria rossoblu.

La compagine marchigiana si trovò a giocare otto campionati consecutivi in serie B; ai successi sul campo, uniti alla proverbiale passione del pubblico sambenedettese ed alla già citata massiccia partecipazione cittadina, si aggiungeva una ottima organizzazione del tifo tra le mura amiche ed in occasione di tutte le trasferte. Nacquero in quel periodo gruppi arrivati attivi fino ai giorni nostri: i Baldi Giovani, provenienti dalla frazione di Porto d'Ascoli, e il Nucleo (entrambi del 1989) su tutti. Altri invece, tra i quali la gloriosa Fossa Marinara e l'Inferno Rossoblu, hanno col tempo deciso di integrarsi al gruppo guida identificandosi dietro il vessillo col teschio alato. Fu di quel periodo la creazione degli striscioni che occupavano la curva in tutta la sua interezza; il più celebre fu senz'altro "Il tempio del tifo", esposto in quegli anni e portato con caparbietà fino ai giorni nostri. Tale frase ha finito per diventare il nome della fanzine prodotta dagli ultras della città marchigiana.

Nel frattempo, durante gli anni di serie B venne inaugurato il nuovo stadio "Riviera delle Palme", più adatto alla categoria ma sicuramente più freddo rispetto al vecchio impianto.

La fine del decennio coincise con due retrocessioni consecutive, che portarono nel giro di un biennio la squadra in serie C2. L'arrivo di un nuovo presidente portò in breve ad un disastroso fallimento societario (1994). Agli insuccessi sul campo, che avevano portato grande scoramento nella curva, si aggiunse appunto l'onta di un fallimento e la conseguente ripartenza dall'Eccellenza. La tifoseria subì l'enorme contraccolpo psicologico, tanto più che iniziava a rendersi indispensabile un ricambio generazionale. Fortunatamente si riuscì a trovare una forza ed una continuità di intenti che riuscì a salvare il tifo curvaiolo. Il calvario delle serie dilettantistiche temprò e rinforzò la "nuova" curva e portò in breve tempo ad una grande rinascita del tifo sambenedettese. Il recente scalare delle categorie portò all'accrescersi progressivo della partecipazione popolare; la serie C1, raggiunta nel 2002, non ha fatto altro che contribuire a consacrare la realtà ultras di San Benedetto tra le principali della penisola.

A metà Aprile del 2006 si sciolse per diversi motivi, il Centro Coordinamento dei tifosi rossoblù.

Dal 2003 al 2006 gli abbonamenti, sono stati sempre attorno alle 1.600 tessere e nel campionato 2005-06 le presenze medie si attestarono attorno alle 3.000 unità. Sempre in quella stagione nonostante le difficoltà finanziarie i tifosi sambini si sono sempre presentati numerosi in tutte le trasferte, ma si sono mossi più volte anche contro la società di Soldini. Storico un attacco durante la presentazione come candidato nella lista di Di Pietro, con tanto di assalto al comune, per far saltare la candidatura. Per la gara di venerdi 14 Aprile 2006, giocata allo Speroni, furono circa 150 i tifosi rossoblù al seguito, i quali sostennero economicamente la squadra che altrimenti sarebbe stata impossibilitata a raggiungere Busto, fornendo la copertura con i fondi (1400 Euro) ottenuti tramite la vendita delle magliette "Noi Siamo la Samb" e con il contributo di alcuni altri sostenitori speciali.

In questa annata le tessere sono 1.190, con una media di presenze attorno alle 2.400 unità per gara.

Gli unici gemellaggi ufficiali sono quelli con gli ultras di Rimini e di Civitanova Marche. Altre amicizie nate in passato, tra le quali quella con i chietini, si sono progressivamente perse nel tempo. A inizio di questa stagione si è rotto il rapporto con i veronesi, con qualche attrito tra le due fazioni al Bentegodi.

Le rivalità storiche e più sentite rimangono quelle verso gli ascolani, i pescaresi, i perugini ed i laziali, quest'ultima retaggio degli anni di cadetteria. Inimicizie meno sentite quelle con i vicini fermani, teramani e quella con gli anconetani.

Pro Patria - Samb. 05/06

Pescara - Samb. 07/08