LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

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HELLAS VERONA

1903

 


Hellas Verona Football club spa (1903)

Colori sociali: maglia blu con bordi gialli, calzoncini blù, calzettoni blu con bordo giallo. 

Sede via Leone Pancaldo, 68, 37138 Verona

Stadio "Marc'Antonio Bentegodi", Piazzale Olimpia, 37138 Verona
Dimensioni (105 x 68) - Capienza 39.211


Verona 262.500 abitanti - totale provincia di Verona 838.000




Abbonamenti
2007-08: 9.635
2008-09: 7.890

Presidente On.: Conte Pietro Arvedi D'Emili
Amminstratore unico: Nardino Prevedi
Dir. Responsabile: Claudio Molinari
Direttore sportivo: Riccardo Prisciantelli
Segretaria: Nicoletta Manfrin
Direttore amministrativo: Pierluigi Marzola
Relazioni esterne: Simone Pulifiato
Allenatore: GianMarco Remondina
Allenatore in 2^: Luciano Bruni
Prep. portieri: Massimo Marini
Prep. atletico: Cristiano Mazzurana


IL CALCIOMERCATO


ARRIVI: Ceccarelli (d83-Spezia), Bergamelli (d87-Manfredonia), Campagna (d88-Juventus), Conti (d87-Perugia), Loseto (d88-Samb), Moracci (d87), Tiboni (a88-Sassuolo via Udinese), Parolo (c85) e Girardi (a85-Foligno), Campisi (c87-Massese), Puccio (c89-Inter), Da Dalt (Arg.87-Triestina), Anaclerio (a81-Perugia), Gomez-Taleb (a85-Bellaria), Dianda (C.A. c87-Vibonese), Scapini (a83-Cuneo)

PARTENZE: Altinier (a83-Sambonifacese via Mantova), Zeytulayev (Uzb-84-Pescara), Morante (a79-Lanciano), Orfei (d76-svin), Vriz (88)-Smania (88)-Bozzola (89) e Castellan (d88-Rovigo), Stamilla (83-Piacenza fp), Comazzi (c79-Ancona), Di Bari (d83-Taranto fp), Gonnella (d76-svin), Di Giulio (c72-svin), Giraldi (c89-svin), Greco (c89-svin), Minetti (c78-svin), Piocelle (Fra c78-svin), Cissè (a88-Atalanta fp), Vigna (c77-Arezzo), Ikavleski (a Bel. 88-svin), Pastrello (a84-svin), Da Silva Barbosa (a Bra 78-Portogruaro).

 

LA  ROSA


 

Portieri: Cecchini (86), Franzese (81), De Andrade (82)

Difensori: Bergamelli (87), Campagna (88), Ceccarelli (83), Conti (87),  Hurme (Fin.- 86), Loseto (88), Morabito (78), Moracci (87), Politti (87), Sibilano (78)

Centrocampisti: Bellavista (77), Corrent (79), Campisi (87), Da Dalt (Arg. 87), Dianda (CIV-87), Garzon (81), Mancinelli (82), Parolo (85), Puccio (89).

Attaccanti:  Anaclerio (a81), Girardi (85), Gomez-Taleb (a85), Scapini (a83), Tiboni (88), Anacalerio,

 


GLI ULTIMI SEI CAMPIONATI


2002-03 Serie B 13° posto - All. Alberto Malesani
2003-04 Serie B 19° posto - All. Sandro Salvioni poi Sergio Maddè 
2004-05 Serie B  7° posto - All. Massimo Ficcadenti
2005-06 Serie B 15° posto - All. Massimo Ficcadenti
2006-07 Serie B 19° posto - Retrocesso in C1 dopo spareggio con lo Spezia - All. Ficcadenti dalla 18^ Ventura
2007-08 Serie C1 15° posto – Ai play-out elimina la Pro Patria – All. F. Colomba, dalla 7^ D. Pellegrini, dalla 19^ M. Sarri, dalla 26^ D. Pellegrini.


PRO PATRIA – VERONA

 


Rivincita ? Forse... Le rivincite vere, però sono quelle che si disputano su incontri di ugual valore. Ora ci sono tre punti in palio valevoli per una giornata di campionato. Certe quel colpo di testa di Morante al 94' (unico suo goal in tutta la stagione) ed ancora di più la rete di Zeytulaev all'89', un po' danno ancora fastidio. Certo però che quella rete all'ultimo minuto, quando tutto sembrava girare a favore della Pro, ha poi innescato un meccanismo di profondo e radicale rinnovamento societario, di cui ora vediamo i frutti. Abbiamo una squadra che gioca con interpreti anche di talento e di sicuro avvenire, in cima alla classifica dalla prima giornata di campionato con una voglia dannata di andare fino in fondo. Il Verona certo non starà a guardare, non avrà voglia di fare la vittima sacrificale, anche per il rispetto verso quelle centinaia di tifosi gialloblù che seguiranno la formazione di Remondina, ancora una volta allo Speroni.
Verona, che rispetto all'ultimo incontro ha cambiato pelle, per citare due nomi a caso Morante è andato al Lanciano e Zeytulaev al Pescara. L'oleggese Comazzi all'Ancona in B. La rosa è stata ringiovanita e può contare sul talento di Marco Parolo da Gallarate.
Con la vittoria per 3-1 sul Novara, di domenica scorsa, gli scaligeri si sono portati a 15 punti, in una posizione di classifica che potrebbe aprire nuovi orizzonti. Contro i tigrotti, gli scaligeri, che da diverse giornate sono in costante crescita, cercano quella partita che potrebbe dare la svolta in positivo della stagione, ma bisogna sottolineare che ogni volta che i gialloblù sono stati chiamati al salto di qualità, fino ad ore non ci sono riusciti, tenendo però conto che la zona play-out è di poco sotto.
Il successo contro il Novara, ha però dato una bella iniezione di fiducia ad una gruppo che non centrava i tre punti da più di due mesi (otto turni di campionato), ma che è in serie positiva da cinque giornate. Contro i piemontesi il Verona ha raccolto forse più di quanto ha seminato e non si può nemmeno dimenticare che in più di un'occasione ha rischiato di affondare senza i miracoli del portiere Rafael, con i novaresi già vicino al goal dopo pochi secondi di gioco ed in vantaggio di una rete con Sinigaglia al 12'. Tenuti a galla dal loro portiere gli scaligeri hanno poi compiuto una rimonta di quelle storiche segnando tre goal in 19 minuti, chiudendo la gara gia' al 38' del primo tempo. Uomini di Remondina, alla seconda rimonta di fila dopo quella effettuata a Sesto San Giovanni nel turno precedente, quando sotto di due reti dopo sedici minuti di gioco, hanno poi pareggiato per 2-2. Remondina, è un nome che ai tifosi della Pro che ci riporta agli inizi degli anni 80' quando il biondo bresciano era uno dei cardini della Carrarese di Orrico, ma non solo è stato giocatore ed allenatore di una squadra vicina a Busto. Come tecnico ha guidato il Sassuolo alla vittoria del campionato di C2, passando poi senza fortuna al Piacenza in B, da cui venne poi esonerato. L'allenatore degli scaligeri applica di base un modulo 4-3-1-2 che spesso si trasforma in un 4-3-3 puro. Come quando era calciatore punta molto sul ritmo e sulla corsa dei suoi uomini che in questa stagione come prestazioni sono andati un po' in altalena, con gare a tratti spumeggianti ed altre molto più compassate da apparire fino leziose. Verona che allo Speroni dovrebbe schierarsi con gli stessi uomini che hanno superato il Novara, con una formazione titolare che vede tre '87, due '88 e un '85. In porta Rafael, portiere brasiliano. Difesa che al centro vede l'ex Luca Ceccarelli (83), 33 presenze ed una rete in maglia biancoblù nella stagione 2004-05, al suo fianco Bergamelli (87), scuola atalantina, la scorsa stagione al Manfredonia. Sugli esterni Moracci a sinistra, altro classe 87' e Campagna anno di nascita 88', scuola Juve alla prima esperienza tra i prof. Come prima variante l'aitante (189 cm di altezza) ed esperto Sibilano, per il ruolo di centrale ed il giovane Loseto 88', scuola Bari. Molto probabile che questo sia il pacchetto difensivo con Remondina, che sceglierà giocatori veloci, piuttosto che forti fisicamente ma più lenti. Centrocampo con l'ex Chievo e Pavia, Garzon sull'esterno con l'ex barese Bellavista e Campisi in mezzo a supporto di Parolo, che fluttua tra centrocampo ed attacco, pronto ad inserirsi tra le linee senza dare punti di riferimento, giostrando nel classico ruolo di rifinitore, cercando anche la conclusione dal limite, anche su calci piazzati. Primo cambio è Corrent, veronese doc e vero uomo spogliatoio della squadra.
In attacco Tiboni, scuola udinese, la scorsa stagione a metà tra Pisa e Sassuolo, in questa annata già dieci presenze ed una rete. Giocatore dal fisico imponente, 189 centimetri per 78 chilogrammi. Al suo fianco quasi certamente Scapini, veronese di Bovolone, altro corazziere, autore di 22 reti in 31 presenze, la scorsa stagione con la maglia del Cuneo in C2. A disposizione Girardi ex Foligno, 10 reti la scorsa annata, altro dal fisico niente male. Anaclerio, che opera però più da seconda punta, cercando di partire da dietro per mettere in mezzo palloni. Ultimo l'argentino Taleb, lo scorso campionato al Bellaria con sette centri, giocatore di movimento che preferisce sfruttare gli spazi.
Verona che in stagione ha vinto tre gare, pareggiate sei e perse tre, con undici goal fatti ed altrettanti subiti. Lontano dal Bentegodi, su sei incontri non ha mai vinto, cinque i pareggi ed una sola sconfitta, quattro reti realizzate e sei subite. Ultima vittoria esterna per i gialloblù, a Monza la scorsa stagione il 6 Aprile, per 3-2, nei minuti di recupero. Ultima sconfitta a Cremona, alla quarta giornata per 3-1. Pro Patria che non supera il Verona dalla stagione 62-63, quando s'impose per 2-0, a Busto.


IL PERSONAGGIO

 

Parolo




E' andato a segno domenica scorsa contro il Novara, probabilmente sentendo sapore di “Derby del Ticino”, siglando la rete del 3-1, che ha fissato il punteggio finale, il suo nome è Marco Parolo, nato a Gallarate il 25 Gennaio 1985. Lo scorso campionato è stato una delle sorprese in positivo, vestendo la maglia del Foligno in C1.Centrocampista di 23 anni, prelevato in estate dal Chievo con la formula della comproprietà, dopo la buona stagione in Umbria, Parolo è cresciuto inizialmente nei ragazzini del Torino Club Gallarate, dove ha giocato per sette anni. Dopo una parentesi al Soccer Boys Turbigo, uno delle migliori fucine di talenti della nostra zona, arriva il grande salto nel settore giovanile del Como, con cui disputa due campionati Primavera prima di esordire in prima squadra. 

Reduce da due discrete stagioni a Pistoia, nell'estate del 2007, passa al Foligno, dopo un interessamento iniziale di Cremonese e Padova compiendo una scelta che si è rivelata azzeccata, sotto le cure di Pierpaolo Bisoli, che gli cucisce addosso il gioco dei falchetti che con le sue giocate spiccano il volo, arrivando fino ai play-off, da neo-promossa.Giocatore rapido, ottimo negli inserimenti senza palla, che non dà mai riferimenti e discreto nel gioco aereo, elemento di qualità e soprattutto riesce ad essere il collante perfetto tra centrocampo e attacco, soprattutto quando può agire dietro le due punte, ricordando nei movimenti il milanista Ambrosini. Nelle ultime stagioni, grazie anche alla maturazione fisica, gioca in posizione più avanzata, a Foligno era il vertice avanzato del rombo proposto da Bisoli, andando a rete tre volte, record personale. Lo stesso ruolo lo occupa in questa stagione con Remondina, giocando da titolare fisso con 11 presenze ed una rete proprio quella realizzata domenica. La sua presenza in campo per i gialloblù è ormai fondamentale,Di goals non ne ha mai segnati tanti, ma probabilmente con il Novara deve avere un conto in sospeso, visto che nella stagione 2004-05, quando vestiva la maglia del Como, avendo come compagno l'ex tigrotto Daniele Rosso, ora all'Alessandria in prestito, segnò un'altra rete, iniziando l'azione da metà campo, andando via in slalom. Quella di Marco Parolo, è purtroppo la storia di tanti ragazzi del nostro territorio che hanno fatto la fortuna di altre società, senza aver mai vestito la maglia della Pro, l'elenco sarebbe lunghissimo, ma citare alcuni nomi è doveroso, Costacurta, Michele Ferri del Cagliari, Stellini del Bari, Comazzi dell'Ancona, Maccarone del Siena solo per dire i primi che vengono in mente a caso.


La carriera

Nato a Gallarate (Va) - Il 25.01.85
 Altezza 184 cm per 74 kg


2004-05

Como
C1
33
3
2005-06
Pistoiese
C1
24
1
2006-07
Pistoiese
C1
28
2
2007-08
Foligno
C1
29
3
2008-09
Verona
Prima Div.
-
-

 


LE TRE SQUADRE

La Pro nella sua storia, è senz'altro una delle pochissime squadre ad avere incontrato nei campionati professionistici le tre formazioni veronesi. Il Verona, vero simbolo calcistico della città veronese, il Chievo e l'Audace San Michele Extra, espressione invece di due quartieri. Particolare curioso, tutte e tre le squadre hanno avuto come impianto di gioco il “Marc'Antonio Bentegodi”, dove i tigrotti hanno affrontato Verona ed Audace. Altra particolarità le prime due si dividono anche i colori sociali, gialloblù, mentre l'Audace, ha come maglia una tenuta a strisce verticali rossonere e pantaloncini neri.

Pro Patria e Verona si affrontano ormai dal lontano 1927 nel campionato di Divisione Nazionale, cioè l'attuale Serie A.

Con il Chievo, la Pro si è confrontata solo in Serie C2, sul vecchio impianto del “Bottagisio”, alla metà degli anni 80. Con la formazione del quartiere veronese nei quattro incontri disputati i tigrotti non hanno mai vinto, ma è interessante notare il notevole scambio di calciatori tra le due formazioni. Uno su tutti l'attuale mister bustocco, Franco Lerda, che nella stagione 90-991, raccolse 32 presenze e ben otto reti. I suoi compagni di squadra ? Casabianca, Walter Curti, Maurizio Franchi, la coppia bibi&bibò, alias Riccardo “bobo” Gori e Roby Labadini, Riccardo Monguzzi ed “il cobra” Giancarlo Romairone. Ma mettere assieme la lista di calciatori arrivati dai clivensi sarebbe davvero lunga. Con l'Audace San Michele Extra,

la storia non è stata un molto diversa; società fondata nel 1922, anche qui solo sei incontri nella seconda metà degli anni 70 ed esattamente nel campionato di Serie D, annata 73-74, Serie C 1977-78 e di C2 girone b 1978-79. L'ultimo, disputato proprio al “Bentegodi”, il 4 Marzo 79 (il Verona giocava ad Ascoli), che terminò a reti bianche. In quel biennio di Terza serie per i rossoneri, due futuri tigrotti entrambi nel ruolo di libero Serami e Lancetti, in campo a guidare l'Audace c'era il funambolico ed estemporaneo Ezio Vendrame, che andava a chiudere la sua carriera.

Tifosi del Verona che al tempo, in parte andavano a sostenere quella era la seconda squadra locale e non c'era quella rivalità esistente ora con il Chievo. Rossoneri che tra le loro fila hanno visto crescere, tre elementi di spicco del calcio italiano, tutti nati proprio a San Michele Extra. Per primo il talento del portiere della nazionale Olivieri (24 presenze) a cui è legato uno dei primi sciogli lingua legati alle formazioni calcistiche, con Olivieri, Foni, Rava. Quindi Mariolino Corso e, per ultimo Alberto Malesani che con la maglia rossonera nella stagione 76-77, nel ruolo di ala contribuisce alla vittoria del campionato di Serie D, con 14 presenze. Sarà questa la sua ultima stagione da calciatore, perchè a soli 24 anni decise di appendere le scarpe bullonate al chiodo. Audace San Michele Extra che tuttora esiste e milita nel campionato di Promozione. Verona calcistica può contare su una quarta squadra la Virtus Vecomp, ma mai però incontrata dai tigrotti. Formazione che due stagioni fa è approdata per la prima volta nella sua storia nel campionato di Serie D. Gioca presso il centro sportivo Gavagnin ed ha come colori sociali il rosso ed il blù. Campionato sofferto quello ultimo per la squadra veronese che non è riuscita a bissare l'annata precedente quando raggiunse i play-off, con la salvezza arrivata solo con gli spareggi. Società che vive veramente a livello dilettantistico, con il presidente Fresco che funge anche da allenatore ed allenamenti rigorosamente serali.

 

 

I PRECEDENTI

 

 

Palmares
Pro Patria: 12 Campionati di Serie A / 1 Coppa delle Alpi 
Verona: 24 Campionati di Serie A / 1 Scudetto 1984-85 / Ottavi di Finale Coppa dei Campioni

1927-28 Div. Naz. Gir. B
9^ 27 Nov. 27 Hellas Verona - Pro Patria 2-1: A. Morandi (V), L. Tommasi (V), Fizzotti (Pro)
19^ 26 Feb. 28 Pro Patria - Hellas Verona 4-0: 3 Reguzzoni, 1 Tognazzi

1953 -54 Serie B
3 Gen. 54 Pro Patria - Verona 1-1: Hofling (Pro), Luosi (V)
16 Mag. 54 Verona - Pro Patria 1-1: Poli (V), Frasi (Pro), in seguito 0-2 a tavolino per invasione di un tifoso veronese

1956 -57 Serie B
28 Ott. 56 Pro Patria - Verona 1-2: Danova (Pro), Ghiandi (V), Bassetti (V)
17 Mar. 57 Verona - Pro Patria 1-0: 

1960-61 Serie B
22 Gen. 61 Pro Patria - Verona 3-1: Basiliani (V)
4 Giu. 61 Verona - Pro Patria 3-2: Cosma (V), Fontanesi (V), Zavaglio (V)

1961-62 Serie B
26 Nov. 61 Pro Patria - Verona 0-1: Maschietto 
8 Apr. 62 Verona - Pro Patria 0-1: 
Coppa Italia
28 Ago. 61 Verona - Pro Patria 2-0: Savoia, Maioli

1962-63 Serie B
16 Sett. 62 Pro Patria - Verona 2-0
3 Feb. 63 Verona - Pro Patria 1-0: Fantini

1963-64 Serie B
19 Gen. 64 Verona – Pro Patria 1-1: Muzzio (Pro), Gipo Calloni (V)
14 Giu. 64 Pro Patria – Verona 1-1: Cera (V)

1964-65 Serie B
12^ 6 Dic. 64  Verona - Pro Patria 0-0
31^ 2 Mag. 65 Pro Patria - Verona 2-2: aut. (V), Sega (V)

1965-66 Serie B
4^ 26 Set. 65 Pro Patria - Verona 1-1: Maschietto (V)
23^ 27 Feb. 66 Verona - Pro Patria 1-0: Sega

2007-08 Serie C1/a
10^ 28 Ott. 07 Verona - Pro Patria 0-0 
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27^ 16 Mar. 08 Pro Patria - Verona 1-2: 10' Imburgia (Pro), 49' Orfei (V), 89' Di Bari (V)
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Play-out
18 Mag. 08 Verona - Pro Patria 1-0: 94' Morante 
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25 Mag. 08 Pro Patria - Verona 1-1: 37' Negrini (Pro), 89' Zeytulaev (V)  
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LA TIFOSERIA

n

Potremmo definire i veronesi, solo e semplicemente, una tifoseria che ha fatto storia.
L'Hellas, sin dalla sua nascita può contare su un buon numero di affezionati, ma è solo con il secondo dopoguerra che attorno ai gialloblù si crea un primo vero zoccolo duro di appassionati, che seguono la squadra nel vecchio impianto vicino a Piazza Bra. Che la tifoseria veronese, fosse calda, si sapeva anche in tempi ormai relativamente lontani, e la Pro ne viene a conoscenza il 16 Maggio del 1954, quando è alla ricerca del ritorno in Serie A, si disputa Verona - Pro Patria, vantaggio dei padroni di casa con Poli e quindi è il veronese Frasi, che pareggia proprio per i biancoblù. Succede un mezzo finimondo, con invasione di campo ed in seguito 0-2 a tavolino, per i bustocchi.
In seguito alla prima storica promozione in Serie A, avvenuta nel 1957, si ha una prima parvenza di tifo organizzato; con il consolidarsi della formazione scaligera nella massima serie, nascono anche i primi club ufficiali di sostenitori, che seguono anche i gialloblù in trasferta, molti provenienti dalla provincia.

Il primo vero nucleo di ultras a Verona nasce verso la fine del 1969: è il periodo della contestazione giovanile in tutta Europa e USA, ed un gruppo ragazzi, tra i tifosi più vivaci ed intraprendenti, presero a ritrovarsi dietro lo striscione "I 4 Fedelissimi": embrione delle mitiche Brigate, che nacquero già nel corso della stagione 1970-71, ma ufficialmente il 30 novembre del 1971 come "Calcio Club Verona Brigate Gialloblù", affiliandosi inizialmente al centro di coordinamento dei tifosi scaligeri. Quando il Verona giocava in trasferta, si presentavano con uno striscione di tela blu con la scritta gialla "Brigate". Subito al gruppo iniziale si aggregano sia giovani dei ceti popolari che della "Verona bene", con lo stesso spirito sostenere la squadra e fare baldoria. Con gruppi sostanziosi che arrivano anche dalla provincia. 

La denominazione "Brigate Gialloblù", venne scelta da due ragazzi, al tempo sedicenni, Franco Masotti e Massimo Tocco, quest'ultimo fu il primo presidente ufficiale delle B.G., mentre tra i nomi scartati c'era quello di Commandos Fedelissimi Gialloblù, per non imitare il già esistente Commandos Tigre a Milano ed altri poi sorti nel periodo un pò ovunque in Italia.

Torino - Verona 1971/72


Scelsero questo nome in quanto al tempo erano militanti della Gioventù Studentesca, gruppo di sinistra del tempo. Al primo gruppo iniziale si aggiunsero altri ragazzi, di una fascia di età che andava dai 13 ai 20 anni, che si ritrovava un paio di volte a settimana, in locale di Vicolo Mustacchi, in zona Piazza Isolo, di cui pagava l'affitto auto finanziandosi; da subito non vollero saperne di venire inquadrati nelle regole del "Centro Coordinamento Calcio Club". Posizione al "Bentegodi", l'anello superiore della Curva Sud.
Le Brigate preso così a seguire la squadra, che negli anni '70 era quella del mitici Pizzaballa in porta, in attacco Mujesan e Clerici, oltre a Mascalaito, Sirena, Mascetti, Clerici. Tra i primi beniamini della tifoseria, in assoluto Zigoni, calciatore fuori dagli schemi, del Verona anni '70. Si presentarono i tutti gli stadi, anche dove al tempo era più disagiato arrivarci come Sardegna, Sicilia e meridione.

 

Zigoni


La storia del tifo scaligero si identifica in un questo anno, 1971, quando prendono corpo le "Brigate Giallobù", gruppo trainante del tifo a Verona e veri mastri di tifo per intere generazioni di giovani Ultras e non. Oggi purtroppo la generazione delle Brigate è sul viale dl tramonto, ma i più giovani hanno ereditato la reputazione di questo gruppo, uno dei più rispettati ed imitati in assoluto.
Nel 1972, accanto allo striscione B.G. compare anche quello Ultras, con un teschio al centro, un gruppo di destra, che poi segnerà la storia politica delle Brigate e del loro cammino. Per gli striscioni nel 1973 per la prima volta e' usata la tela cerata.
Fin dai primi anni di vita le BG dimostrano di valere e già nel 1974 vanno a Brescia, per quello che è qualcosa in più di un semplice derby, in corteo con lo striscione davanti e le cronache del periodo mettono in luce già l'indole turbolenta degli ultras gialloblù, nelle accesissime gare con il Bologna, soprattutto per motivi politici, il Vicenza questioni di vicinanza e politiche, la Juve, il Milan.
Nel periodo la curva veronese, si presenta con il classico tifo all'italiana, bandieroni, tamburi, fumogeni e lancio di coriandoli, con cori compatti e tonanti. I cori saranno presto una delle caratteristiche dei gialloblù, sempre molto originali. Spesso su melodie dei Beatles, Who e Rolling Stones, su cui venivano inserite spesso e volentieri, parole in dialetto stretto, se non stravolgerle completamente e ricantarle in veronese puro.
A metà degli anni 70' il Bentegodi divenne il primo stadio in Italia, a disporre per le tifoserie ospiti la curva opposta, a quelli di casa, creando un così un cordone sanitario, con debita distanza dalle B.G.

Dietro allo striscione delle Brigate, si formano anche altri gruppi, minori, che con gli anni diventeranno sempre più numerosi tanto da diventare, a metà degli anni ’80, un altro tratto caratterizzante della curva veronese. Subito dopo gli Ultras, compaiono i “marines gialloblu”,
Nel Giugno del 1975, per festeggiare il ritorno della squadra in Serie A, sono 5.000 i veronesi presenti a Como, ma i gialloblù vengono sconfitti, toccherà al presidente Garonzi, intervenire direttamente a calmare i tifosi, ma scortato dalla Polizia.

Nel 1976 alcuni esponenti delle BG stringono un gemellaggio storico con una curva inglese: quella del Chelsea, ai tempi una delle più turbolente tifoserie inglesi, che perdura ancora oggi dopo oltre trenta anni; di quel periodo gli striscioni con le sigle di chiara matrice anglosassone, come "Punk Brigade”, “Hellas Army” e "The Deadly Sinner Club" ed il tifo veronese comincia dunque ad assorbire la cultura e fisionomia tipici del "British style".

Chelsea - Verona (1976)

 

Nel 1977 le Brigate Gialloblù decidono di abbandonare il vecchio striscione, sostituendolo con il nuovo che al centro vede la scala a tre pioli come simbolo sormontante. L'evolversi del tifo in Italia si vede proprio nella Curva sud, del Verona, per la prima volta una "Union Jack" britannica, non solo ma anche nella stampa del materiale i veronesi si rifanno allo stile britannico come nel caso delle prime sciarpe a listarelle dei primi anni ottanta.
Sempre in questo periodo le BG, prendono a manifestare marcatamente un profilo politico di destra, fino al punto da essere una caratteristica intrinseca dell'immagine del gruppo stesso che si definisce orgogliosamente ed ostentatamente di destra, anche se all' inizio nel nucleo fondatore ci sono anche militanti di sinistra e rude boys.
Con la retrocessione del Verona in B, al termine della stagione 1979-80, le B.G. non perdono certamente lo smalto ed il temperamento, anzi si compattano ancora di più, conquistando le prime pagine per i tafferugli con milanisti e vicentini ed alcune tifoserie meridionali che spesso e volentieri lasciano il "Bentegodi" a gambe levate.
Veronesi, che manifestano un atteggiamento irriverente e sfrontato nell'affrontare le tifoserie avversarie, striscioni spesso originalissimi.
Gli anni ’70 sono però anche il periodo in cui ci sono diversi gemellaggi. Oltre a quello già citato con il Chelsea, le BG stringono altre amicizie, alcune delle quali dopo essersele date di santa ragione! È il caso di quelle con Sampdoria e, soprattutto, Fiorentina, uniche di quel periodo ancora vive e vegete, ma anche con i granata del Torino e stranamente con i con i giallorossi romani, ma con quest'ultimi ovviamente non durerà molto.
Dietro allo striscione delle BG si muovono migliaia di persone, e nella seconda metà dei turbolenti anni 70' la tifoseria gialloblù, si fa notare non solo per il calore con cui segue la squadra, ma anche per i numerosi incidenti che provoca sia in casa che fuori, dove si presenta sempre massicciamente, con tamburi al seguito e l'immancabile striscione per l'idolo Zigoni. In diverse occasioni si và però anche oltre, nelle vicinanze dello stadio scaligero viene trovato di tutto; nella gara contro la Juventus del marzo 77, sulla pista di atletica del "Bentegodi" viene rinvenuta addirittura una bomba a mano, lanciata con ogni probabilità, proprio dalla curva sud e, solo per una fortunata coincidenza, la seconda "sicura" ha tenuto impedendone l’esplosione.
La squadra chiude l'era del presidente Garonzi, vittima anche di un sequestro di persona e scivola in B, il Bentegodi si svuota, curva compresa. Solo lo zoccolo duro rimane a sostenere una squadra che rischia addirittura la retrocessione in C. Il discorso non cambia nemmeno nel campionato seguente e la curva si spopola sempre di più, il campionato di serie cadetta 1980-81 registra il minimo storico di abbonati solo 2.900. Per la tifoseria scaligera e per le B.G. è il momento di un cambio generazionale.

Arriva Bagnoli in panchina, la formazione gialloblù risale in A, creando nello stesso tempo nella squadra lo zoccolo duro per la conquista della scudetto, instaurando con la tifoseria un rapporto che con il passare delle giornate diventa molto stretto, fino a quasi ad arrivare ad una vera e propria simbiosi. Nel campionato 80-81, le B.G. rifioriscono, presentandosi in 5.000 unità a Rimini e con esse anche gli scontri. La curva veronese, prende a caratterizzarsi in maniera diversa rispetto al passato, in maniera più aggressiva, divisa in molti gruppi minori, ma assolutamente compatta nel nome del tifo e progressivamente tenderà sempre più a destra, cosa che negli anni 70' nonostante la presenza di gruppi schierati dichiaratamente dal punto di vista politico, era riuscita in qualche modo a conservare una formale apoliticità. Agli inizi degli anni ’80, nella sud compaiono espliciti simboli politici; dal 1983 appaiono in curva gli striscioni del “Verona front”, gruppo vicino ad aderenti al fronte della gioventù e della “gioventù scaligera”, mentre si moltiplicano le bandiere provviste di croci celtiche e talvolta addirittura di svastiche. L’anima della curva però, come già detto, si presenta molto composita e accoglie anche, se pure in fortissima minoranza gruppi di sinistra come i “rude boys”.
Gruppi diversi molto eterogenei, ma sempre compatti nel sostenere l'Hellas Verona ovunque vada, e negli stadi riecheggia il mitico coro, poi copiato un pò da tutti "in ogni posto che andiamo, tutti ci chiedono, chi noi siamo, glielo diciamo, chi noi siamo. Brigate, brigate, gialloblu! Siamo l’armata del Verona e nessun ci fermerà, noi saremo sempre qua per restare in serie A il Verona è la squadra del mio cuor!”
Molti dei nuovi entrano in curva, esattamente con lo spirito con cui si entra volontari in un battaglione di Marines, con forte propensione allo scontro fisico con le tifoserie avversarie; e questo diventerà per molti il motivo principale di adesione alle BG. Già nel campionato 1981-82, che riporta i gialloblù in Serie A, la curva veronese aveva ricominciato a far parlare, per le intemperanze degli ultras, ma è a partire dalla stagione 1982-83 che l’immagine di tifoseria dura, prende il sopravvento su tutto il resto. Gli scontri iniziano già alla prima di campionato contro l’Inter e proseguono fragorosamente per tutta la stagione, culminando nella semifinale di andata di Coppa Italia, nel giugno 1983, contro il Milan.
Dal punto di vista coreografico la curva mantiene la sua vena colorata, anzi le bandiere si moltiplicano, in particolare quelle "scozzesi" a scacchi giallo-blu, spariscono invece i tamburi, mentre per qualche tempo prende piede la moda di presentarsi in curva con la maglia della squadra, di stile prettamente anglosassone. La particolarità, dirompente del periodo, inizia ad essere il tratto goliardico, a tratti veramente demenziale, che in alcune occasioni diventa cattivo, con cui le BG accolgono i tifosi e le squadre avversarie. Alcune volte si và anche un passo oltre.
Il campionato 1982-83 passa alla storia, per la contestazione beffarda al giocatore peruviano Uribe, del Cagliari, con lancio di banane. per una partita a Como, le B.G. arrivano con pinne, maschere da sub, materassini e paperelle ed altri animali gonfiabili. Per una trasferta a Firenze, ad un certo punto spuntano dei remi dai finestrini dal pulman delle BG, facendolo sembrare una nave vichinga; le carote gettate ai tifosi udinesi al grido di “buon appetito conigli!” con 6.000 veronesi al seguito che formano un unico serpentone in autostrada, sono solo alcuni degli episodi ormai entrati nella storia ultrà del nostro paese e fanno delle Brigate un gruppo "di rottura" anticipando i costumi ultras italiani degli anni a seguire.
Famosi rimarranno i mitici striscioni rivolti ai napoletani "Benvenuti in Italia", "Lavatevi", "Forza Vesuvio" che in ogni partita contro i campani ed in genere contro le squadre meridionali, verranno sempre rinnovati e ripresentati. Striscioni, che hanno tutt'ora una forte eco.
Nascono sempre in questo periodo sottogruppi come "Gruppo Onto Golosine" e "TartaN Army". Prende anche il sopravvento lo stile casuals sullo stile, mutuato dagli "Headhunters Chelsea", sulla cui scia realizzarono il biglietto da visita: "Complimenti, hai appena conosciuto le Brigate Gialloblù", che lasciavano dopo ogni scontro.
E come non ricordare di questi anni l'altro sottogruppo epico: "A.S.U." letteralmente "Associazione Stalle Umane", formato da personaggi fuori controllo, dediti a scorribande con atteggiamenti volutamente animaleschi, sullo stile hooligan inglese ed uso smodato di alcool in tutte le sue forme, vino e "sgnappa" su tutto. Riprendendo come non mai il motto "Veronesi tutti matti".
Sempre nei primi anni '80 nascono altri gruppi Ultras che affiancano le Brigate, il loro nomi sono: Gioventù Scaligera, Vecchia Guardia, Inferno Gialloblù e Verona Front. Con gruppi che arrivano dal Trentino, basso bresciano e mantovano.

Veronesi anni '80

 

A Belgrado il 28 Settembre 1983, c'è anche il battesimo europeo per gli scaligeri, in uno stadio certo non facile, sono migliaia i sostenitori gialloblù, che si fanno sentire, per la gara di Coppa UEFA, contro la Stella Rossa. Quindi trasferta di 5.000 unità a Graz in Austria, dove praticamente il Verona gioca in casa.
Questi sono gli anni d'oro per le Brigate, il tifoso scaligero in generale e l'Hellas di Bagnoli, Fanna, Brigel ed Elkjaer che 12 Maggio 1985 davanti ad oltre 10mila tifosi scaligeri vince a Bergamo, il suo primo e finora unico scudetto. Stagione in cui trovare un buco al "Bentegodi" è praticamente impossibile, non solo ultras e tifosi organizzati, ma donne, tante e bambini, riempiono con orgoglio l'impianto scaligero, identificandosi al massimo in quella squadra, che in campo mette sotto Juve, Milan, Inter, Sampdoria e soprattutto il Napoli di Maradona.
Il 18 Settembre 85, Bentegodi esaurito per la gara di Coppa Campioni, contro il Paok Salonicco e massiccia presenza scaligera in Grecia; lo stadio è più che esaurito in ogni domenica, ma per ironia della sorte i tifosi gialloblù, non potranno partecipare alla partita di Coppa, contro la Juve a Torino, perchè il vecchio comunale è squalificato, per i tragici incidenti dell'Hysel. I 42.500 posti di capienza dello stadio "Bentegodi", risultano spesso insufficienti, per il calore e la passione della tifoseria gialloblù.
Sul fronte dei rapporti con le tifoserie avversarie, si registrano alcuni cambiamenti, viene stretto un patto con gli interisti, inversione di tendenza rispetto alla regola che non prevedeva amicizie con le squadre considerate "grandi": nel 1986, si registra "un insolito", per la tipologia della tifoseria, gemellaggio con i leccesi, mentre nll’88, i tifosi del Torino rompono il gemellaggio più che decennale.
Nel 1986 ci sono diversi incidenti, con il centro di Como, che in pratica viene devastato dal passaggio degli ultras gialloblù, con altri gravi incidenti in altre città che portano ad un forte attrito con la società scaligera. Contrasti che esplodono definitivamente nel dicembre 1986 dopo che gli ultrà veronesi mettono letteralmente “a ferro e fuoco” Brescia, con oltre un migliaio di veronesi presenti già in città dalla mattina, nella "speranza" di trovare gli ultrà locali. La mancata presenza degli storici rivali innesca la furia dei gialloblù; la zona della stazione, il viale che porta al Rigamonti e le vie adiacenti vengono distrutte, con cassonetti dati alle fiamme, bar devastati, passanti aggrediti, abitazioni danneggiate e per "gradire" violenti scontri con le forze dell’ordine, che cercano invano di mettere un minimo d'ordine.
La dirigenza del club scaligera reagisce duramente: Chiampan minaccia di ritirare la squadra dal campionato, proponendo la schedatura sistematica dei brigatisti, mentre l'allora sindaco Sboarina medita di chiudere la curva o di far giocare il Verona a porte chiuse. I fatti di Como e Brescia finiscono sul tavolo della Procura della Repubblica di Verona che inizia ad indagare su eventuali connessioni tra la curva veronese e gruppi locali di estrema destra. La polizia effettua centinaia di perquisizioni e il 1 Febbraio 1987 vengono arrestati 12 ultrà veronesi con l’accusa di “associazione a delinquere”. Si tratta di un’accusa gravissima: per la prima volta, in Italia, un tifoso di calcio viene trattato alla stregua di un criminale vero e proprio.
La Curva Sud si schiera in massa con gli ultrà arrestati: in occasione della partita contro la Roma, nella zona centrale della Sud rimane soltanto lo striscione “non 12 ma 5000 colpevoli”. Il significato della presa di posizione è abbastanza chiaro: gli ultrà arrestati saranno anche dei teppisti, ma processarli per associazione a delinquere è del tutto fuori luogo, almeno secondo i colleghi brigatisti. E' comunque chiaro che parte degli ultrà che si riconoscono nelle BG sfuggono al controllo dei “capi ed ogni occasione e buona per degli scontri.

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Come nell'occasione in cui il Mantova si presenta al campo Bottagisio, per affrontare il Chievo; centinaia di tifosi della Curva Sud, si presentano solo per affrontare gli storici rivali mantovani. Altro episodio sul genere si verifica nel basket, quando al Palazzetto dello sport, arriva una delle due squadre bolognesi, con molti tifosi al seguito.
Tornano a girare l'Europa nella stagione 87-88, in sempre in Coppa UEFA, dove i gialloblù arrivano ai quarti di finali, venendo eliminati, non senza recriminazioni dal Werder Brema. Memorabili per le B.G. & co. le trasferte a Stettino in Polonia, quando c'era ancora la cortina di ferro, il muro cadrà due anni dopo. Utrecht in Olanda, con incidenti notevoli con i padroni di casa e la polizia, quindi in Romania a Bucarest contro lo Sportul Stundentesc.
Nel periodo nella curva scaligera, compare il primo bandierone copricurva, con il nome dello sponsor della squadra la Canon.


Negli anni a seguire, il magico gruppo di Bagnoli si polverizza, con l'Hellas che scivola mestamente in B, nella stagione 89-90, mentre nelle B.G., prevale sempre di più il volto ideologico, facendo svanire in parte la sua originalità e goliardia.

Agli inizi degli anni 90' i diffidati gialloblù sono più di un centinaio e tutta la tifoseria scaligera è "sorvegliata speciale". L’impiego sempre più massiccio delle forze dell’ordine però, non frena gli ultrà veronesi che imperversano negli stadi della cadetteria nel vittorioso campionato 1990-91. Il ritorno in serie A coincide con nuovi disordini e nuove diffide. La curva veronese è costantemente al centro dell’attenzione dei mass-media.
Il presidente Mazzi, la stampa in generale, non ultimo il prefetto di Verona accusarono violentemente le B.G., che risposero con l'auto-scioglimento, per non dover rendere conto alla polizia del comportamento di ogni tifoso veronese; la curva scaligera la domenica successiva resterà vuota, per ricordare la sentenza che vide poi le B.G. condannate come associazione a delinquere ed alla valanga di diffide piovute nel dopo Cesena - Verona, altro momento critico nella storia delle Brigate. Si arriva così al fatale 14 novembre 1991, pochi giorni prima di compiere 20 anni, le BG annunciano il loro auto-scioglimento in accordo con tutti i gruppi presenti nella sud. I vertici dello storico gruppo si dicono stanchi di tanto accanimento nei loro confronti: non possono essere il capro espiatorio per problemi di ordine pubblico che travalicano il tifo sportivo e, in particolare, non possono rendersi responsabili di ogni individuo che porti una sciarpa gialloblu al collo. In occasione della partita Verona-Genoa, le ringhiere della curva sud, dopo 20 anni, restano desolatamente vuote.
I gemellati fiorentini, nella prima partita in casa dei viola, ricorderanno le Brigate Gialloblù, con una bellissima coreografia, che prendeva tutta la Curva Fiesole, formata da uno sfondo giallo e le lettere B e G in blù, con uno striscione che recava la scritta: "Ventanni di storia, non si cancellano....Onore alle B.G."
Come scrisse Silvio Cametti, l'autore dello splendido "I guerrieri di Verona" oramai introvabile nelle librerie, le Brigate Gialloblù sono state croce e delizia per la città, la provincia veronese e la tifoseria scaligera in generale. Aggregando centinaia di giovani che hanno provato motivazioni, emozioni forti e trasgressioni dietro quelle storiche insegne BG '71, che venivano prima anche dell'Hellas "Siamo i tifosi delle Brigate" precisavano. La particolarità delle BG e' stata quella di diventare il gruppo più avversato e guardato d'Italia da qui la frase, contro i compromessi:"Noi odiamo tutti", senza mai lasciarsi trasportare dai successi.
Gli anni '90 con l'Hellas tra la Serie A e la Serie B, la scena anche nel tifo è altalenante, non ci si può dimenticare del gruppo "I Febbraio", così denominato dal giorno in cui le B.G. vennero dichiarate associazione a delinquere, composto da ex membri delle Brigate Gialloblù e posizionato nei distinti.
Dopo lo scioglimento ufficiale, alcuni membri della la vecchia guardia, ripreso in mano la curva, pensando di riaprire un'altra pagina storica.

Veronesi anni '80

Nell'estate del 1996, la Curva Sud torna alla ribalta, per l’incresciosa “impiccagione” di un manichino nero, raffigurante un calciatore di colore Ferrer, che doveva arrivare nelle fila gialloblù, e poi saltò. Episodio riconducibile a pochi elementi, certamente non condiviso dalla maggioranza degli ultras e della tifoseria in generale.
Dopo un lungo periodo di sbandamento in cui comunque l'Hellas non viene mai abbandonato ma sempre seguito anche se in modo non totalmente organizzato, entra in scena nei primi mesi del 1999 la "Banda Loma" che rivoluziona il tifo veronese e rompe i gemellaggi con Lecce e Inter e in questo periodo si arriva alla spaccatura interna con le ex Brigate.
Nella stagione 2000-01 dopo la retrocessione del Hellas in Serie B, si sono risollevati a fatica, dopo una crisi interna come tutto il movimento Ultras italiano, e nonostante i molti dissidi interni anche dopo la recente retrocessione in C1 partendo la passione per questi colori e con un impostazione più spontanea.
Esponenti di spicco degli anni d'oro sono rimasti ancora per un certo periodo in sud a Verona dietro le insegne B.G., lanciando di nuovo una moda estetica del tifo "all'Inglese" di cui si fanno progenitori almeno in Italia. Tra i gruppi da segnalare anche gli elitari "Lake Zone", presenti al "Bentegodi" da anni, provenienti della sponda veneta del Garda, che si autodefiniscono "gli ultimi dei romantici

Sono scompare le mitiche Brigate Gialloblù, ma non certo lo spirito che si sono portati dietro per decenni. Il loro stile britannico, presente sin dalle origini, si ripresenta nel nuovo look della curva veronese, che ricalca le sides d'oltremanica, con stendardi a due aste e "pezze", lanciando una nuova tendenza estetica e anticipando una modalità spontanea nell'incitamento.
Malgrado in molti chiedono il ritorno delle BG al timone, questo non e' accaduto, ma sono tornati esponenti di spicco degli anni d'oro e si continua ad usare quella dicitura. Ci sono ancora le correnti, Banda Loma ed ex BG. L'originalità' degli Hellas Fans non e' quella di una volta, ma c'e' ancora la voglia di stupire, come in una recente trasferta a Crotone, quando scesero dai pullman vestiti da sceicchi, lanciando alla popolazione locale, rotoli di carta-moneta, ovviamente falsi. Oppure come nel corso di questa stagione, quando prima dell'incontro interno con la Cremonese, il vero divertimento fu "il funerale", organizzato in curva, con tanto di corteo dietro una croce cantando "Io risorgerò". Nell'ultima gara contro il Foggia, contestazione al proprietario Arvedi, con il lancio da parte di tutto lo stadio, di banconote false, in risposta alle ultime uscite del presidente.

Tantissime ovviamente le rivalità, alcune che sfociano in qualcosa che và al di là del semplice tifo, acerrima con napoletani, nell'ultimo incontro di campionato, ci è scappata anche una rissa in tribuna stampa al "Bentegodi", quando una frase insultante di un radiocronista napoletano fece scoppiare il finimondo, con lo stesso che venne poi portato a giudizio, condannato giustamente a pagare una multa, purtroppo di soli 200 Euro.
Non meno sentita quella con i romanisti, quindi bresciani e bergamaschi, seguono milanisti, granata con i vicentini, mantovani ed udinesi; in generale con tutte le squadre meridionali. Nella trasferta dello scorso campionato a Foggia, i circa 250 sostenitori gialloblù sono stati fatti oggetto di lanci di oggetti, cori razzisti ed altro, che alla società pugliese sono costati una bella e sacrosanta multa. 
Con la nuova gestione della curva nei primi 2000 molte amicizie sono state riviste, ma resta solido il gemellaggio con i fiorentini e le amicizie con doriani, laziali, triestini ed una parte coi Furiosi del Cagliari. Ad inizio di questa stagione 2008-09 è saltato il rapporto con i sambenettedettesi. 
Diverse le associazioni di clubs e centro coordinamento gialloblù, a cui fa capo la tifoseria organizzata, che raccoglie simpatizzanti non solo a Verona città e provincia, ma anche fuori, con fans anche all'estero, che si ritrovano in varie associazioni. Nello scorso campionato sono stati 9.635 gli abbonati ai gialloblù, uno dei record per la categoria, mentre le presenze medie nell'impianto veronese si attestarono attorno alle 11.800 unità. In questa stagione le tessere sono 7.890. Per gli incontri contro la Pro effettuati nell'annata passata, i sostenitori gialloblù furono circa ottocento per la gara di campionato, mentre oltre 2.000 furono quelli per la gara di play-out, con un'altra buona fetta rimasta fuori dallo Speroni.



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Pro Patria - Verona P.Out 07/08

     

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