
|
S.P.A.L.
1907 |
S.P.A.L. (Società Polisportiva Ars et Labor) spa 1907
Stadio “Paolo Mazza” – Corso Piave 28 – Ferrara ( 110 X 65) Capienza 11.000 Spettatori
Colori Sociali: maglia a strisce verticali bianche ed azzurre, calzoncini bianchi, calzettoni bianchi con bordo azzurro.
Ferrara città 131.000 abitanti - Tot. Prov. 347.000
STAFF
DIRIGENZIALE E TECNICO
Presidente Cesare Butelli
Amm. Del. Stefano Bena
Dir. Generale GianBortolo Pozzi
Segreteria Davide Ferioli
Team manager e add. stampa Stefano Schena
Allenatore Aldo Dolcetti
All. 2^ e dei portieri Alessandro Lazzerini
Prep. atletico Lidio Melis
Resp. sanitario Dott.ssa Raffaella Giagnorio
Medico sociale Dott. Alessandro Gildone
Fisioterapista Massimiliano Malavasi
Massaggiatore Franco Travagli
IL CALCIOMERCATO
ARRIVI Capecchi (p74-Ravenna), Lorenzi (d77-Pisa), Zamboni (d77-Spezia), Centi (c76-Ascoli), Rivaldo (Par. c87-Genoa), Moro (a84-Messina), Bracaletti (c83 Cesena via Sassuolo), Arma (Mar. a85-Sambonifacese), Agodirin (Nig. 83-Viterbese), Cazzamalli (c77-Carpenedolo), Quintavalla (c82-Lumezzane)
PARTENZE Franchini (a85-Viareggio), Filippini (d88-Montichiari), Sesa (Svi. c73-Rovigo), Turone (d74-Monopoli), Specchia (d76-Portogruaro), Agostinelli (a78) e Giorgi (d79-Giacomense), Millemaggi (p84 svin), Gianella (d78-svin), Chadi (Sir. c76-Lucchese), Andreotti (c77-Ivrea), Barbi (c75
svin)
LA ROSA
PORTIERI Capecchi (74), Careri (82)
DIFENSORI Bianchi (80), Cabeccia (87), Gaspari (88), Ghetti (78), Gottardi (87), Lorenzi (77), Servidei (72), Zamboni (77)
CENTROCAMPISTI Bracaletti (83), Cazzamalli (77), Centi (76), Rossi (83), Rivaldo (Par. 87), Savi (87), Schiavon (83), Quintavalla (82)
ATTACCANTI Agodirin (Nig. 83), Arma (Mar. 85), Bisso (85), Cortesi (87), La Grotteria (Arg. 74), Martucci (Svi. 88), Moro (84)
S.P.A.L. - PRO PATRIA Arbitro Sig. Andrea Corletto di Castelfanco Veneto (Tv)
Pro, chiamata a difendere la propria leadership, sul campo di Ferrara, al cospetto della Spal, che nel corso dell'estate ha ritrovato la categoria esattamente come i tigrotti, cioè grazie al rispescaggio, per il fallimento di diverse società, con la differenza che a Busto si era patita la retrocessione all'ultimo minuto dei play-out contro il Verona, mentre in Emilia si erano persi i play-off, per la promozione contro il Portogruaro.
Una sfida d'antan, che riporta al sapore del vecchio calcio provinciale in bianco e nero, quando le due squadre si affrontavano nella massima serie.
I ferraresi vivono questa prima parte della stagione, sulle ali dell'entusiasmo, dopo aver ritrovato la categoria che li ha visti protagonisti per anni, complice anche un cambio societario che ha dato nuovo vigore ad una piazza storica, che ha piazzato alcuni colpi importanti già in fase di calciomercato, un nome su tutti quello dell'ex Luis Centi, uno in grado di fare veramente la differenza.
Altri pezzi pregiati si è rivelati il monumentale attaccante marocchino Rachid Arma, pescato dalla Sambonifacese ed il centrocampista Cazzamalli, rilevato dal Carpenedolo. A Ferrara si è ripreso a sognare con convinzione, con la tifoseria che dopo il sacco di domenica scorsa a Venezia, gridava a gran voce “Serie B, Serie B”, avendo in campo e dietro le scrivanie gente esperta che la serie cadetta l'ha sfiorata più volte con il Lumezzane.
Infatti il direttore generale è quel GianBortolo Pozzi, che negli anni passati fece la fortuna del club bresciano, pescando talenti giovani a più non posso, come Matri, Russo, Sinigalia, Brocchi, Buscè, Campana, Cossu, Guidetti oltre a Luis Centi e Quintavalla che non per niente si è portato a Ferrara.
Gli spallini sono allenati da Aldo Dolcetti (classe 66, nato a Brescia, ma vercellese di adozione), giocatore di talento tra A e B, negli anni 80' e 90' che sul finire della propria carriera da atleta, nel 1999 mentre era al Cuneo, ricopre mansioni presso la società sportiva Asics e quindi l'anno successivo alla Digital Soccer Project, un gru ppo di analisi e studio del calcio italiano ed internazionale, chiudendo poi di fatto con il calcio giocato nelle file del Darfo Boario in Eccellenza.
Un tecnico che ha già alle sue spalle un più che discreto bagaglio di esperienze, infatti dopo un periodo come allenatore in seconda del Brescia, varca i confini, guidando gli ungheresi della Honved, venendo richiamato in patria, all'inizio della scorsa stagione, sulla panchina del Lecco, dove rescinde il contratto dopo alcune giornate e nel gennaio 2008 è ancora in terra magiara, alla guida del Siofok, in estate entra nei quadri dell'MTK, ma abbandona dopo poco per la chiamata della Spal. Dolcetti, per la gara contro la Pro, non ha assenti di rilievo, anzi recupera dei pezzi da novanta come Centi, Quintavalla ed Arma.
Generalmente applica un modulo 4-3-2-1 che tra i pali vede l'esperto Capecchi, prelevato in estate dal Ravenna, che quindi si ritroverà a dover difendere la porta dagli attacchi degli ex compagni Fofana e Toledo. Portiere che anche nelle ultime giornate si è lasciato andare a qualche incertezza di troppo.
Difesa in linea a quattro con Ghetti a destra, gli esperti Zamboni, ex Chievo e Juve, ultima stagione in B a La Spezia e Lorenzi, una vita tra A e B, con le maglie di Chievo, Atalanta, Pescara, Arezzo e l'ultimo anno a Pisa. A sinistra dovrebbe giostrare come a Venezia, Cabeccia, con l'ex di Cesena e Varese, Bianchi, pronto ad essere impiegato nella sua posizione naturale. A disposizione l'esperto Servidei, bandiera della Spal, già a Roma e Lecce.
Centrocampo, punto di forza della formazione emiliana con Luis Centi, nel ruolo di regista a tutto campo. Con gli anni, ha perso qualcosa in mobilità, ma ha acquisito in esperienza. Fulcro del gioco degli spallini, le azioni passano sempre tra i suoi piedi, pronto agli inserimenti da dietro e dotato di un lancio illuminante dalla lunga gittata.
Al suo fianco l'ariete Cazzamalli, un armadio di 190 centimetri per oltre ottanta chili, che corre e tampona per tutto il campo, dotato di un gran tiro dalla distanza e quello di Verona ne è stato la riprova. Giocatore di grinta e sostanza che dà forza all'intero reparto. Completa il trio, l'ex Lumezzane, Quintavalla, che di solito agisce sulla fascia in fase di spinta, ma Dolcetti potrebbe riproporre Schiavon come uomo di sostanza e contenimento. Primo cambio a disposizione nel reparto l'ex promessa del Parma, Filippo Savi, che è l'ombra di Centi, quindi il paraguaiano Rivaldo, del Genoa, elemento molto tecnico che agisce di solito come mezzapunta.
In avanti
sulla sinistra Bracaletti, scuola cesenate, lo scorso anno a Sassuolo, dove ha vinto il campionato, giocatore di fascia, di sostanza pronto sia al cross che ai tagli al centro, con buona velocità. Al suo fianco l'italo-argentino La Grotteria, altro esperto, giocatore di tecnica, che rispetto agli anni padovani ha perso un po' di smalto, ma sempre in grado di fare male, letale come Centi sui calci piazzati. Punta avanzata Rachid Arma, vera e propria “arma letale” della squadra ferrarese.
Giocatore dotato dal punto di vista fisico, oltre 190 centimetri di altezza, nelle ultime tre stagioni alla Sambonifacese in D, ha collezionato 43 reti in novantacinque p resenze ed in questo campionato è già andato a segno cinque volte, di cui due dal dischetto. Osso duro per la coppia Urbano-Morello, in particolare per il secondo, tra l'altro ex di turno, che ingaggerà con lui un duello fisico, non solo sui palloni alti. A disposizione il rapido nigeriano Agodirin Kolawole, Bisso e l'esperto, altrettanto veloce Moro, 12 reti in categoria due anni fa, con la maglia del Venezia.
Sul fronte destro dell'attacco, potrebbe essere impiegato ancora un altro giocatore rapido come Martucci. Spal quadrata, ben disposta solida, compatta, che gioca in maniera attendistica, chiudendosi bene e lanciando le punte con le sventagliate di Centi, spesso a cercare le incursione sugli esterni di Quintavalla e Bracaletti oppure direttamente su Arma, pronto a mettere palla a terra per la fantasia di La Grotteria. Cerca sempre la partenza lanciata, con determinazione, pressing e velocità con manovre mandate a memoria, con ficcanti ripartenze dove gli esterni incrociano dalla parti opposte del campo.
Soffre se a sua volta è presa in velocità e quando si alza il ritmo, facendo girare la palla di prima e le giocate in verticali con i lanci dalle retrovie, spesso và in difficoltà, quando trova squadre che l'attaccano dagli esterni.
A Venezia, è stata una sorta di esame di maturità, ben superato, con un prestazione corale e collettiva, contro la Pro, gli spallini andranno alla caccia della Laurea, con la speranza che la rimandino, aiutati dal pubblico che si preannuncia oltre le 4.000 unità e che si fa sentire, con le tribune a ridosso del terreno di gioco.
In casa gli estensi hannoe conquistato nove punti, frutto di due vittorie (Samb e Padova entrambe per 1-0) e tre pareggi, segnando quattro reti subendone due. Spal che conta su una delle miglior difese del girone con solo nov e reti subite, mentre l'attacco è il quarto del torneo con quindici centri all'attivo. Nell'ultimo turno disputato al “Paolo Mazza”, ha superato il Padova, con rete di Cazzamalli al 13' della ripresa. L'ultima sconfitta interna, risale allo scorso campionato, quando alla penultima giornata il 27 Aprile 2008, venne sconfitta dal CuiopelliCappiano.
A Ferrara, non ha mai detto bene ai colori biancoblù, infatti a livello statistico, la Pro non ha mai vinto nella città emiliana e l'ultima volta che è andata a punti, risale addirittura alla stagione 82-83 in C1, quando dopo una autorete di Malerba che portò in vantaggio i tigrotti, arrivò il rigore del pareggio di Zanolla a dieci dal termine.
LA STORIA
Nasce a Ferrara nel 1907, presso l'oratorio dei Salesiani, sotto l'impulso proprio di uno di padre di origini bergamasche Pietro Acerbis, il quale tramite il circolo culturale Ars et Labor, fonda la "Società Polisportiva Ars et Labor", ovvero semplicemente più nota con l'acronimo di S.P.A.L. Inizialmente è una società con diversi rami, che spaziava dall'artistico alla polisportiva vera e propria con ciclismo, corsa e pesistica. Dallo stesso circolo vengono ereditati i colori sociali, il bianco e l'azzurro.
Al termine della Prima guerra mondiale, come accade un po’ ovunque in Italia, confluirono nelle file della Spal, diversi elementi delle squadre ferraresi per formare un'unica società, tra cui una persona che determinerà la fortuna calcistica degli estensi e che arriverà poi anche alla guida della Nazionale Italiana, Paolo Mazza. La prima partita ufficiale viene giocata a Ferrara il 16 giugno del 1919, Spal-Triestina 1-4.
Nel 1920, il primo campionato di serie A e la stagione successiva 1921/22, la squadra arriva alla semifinale per il titolo nazionale, venendo sconfitta dalla Sampierdarenese; l’annata seguente si salva dalla retrocessione nello spareggio, con un altra squadra genovese, l'Andrea Doria. Nel 1924/25 retrocede in Serie B, dove rimane fino alla termine della stagione 35-36, quando retrocede in Serie C.
Proprio in quel momento in panchina viene chiamato Paolo Mazza, che arriva dalla Portuense, risollevandone temporaneamente le sorti.
Nel 1939 una nuova retrocessione, che segna anche una grave crisi societaria, che porterà addirittura al cambio della denominazione in A.C. Ferrara ed all'adozione dei colori sociali bianconeri, cio è quelli della città. Ma proprio in questo periodo buio per i ferraresi, si mette in luce Paolo Mazza, che incomincia a farsi notare per le sue doti di scopritore, andando a scovare i primi talenti che verranno poi ceduti a squadre blasonate come Juventus, Milan e Fiorentina.
Al termine della seconda guerra mondiale, la Spal ritorna in serie B, con il primo colpo di Mazza che vende alla Juventus l’attaccante Astorri, comprato dallo Schio per solo 25.000 Lire, viene ceduto per 1.900.000 Lire, cifra incredibile per il tempo.
Nel 46' Paolo Mazza, passa da direttore sportivo, a presidente della società e con lui, nel giro di cinque anni la squadra ferrarese riconquista la serie A. Partono altri colpi di mercato come il centrocampista Montanari e le punte De Lazzari e Pandolfini, che passeranno a Lazio e Fiorentina.
1948/49 La Spal disputa un ottimo campionato di B, con due cannonieri di razza, Frizzi e Badiali che segnano complessivamente 44 reti, con vittorie con largo punteggio.
1949/50 Nonostante l’attacco segni ben 95 reti, la squadra fallisce la promozione a causa di gravi problemi in difesa. Due le particolarità di quell'anno: una vittoriosa partita giocata al mattino (8-2 con il Taranto) e l'ingaggio di un terzino che in anni più recenti diventerà un vero e proprio punto di riferimento per la Spal, Mario Caciagli.
1950/51 inizia male con tre sconfitte nelle prime quattro partite, poi centra 20 partite utili consecutive, delle quali sono ben 18 le vittorie. La squadra ferrarese travolge gli avversari ed alla fine approda in A, con 11 punti di vantaggio sulla prima non promossa. Inizia così un lungo ed esaltante ciclo per Ferrara e la sua squadra che la vedrà competere nella massima serie, per ben 12 anni consecutivi.
Per la squadra che deve affrontare la Ser ie A nel 51, Paolo Mazza si trova a dover sostituire il portiere Bertocchi ritornato al Livorno per fine prestito. Il presidente scova nel Seregno, appena retrocesso in C, dove aveva incassando 67 reti, il portiere ventitreenne Bugatti, mettendo in luce ancora una volta la sua competenza tecnica ed il suo fiuto per i campioni. Dopo soli nove mesi di campionato Bugatti, da numero uno spallino, sarà in maglia azzurra.
Ma le novità non finiscono solo con Bugatti, infatti il 23 Settembre 1951 (Spal-Torino, 1-1) viene inaugurato il nuovo (ed attuale) stadio "Comunale". La Spal terminerà il campionato al nono posto, fermando tutte le grandi nel girone di andata e soprattutto vincendo il primo derby con il Bologna in casa. In attacco ha un giocatore “esotico” per il tempo il centravanti Bulent che realizza 13 reti, bene anche il suo compagno di reparto Fontanesi che ne segna 9 e viene convocato in nazionale.
Sempre nel campionato 51-52 c’è il primo incontro in serie A tra bustocchi e ferraresi alla quinta giornata, il 7 Ottobre 51: Pro Patria – Spal 2-2: 7' Turbeky (Pro), 10' aut. Fossati, 47' Fontanesi (S), 84' Martini (Pro). La gara di ritorno finirà con lo stesso punteggio.
1952-53 La Spal, chiude malamente il girone di andata, all’ultimo posto con solo 13 punti conquistati, mentre nel ritorno c’è una grande rimonta rifilando delle pesanti sconfitte in casa, di cui è vittima anche la Pro Patria (4-0), e andando a pareggiare fuori casa con Inter, Juventus, Roma, Torino. Gli estensi alla fine si piazzano all'ottavo posto, grazie a questa clamorosa rimonta, ma sia in campo che dietro la scrivani si comincia ad intravedere la fine di un ciclo che costringerà il club ad un profondo rinnovamento.
1953- 54 Mazza mette all’incasso i suoi gioielli, Bugatti al Napoli per 55 milioni e Font anesi alla Lazio per 40, Bennike al Genoa, Colombi al Novara. Arrivano dalla Fiorentina lo svedese Ekner e dalla Samb Olivieri, ritornano vecchie conoscenze come Bertocchi e Del Vito, con la squadra sempre affidata a Janni, che lavora sempre in coppia con Mazza.
E` questo un campionato sofferto, alla fine arriva la salvezza solo con il vittorioso spareggio con il Palermo.
1954-55 Biagini subentra a Janni in panchina, altro colpo di Paolo Mazza che piazza Bernardin all'Inter per 70 milioni, se ne vanno anche l’attaccante Bulent ed Ekner, arriva il portiere Persico.
Alla fine del girone di andata la Spal ha solo 10 punti ed una sola vittoria ed al termine della stagione si piazza penultima davanti di due punti alla Pro (23 a 21) retrocedendo così in serie B. Mazza procede alla ricostruzione predisponendo una rosa adatta ad affrontare la serie B, stessa cosa si stava facendo a Busto, da dove il presidente ferrarese aveva prelevato l’ungherese Viney (terzino), ma in estate scoppia il caso Udinese e Catania, che finiscono nei guai per illeciti sportivi (i friulani anche ai danni della Pro per una partita di due anni prima) e vengono retrocessi d’ufficio in B, ripescando così Pro e Spal in A.
1955-56 Mazza sceglie Fioravante Baldi come nuovo allenatore, tra i nuovi arrivi oltre a Viney dalla Pro Patria, troviamo il giovane Carlo Novelli ed soprattutto il centrocampista del Messina GiovanBattista Fabbri detto "Gibì". La Spal parte benissimo ed al termine del girone di andata si trova dietro a Fiorentina ed Inter, al terzo posto, piazzandosi nona alla chiusura della stagione a 33 punti, nel gruppone di centro, in compagnia di Vicenza, Genoa, Torino, Juventus; vengono alla ribalta oltre a Novelli, Di Giacomo, Persico ed il già citato G.B. Fabbri. La gara di Busto, viene trasmessa in dir etta dalla Rai, e già ai tempi il feeling con le telecamere per i tigrotti è scarso, infatti s'impongono gli spallini per 2-1, all'89' con una rete di Novelli.
1956-57 altro cambio in panchina e tocca Tabanelli, partono come sempre i pezzi migliori. L'inizio della stagione degli spallini in A non è com’è spesso capitato dei migliori, anche se riesce a battere Inter e Lazio. E, come è spesso è capitato la riscossa è nel girone di ritorno quando con numerosi blitz esterni risale la classifica, andando a vincere 3 a 1 a Torino con la Juve, 3 a 0 a Genova con la Samp, a Firenze, e poi vittorie di misura a San Siro contro il Milan che vincerà lo scudetto, a Roma con la Lazio, a Napoli e nel derby con il Bologna. Al termine la Spal è ancora nona in classifica.
1957-58 Mazza punta sempre sugli italiani, dopo aver ovviamente ceduto ed incassato belle cifre dal Napoli, per Novelli e Di Giacomo
La squadra soffre parecchio e riesce a cavarsela solo con l'esperienza di Bertocchi, Lucchi, Dal Pos, Broccin e Vitali, che portano i ferraresi ad un altro vittorioso spareggio per la salvezza, contro l’Atalanta.
1958-59 Dopo la sofferta salvezza, Mazza rivuole Baldi in panchina, lascia dopo 10 anni il portiere Bertocchi, si affermano i giovani Saul Malatrasi e Bozzao, ma l’applicazione costante del “catenaccio”, che faceva furore nel periodo, seguendo lo stile imposto da Rocco, espone anche la squadra a brutte figure come quella che rimane la più cocente sconfitta di tutti i tempi, per la storia spallina 8-0 dall'Inter a San Siro.
Il campionato 1959/60 è quello in cui la Spal ottiene il miglior piazzamento di tutti i tempi, quinto posto con 36 punti, alla pari di Bologna e Padova e dietro Juventus, Fiorentina, Milan e Inter. La squadra è affidata sempre a Baldi, ma in estate perde i soliti pezzi pregiati come Malatrasi, Rozzoni, Lucchi, Dal Pos e Broccini, che “Il presidentissimo”, poi sostituisce degnamente, primo tra tutti con il regista italo-argentino Oscar Massei, forse il giocatore più rappresentativo della Spal, che Mazza pesca dal Napoli.
Massei, era un giocatore di qualità abile a disegnare geometrie a centrocampo e pronto ad andare a rete, rimarrà in Emilia per dieci anni, chiudendo la sua carriera nel 1968, ma ai tifosi di casa lascerà 52 reti in 244 presenze. I tifosi della Pro se lo ricordano negli anni 80, come allenatore dalla lingua lunga nella Vogherese (81-82) e poi al Lecco.
Oltre all'argentino la squadra ferrarese si avvale del ritorno di Novelli dal Napoli, dal Livorno Balleri (zio dell’attuale giocatore del Como ed ex Samp, Livorno e Lecce), ma soprattutto di un altro livornese, un vero grande del calcio italiano Armando Picchi (poi capitano della grande Inter di Herrera e Moratti e scomparso a soli 35anni, quando era allenatore della Juventus per una malattia misteriosa). Nella rosa spallina di quell’anno troviamo sempre Bozzao, “Mondino” Fabbri, che poi sarà allenatore della nazionale nello sfortunato mondiale Inglese del 66' ed un giovanissimo ma mai impiegato Carletto Mazzone. Nel campionato delle meraviglie, c’è la vittoria nel sentito derby con il Bologna, fuori casa per 3-2 con rete all’ultimo minuto, ma ci sono anche due stecche pesanti, come due 3-6 in casa con la Juve ed in trasferta a Padova.
1960-61,
Dopo l’exploit della stagione precedente, le grandi squadre prendono d’assalto la squadra costruita da Mazza, che come al solito piazza i suoi gioielli molto bene; il libero Armando Picchi va all'Inter in cambio dell'altra metà di Massei, e del portiere Matteucci, del ter zino Valadè e altri 24 milioni di vecchie Lire. Un vero e proprio colpaccio di mercato. Partono anche molti altri come Micheli, Balleri, Rossi e Trentini, si cambia anche allenatore, con l’arrivo di Luigi Ferrero, che deve fare la squadra da zero, con i nuovi arrivi che si chiamano Sergio Carpanesi, Taccola ed Osvaldo Riva. La Spal, ovviamente non è più quella della stagione precedente e dopo 5giornate ha solo 3 punti, ma a Novembre c’è a novità del mercato di riparazione, dove il solito Paolo Mazza piazza l’ennesimo colpaccio con la cessione di Morbello all'Inter per 70 milioni. Arriva una salvezza sofferta per un solo punto.
1961-62 La deludente squadra dell’anno prima viene cambiata per evitare problemi. Bozzao passa alla Juventus, Carpanesi e Matteucci alla Roma, mentre arrivano Cervato, Dell'Omodarme (diventerà una bandiera per il calcio ferrarese), Mencacci, il portiere Patregnai ed il tedesco Waldner.
La partenza è a singhiozzo e dopo sole tre giornate viene esonerato Ferrero e chiamato al suo posto la "vecchia gloria" Montanari, allenatore in seconda.
Arriva una salvezza, tranquilla, con una vittoria nel finale di stagione sull’Inter che in pratica da lo scudetto al Milan.
Nel frattempo Paolo Mazza è diventato CT della Nazionale e deve seguire la squadra in Cile per i mondiali, lasciando così la sua Spal, che nel frattempo ha raggiunto anche la prestigiosa finale di Coppa Italia. In finale deve affrontare il Napoli, impegnato nel campionato di Serie B, la Lega Calcio gioca un brutto scherzo ai ferraresi, non facendo giocare la partita, facendo attendere gli spallini per settimane, per la conclusione del campionato cadetto. La Coppa va così ai partenopei.
1962-63 La Spal giunge ancora ottava con 34 punti, in compagnia di Atalanta e Torino
Gli emiliani per diverse giornate, soprattutto nella fase iniziale del torneo, sono in cima alla classifica, alla 4a giornata è in testa solitaria con 7 punti; dopo 11 è sempre in cima con Juventus e Bologna, poi i sogni di gloria vengono ridimensionati, soprattutto per una pesante sconfitta con l'Atalanta in casa (2-5). La squadra è formata da Bozzao, che era rientrato dal prestito juventino. In squadra troviamo un giovanissimo Fabio Capello, pescato a soli sedici anni, con ottimo fiuto dal solito Mazza, in una squadra giovanile friulana. Tra i migliori della stagione il brasiliano De Souza, il ventitreenne ariete d’attacco Gianni Bui (poi a Verona e Torno), pescato in estate dal Pisa in C, Muccini poi Dell’Omodarme e Gori, che a fine anno vennero ceduti alla Juventus per Crippa, Fochesato, Castano II, la seconda metà di Bozzao e 160 milioni, per l’ennesimo colpo di Paolo Mazza.
1963-64 Viene riadottata la maglia biancazzurra a strisce verticali, al posto di quella bianconera, il suo esordio però non è dei migliori, infatti dopo oltre 10 stagioni in A la Spal retrocede in B. La squadra viene affidata a Giacomo Blason, con G.B. Fabbri che torna alla Spal come tecnico del settore giovanile. In estate ci sono cessioni importanti come Dell'Omodarme e Gori; Mazza prende dalla Pro il bustocco De Bernardi, che è un ala tornante con l’idea di farlo diventare attaccante, ma la cosa non funziona, la squadra paga anche diversi infortuni. Ci sono anche note positive come il lancio dei giovani Fabio Capello, Eddy Reja e
Pasetti.
1964-65 Mazza in B, non ci vuole stare e prepara una squadra di categoria, affidandola a G.B. Fabbri, prendendo dalla Pro il bomber Muzzio (uno dei migliori attaccanti della storia biancoblù recente, amatissimo anche a Ferrara), che andrà a riformare con De Ber nardi il duo d’attacco bustocco proprio a Ferrara, affiancandolo a centrocampo da Osvaldo Bagnoli, rientrano Balleri ed il giovane Ranzani. Ci sono i soliti giovani da mettere in evidenza e sono Ranzani e l’attaccante Franco Pezzato che resteranno legati per lunghi anni alla Spal. Confermati sono i vari Massei, Fabio Capello, Olivieri e Pasetti. Al termine è 3° posto ed immediato ritorno in A.
1965-66 Viene in pratica confermato il blocco che ha conquistato la promozione, tranne il giovane Ranzani e l’ex tigrotto De Bernardi che disputando un ottimo campionato passa all’Atalanta. Arriva una soffertissima salvezza negli ultimi 30 minuti della stagione, la Sampdoria pareggia a Torino con la Juve 1-1, mentre i ferraresi perdono 2-0 a Brescia, prima dimezzano le distanze, poi a pochi minuti dalla fine Osvaldo Bagnoli riesce a pareggiare, portando gli emiliani alla salvezza. Spal 28-Samp 27.
1966-67 Ennesima partenza a singhiozzo e la salvezza raggiunta ancora all'ultima giornata contro il Venezia, quando la Spal dopo essere stata sotto come l’anno prima di due reti va a vincere per 3 a 2 (gol decisivo di Capello). E’ la stagione dei 3 rigori contro in casa con il Napoli, con l’arbitro Lo Bello, che faticherà ad uscire dallo stadio.
1967-68 E’ l’ultimo anno di serie A per la Spal e la fine di un’epoca del calcio ferrarese anche perché a fine stagione la bandiera Oscar Massei chiude con il calcio giocato. Viene allestita una squadra giovane, Capello viene ceduto alla Roma per 250 milioni, Muzzio e Bagnoli avanti con gli anni, all'Udinese, dove il primo chiude la carriera, Pezzato all'Empoli. I giovani sono come al sempre di valore il portiere Cipollini (attuale dirigente del Bologna), Boldrini, Parola e Paolino Stanzial, Brenna, Braca (pescato in C), Reif (poi al L.R. Vicenze ed Inter) e Mattrel. La squadra fa sul fondo subito, dopo 7 partite ha un solo punto, ed a nulla valgono gli arrivi novembrini del giovane Albertino Bigon e dell’esperto Gastone Bean.
Inizia così un periodo di repentina discesa che porterà alla serie C in breve tempo, l’anno successivo, priva di Massei e Bozzao ritirati dal calcio giocato, oltre che Pasetti viene ceduto alla Juventus e Paolino Stanzial alla Fiorentina. Mazza punta ad un pronto riscatto, andando a prendere la punta Improta, Vitali, Antonioli e Bertarelli, e Alberto Orlando, già centravanti della nazionale e capocannoniere in serie A, che però s’infortuna subito al ginocchio e perde la stagione. Alla fine sarà ancora retrocessione, in serie C. Tra le poche note liete c'è sicuramente l'inaugurazione del Centro Addestramento Giovanile di via Copparo, ancora oggi sede degli allenamenti di tutte le squadre della società.
La stagione dopo Gibì Fabbri viene esonerato quasi subito, ci sono giovani come Gigi Del Neri (ex all. del Chievo ora all'Atalanta) e l’ala sarda Marongiu, ma alla fine del torneo arriva alle spalle della Massese.Quindi ancora secondi dietro al Genoa, con la maglia spallina troviamo i giovani attaccanti Musiello e Casarsa e giocatori che negli anni successivi diverranno colonne portanti della squadra: Donati, Marconcini e Vecchiè. Sempre secondi nel 71-72 alle spalle dell’Ascoli di Mazzone, ma con l’esordio in prima squadra della punta Gibellini e l'addio al calcio di Saul Malatrasi. Ma nel 72-73 riesce a tornare in cadetteria dove rimane fino al 76-77.
Con la retrocessione in C Paolo Mazza, chiude la sua epoca alla dirigenza della Spal, lasciando la presidenza dopo ben 29 anni di regno, ma non lasciando un vuoto di potere. Alla presidenza sale il geom. Primo Mazzanti, che affida la squadra a Beni amino Caciagli, è la Spal dei Pezzato, Gibellini, Fasolato, Dolci, Lievore, Titti Manfrin, Renzi, Sola e Tassara, che centra subito la promozione in B, con 11 punti di vantaggio sulla seconda la Lucchese Lo stesso gruppo si piazzerà a metà classifica in B.
Nell’80-81 la squadra viene affidata a Titta Rota, con l’esordio di Luca Albiero, raggiungendo una tranquilla salvezza.
81-82, a difendere la porta spallina arriva William Vecchi (ex di Mila e Como ed attuale allenatore dei portieri dei rossoneri), ma la squadra ha da subito difficoltà con Tomeazzi che subentra a Rota ed alla fine è retrocessione in C1.
83-84 sulla panchina arriva Giovanni Galeone, che porta la squadra al 5° posto in C1, mentre l’anno successivo partita con ambizioni si salva solo per differenza reti: E’ il periodo di De Gradi, Lamia Caputo, Cavestro e Pregnolato.
Questa salvezza porta anche ad un cambio di dirigenza con il geom Rossatti presidente, Renato Cipollini d.s. e Giovanni Galeone richiamato in panchina.
Nell’88-89 La Spal retrocede in C2, e nella stagione successiva raggiunge il livello più basso raggiunto nel dopo guerra con un decimo posto in serie C2.
Nel 1990 alla presidenza dei ferraresi arriva Giovanni Donigaglia, con la sua Coop costruttori ed programma da subito la risalita, affidando la squadra a G.B. Fabbri, in campo un giovanissimo Paramatti, il libero Albiero e il bomber Mezzini (poi alla Pro): ma la promozione in C1, arriva solo con lo spareggio di Verona (1-0 all'83’ Albiero su rigore), contro la Solbiatese di Caravatti e con Massimo Rovellini in campo. La Spal centra subito la doppia promozione in B, ma poi retrocede in C1 subito.
Nel 93-94 La Spal arriva ai play-off, dopo aver eliminato il “l’odiato” Bologna in una doppia sfida (2-0 e 0-1), disputata a Verona, la finale con il Como di Tardelli, che manda in campo come titolare il ventenne Cristian Boscolo (nato a pochi chilometri da Ferrara), e nei minuti finali un altro ex biancoblù Claudio Rusconi: nella rosa lariana altri tigrotti attuali Paolo Annoni e Melo Dato e Pellizzari. Sono proprio i comaschi a vincer e per 2-1, in rete per gli estensi Mezzini, per dare un ulteriore tocco di biancoblù alla sfida.
L’anno successivo sfiora ancora i play-off, che raggiunge ancora nel 95/96, dopo un campionato sempre in vetta, ma perde clamorosamente la doppia semifinale ancora contro il Como, con Boscolo in campo ed anche Dato e Bonomi.
Donigaglia lascia la carica di Presidente e gli succede l'avv. Guzzinati, la stagione è tra le più buie della storia ferrarese, si parte con ambizioni fondate di serie B, squadra attrezzatissima fatta non badando a spese, ma al termine retrocede ai play-out, contro l’Alzano (0-0 a Bergamo) e sconfitta casalinga per 2-1.
Donigaglia decide di tornare e rinnova completamente lo staff tecnico e dirigenziale. Il d.s. diventa Ranzani ed allenatore è Gianni De Biasi (ora al Torino), la squadra va subito in vetta e tiene alle spalle il Rimini, conquistando direttamente la promozione in C1, grazie anche ad un bomber come Emanuele Cancellato ed a centrocampo l’ex doriano Pari. 1998-99 sempre con De Biasi in panchina e lo stesso gruppo, si comporta bene in C1 e vince la Coppa Italia di C, contro il Gualdo. Nella rosa degli estensi, troviamo l'attuale attaccante del Chievo, Pellisier.
De Biasi passa al Modena e la squadra viene affidata a D’Astoli (per anni sulla panchina del Lumezzane), che porta la squadra a metà classifica.
L’anno successivo ci sono rinnovate ambizioni, con la squadra affidata inizialmente a Scanziani, le cose non girano come dovrebbero ed al suo posto arriva Melotti che porta la squadra in salvo. In formazione attaccanti si valore come Cancellato, Cerbone, lo stesso Pellisier e l'ex biancoblù Temelin che 25 gare segna sei reti.
2001-02 dodicesimo posto finale, in panchina si alternano Melotti e Perinelli, attacco come la stagione precedente con Temelin 24 presenze e sette reti, Pellisier 14 in trenta gare.
2002-03 la società è in mano a Lino Di Nardo, in panchina troviamo Walter De Vecchi sostituito poi da Sonsogni, con la coppia d'attacco formata da due ex tigrotti Artico e Temelin, il primo con nove reti in ventisette presenze, il secondo con quattro centri in quattordici gare. In rosa anche l'esperto Zanoncelli, Pirri, Altomare, La Canna, Tatti e Pirri. Biancoblù e spallini tornano a confrontarsi dopo anni, a Busto s'impone la Pro, al ritorno un rigore beffa consegna la vittoria ai ferraresi a pochi minuti dal termine.
2003-04 la società in pratica si ritrova in mano agli ex dirigenti del fallito Cosenza, in panchina parte Sonzogni, sostituito poi da Giancesare Discepoli, che centra cinque vittorie di fila portando la squadra dal fondo a ridosso delle prime chiudendo poi la stagione al nono posto, cercando di inserirsi tra le prime fino alle ultime giornate. Attacco di assoluto valore con Artico, Andy Selva, Succi e Temelin. I due ex tigrotti incontrano però una stagione incolore tre reti per il primo e due il secondo con poco più di dodici presenze per entrambi.
2004-05 viene inserita nel girone B di C1, in panchina Allegri, arriva al nono posto finale con in rosa, Pirri, Berrettoni, Consonni, La Canna, Cunico. In estate la situazione finanziaria già incerta degli anni precedenti si aggrava, venendo dichiarata fallita, riparte dalla Serie C2, con il Lodo Petrucci, guidata da Gianfranco Tomasi, imprenditore edile di Comacchio.
2005-06 Beruatto allenatore, in squadra un altro ex Matteo Negrini. Non arrivano i risultati attesi dalla piazza e Nicoletti subentra in panchina, arrivando ad una salvezza sofferta con il tredicesimo con l'ex napoletano Sesa a centrocampo. In società si affacciano nuovi problemi.
2006-07 come tecnico Leonardo Rossi, in campo l'ennesimo ex Firmino Elia, per lui quattro centri in venticinque gare, oltre al ritorno della bandiera Servidei e Bisso. Arriva ai play-off dove in semifinale viene eliminata dalla Paganese, con sconfitta di misura in Campania e pareggio per uno a uno a Ferrara.
2007-08, in panchina Francesco Buglio, a centrocampo Andreotti ed in avanti l'argentino ex Padova e Palermo, La Grotteria. Ai play-off viene eliminata dal Portogruaro, ma in estate per i problemi finanziari di diverse società viene ripescata in Prima Divisione. In estate arriva anche il cambio di proprietà con l'ingresso dell'imprenditore toscano, ma di origini ferraresi Cesare Butelli.
IL PERSONAGGIO

Enrico Muzzio
Landriano (Pv), 18 dicembre 1936 – 3 marzo 1996
Altezza cm 177 per 74 kg.
Un nome che per i tifosi della Pro fa ancora vibrare il cuore ed è sinonimo di centravanti di indiscusso valore che ha Ferrara trovò la sua definitiva consacrazione.
Attaccante eccezionale, robusto, molto rapido, forte sia di piede che nel gioco aereo ed in acrobazia, giocatore di livello alto che rimase inspiegabilmente per anni nelle serie minori, prima di spiccare il salto nel grande calcio, prima con la Pro in B e poi con gli spallini in A. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili Pavia, passa nel 1956 in Serie B al Venezia dove però stenta ad ambientarsi, tornando due anni dopo in Serie C nel 1959 con la maglia del Casale dove segna 13 reti.
Nell'estate del 1960 arriva alla Pro ed in quattro campionati di Serie B segna 40 reti, con Lello Crespi nel ruolo di suggeritore e diversi compagni di reparto come Pagani poi per anni al Brescia in A.
Anche l'inizio alla corte di Piero Magni non è dei migliori infatti, data la sua velocità viene impiegato come ala con la prima stagione in biancoblù che si chiude praticamente in sordina. Poi esplode definitivamente, riempiendo il vuoto lasciato dal bustocco Calloni, che passa al Messina.
Fa impazzire il pubblico bustocco, che con lui in attacco vede la Pro sfiorare il clamoroso ritorno in Serie A, con la sua specialità, taglio veloce dall'esterno al centro e tiro secco sul primo palo, che spesso e volentieri s'insacca in diagonale a fil di palo con precisione chirurgica.
Raggiunge con la maglia tigrotta il record di 5 goals in una sola partita quella contro il Parma, terminata appunto 5-0. Secondo giocatore tigrotto a segnare cinque reti in una sola gara, dopo Rossi in Pro Patria – Roma 6-1 degli anni 20. Stranamente, nonostante segni con continuità e sia riconosciuto come uno dei migliori attaccanti di categoria la sua carriera stenta a decollare.
La svolta, arriva nell'estate del 64' quando la Spal, appena retrocessa dalla massima serie, cerca un bomber che le posa garantire una certo numero di reti. Il presidente estense, Mazza, lo prende per sostituire Gianni Bui.
Muzzio alla Spal trova Gianfranco De Bernardi, bustocco suo ex compagno alla Pro Patria. Giocatore dal grande talento ma andato incontro purtroppo a diversi gravi infortuni che gli fecero lasciare il calcio a solo ventisette anni. Muzzio, parte in sordina ma poi esplode, entrando nel cuore anche dei tifosi ferraresi. Trova anche gli applausi dei suoi ex tifosi biancoblù, quando i ferraresi s'impongono a Busto anche grazie ad una sua rete.
La Spal viene promossa, trascinata dalle tredici reti di Muzzio che così assapora anche il gusto della Serie A a ventinove anni. Nella massima serie fa il suo esordio a Napoli, ed in quel campionato segna ben 11 reti, diventando il miglior bomber spallino con Sega. Entra definitivamente nel cuore della tifoseria ferrarese quando il 10 Ottobre del 66, la Spal affronta il Bologna, che era ancora fresco di scudetto.
Nella città felsinea, và in scena un derby che ha il classico sapore di Davide contro Golia, con la Spal data sfavorita. I padroni di casa, si portano in vantaggio, ma Muzzio segna una doppietta e quindi Osvaldo Bagnoli, firma il tris finale. Enrico Muzzio viene portato in trionfo dai tifosi al suo ritorno nella città estense. Sempre nella stessa stagione Muzzio si rende protagonista di diversi altri episodi che infiammano il pubblico di casa. Nel campionato successivo Muzzio verrà ancora confermato e resterà alla Spal in Serie A fino al 1967 quando venne ceduto all'Udinese in Serie C assieme ad Osvaldo Bagnoli. Chiuse con il calcio nel 1969, tornando a dedicarsi alla sua fattoria a Landriano nel pavese.
Scomparso nel 1996, dopo una lunga malattia, nel corso delle manifestazioni per il centenario della Spal, tenutesi nel 2007, è stato nominato miglior centravanti di sempre della storia del sodalizio.
I PRECEDENTI
PALMARES
Pro Patria 12 campionati di Serie A – 1 Coppa delle Alpi
SPAL 16 campionati di Serie A – 1 Coppa Italia di Serie C ed. 1998-99
Serie A 1951-52
5^ 7 Ott. 1951: Pro Patria – Spal 2-2: 7' Turbeky (Pro), 10' aut. Fossati, 47' Fontanesi (S), 84' Martini (Pro)
24^ 9 Mar 1952: Spal - Pro Patria: 2-2 10' La Rosa (Pro), 43' Fontanesi, 51' Marzani, 79' Santos (Pro)
SERIE A 1952-53
7^ 2 Nov 1952: Pro Patria - Spal 2-0: 65' Mannucci, 75' Bertoloni
24^ 8 Mar 1953: Spal - Pro Patria 4-0: 11' e 16’ Fontanesi, 13' Barranco, 30' Busnelli
Serie A 1953-54
7^ 31 Ott. 1954: Spal - Pro Patria 1-1: 15' Olivieri, 80' Settembrini (Pro)
24^ 20 Mar. 1955: Pro Patria - Spal 1-1: 40' Broccini, 69' Toros (Pro)
Serie A 1955-56
2^ 25 Set. 1955: Spal - Pro Patria 2-1: 60' Macor, 65' Fabbri, 78' Sala (Pro)
1^ 19 Feb. 1956 Pro Patria - Spal 1-2: 51' aut. Toros, 71' Toros (Pro), 89' Novelli – Diretta Rai primo canale.
Serie B 1964-65
1^ Spal – Pro Patria 4-1
20^ G. Pro Patria – Spal 0-3
Serie C1 1982-83
2^ 26 Set. 82 Spal - Pro Patria 1-1: 62’ aut. Malerba (S), 80’ rig. Zanolla (S)
19^ 6 Feb. 83 Pro Patria - Spal 1-1: 33’ Maruzzo (Pro), Ferretti 82’
Serie C1 2002-03
5^ 29 Set. 02 Pro Patria – Spal 1-0: 17’ Matteini
CLICCA
QUI
22^ 22 Feb. 03 Spal- Pro Patria 2-1: 7’ Ruopolo(P), 37’ La Canna, 89’ Pirri
rig. CLICCA
QUI
Serie C1 2003-04
13^ 23 Nov. 03 Pro Patria – Spal 0-2: CLICCA
QUI
30^ 18 Apr. 04 Spal- Pro Patria 4-0:
IL TIFO
Il nome Spal non può che evocare il ricordo di una grande squadra e di una storica tifoseria, abituata per decenni a frequentare grandi palcoscenici. La squadra di Ferrara ha sempre goduto di un buon seguito, con la provincia che si è spesso identificata con le maglie biancazzurre, anche per la posizione defilata della città, lontana da altri grossi centri e dal grande calcio metropolitano. La tifoseria si è subito identificata con la squadra seguendola già in trasferte organizzate negli Anni 20', con macchine, treno e biciclette.
Da ricordare tra gli eventi memorabili a livello di trasferta lo spareggio per non retrocedere in serie B del 1954: Roma accolse un massiccio esodo ferrarese e la salvezza ai danni del Palermo, unita alla conseguente retrocessione degli odiati bolognesi non fece che moltiplicare la gioia del popolo spallino, recatosi addirittura nel capoluogo emiliano per i festeggiamenti del caso.
La retrocessione dell’anno successivo provocò la prima contestazione. Il conseguente inaspettato ripescaggio fu accolto con gioia, e per più di un decennio gli spallini poterono confrontarsi con grandi tifoserie, e la squadra inflisse storiche sconfitte a squadre blasonate.
Degna di menzione fu la prima violenta contestazione a Ferrara, datata 1967. Concetto Lo Bello, reo di aver assegnato 3 rigori all’ospite di turno, fu assediato per ore negli spogliatoi con conseguente esplosione di violenza intorno allo stadio ferrarese.
Dopo qualche anno anonimo dovuto alla relativa caduta in terza serie, la tifoseria torno ad entusiasmarsi per la promozione in serie B del 1973.
Era il decennio della nascita del movimento ultras, e Ferrara non fece eccezione: i primi gruppi di tifo organ izzato iniziarono a frequentare la Curva Ovest, con la nascita ufficiale nel 74-75, quando grazie al “Generale” ed altre 40 persone circa, diedero vita agli Ultras della Spal.
Venne cucito anche il primo striscione, realizzato a grandi rettangoli alternati e opposti bianco-azzurri con la scritta nera "Ultras", disegnato sulla misura esatta della balaustra rossa posta a come ringhiera sulla scalinata della Curva.

Spal
- Genoa 77/78
Quel primo striscione venne inaugurato in occasione di due trasferte consecutive in Piemonte a Novara ed Alessandria in Serie B.
Alcuni anni più tardi nel pieno degli scontri di piazza del '77 a Bologna, nacque un rapporto particolare con una frangia della storica rivale bolognese, quando alcuni Ultras Spal entrarono in contatto con esponenti dei Forever Ultras Rossoblù e da lì nacque un'amicizia che, in diverse occasioni, portò gli spallini a frequentare da alleati la Curva Andrea Costa e che portò loro ad affiancarli nella Ovest.
Gli anni ’80 furono sfortunati a livello calcistico; la Spal conobbe l’assoluto traguardo negativo, la serie C2, ma nonostante la ovvia diminuzione degli spettatori, la tifoseria spallina e i suoi ultras fecero la loro comparsa ovunque, su ogni campo, in discreto numero. Il Comunale vede il tutto esaurito nella gara contro il Milan, nel campionato 80-81

Spal
- Bologna 82/83
Il 1991 vide il ritorno in serie C1 e la curva si ripopolò di nuovi gruppi; l’anno successivo coincise anche con l’unico e sfortunato campionato in serie B dell’ultimo lustro. Si registrano 22.000 presenze al Paolo Mazza. Nel 93-94 per la finale play-off contro il Como a Verona, sono circa 12.000 i sostenitori ferraresi al seguito.
Gli Astra Alcool prima, nonché i Boys 1989 e il Gruppo Copparo più di recente, presero la guida della tifoseria ultras. Con fatica riuscirono a mantenere coesa una tifoseria sempre più scoraggiata e numericamente in calo a causa degli anonimi campionati delle casacche a strisce.
Dopo il cambio al vertice, risalenti a diversi anni fa, alcuni esponenti dei gruppi della curva decisero di radunare gli innamorati della maglia biancazzurra dietro lo striscione “Vecchio Nutty”, gruppo che da allora cerca di riportare il tifo ferrarese ad una dimensione più consona al blasone.
Nell'annata 2002-03 le tessere furono 1.130, in quella successiva 817, per una media di poco superiore alle 2.200 unità. La scorsa stagione in C2, gli abbonamenti furono 907, con una media spettatori di circa 2.500 unità. In questo campionato le tessere sono 1.355, con presenze medie assestate a circa 3.000.
I gemellaggi ufficiali sono quelli con anconetani e carraresi. Da segnalare la recente chiusura di uno storico gemellaggio, quello con i reggiani, troncato a causa di divergenze a seguito dei cambi di gestione nelle rispettive curve e da incidenti nei successivi incontri con i granata.
La rivalità storica e più sentita è quella con Bologna; altre inimicizie sussistono con alcune tifoserie della regione, tra cui spiccano quelle di Cesena, Modena e Ravenna. Altre rivalità con veronesi, vicentini, padovani, veneziani, spezzini, triestini, pratesi, lucchesi e
comaschi.
Clicca
sulle foto per ingrandirla
|
|
|
|

|
|
|
|
|
Pro
Patria - Spal 02/03 |
|
|
|
Pro
Patria - Spal 03/04
|
|
|
|
|
|
Reggiana
- Spal 06/07 |
|
|
|
Triestina
- Spal 03/04
|
|
|
|
|